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Autore: grapevine    26/03/2014    3 recensioni
"Da quando ti ho incontrata, tutte le mie convinzioni e i miei principi sono crollati. Credevo di essere l'invincibile Kuma che avrebbe combattuto per sempre, in eterno. Io non posso morire: sono uno spirito. Ma nonostante questo ho paura. Paura del vuoto, dell'oblio, della morte. Paura di sparire per sempre. Ma tu no. Tu non hai paura di niente, e credimi, Clarisse, se ti dico che sei tu quella immortale, non io."
Genere: Fantasy, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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1.

 
L'uomo era in piedi con lo sguardo fisso nel pozzo di marmo che aveva d'avanti. Nell'acqua limpida non c'era il suo riflesso, ma quello di una ragazza che camminava per le strade di una città affollata - New York, forse. Dal profondo del pozzo si sentivano i rumori ovattati del traffico urbano. 
L'uomo si passò la mano sulla lunga barba bianca, come era solito fare mentre era nervoso. Ne era passato di tempo da quando quella cosa era successa, l'ultima volta. Sangue innocente era stato versato durante i secoli precedenti, e per sei volte consecutive; non poteva sopportare l'idea che accadesse di nuovo, una settima volta. Tutti credevano che Hyldegard fosse morto, ma lui sapeva che non era così. Hyldegard non era morto; era lì fuori, nelle Terre Oscure, che aspettava l'occasione giusta per prendere con sé anche l'ultimo Totem. E questa volta la sua vittoria sarebbe stata eterna.
<< Mio Signore. >>
L'uomo si sentì chiamare e si voltò di scatto. << Si, Nil? >> chiese al ragazzo che aveva davanti. Una gocciolina di sudore riluceva sulla fronte di Nil, mentre questo si affrettava a rispondere, scostandosi un ciuffo capelli scuri dal viso.
<< Mio Signore, perdoni l'arroganza, ma... come ha potuto vedere, la Settima è pronta... temo.... temo che non si possa più aspettare >> disse, con voce tremante. Distolse lo sguardo; le iridi bianche dell'anziano uomo con la barba erano troppo accecanti e spaventose.
<< Hai ragione, Nil >> rispose l'uomo, voltandosi di nuovo e dando le spalle al ragazzo. << Hai proprio ragione: non si può più aspettare >> aggiunse, con un tono quasi allegro nella voce.
Nil esitò un attimo, poi riprese, facendo un passetto in avanti: << Mio Signore, ha già scelto? >>
L'anziano uomo (che si chiamava Atlante) si girò e guardò il ragazzo con aria severa, lisciandosi le pieghe della lunga veste bianca e poi portandosi le braccia dietro la schiena. 
<< Sì, Nil, ho scelto qualcuno >> rispose Atlante, piano. << E se vuoi proprio saperlo, >> aggiunse, con una strana luce negli occhi << quel qualcuno non sei tu. >>
Gli occhi azzurri di Nil si riempirono di lacrime, ma il ragazzo tirò su col naso con dignità, distogliendo nuovamente lo sguardo per impedire che Atlante notasse che stava piangendo.
<< Certo >> disse Nil annuendo, mentre si allontanava. << Certo, Mio Signore, capisco. Non sono ancora pronto. Certo. >>
Fece per correre via, ma Atlante lo chiamò.
<< Non vuoi sapere chi ho scelto? >>
Nil aggrottò le sopracciglia e cercò di darsi una calmata. << Sophia? >> provò ad indovinare.
<< Oh, Sophia è intelligente, saggia, ed ha molta esperienza >> esclamò Atlante, accarezzandosi nuovamente la lunga barba mentre sorrideva. << Ma no, non è lei che ho scelto. >>
Nil spalancò gli occhi e provò quasi un moto di rabbia. Cercò lo sguardo dell'anziano uomo, ma lui continuava a fissare il fondo del pozzo con aria pensierosa. << Allora Edvige? >> ultimo tentativo.
<< Anche Edvige è una tipa in gamba >> disse Atlante, il cui sorriso si ampliava sempre di più << ma no, hai sbagliato ancora una volta, Nil. >>
<< Ma Signore, l'ultimo che rimane è... >> cominciò Nil, ma si bloccò, infuriato. Per un momento dimenticò chi aveva davanti: stava per andare a prenderlo a pugni. 
<< ....Kuma >> l'anziano Atlante concluse la frase per lui.
Nil era irritato dal sorriso impertinente dell'uomo. L'aveva fatto apposta a scegliere Kuma, lo sapeva. Che vecchio sconsiderato, spregevole, pazzo...
<< E' inutile insultarmi nella tua testa, Nil >> fece all'improvviso Atlante, sempre in tono allegro e sempre fissando il riflesso nel pozzo. Nil trasalì e le sue guance si tinsero di un rosso intenso.
<< Mi perdoni, Mio Signore, io... >>
<< Tranquillo >> lo interruppe Atlante, bruscamente. << Certo, il fatto che io abbia scelto proprio Kuma potrebbe risultarti strano e folle, e magari anche ingiusto nei tuoi confronti - del resto non hai mai avuto una Missione. >>
Nil spostava il peso del proprio corpo da un piede all'altro e si agitava come un'anguilla: era confuso ed arrabbiato e non riusciva a stare fermo. Aveva bisogno di tornare nel Templio, di sedersi e di prendere a botte qualcosa. Tutto quel bianco, lì fuori, lo innervosiva, così come lo innervosiva il pozzo. Strinse i pugni.
<< Capisco che non abbiate voluto scegliere me; sono consapevole di non essere lo Spirito Guida perfetto. Ma... perché non Edvige? Perché non Sophia? Loro sono molto più responsabili e prudenti, se la saprebbero cavare in.... >> cominciò Nil, ma Atlante lo interruppe con un gesto della mano.
<< Io mi fido di Kuma, ed è una cosa che dovresti imparare a fare anche tu >> disse l'uomo in tono secco.
<< Come faccio a fidarmi di colui che ha lasciato che Hyldegard prendesse il Sesto Totem? >>
Le parole di Nil furono dure e taglienti: ancora una volta il ragazzo dimenticò di trovarsi di fronte al Grande Spirito. Il volto di Aloo, la Sesta, gli tornò in mente. Grandi occhi verdi, folti capelli neri come la notte, corpo agile e scattante, carattere schivo e solitario... Aloo, la ragazza che aveva amato - e che amava ancora.
<< Kuma è cambiato >> si limitò a rispondere Atlante. << Dimentica il Sesto Totem, dimentica gli altri, ora abbiamo altro di cui preoccuparci. >>
Altre lacrime sgorgarono dalle iridi cristalline di Nil. << Dimenticarmi di Aloo? >> chiese, incredulo e ferito. << Io non mi dimentico di Aloo. Io non mi dimentico di nessuno. Sitka, Primo Totem, aquila. Chantal, Secondo Totem, cavallo. Kristoff, Terzo Totem, caribù. Alexander, Quarto Totem, marmotta. Joan, Quinto Totem, castoro. Aloo, Sesto Totem.... >> si interruppe, singhiozzando. << ....lupo. >>
Le sopracciglia di Atlante si inarcarono: l'uomo si girò e si diresse verso il ragazzo. La sua veste, i suoi capelli e la sua barba (tutti candidi) ondeggiavano al vento. Nil si sentì toccare la spalla ed ebbe un fremitò, asciugandosi gli occhi con la manica della tunica blu elettrico. 
<< Tutti morti >> sussurrò il ragazzo, tremando. << Non puoi lasciare che succeda anche a lei >> indicò il pozzo, con un cenno del capo. Chissà com'era, il Settimo Totem. Aveva un buon carattere? Un bel fisico? Faceva battute? Sapeva suonare uno strumento? Se ne sarebbe andata anche lei, come gli altri, rinchiusa in un incolucro scricchiolante di squame oscure?
<< Nil >> disse piano Atlante << Fidati di Kuma... fidati di me. >>
Nil si decise ad alzare lo sguardo e a guardare l'uomo negli occhi. Un po' della rabbia e della paura scomparvero; il bianco che lo circondava non gli dava poi più così tanto fastidio.
<< Chiamo gli altri >> disse, tirando su con il naso.
Atlante annuì. << E' ora di presentarvi Clarisse, Settimo Totem. L'orso. >>



Salve!
Spero che questa storia vi abbia un po' incuriositi. Se avete domande, dubbi o consigli, scrivetemeli in una recensione! Ne sarei molto contenta.
Grazie in anticipo e alla prossima. Cercherò di aggiornare velocemente: il tutto dipenderà da quanto successo avrà la storia.
Ciaoo :)

  
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