Partecipa alla fanfiction challenge II:
Personaggi: Bilbo, Gandalf Prompt:"Ti voglio sfidare, mio buon hobbit" "Ti ascolto, amico mio!" "Raccontami una storia che io non conosca già!"
Un racconto dal passato
Gandalf guardò
il cerchio di fumo volare davanti al suo
viso, verso il cielo rosso-aranciato. Confondersi con il fumo che
usciva dalla
cappa di un camino ricoperto d’erba e si appoggiò
allo schienale della
panchina.
“Direi che
è una buona serata, ma avrei timore della tua
risposta” disse Bilbo. Ticchettò con i piedi nudi
ricoperti di peluria castana
sui sassi del vialetto. Inspirò, le narici gli furono
solleticate dall’odore di
umidità, erba tagliata e fiori.
“Saggia
decisione” rispose lo stregone. Prese dalle gambe
dell’hobbit una foglia piegata con dentro
l’erbapipa essiccata. Ne prese una
foglia, trasse da sotto la sua casacca grigia una pipa e ve lo mise
all’interno.
“E, per mettere alla prova, questa tua trovata saggezza: ti
voglio sfidare, mio
buon hobbit”. Aggiunse.
“Ti
ascolto” rispose Bilbo. Si appoggiò la mano sul
ventre
rigonfio, all’altezza del cipollone d’oro che
fuoriusciva dalla tasca per metà.
Gandal strofinò le mani tra loro e sorrise, rabbrividendo.
“Raccontami una
storia che non conosco già”. Impose.
“C’era
una volta un giovane uomo, di quelli che credevano si
potessero sconfiggere i draghi. Era uno di quegli eroi che sono andati
a Nord e
poi sono scomparsi, le cui leggende epiche si sono perse. Passava da
una
prodezza all’altra, ignaro delle forze oscure che cercavano
di conquistare il
mondo o delle vere sfide che la Terra di mezzo si è trovata
ad affrontare”.
Narrò Bilbo, sentiva la gola bruciare e un formicolio al
petto. Alzò il capo
facendo scricchiolare il collo e soffiò dalle narici.
“Che un giorno
s’innamorò di un’elfa che era seconda
solo
alle stelle e si narra che sua figlia fosse una di queste.
All’epoca, però, era
di certo la più bella ed era amata da tutti. Il cuore del
giovane fu ratto da costei
come quello di tutti gli altri, ma non fu neanche sua. Preda dello
sconforto si
nascose nelle foreste. Lì uno stregone eremita lo fece
divenire suo allievo e cominciò
a chiamarlo cugino, come alle volte si suole fare con gli amici
più cari”. La
voce di Bilbo fu coperta da delle grida in fondo alla valle. Gandalf
spense il
fiammifero con cui aveva incendiato l’erbapipa e sorrise.
Inspirò, sentì il
sapore acre del fumo e l’erbapipa nerastra
s’illuminò di piccole braci
vermiglie in più punti.
“E mi dirai che
quel giovane divenne un potete mago. Ahi
ahi, la storia che conosco meglio ti fa vincere la scommessa,
perché dinnanzi a
chiunque altro negherò di averla anche solo mai
udita” sussurrò.
“In
realtà, è il finale che stupisce. Divenne il mio
più
caro amico” ribatté Bilbo. Le iridi dello stregone
divennero liquide e le rughe
sul suo viso s’ispessirono.
“Sì,
mio buon hobbit. Tu mi sorprendi sempre con la tua
schietta semplicità” mormorò con voce
roca.