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Autore: kamy    26/03/2014    2 recensioni
Discussione tra Bilbo e Gandalf, in cui ho ipotizzato un passato per quest'ultimo.
[What if].
Partecipa alla fanfiction challenge II:
Personaggi: Bilbo, Gandalf
Prompt:"Ti voglio sfidare, mio buon hobbit" "Ti ascolto, amico mio!" "Raccontami una storia che io non conosca già!"
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bilbo, Gandalf
Note: Missing Moments, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Ringrazio anche solo chi legge.
Partecipa alla fanfiction challenge II:
Personaggi: Bilbo, Gandalf Prompt:"Ti voglio sfidare, mio buon hobbit" "Ti ascolto, amico mio!" "Raccontami una storia che io non conosca già!"


Un racconto dal passato

Gandalf guardò il cerchio di fumo volare davanti al suo viso, verso il cielo rosso-aranciato. Confondersi con il fumo che usciva dalla cappa di un camino ricoperto d’erba e si appoggiò allo schienale della panchina.

“Direi che è una buona serata, ma avrei timore della tua risposta” disse Bilbo. Ticchettò con i piedi nudi ricoperti di peluria castana sui sassi del vialetto. Inspirò, le narici gli furono solleticate dall’odore di umidità, erba tagliata e fiori.

“Saggia decisione” rispose lo stregone. Prese dalle gambe dell’hobbit una foglia piegata con dentro l’erbapipa essiccata. Ne prese una foglia, trasse da sotto la sua casacca grigia una pipa e ve lo mise all’interno.
“E, per mettere alla prova, questa tua trovata saggezza: ti voglio sfidare, mio buon hobbit”. Aggiunse.

“Ti ascolto” rispose Bilbo. Si appoggiò la mano sul ventre rigonfio, all’altezza del cipollone d’oro che fuoriusciva dalla tasca per metà. Gandal strofinò le mani tra loro e sorrise, rabbrividendo.

“Raccontami una storia che non conosco già”. Impose.

“C’era una volta un giovane uomo, di quelli che credevano si potessero sconfiggere i draghi. Era uno di quegli eroi che sono andati a Nord e poi sono scomparsi, le cui leggende epiche si sono perse. Passava da una prodezza all’altra, ignaro delle forze oscure che cercavano di conquistare il mondo o delle vere sfide che la Terra di mezzo si è trovata ad affrontare”. Narrò Bilbo, sentiva la gola bruciare e un formicolio al petto. Alzò il capo facendo scricchiolare il collo e soffiò dalle narici.

“Che un giorno s’innamorò di un’elfa che era seconda solo alle stelle e si narra che sua figlia fosse una di queste. All’epoca, però, era di certo la più bella ed era amata da tutti. Il cuore del giovane fu ratto da costei come quello di tutti gli altri, ma non fu neanche sua. Preda dello sconforto si nascose nelle foreste. Lì uno stregone eremita lo fece divenire suo allievo e cominciò a chiamarlo cugino, come alle volte si suole fare con gli amici più cari”. La voce di Bilbo fu coperta da delle grida in fondo alla valle. Gandalf spense il fiammifero con cui aveva incendiato l’erbapipa e sorrise. Inspirò, sentì il sapore acre del fumo e l’erbapipa nerastra s’illuminò di piccole braci vermiglie in più punti.

“E mi dirai che quel giovane divenne un potete mago. Ahi ahi, la storia che conosco meglio ti fa vincere la scommessa, perché dinnanzi a chiunque altro negherò di averla anche solo mai udita” sussurrò.

“In realtà, è il finale che stupisce. Divenne il mio più caro amico” ribatté Bilbo. Le iridi dello stregone divennero liquide e le rughe sul suo viso s’ispessirono.

“Sì, mio buon hobbit. Tu mi sorprendi sempre con la tua schietta semplicità” mormorò con voce roca.


  
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