PRELUDIO
- Nata per Soffrire 0.5 -
CAPITOLO 1
Le chiare luci di un nuovo giorno
illuminavano la facciata di una piccola villetta, immersa nel verde dei boschi
scozzesi, a pochi passi da un suggestivo laghetto. Uno spettacolo quasi
incantato si stagliava dinanzi agli occhi degli occupanti di quella casetta, da
sempre isolata in quel posto incontaminato e tranquillo.
I primi raggi insidiosi tentavano,
invano, di penetrare attraverso morbide tende di cotone bianco, ansiosi di
destare da un sonno profondo le due giovani addormentate in una stanzetta del
secondo piano; nulla sembrava poter turbare la quiete silenziosa che l'aveva
avvolta e cullata durante tutta la notte. O quasi...
"Ahh sveglia, sveglia, sveglia!!"
Il trillo di una vocina acuta fece
sbarrare gli occhi di una delle due giovani dormienti. Questa, apparentemente
alta, ancora distesa e con gli occhi pesanti per il sonno, mugolò qualcosa,
tirando meglio le coperte fin sopra al naso, nascondendo il volto stanco.
L'elemento di disturbo si passò una mano tra i corti capelli castani, mentre
gli occhietti verdi-marrone si accendevano di una luce giocosa e la sua
attenzione si posava sulla figura di fronte a lei, accucciata sotto le lenzuola
e per nulla intenzionata a smuoversi.
Un sorriso monello le comparve sulle
labbra, mentre afferrava un cuscino ancora abbandonato sul pavimento, reduce
dalla battaglia della sera prima. "Ho detto... " Balzò sullo stomaco
della sua vittima. "...sveglia!!" E la colpì sulla faccia.
La ragazza si alzò di scattò, facendo
rotolare il piccolo scricciolo fino ai piedi del letto. "Lynn,
maledizione! Ma ti ha dato di volta il cervello?" L'aria assonnata e
intontita svanì, lasciando spazio ad una furiosa e severa; gli occhi color
caffè dardeggianti di nervoso si spostarono sulla piccola peste, aggrappata
alle lenzuola nel tentativo di non ruzzolare di sotto e fu automatico chiedersi
se chi aveva di fronte, avesse veramente 15 anni come lei. Scocciata si passò
una mano tra i capelli castano scuro, medio lunghi e completamente
spettinati.
"Mhm...
che ore sono? Perché urli tanto, Ryta?" Mormorò la seconda ragazza,
stropicciandosi gli occhietti verdi ancora semichiusi per la stanchezza e
ravvivando i capelli rossi, rischiarati dai pallidi raggi di sole.
Ryta si accigliò,
afferrando gli occhiali rettangolari dal comodino, accanto al letto e scoccando
uno sguardo di fuoco all'amica, appena sveglia. "Perché Lynn mi è appena
saltata sullo stomaco, ecco perché!"
"Oh quante storie!" Borbottò
la rossa e un attimo dopo un secondo cuscino colpì la ragazza in pieno
volto.
"Lily!! Diamine ti ci metti anche
tu?!" Sbottò, scagliando il guanciale qualche metro più lontano e mancando
di poco una lampada bianca e rosa, in bilico sul comò di legno. Un gioioso
sorriso si allargò sul volto di Lily, mentre Lynn si alzava trionfante e la
invitava a batterle un cinque, con il palmo della mano destra aperta.
Dei passi veloci si avvicinarono alla
porta della camera e subito dopo il viso di un giovane, molto alto e anche
carino si affacciò nella stanza, dalla fessura della porta. "Tutto bene,
ragazze? Vi ho sentito urlare!" Domandò.
Ryta guardò nella sua direzione e
avvampò, cercando di coprire la camicia da notte beige sotto le coperte; Lynn
sorrise compiaciuta e rivolse un occhiolino alla rossa, ancora nascosta dalle
lenzuola e tranquilla. "No, Jonnhy, è solo quell'acida
di Ryta! Sai com'è fatta di primo mattino, no? Si agita subito!"
Sul volto di Jonathan comparve un
sorriso malizioso, mentre irrompeva nella stanza e si avvicinava al letto della
piccola vittima di sua sorella, accarezzandole la chioma arruffata.
"Poverina, a quest'ora già succube di quella
rompiscatole di Lynn, non ti invidio!" Ryta arrossì.
"Ok, ok... prima di liquefarmi l'amica del cuore... tela! E vai
a dire a mamma di preparare la colazione!" Lo strattonò Lynn, spingendolo
poi verso la porta, seguita dalle risate cristalline di Lily, divertita per
quella scenetta familiare.
Jonathan incrociò le braccia al petto
e la fissò, puntando i piedi a terra e sapendo che in quel modo, la piccola
peste di un misero metro e cinquanta, non sarebbe riuscita a sposarlo di un
solo millimetro. "Mamma non c'è, è appena andata a lavoro e no... neanche
papà può, è tornato da poco dal turno di notte. Per oggi la colazione la
preparerà Mary Anne, ha poco tempo prima di
partire."
Lily e Ryta sgranarono gli occhi ed
erano certi che anche la loro amica avesse avuto la stessa reazione, sebbene in
quel momento desse loro le spalle. "No! Ehm... la prepariamo noi la colazione,
va bene?" Propose Lily, sporgendosi un po' dal letto, subito appoggiata da
Ryta che annuiva sicura. Un sorriso beffardo comparve sul viso del ragazzo, che
abbandonò la 'camerata' femminile, permettendo alle ragazze di vestirsi con
tranquillità.
Lily finì di bere il latte che aveva
nella tazza, continuando a guardare il libro di trasfigurazione, del quinto
anno, che aveva tra le mani e ascoltando con attenzione la spiegazione di Ryta.
"...ti sto dicendo che è proprio
quello che hai sbagliato. Quando agiti la bacchetta ci vuole polso anche negli
incantesimi più semplici." Biascicò la ragazza, finendo di sorseggiare il
caffè e allontanando con un piede Kinny, il kneazle* di casa.
Lynn alzò la testa dal tavolo,
impegnata a trangugiare la decima ciambella al cioccolato, inzuppata nel latte.
"Cfefto fe fiete fue fonfifaffe!!"
Le due amiche la osservarono basite per qualche istante, prima di scoppiare a
ridere, notando le macchie di cioccolato sparse per tutta la faccia della
piccola.
"Che dicevi, scusa?" Chiese
Lily, asciugandosi una lacrima provocata dalla risata eccessiva e sbattendo la
mano aperta sul tavolo, nel tentativo di darsi una calmata. Lynn inarcò un
sopracciglio.
"Dicevo..." Ingoiò
sonoramente. "...che siete due rompipalle! Dico... siamo all'ultimo giorno
di vacanze prima dell'inizio della scuola e voi... mi parlate di
Trasfigurazione? Non siete mica umane!"
Ryta la guardò male. "Eppure sei
una Corvonero! Dovresti preoccuparti di più dello studio, sai perfettamente che
l'Evanesco che ci ha dato da anticiparci la McGranitt
non è così facile, quest'anno ce lo insegnerà
correttamente, dovresti almeno cercare di arrivare preparata teoricamente,
no?"
"Evanesco!"
Esclamò Lynn, posando la bacchetta magica sulla tazza da latte vuota, che aveva
posato Lily. La tazza di porcellana svanì, sotto gli occhi stupefatti delle due
grifondoro, che avevano sgranato gli occhi ammutolite.
La rossa tastò il punto in cui prima
era poggiata la sua tazza preferita, quella bianca a righine
rosa. "V-vedo che l'hai imparato
perfettamente..."
Lynn annuì. "Direi di sì..."
Sogghignò di fronte all'espressione di Ryta che, per la prima volta in tutta la
sua vita, era stata superata da qualcuno nell'apprendimento di qualcosa che
concernesse la scuola. "Allora? Che facciamo oggi?"
La ragazza dai lunghi capelli castani
sospirò. "Vuoi dire che non passerai tutta la giornata di fronte alla
finestra, in attesa di una lettera del tuo adorato?" La piccola sbuffò
stizzita e si alzò, dirigendosi verso il frigorifero per mettere di nuovo
qualcosa sotto ai denti, ignorando lo sguardo di disapprovazione e la smorfia
di disgusto di Lily.
"Lynn... sei peggio di un
lavandino! Datti un contegno o il tuo amore non ti guarderà più..."
"...ora... se avete finito di
prendermi in giro, amiche mie... che ne direste di organizzare qualcosa di interessante
per oggi? Mi sono stancata di bagni nel lago e corse sulla scopa nel
giardino qua fuori!" Sbottò, indicando con il pollice di una mano la
finestra sul cortile, mentre con l'altra sorreggeva un pezzo di torta al
cioccolato e panna.
Improvvisamente il frullio di un
battito d'ali distrasse la ragazza dal doppio strato di panna; uno splendido
gufo marrone e nero si era appollaiato sul davanzale della finestra e attendeva
con impazienza che qualcuno prendesse la missiva attaccata alla sua zampetta,
così da poter ritenere conclusa la sua 'missione'.
Lily balzò in piedi, avendo
riconosciuto il gufo e di conseguenza il proprietario. "Vieni qua, Snitch..." L'animale tese la zampa e consegnò la
lettera, pizzicandole una mano in un gesto affettuoso e volando via.
"Appiccicoso come il padrone..." Sgranò gli occhi, srotolando la
pergamena.
"Che succede?" Domandò
incurante Lynn, gongolando con mezza fetta di torta spiaccicata sul viso e
l'altra metà sulla mano. Ryta si passò una mano sulla faccia, appannandosi
gli occhiali.
"Niente, è per te" Borbottò
Lily, bloccando a metà il braccio che le stava passando la pergamena, avendo
notato le mani sporche di cacao. "...è il tuo grande amore. E' a casa di
Potter. Tutti... sono a casa di Potter." L'amica scosse la testa,
aggiustandosi gli occhiali e tornando a concentrarsi sul libro.
"...io proprio non capisco che
cosa abbia contro James, Ly! E' un ragazzo studioso,
divertente e brillante, oltre che bravissimo a giocare a Quidditch..."
"Hai dimenticato: borioso,
sprezzante, casinista, sfacciato e... testardo come un mulo." Fece la
rossa, incrociando le braccia al petto e inarcando un sopracciglio.
"...non lo sopporto proprio..." Ignorò il sorriso sarcastico di Lynn.
Lynn lanciò uno sguardo preoccupato
all'orologio da polso -babbano- che le avevano regalato i suoi, per il suo
quindicesimo compleanno. Sospirò affranta, sotto lo sguardo rassegnato delle
due amiche di scompartimento.
"Amica mia, sei senza
speranze!" Incominciò Ryta, chiudendo con un colpo secco il libro di
letteratura babbana e riponendolo nella sacca da viaggio.
"...tranquillizzati. E' matematicamente impossibile che il tuo tesorino
perda il treno. E' dannatamente puntuale e preciso, nonostante la compagnia che
si porta appresso!"
Lily aggiustò il mantello nero, sul
quale spiccava lo stemma dei grifondoro e il distintivo di Prefetto, che le era
stato consegnato qualche giorno prima, nella lettera che annunciava l'inizio
del nuovo anno scolastico e le assegnava quel compito, tanto agognato.
"...e dire che il primo anno non potevate vedervi." Ridacchiò,
coprendo la bocca con una mano.
Ryta annuì sorridente, stringendo
meglio la cravatta rossa e oro. "E' vero! Ricordo ancora quando vi siete
conosciuti in Sala Grande. Tu stavi leggendo un libro sui lupi, come al solito
e lui con il suo solito spiccato senso d'osservazione ha esordito con
-ehi ragazzino, che letture impegnative!-..." Ricordò, soffocando una
risatina e imitando la voce del ragazzo. "...rammento ancora la tua faccia
furente, quando ti sei girata di scatto e l'hai fulminato con lo sguardo!"
"E come gridava, ricordi?"
Rincarò Lily, scostando da davanti agli occhi una ciocca rossa e curvando le
labbra in un sorrisetto furbo. "...-Punto primo
non sono un ragazzino, ma una ragazza! E poi non è certo colpa mia se tu ti
limiti a sfogliare i fumetti, Grifondoro dei miei stivali!-... e lui poverino
che ti fissava con uno sguardo perplesso e quasi dispiaciuto!"
La piccola Corvonero si mise a braccia
conserte, imbronciando le labbra. "Ehi non è mica colpa mia se sono bassa
e poco femminile!...certo però che lui poteva anche aprire gli occhi!"
"Certo però che anche tu potevi
dargli un po' di tregua! Da quel giorno hai iniziato a sfotterlo senza pietà,
poverino! E come se non bastasse... hai osato... diventare la migliore
amica del loro peggiore nemico! Una tragedia... ancora rido
se penso alla faccia disgustata di Potter quando glielo hai annunciato,
all'inizio del secondo anno!" Rise Lily, tornando con la mente agli anni
passati.
"Bene, bene, bene... noto con
piacere che Evans non ha la solita aria acida e
distaccata, questa mattina." La voce di qualcuno non particolarmente ben
accetto da tutti, in quello scompartimento, ruppe le risate della rossa,
riportandola alla massima serietà. I suoi occhi verdi incrociarono quelli
nocciola e arroganti di James Potter. Poco dietro di lui una figura un po' più
alta, dai lunghi capelli neri e gli occhi blu come il mare.
Lily sbuffò. "Fantastico! Potter
e Black nello stesso momento. E' proprio vero che le disgrazie non arrivano mai
da sole!!"
"Oh oh oh! Mrs. Perfezione oggi si è svegliata sarcastica!"
Ironizzò James, entrando nello scompartimento e allungandosi verso il suo
sedile, stringendole il mento tra l'indice e il pollice. "...lo sai che mi
piaci molto di più quando tiri fuori le unghie, gattina?"
La ragazza scosse la testa,
allontanando la mano fastidiosa dal suo viso, sotto lo sguardo delle due
compagne di scompartimento. "Potter, te lo dico una volta sola, apri bene le
orecchie. Questa gattina, userà le sue unghie per farti capire bene il
concetto, se non la smetti di importunarmi. Non mi interessi e non mi
piaci."
James si allontanò, mantenendo un
sorriso malizioso sulle labbra e appoggiandosi alla porta scorrevole. "Come
vuoi tu, ma sappi che riuscirò a convincerti Evans."
Lily scrollò le spalle, indifferente e osservò l'altro ragazzo, avvicinarsi a
Ryta, intenta a leggere nuovamente il libro, non appena notata la loro
presenza.
"Ehila,
Falck!" La richiamò, sedendosi sul sedile di fronte a lei. "...sempre
con la testa tra i libri, eh? Quando ti deciderai a prestare attenzione anche
ai ragazzi?"
Ryta sollevò lo sguardo dalla sua
lettura e si guardò un attimo perplessa intorno, scoccando poi un'occhiata alle
due amiche. "Ragazze. Voi per caso vedete qualche ragazzo in giro?...
Perché io sono sicura di aver sentito soltanto due galletti che si agitavano...
o sbaglio?" Quella frase, pronunciata con tanta semplicità fece scoppiare
a ridere le altre due compagne, a differenza di James e del ragazzo, di fronte
a lei, indignato per quella frecciatina. "Black, smonta le tende e levati
di mezzo, non so se te ne sei accorto ma sto leggendo! Uh scusa, è vero! Tu
ancora non hai imparato. Potter... non è che glielo insegneresti?"
Le labbra di Sirius si curvarono in un
ghigno. "Falck... piccola impertinente, tu lo sai con chi stai parlando,
vero?"
La ragazza alzò lo sguardo al cielo.
"Uhm... fammici pensare un attimo. Guarda... così d'improvviso posso
rispondere... con un rompiscatole, presuntuoso e vanesio. Insomma, tutto quello
che io in un ragazzo detesto dal più profondo del cuore. Quando perderai queste
qualità allora potremo avere un dialogo vero. Ammesso che tu sappia cosa
vuol dire dialogare!"
Quell'ultima risposta lo indispettì. Lo
osservò alzarsi di scatto e allontanarsi in fretta e furia dallo
scompartimento, preceduto da James, entrambi con una faccia nervosa. Qualche
istante dopo, sulla porta, comparve un terzo ragazzo. I capelli, castano
chiaro, legati in un sottile codino, ricadevano sul mantello nero corredato
dallo stemma dei grifondoro e gli occhi verdi e vivaci, si posarono subito
sulla piccola corvonero, seduta a braccia conserte al suo posto, ancora intenta
a ridere con le amiche.
"Ehi scricciolo." Al suono
di quella voce Lynn balzò in piedi, seguita con lo sguardo dalle due ragazze, e
gli si gettò al collo, abbracciandolo forte.
"Remus!" Trillò,
costringendolo ad abbassarsi un po' e schioccandogli un bacio sulla guancia.
"Mi sei mancato tanto!"
Il ragazzo le passò una mano tra i
ciuffetti, scompigliandole la chioma. "Anche tu, piccola. Lily, Ryta come
va?!" Domandò, sedendosi in uno dei sedili vuoti e accogliendo Lynn sulle
sue ginocchia, stretta in un abbraccio. Le due grifondoro fecero una smorfia
scontenta, scambiandosi uno sguardo.
"Lasciamo perdere. I tuoi
carissimi amici sono passati a farci una visitina..." Anticipò tutti Ryta,
sciogliendo la coda castana e legando nuovamente i capelli, più stretti. Il
giovane grifondoro scoppiò in una sonora risata, di fronte alle facce indignate
delle ragazze.
"Ora capisco... il perché di
quelle facce! Oh, ok ok, la
smetto. E' meglio che vada a vedere quali piani stanno tramando contro di voi i
due vendicatori, non vorrei che ne combinassero un'altra delle
loro."
Lynn si accigliò. "Noo, già te ne vai? Dai resta un po' qui..."
"Sai, Remus? Ancora mi domando
come fai a passare il tuo tempo con quei due! Tu sei così... diverso. Sempre
puntuale, preciso, studioso... loro..." Si interruppe Lily, passando una
mano tra le ciocche rosse e abbassando lo sguardo avvilita.
"...loro sono solo più vivaci, ma
sai bene che studiano... quasi più di me. James per primo. Per quanto riguarda
Sirius è solo un po' farfallone, ma è un bravo ragazzo. E... oh a proposito!
Avete visto Peter da qualche parte?" Chiese,
alzandosi dal sedile e facendo scendere la ragazzina.
Ryta scosse la testa. "No...
effettivamente è strano, di solito segue sempre Potter."
Remus scrollò le spalle. "Ah boh! Li avrà raggiunti nello scompartimento, allora. Io
vado ragazze, ci vediamo più tardi, all'arrivo!" Detto ciò, accostò le
labbra alla guancia di Lynn e abbandonò lo scompartimento.
Lily prese a fissare il paesaggio
all'esterno del finestrino. "Bravi ragazzi... tsè!"
James si lasciò cadere sul sedile
rivestito di rosso, aprendo una cioccorana e
staccandone un pezzo, a morsi. La sua attenzione cadde sulla figurina
all'interno, era la quinta volta che trovava la stessa. Sbuffò, passando una
mano tra i capelli e scombinandoli peggio di prima.
"Mi sono veramente
scocciato!" Sbottò Sirius, legando i capelli a coda e tornando a guardare
il panorama che sfrecciava fuori dal treno.
James gli rivolse un'occhiata
stravolta. "Di che parli? Falck?"
"Esattamente. E' solo un'acidona. Ancora mi domando perché mi ostino con lei, quando
metà della popolazione femminile tra Hogwarts ed Hogsmeade è ai miei
piedi."
"Perché ti piace, Siri." Lo
illuminò James, lanciando la figurina sul sedile di fronte e stendendo i piedi
per stare più comodo. Uno sguardo inorridito di Sirius lo bloccò di
colpo.
"Ma che, scherzi? Cosa potrebbe
mai piacermi in una come quella?... oh andiamo! Io sono abituato a ben altri
livelli... ricordi Jennifer Grather?"
"La biondona
tutta curve, con gli occhi grigi così grandi e profondi da poterci
nuotare?..." Sirius annuì. "La stessa ragazza che non sapeva neanche
chi fosse Rüf, quando le hai chiesto di studiare Storia della Magia,
insieme?" L'amico annuì nuovamente, stavolta un po' sconsolato.
"...guarda, comunque, che neanche
tu sei messo tanto bene, eh? Evans mi sembra una
bella gatta da pelare!!" Cercò di rimediare il ragazzo, stiracchiandosi le
braccia e passandole dietro la testa, per stare più comodo.
L'amico scosse la testa. "No, è
solo una fissazione."
"Fissazione?" Irruppe la
voce di Remus, in quel momento, costringendo James ad interrompere il discorso
e togliere i piedi di mezzo per far passare l'amico, accogliendolo con un
sorriso sornione sulle labbra.
"Ehila,
vecchio mio! Allora? Hai rivisto la tua piccolina?" Scherzò Potter, spostando
la sacca da uno dei sedili e liberandolo per far posto al nuovo arrivato.
Sirius guardava quelle manovre senza muovere un muscolo.
Remus lo squadrò. "Sì, ho visto Lynn.
E ho visto anche Lily e Ryta, erano furiose e scocciate, che avete fatto
stavolta?" Accavallò le gambe e incrociò le braccia al petto, in attesa di
spiegazioni.
"Niente, niente. Lo sai come
sono, no? Se la prendono per un nonnulla. Noi... volevamo solo salutarle!"
Si giustificò James, con aria innocente, alzando le mani in segno di resa e
lanciando un'occhiata a Sirius, per avere appoggio morale.
L'amico non sembrò molto convinto e
inarcò un sopracciglio. "E cos'è questa storia della fissazione, allora?"
Sirius si schiarì la voce. "Lunastorta sappiamo tutti che non esiste ragazza ad
Hogwarts che non desideri uscire con Ramoso. E' naturale che si impunti su
l'unica che non lo se lo fila. Orgoglio maschile."
"Oh... ma guarda. Siamo riusciti
a beccare lo scompartimento di Potter e compagnia bella." Una voce
strascicata, risuonò nelle loro orecchie, facendoli voltare verso la porta
dello scompartimento. Davanti a loro, quattro studenti. Il primo, dall'aria
altera, sfoggiava orgoglioso il mantello nero con cucito lo stemma dei
serpeverde e il distintivo di prefetto e li fissava con gli occhi grigi carichi
di superbia, lisciando di tanto in tanto la corta chioma biondo cenere. Due
ragazzi, alle sue spalle, alti quanto lui ma molto più robusti, ridacchiavano dietro
una mano, sfoggiando lo stesso stemma e passando le mani sulla leggera peluria
sul viso, con aria di sufficienza. Solo uno di loro aveva il volto basso e
mesto, nonostante gli occhi neri sprizzassero collera; una smorfia di disgusto
comparve sulle labbra dei tre grifondoro, osservando la chioma unta del ragazzo
in questione.
"Malfoy. Cos'è? C'è stato il
cambio della guardia? Ti sei portato McPhee e Lestrange, stavolta, per andare
al gabinetto? ...E Tiger e Goyle
dove li hai lasciati? Stanno facendo la guardia alle belle principessine
tristi?..." Sghignazzò James, incrociando le braccia dietro il capo e
allungandosi sul sedile di fronte.
Sirius scosse la testa. "Naaa James! Quelle due streghe delle mie cugine non hanno
bisogno della scorta, sanno essere abbastanza stronze
senza collaborazione, piuttosto la piccola Gabrielle, avrebbe bisogno di un
aiuto... con quel pezzo di merda di McPhee... mi
domando come abbia potuto lasciare tua sorella in simili mani,
Lestrange."
"Più che altro mi chiedo io come
una persona intelligente come Lynn possa essere amica di un essere come te, Mocciosus! Non fa altro che ripetere -Piton è
intelligente-... ma a me tu tutto sembri, meno che sveglio, semmai direi
sporco..." Aggiunse Remus, sospirando e posandosi una mano sulla fronte,
in segno di esasperazione.
Tre degli studenti cercarono di
superare il loro leader per aggredirli, ma un gesto del biondo li bloccò
sulla porta. Ritrasse la braccia e scoccò loro uno sguardo di sfida.
"Scherzate, scherzate pure quanto volete, ma quest'anno
tutto sarà diverso. Preparati a cedermi la coppa di Quidditch, Potter... perché
quest'anno sarà nostra. Ahahahaha."
"...vostra? La coppa del
Quidditch ai Serpeverde, Malfoy?... oh sì certo! Solo quando tu imparerai a
prendere il boccino d'oro, perché se vogliamo dirla tutta... McPhee e Lestrange
il loro dovere di cacciatori lo fanno divinamente, quello che pecca nella
squadra, sei tu!" Lo zittì James, incrociando le braccia al petto.
Malfoy si allontanò inviperito,
seguito dal gruppetto di compagni di Casa, verso la zona degli scompartimenti
occupati dai serpeverde.
"Ragazzi... che cosa
succede?" Domandò una voce. Un ragazzo piuttosto basso, dai corti capelli
castani, che li squadrava con occhietti acquosi e spenti dello stesso colore
della chioma, entrò nel loro scompartimento, dopo aver udito, a quanto
sembrava, la loro conversazione da fuori il corridoio.
I tre amici gli rivolsero un sorriso
radioso. "Nulla, Peter, nulla. Ci siamo solo
presi una piccola soddisfazione." Lo rassicurò Remus, cordiale.
"La prima dell'anno."
Concluse Sirius, spalleggiato da James, con quale si scambiò un
cinque.
Continua...
* kneazle:
gatto dei maghi. E' un normalissimo gatto, ma ha le orecchie lunghe.
Ho deciso di riscrivere questa storia.
Non guardatemi male, e posate le pietre che volevate lanciarmi addosso (inutile
che fate finta di nulla… vi ho visti -.-). Ho preso questa decisione, perché ci
tengo davvero tanto a questo prequel di NpS e per come l’avevo sviluppato in precedenza, sarebbe
uscita una vera e propria schifezza ^^’’
Spero che mi farete sapere se, col
prossimo capitolo, le cose sono migliorate… visto che questo primo, rimane
invariato.
Alla prossima =)
Luna Malfoy.