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Autore: wolfboy36    26/03/2014    1 recensioni
Parlare con i tuoi giocattoli nel pieno di una notte è una cosa normale, dopo tutto...
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Fiuuuh, che giornata! Stare a scuola per sei ore, mangiare in fretta e furia, andare dal dentista, lontanissimo, e tornare a casa di sera per studiare tre materie non è proprio il massimo. Anzi. È la peggior cosa che possa accadere in una settimana scolastica. Meno male che è venerdì. Ho due giorni completi per oziare. Se non fosse per i compiti. Ho appena finito di fare i compiti e non ho neppure la forza per lavarmi i denti o leggere un libro. Mi infilo nel letto e, dopo pochi minuti, sento un sospiro seguito da un tonfo. PUM! Non ci faccio tanto caso perché il rumore non è forte, quindi penso che venga dal piano di sopra. Mi addormento e faccio un sogno stranissimo. Sono intrappolato nel corpo di un principino di dieci anni che stanno vestendo e che sta imparando il galateo. Subito capisco che questa vita, pur essendo ricca e sfarzosa, non mi piacerebbe affatto.

 A un certo punto cambio di colpo ambientazione. Sono in una stanza buia e sento un frastuono di voci. Sono tante ma non sono forti. Appena esalo il primo respiro, il silenzio. Cerco l’abatjour ma cado dal letto. E sento dolore. Non sono più in un sogno. Rimango a terra restando in silenzio e dopo un po’ risento qualche voce: - Ma chi è questo qua? – A me pare proprio scemo. – Guardate che “botto” ha fatto!  Vado nel panico ma rimango zitto. Che siano ladri? No, impossibile. Non avrebbero fatto tutto questo rumore. - Speriamo non sia il nostro padrone – sento alla mia sinistra. Il nostro padrone??? Di chi sono queste voci? Delle mie tartarughe? La paura aumenta. Mi faccio un coraggio immenso e facendo il minimo rumore striscio verso sinistra per capire di chi sia questa voce. Allungo le mani verso la voce e riconosco una forma familiare. È la mia chitarra.

-Guarda che come ti ho comprato ti vendo! Rimane perplessa un secondo, ma mi risponde poco dopo: - Sai che cambia. Mi tratti talmente male! – Allora preferisci finire in una super grattugia che ti fa a pezzi piccoli piccoli e ti fa diventare un tavola preso a calci da tutti, tutti i giorni!  - Sto bene… sto bene qui. – Di colpo non ho più paura – Ma… parlate??? – Certo! Se magari mi rimetti in piedi, mi è venuto il torcicollo. È un pupazzetto dei Power Rangers. Il tonfo che avevo sentito prima, probabilmente, era lui che cadeva. Lo metto a posto e penso: - Ma sono scemo? Sto parlando con degli oggetti e gli sto anche ubbidendo?  È una scoperta sensazionale, ma avrei paura a parlarne con altre persone. Spero che qualcun’ altro lo sappia oltre a me nel mondo. Non faccio in tempo a fare un’altra domanda quando sento un pizzico alla caviglia e vedo una schiera di soldatini intenti a venirmi incontro per picchiarmi.

Sono tantissimi e qua mi rendo conto che li ho trattati veramente male per volermi fare questo. Sono quasi ai miei piedi ma, a un istante dall’impatto con me, un gruppo di libri forma una barriera intorno a me per difendermi. In effetti sono una delle poche cose che tratto molto bene. Tengo anche alla chitarra ma lei sembra non ripagarmi. Per fortuna ci sono anche alcuni  libri fantasy. Cioè, quasi sempre, “mattoni” da 500 pagine. I poveri libricini “classici” cadono subito a terra, caricati dai nemici. Sono in questa situazione surreale ma, dopo qualche secondo, il primo fascio di luce passa attraverso la serranda e tocca tre soldatini, che immediatamente, cadono a terra inerti. Stessa cosa per altri soldatini, per i libri, che fanno un rumore impressionante cadendo, e per la chitarra, che cade anche lei nella mia disperazione. 400 euro. La verità è che gli oggetti sono animati solamente di notte. Ecco perché non me ne ero mai accorto. Quando perdono tutti la capacità di muoversi e parlare, mi armo di scotch, imbavaglio la bocca e immobilizzo gli arti a tutti gli oggetti. Metto la chitarra in custodia e gli oggetti parlanti in una cassa gigante inanimata. Quando mia  madre si sveglia e mi chiede perché abbia levato tutto dalla mia camera le rispondo: - Bah… ordine pubblico. E poi non sono più un bambino.
  
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