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Autore: Selpheris    27/03/2014    0 recensioni
[storia tradotta ]
[storia tradotta ]La mia storia è ispirata ad un dramma romantico in versi di un importantissimo autore polacco: Adam Mickiewicz. Il dramma in questione è il "Konrad Wallenrod" che ho letto in lingua e tradotto per i miei studi, ma che poi mi ha ispirato per questa storia.
La trama è praticamente presa da quest'opera, ma l'ho totalmente rielaborata, ho personalizzato le poesie presenti e cercato di renderle comprensibili senza cambiarne troppo il significato e la morale. Spero vi piaccia.
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Otherverse, Traduzione | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Era il lontano 1365 quando nacque il valoroso Konrad, alto, dalla grossa corporatura, i capelli neri come il carbone e gli occhi come il mare in tempesta dallo sguardo che sembrava segnato da un grande dolore. Un uomo dai mille volti, riservato, coraggioso, di buon cuore eppure tanto scontroso, soprattutto quelle sere in cui alzava il gomito e sembrava un orco infuriato che parlava una lingua sconosciuta. Aveva appena compiuto venticinque anni quando venne eletto capo della spedizione militare che avrebbe dovuto cristianizzare quelle popolazioni barbare al di là del fiume. Benché i suoi pensieri fossero un mistero per tutti, poiché Konrad non aveva amici, ma un solo stretto confidente, un frate di nome Albano; le sue doti di guerriero non lasciarono dubbi al consiglio che lo elesse all'unanimità. Konrad prendeva tempo, per mesi riuscì a rimandare la partenza per la guerra, trovando ogni giorno delle scuse diverse, dalle divise non cucite bene, alle armi non troppo precise, agli uomini non ben addestrati. Questo suo atteggiamento di procrastinazione insospettì il consiglio, il quale decise di mettergli alle calcagna delle spie. In una tranquilla sera di primavera, sotto un serenissimo cielo stellato, Konrad uscì dalla sua abitazione e a passo svelto si allontanò dal paesino. Attraversò un boschetto accompagnato dal suono dei ranocchi che ne abitavano i laghi, corse verso una collinetta e si fermò esattamente sull'apice di questa, ove era situata un'imponente torre di pietra. Da lontano, precisamente poste dietro un albero, le guardie-spia monitoravano ogni movimento del ragazzo. La voce di Konrad era impossibile udirla, ma dalla torre si poteva ascoltare una voce, candida, dolce, sembrava cantasse una melodia, ma era straziante ascoltarla, si trattava di una canzone d'amore malinconica e angosciante. "Quante lacrime ho versato per amore chissà se siano la causa, queste della ruggine delle finestre. Queste lacrime sono massi sul mio cuore, freddi massi che cadono e lo schiacciano e lo stringono . Il mio amore è come un fuoco, mi incendia l'anima, mi brucia dentro, mi crea dolore, ma al tempo stesso è un sollievo riflesso. L'uomo che mi ha rapito, che le speranze e la gioia via da me ha portato, è ancora al centro della vita mia ." Dalla finestra cadde giù una lacrima e finì sul viso di Konrad che subito abbassò lo sguardo e poi la testa, fece gli occhi lucidi e, quasi continuando la melodia della torre, con voce soffocata disse: "sono chiamato a partire, ho un incarico importante, i nemici ci attaccano ... ed io non posso più prendere tempo ... mi sento chiamato dalla Patria, ho un incarico importante, i nemici ci distruggeranno ..." Diede un ultimo sguardo alla finestra e scappò via, tornò in casa e bevve vino per tutta la notte. Il giorno successivo, le due guardie-spia riferirono l'accaduto al consiglio che decise così di dare l'ultimatum per la partenza a Konrad in occasione del tradizionale banchetto della festa di San Giorgio, patrono dei militari, che avrebbe avuto luogo di lì a pochi giorni. Come da tradizione, vennero organizzati i festeggiamenti: addobbato il palazzo delle riunioni, imbandita una lunga tavola, chiamati i menestrelli. Tutti i membri del consiglio, i monaci e frati più in vista del paese, e i militari dal grado più elevato, di cui faceva parte anche Konrad, presero posto, il forte volume delle chiacchiere copriva la musica dei menestrelli. Molti furono i discorsi tenutesi tra gli uomini, vari e disparati, spaziavano dalla religione, alla guerra, dalle donne, ai giochi di carte, ma in nessuno di questi intervenne Konrad, che se ne stava sulle sue, accanto al suo unico amico Alban a bere vino, ignorando e disprezzando le lodi che riceveva. Le donne iniziarono a servire le portate secondo gli usi della festa, dopo la consueta preghiera gli ospiti iniziarono a banchettare e le voci si assopirono, così potevano udirsi la musica e le canzoni dei menestrelli. Uno di questi in particolare, attirò l'attenzione di Konrad che lo osservò, incuriosito dai suoi abiti da barbaro, ascoltò con attenzione le sue parole:
  
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