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Autore: Alena18    27/03/2014    11 recensioni
Nulla poteva farla tornare a sorridere in quel momento, nulla a parte Lui.
Ma per quanto sarebbe durata quella felicità?
Dalla storia:
'Una luce lo accecò.Sterzò bruscamente e urlò. Guardò Lottie
mentre spalancava gli occhi terrorizzata. Poi un rumore, le sirene delle auto, i clacson, un tonfo brusco e il buio."
Genere: Drammatico, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Niall Horan, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Le serviva un abito nuovo. Chiedeva troppo? Un vestito l’aveva conquistata e lei sarebbe riuscita a conquistare lui, anche se costava quattrocento sterline. Per lei era come realizzare per metà il suo sogno, lo avrebbe indossato per il ballo di fine anno, il tanto atteso, ballo di fine anno. Avrebbe fatto un figurone e di sicuro si sarebbe fatta notare almeno per quell’occasione. Lei era sempre stata messa da parte da tutti, ignorata e presa in giro ed il motivo a lei era ignoto. Non aveva niente di male, era una semplice ragazza che, come tutte le altre, aveva i suoi difetti, ma anche i suoi pregi.

Era sabato mattina e Lottie era già pronta per uscire e catapultarsi al centro commerciale, suo fratello Louis le avrebbe prestato i soldi.
Fece colazione in fretta e furia, eccitata ed emozionata poiché a distanza di poche manciate di minuti avrebbe avuto tra le mani quel vestito.
Uscì di casa e prese il bus che la portò a destinazione.

Era proprio davanti al negozio, solo una porta la separava da quello che negli ultimi giorni era diventato il suo pensiero fisso.
Entrò, c’era parecchia gente e aveva paura che l’abito fosse già stato venduto. Ma eccolo a pochi metri da lei, bello come se lo ricordava, se non di più.
Si avvicinò e lo ammirò con gli occhi che le luccicavano e la bocca aperta, ma qualcosa attirò la sua attenzione. Una sottile striscia di carta era poggiata sul manichino che indossava il vestito, c’erano dei numeri segnati in nero, doveva essere il prezzo. Ma… era cambiato! Cinquecento sterline?! Era troppo.
Gli occhi le uscirono quasi fuori dalle orbite e le caddero le braccia lungo i fianchi dallo sconforto. Come la sabbia, parte del suo sogno le stava scivolando tra le dita.
Non poteva permettersi di comprarlo, non aveva tutti quei soldi e Lou aveva già fatto abbastanza. I suoi genitori non l’avrebbero mai aiutata, troppo esigenti e presi dal loro lavoro per dare attenzioni a lei. Con gli occhi lucidi uscì dal locale.

Era da Nando’s, adorava mangiare lì, e quel giorno si stava letteralmente abbuffando di ogni ghiottoneria che quel posto poteva offrire. Faceva sempre così quando era nervosa o giù di morale, ma quella volta sembrava che nulla potesse farla tornare a sorridere.

Qualche minuto dopo si alzò per andare al bagno e quando tornò decise che avrebbe preso un altro hamburger. Svoltò l’angolo e in lontananza vide il suo tavolo occupato. Era una giornata no e così reagì d’istinto. Camminò a passo svelto fino al tavolino e una volta raggiunto si posizionò di fronte al ragazzo biondo con la faccia letteralmente nel panino che stringeva tra le mani.
-Cosa ci fai tu qui?!- sibilò acida. Non si controllava e non sapeva il perché, ma quel giorno era tutto sotto sopra, tutto sbagliato, tutto andava storto. Il biondino alzò leggermente lo sguardo dal suo pasto. Aveva degli occhi azzurri come il mare in estate, da fare invidia alle acque delle isole Hawaii, e sulla bocca aveva ketchup e maionese ovunque. Le venne da ridere, ma si trattenne, era più arrabbiata.
-Mangio- riuscì a dire. –Ne vuoi un po’?-  continuò porgendole il panino. Un completo sconosciuto le stava proponendo di mangiare con lui?
-No, grazie. Adesso arriva il mio- sbuffò. Non poteva arrabbiarsi con quel ragazzo, sembrava tanto dolce.
-Oh, bene! Ti va di unirti a me?- chiese sorridente, aveva dell’insalata tra i denti. Lottie rise, non poteva non farlo. Lui si pulì un po’ imbarazzato e tornò a mangiare il suo panino.
-D’accordo- acconsentì lei. Quel ragazzo sembrava non vedesse cibo da secoli.
-Scusa, ma sei forse un evaso?- chiese lei stranita. E quando lui sorrise, non poté fare a meno di imitarlo. Aveva una risata così bella e contagiosa.
-No, sono Niall Horan e hai appena conosciuto il mio miglior amico- e indicò l’hamburger. Risero insieme. –Cosa hai ordinato?- le domandò con la bocca piena.
-Doppio cheeseburger con patatine- rispose la ragazza. Niall si complimentò, non aveva mia visto una ragazza mangiare tanto, era fiero di lei, così aveva detto.

I due fecero subito amicizia, entrambi avevano la passione del cibo, ridevano spesso e di tanto in tanto qualcuno si girava a guardarli come a voler dire probabilmente domandandosi se fossero matti. E lo erano, ma si stavano divertendo. Passarono il resto della mattinata e del pomeriggio insieme, tra un negozio e l’altro. Lottie gli mostrò anche il suo amato vestito che tanto desiderava, ma che non poteva avere. Niall avrebbe voluto aiutarla, ma non aveva soldi con lui.

Era arrivato il momento di salutarsi, erano dispiaciuti, quella giornata era stata mitica, ma a Niall venne la geniale idea di invitarla ad un pizza party a casa di un suo amico quella sera stessa. Lei accettò volentieri, forse era stata troppo precipitosa, ma Niall non aveva la faccia di un maniaco omicida, insomma, lui divorava pizze e beveva litri di coca come fosse niente, valeva la pena rischiare.

Era finalmente arrivata all’indirizzo che Niall le aveva dato, c’era voluto un po’ perché Louis la lasciasse andare, ma lei lo aveva convinto. Lottie vide Niall in lontananza aspettarla all’entrata di casa, era tanto carino e dolce, le piaceva stare con lui.

Passarono tutta la serata a divertirsi, fecero gare a chi mangiava di più, a chi beveva di più. Lei si era subito inserita, non smetteva mai di ridere, era un po’ sbronza. Un po’ tanto, forse aveva esagerato.
D’un tratto si sentì prendere di peso: era Niall.
Il ragazzo la portò in macchina sussurrandole all’orecchio che l’avrebbe riportata a casa. Credeva si fosse addormentata, ma non era così. L’alcol le faceva ribollire il sangue, agitare ogni particella del suo corpo: era euforica.
-Ehi Niall, ci mangiamo qualcosa?!- sorrise, la testa le girava e parecchio, ma lei non ci badava.
-Magari domani- sorrise lui attento alla strada.
-Sai, mi sei subito piaciuto. All’inizio… be’, ti avrei voluto prendere a calci nel sedere, ma poi…- e scoppiò a ridere, era andata.
-Mettiti la cintura- le disse sorridendo tra sé e sé.
-Che ne dici invece di cambiare canzone?- portò la mano alla radio e cambiò stazione. Partì la canzone di Miley Cyrus, Party in the USA. Alzò il volume al massimo e cominciò a cantare, Niall cercò di abbassarlo, ma senza risultato. Alla fine si lasciò trasportare dalla musica e si unì a Lottie. Più che cantare, sembrava urlassero.     

So I put my hands up, they're playin my song 
The butterflies fly away, Im noddin my head like Yeah! 
Movin my hips like Yeah! 
Got my hands up, theyre playin my song 
They know Im gonna be okay 
Yeah! Its a party in the USA! 
Yeah! Its a party in the USA! 

Niall la guardò cantare e rise, continuando con lei. Ma quella distrazione non doveva permettersela. Mentre si fissavano e cantavano, un clacson suonò davanti a loro. Niall si voltò e una luce bianca lo accecò. Sterzò bruscamente e urlò. Guardò Lottie mentre spalancava gli occhi terrorizzata. Poi un rumore, le sirene delle auto, i clacson, un tonfo brusco e il buio.

 

Quando Niall riaprì gli occhi vide ancora quella odiosa luce bianca. era in ospedale.
Gli raccontarono tutto quello che era successo dopo l’incidente. Lottie era in coma.
Niall, ormai guarito, corse barcollando nella sua camera, con i medici alle spalle. La vide attaccata a dei ferri, la flebo nel braccio, il suo viso più pallido del solito. Era in quello stato da due giorni per colpa sua. Le aveva rovinato la vita, l’aveva portata in punto di morte e ora stava combattendo per sopravvivere. Niall si maledì, si odiò.
Passò i successivi giorni senza mai lasciarla sola, poi i giorni divennero settimane, poi mesi. Non si staccava dalla sua mano, spesso piangeva, ma cercava di essere forte per lei, Lottie non avrebbe mai voluto vederlo piangere. Lui ci credeva, aveva speranza. Lei poteva farcela.

 

Due anni dopo

 

Erano passati due anni, due bui e freddi anni senza rivedere il suo sorriso.  Niall era ancora lì, lui e la sua speranza. Non l’avrebbe lasciata andare. Anche se i medici dicevano che lei non dava alcun segno positivo, lui ci credeva ancora. Le stringeva forte la mano e, come faceva sempre, la aggiornava su quello che succedeva nella sua vita. Si teneva occupato per non cedere e piangere.
Ma quel giorno tutta la sua forza fu ripagata, lei mosse la mano, Niall quasi non ci credeva. Sorrise e chiamò i medici, ma senza mai allontanarsi.
Lei aprì lentamente gli occhi, il rumore della macchina che segnava i battiti cardiaci era il solo rumore che si poteva udire. Poi lui parlò.
-Ehi c-ciao…- balbettò, lei sorrise leggermente. –Come ti senti?- chiese dolce. Era più sollevato che mai.
-Niall, n-non è stata colpa tua, o-okay?- sussurrò. Non voleva che lui stesse male per lei.
-Okay, ma tu non sforzarti troppo- le accarezzò la fronte, poi continuò con le lacrime agli occhi –Vedi, ti ho anche preso quel vestito che ti piaceva tanto- era proprio quello che lei sognava. Ma ora Niall era il suo sogno, lui lo aveva completato.  Lei lo ringraziò con un sorriso.
-Ti dico un segreto: h-ho voglia di un d-doppio cheeseburger con p-patatine- disse facendolo sorridere.
-Quando uscirai di qui avrai tutti i cheeseburger che vuoi- promise lui. Lei si voltò leggermente e vide i suoi occhi di nuovo.
-Ho un altro s-segreto- sussurrò ancora.
-Quale?- chiese il ragazzo.
-Ti amo- soffiò lei, in quei due anni lo aveva capito. Niall sorrise felice e l’avrebbe abbracciata se avesse potuto.
-Ti amo anch’io- confessò, poi le si avvicinò, lentamente e dolcemente posò le sue labbra su quelle della ragazza. Rimasero così per qualche secondo, lasciando liberare le loro emozioni.
Bip, Bip, Biiiiiiipppp!
Il suono netto dell’elettrocardiogramma fece spalancare gli occhi a Niall. Si allontanò da lei e posò la sua testa sul cuore di lei. Non si sentiva niente.
Niall prese a piangere ininterrottamente: se n’era andata via.

Nella stanza, quella notte, l’unica cosa che si udì erano i singhiozzi di Niall e il bip continuo della macchina che aveva segnato la morte della ragazza che amava.




Salve a tutte:) spero vi sia piaciuta questa mia nuova os, mi è venuta così... lo so, è un po' triste alla fine ma, non c'è sempre il 'vissero per sempre felici e contenti' Fatemi sapere cosa ne pensate, magari con una piccola recensione:) A presto e grazie a tutte:)

Baci

Alena18 xxx


  
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