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Autore: DanielaRegnard    27/03/2014    1 recensioni
{SPOILER RETRACE 92_
Sharon piangeva, stringendo con una mano quella di Reim, con l’altra la spalla di Xerxes. Questo, piangeva anche lui, cercando disperatamente un sostegno, perché aveva paura, perché non voleva morire. Reim guardava l’amico, lasciandolo riposare con la testa poggiata alla sua spalla, mentre sperava che fosse una delle solite crisi passeggere, pregando che, da un momento all’altro, l’albino si alzasse e dicesse “piaciuto lo scherzetto?”.
«Se c’è qualcosa che posso fare.. Qualsiasi cosa, per te… Dimmelo, ti prego…» [...]
«Mi dispiace.. Ti ho lasciato solo…»
«Sta tranquilla.»
Genere: Angst, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Reim Lunettes, Sharon Ransworth, Xerxes Break
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Won't cry when I'll go
 
 
«Conto su di te, Reim.»
«Xerx... Non buttare via la tua vita!»
«Certo!»
 
Con quella promessa si erano salutati, quella promessa fatta da due vecchi amici che conoscevano tutto l’uno dell’altro. Quella promessa carica di speranza per un domani felice insieme, in cui avrebbero potuto ricominciare a sorridere spensierati come tanti anni prima.
E invece, che cosa era successo? Sharon piangeva, stringendo con una mano quella di Reim, con l’altra la spalla di Xerxes. Questo, piangeva anche lui, cercando disperatamente un sostegno, perché aveva paura, perché non voleva morire. Reim guardava l’amico, lasciandolo riposare con la testa poggiata alla sua spalla, mentre sperava che fosse una delle solite crisi passeggere, pregando che, da un momento all’altro, l’albino si alzasse e dicesse “piaciuto lo scherzetto?”.
Reim, dei tre, era l’unico che non piangeva. Sentiva il suo cuore sprofondare in una voragine più profonda e oscura di un pozzo, ma la testa continuava a dirgli di resistere, che non avrebbe dovuto mollare, perché Sharon necessitava di sostegno, perché Xerxes aveva bisogno di conforto.
Sharon infatti ogni tanto rivolgeva sguardo imploranti a Reim, senza riuscire a trattenere le lacrime, e tutto ciò che il ragazzo poteva fare per lei era stringerle forte la mano quando vedeva i suoi occhi posarsi sul suo viso. Voleva comunicarle sicurezza, con quella stretta, ma desiderava anche riceverne in cambio; ma la mano di Sharon era debole, ricambiava la stretta a malapena, e gli occhi della ragazza tornavano a vagare nel vuoto.
Quando sentì le mani di Break cadere a peso morto, Reim sobbalzò. Sentì freddo nel petto, e una pesante sensazione di disperata mancanza opprimergli il cuore. Strinse ancora convulsamente la mano di Sharon, appoggiando la testa sulla spalla dell’amico, cercando di percepire anche un lieve respiro provenire dalle sue labbra chiare.
Che fine aveva fatto la promessa che si erano fatti prima di separarsi? Loro avrebbero dovuto ancora una volta.. Loro.. Dovevano… Niente. Il nulla e il tutto correvano nella mente di Reim, che non voleva pensare a niente. Non voleva fare niente. Non voleva pensare a niente. Non voleva provare niente. Desiderava solo che quell’orribile sensazione cessasse. Voleva scappare, voleva urlare, voleva piangere, voleva dare pugni contro il muro, voleva pregare Break di tornare indietro. Non lo sapeva più neanche lui.
Guardò Sharon con la coda dell’occhio, non si voltò; che figura avrebbe fatto se lei l’avesse visto in quello stato? La ragazza piangeva sommessamente, con la testa bassa; aveva abbandonato la presa sulla mano di Reim.

Per qualche minuto – o forse qualche ora, chissà– nessuno dei due disse niente, ne si mosse. Ad un certo punto, Sharon distese Break poco di fronte a loro e guardò Reim, che in fretta si era portato la manica all’altezza degli occhi pieni di lacrime, per coprirli. La ragazza, comunque, lo vide quanto bastava per capire la situazione e si lanciò contro il suo petto, stringendosi a lui.
Era stata una stupida; l’aveva ignorato, aveva lasciato la stretta della sua mano, aveva pianto da sola, dimenticandosi del fatto che anche Reim stesse soffrendo, dimenticando che anche Reim amava Xerxes quanto lo amava lei. Aveva creduto di essere sola senza Break, ma l’altro uomo della sua vita era proprio al suo fianco, che soffriva esattamente quanto soffriva lei.
«Reim…» chiamò il suo nome «Reim, mi dispiace…»
Reim non le rispose, non la stava guardando. Non stava guardando niente; era solo perso nei suoi pensieri, tra i ricordi.  
«Ti ho lasciato solo…»
«Sta tranquilla.» stavolta Reim le rispose facendo un mezzo sorriso vuoto. Non stava piangendo, ma gli tremava la voce. Reim non l’aveva mai guardata con quegli occhi.
Di solito, gli occhi di Reim erano colmi di dolcezza, erano sorridenti, rassicuranti, e ogni volta che aveva paura o che qualcosa la preoccupava, sapeva che Reim le avrebbe sorriso, l’avrebbe stretta a se e tutto sarebbe andato bene. Ma adesso era diverso.
«Reim, per favore, non fare così..» Lei lo guardava negli occhi, mentre lui cercava di sfuggire al suo sguardo.
«Scusami..» Il ragazzo rispose a testa bassa.
«Se c’è qualcosa che posso fare.. Qualsiasi cosa, per te… Dimmelo, ti prego…» Stavolta toccò a Sharon prendere la mano di Reim e stringerla, mentre l’altra era strategicamente posizionata all’altezza del cuore di lui, come per assicurarsi costantemente che battesse ancora.
«No, Sharon, davvero, scusami… Non c’è niente.. Niente che tu possa fare.» esordì semplicemente Reim. Si sarebbe fatto perdonare dopo, in qualche modo. Avrebbe fatto qualunque cosa per lei, sempre, ma non in quel momento. Non con quella stretta al cuore. Non con gli occhi di Xerxes ancora pieni di lacrime che sembravano guardarlo. Reim aveva sempre pensato che, in qualunque momento, in ogni circostanza, avrebbe fatto di tutto per renderla felice. Ma Reim non aveva ancora fatto i conti con la morte.
«Ti prego, Reim.. Almeno tu, non fare così.. Non andartene anche tu… Non voglio restare sola…» Sharon scoppiò nuovamente a piangere, cercando di far il più silenzio possibile per non turbare ancora Reim, che invece aveva sgranato gli occhi.
Era di entrambi, la colpa. Entrambi, forse, avevano valutato solamente il loro dolore. Lui aveva pensato a lei fino a quando gli era stato possibile, ma aveva ceduto assieme al corpo di Xerxes. Lei, sin dall’inizio, aveva pensato solamente a se stessa e al fatto che stava per perdere per sempre il suo fratellone.

Ma, in quel momento, Reim e Sharon si guardarono negli occhi. Non si sa chi dei due si mosse per primo, forse Reim, ma sta di fatto che, un secondo dopo, erano l’uno tra le braccia dell’altra, che piangevano come due bambini. E piansero, e piansero, fino a quando non ebbero più lacrime da versare. Fino a quando si resero conto che c’era una guerra da combattere, e che Xerxes odiava vederli piangere.
Non ci sapeva fare, Xerxes Break, con i ragazzini che piangevano; quindi l’uomo e la donna si alzarono, mano nella mano, guardando avanti.
«Reim?»
«Sharon.»
«Vedi questa mano?» Sharon alzò la mano con cui teneva quella di Reim.
«Non lasciarla mai.»
«Promesso.»
Adesso, erano rimasti in due, proprio come quando erano piccoli. Sarebbero andati avanti, facendosi forza a vicenda, confortandosi, abbracciandosi, amandosi.
Perché era il momento di crescere. Perché Xerxes Break aveva amato i loro sorrisi. Perché Xerxes Break detestava i ragazzini che piangevano.
 
 

 
 
 

Angolo dell'autrice_
Chiedo perdono. E' roba triste, decisamente triste, credo.
Dovevo scrivere di Reim, perchè mi sembra (no, non mi sembra, credo proprio che sia così) che lo stiano calcolando davvero in quattro gatti... Dai, anche lui voleva bene a Xerxes quanto gliene voleva Sharon.. Eppure, perchè tutti parlano del dolore di Sharon, tralasciando completamente quello di Reim? Forse ho messo un po di mio nei pensieri di Reim, soprattutto all'inizio, ma spero di essermi mantenuta all'interno del personaggio. 
Ringrazio il mio simpatico collega (?) FalseLight ( 
http://www.efpfanfic.net/viewuser.php?uid=501861 ) perchè si è letto la fanfiction per primo e perchè gli è piaciuta-

Prima o poi smetterò di scrivere storie depresse. Giuro.


 
  
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