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Autore: no_light_    27/03/2014    3 recensioni
Tratto dal testo:
'Non so come spiegartelo, forse potrei paragonarti alla mia canzone preferita, ad un quadro bellissimo, al Sole, ma so che non sarebbe abbastanza. Giugno è l’inizio dell’estate, tu sei l’inizio della mia felicità che è alimentata ogni giorno dai tuoi sorrisi, dai tuoi baci e dalla tua innocenza. Amo il tuo essere ingenua ma forte, quindi ti paragonerei a Giugno, al timido ed innocente Sole che comincia a rischiarare le giornate, proprio come tu hai fatto con i miei sentimenti, facendomeli scoprire piano piano'
[Louis!punk]
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Louis Tomlinson, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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A Valeria e ad il suo incredibile (e inspiegabile) amore per Louis.
Ti voglio bene, anche se forse mi picchierai lol 

P.s. Scusa anche se non ti aspettavi una cacchina del genere ma una cosa più dignitosa ç_ç


As innocent as June

Il vederla è un quadro
Sentirla una canzone
Conoscerla un eccesso
Innocente come giugno
Non conoscerla una pena
Averla per amica
Un calore tanto vicino come se il sole
Ti splendesse in mano.
As innocent as June - Emily Dickinson
 


L’asfalto e i sanpietrini erano ancora bagnati per la pioggia del giorno prima, ma Louis non se ne curò più di tanto e continuò a giocare a calcio.
Perché per colpa di quella pioggia estiva doveva rimanere in casa, a morire di caldo con il tiepido sole di Giugno, quando invece poteva usare il suo pallone di cuoio preferito nella piazzetta poco lontana?
Si fermò per asciugare le goccioline di sudore che scendevano lente sulla sua fronte, e ne approfittò anche per controllare l’orario sul grande orologio del campanile della chiesa.
Erano quasi le cinque del pomeriggio e doveva tornare a casa per cambiarsi visto che in mezz’ora doveva raggiungere Middle Street, a dieci minuti da Bank Street, la strada in cui viveva.
Da quando sua sorella Felicité, meglio conosciuta come Fizzie, aveva cominciato nel mese di Maggio un corso di fotografia, lui  era solito accompagnarla alle tre e mezza del pomeriggio e andare a prenderla alle cinque e mezza. In quelle due ore o giocava a calcio, oppure aiutava sua madre.
Salutò i vecchietti della piazza che cominciarono ad arrivare per parlare tra di loro dei bei tempi andati su quelle comode panchine di legno scuro, e cominciò a dirigersi verso l’abitazione.
Casa di Louis spiccava tra tutte quelle della via perché, a differenza delle altre, era bianca e il tetto colorato di blu era triangolare. Proprio accanto al muro bianco poggiò il pallone, per poi aprire la porta, rigorosamente blu anch’essa, e catapultarsi in bagno per lavarsi velocemente.
Indossò una maglietta a maniche corte e i suoi soliti skinny jeans, con le vans nere, le uniche scarpe che sopportava in estate.
I suoi capelli erano ancora umidi, perciò decise di indossare un beanie grigio, regalo di compleanno di sua sorella Lottie, nonostante fosse in estate.
Louis era pieno di stranezze: indossava cappelli di lana in estate; era pieno di tatuaggi sulle braccia che agli occhi degli altri potevano sembrare dei semplici disegnini, mentre per lui ognuno di loro aveva un significato; aveva ben due piercing, uno sul sopracciglio sinistro e un anellino accanto all’angolo destro delle labbra, nonostante sua madre fosse sempre stata contraria; adorava spettinare i suoi capelli e portare sempre un po’ di barbetta.
Tutti in città gli volevano bene, infatti lo apprezzavano per la sua parlantina stridula, per la sua risata squillante e per i discorsi divertenti che faceva con chiunque. Il solito cliché secondo cui era ignorato da tutti soltanto perché era punk e vestiva in maniera strana non trovava riscontro nella realtà, difatti era pieno di amici e di persone che lo stimavano.
Prima di uscire di casa mangiò un biscotto che sua madre Johannah aveva appena sfornato, poi le lasciò un bacio sulla guancia e si recò al palazzo marrone chiaro numero quindici di Middle Street.
Erano le cinque e venti quando si sedette sulla ringhiera delle scale che portavano all’ingresso dell’edificio da dove dopo dieci minuti esatti uscì sua sorella che rideva e scherzava con la solita ragazza con cui parlava sempre.
Di lei conosceva solo il nome, infatti la salutò con il consueto ‘‘ciao Laurie’’.
Fizzie gli raccontava che lei la aiutava spesso e molte volte le prestava sue fotografie per cercare di trarne ispirazione. La adorava e, nonostante avesse diciannove anni, le faceva piacere passare del tempo con lei che ne aveva solo quindici, e questo rallegrava Louis perché molte delle ragazze di quella città tendevano ad escludere sua sorella e lui non lo accettava.
‹‹Ciao Louis. A domani Fizzie›› e dopo quei saluti Laurie sparì dietro l’angolo, montando sulla sua solita Vespa rossa.
Lo sguardo di Louis si distolse dal punto in cui la ragazza era sparita solo quando sua sorella gli intimò di cominciare a camminare perché voleva tornare a casa e mangiare di tutto.

‹‹Sei un pozzo senza fondo››
‹‹Parla colui che fa doppia cena››
Il battibecco tra i due fratelli durò finché, non entrando in casa, l’odore dei biscotti non colpì le narici dilatate della ragazza che non perse neppure un secondo e li divorò, lasciando solo le briciole al resto della famiglia.
‹‹Quando la smetterete di litigare voi due? Siete peggio delle gemelline›› li rimproverò con un tono non molto convincente Johannah.
Louis ridacchiò e abbracciò la donna che lasciò un bacio sulla guancia del figlio, per poi tornare ai fornelli e preparare la cena.
Le gemelline cominciarono a lamentarsi del brontolio del loro stomaco, per cui Fizzie e Louis cercarono di distogliere la loro attenzione per non permettere ai capricci infantili di prendere il sopravvento. Erano insopportabili quando piangevano per motivi stupidi, perciò i due fratelli si coalizzarono e inserirono il dvd di Biancaneve.
Come ogni volta quella principessa ebbe il potere di farle calmare e di far incollare i loro occhi alla televisione, permettendole di dimenticarsi del cibo. Probabilmente se ci fosse stata Lottie con loro si sarebbe lamentata perché era la principessa che più odiava, ma era all’estero per uno scambio culturale che sarebbe durato per ben sei mesi.
Louis si sistemò meglio sul divano, osservando con attenzione tutte le scene che scorrevano davanti ai suoi occhi. Non era il suo film Disney preferito, ma adorava il personaggio di Cucciolo e lo divertiva parecchio con il suo imbarazzo bambinesco e il suo viso dolce. Improvvisamente gli piombò in mente il viso di Laurie; ovviamente ciò che non aveva in comune con Cucciolo era la calvizie, ma secondo lui di carattere si somigliavano molto infatti gli sembrava timida e riservata con chi non conosceva, ma un vero spasso e una simpaticona con le persone a cui teneva.
La voce di sua madre richiamò i quattro ragazzi che dovettero spegnere e recarsi in cucina.
‹‹Lou dopo cena finisci di vederlo insieme a me?››
Il ragazzo annuì con un sorriso e, sedendosi a capotavola come al solito, cominciò a ridere attirando l’attenzione di tutta la sua famiglia che non avrebbe potuto capire il motivo della sua ilarità, ovvero il paragone che aveva fatto tra Cucciolo e Laurie.
Ammetteva che fosse un paragone inusuale e anche non particolarmente sensato, ma si divertì lo stesso perché lui a volte era talmente stupido che rideva anche per delle idiozie.
 
***

‹‹Dai Lou oggi rimani! Sono due settimane che te lo chiedo. Almeno vedi cosa facciamo e non mi domandi ogni dettaglio come al solito››
Louis entrò con sua sorella nell’enorme stanza piena di obiettivi, macchine fotografiche e paesaggi che sembravano quadri e non immagini immortalate.
Rimase sorpreso da tutta quell’attrezzatura professionale, ma soprattutto dalla fortissima luminosità che colpiva ogni angolo, irritando i suoi occhi chiari che stropicciò forte.
Fizzie era felicissima di avere suo fratello lì, e sempre euforica lo invitò a sedersi accanto al suo piccolo banco.
‹‹Spero di non essere cacciato a pedate dal
 tuo professore ››
Sentì una risata acuta e contagiosa, così si girò verso il banco accanto scoprendo che era il posto di Laurie.
Le sorrise proprio nel momento in cui gli occhi scuri della ragazza si posarono sulle sue labbra sottili. Prima di puntare lo sguardo nel suo, notò che era arrossita.
‹‹Puoi rimanere qui per tutta la durata della lezione. Il professore è mio zio, quindi non farà problemi››
Louis si spostò entusiasta verso lo spazio che separava i due banchi e si posizionò lì, pronto a vedere i lavori di sua sorella e di Laurie.
‹‹Sono contento. Era da tanto che volevo vedere cosa fate e perché Fizzie torna sempre allegra a casa››
L’arrivo del signor Wickman zittì tutti. Non appena l’uomo si accorse di Louis gli sorrise, dandogli il benvenuto ‹‹Ciao ragazzo. Sei il fratello di Fizzie, giusto? Oggi vedrai i lavori dei miei studenti e spero che ti piaceranno. Sei appassionato di fotografia anche tu?››
‹‹Mi piace guardare le fotografie, ma non farle. La mia passione è il calcio, ma anche i tatuaggi e penso che si noti››
Tutta la classe scoppiò a ridere, ma quando tutto ritornò ad essere silenzioso come prima un ragazzo esclamò ‘forza Manchester’ e Louis si alzò, agitando le braccia al cielo, cominciando a girarsi intorno.
‹‹Chi è il genio che lo ha detto?››
Non appena un ragazzo allegro si alzò dicendo di essere stato lui, gli si avvicinò e gli strinse la mano.
‹‹Sempre forza Manchester, possiamo essere amici››
Tutti scoppiarono a ridere nuovamente, professore compreso che poco dopo, però, ristabilì l’ordine e cominciò la sua lezione.

Louis guardò concentrato la lavagna dove il professore stava scrivendo alcune informazioni per i suoi alunni, quando un sussurro divertito gli arrivò all’orecchio destro. ‹‹Sei un pazzo, dovresti venire qui più spesso››
La voce bassa era di Laurie, così le sorrise mentre osservava le foto sparse sul banco rimanendo incantato da una in particolare che ritraeva la piazza del paese, proprio quella accanto a casa sua.
‹‹E tu sei davvero brava. Se non potessi venire sempre qui però potremmo vederci anche da qualche parte, ti andrebbe?››
Laurie annuì contenta, per poi tornare ad ascoltare ciò che doveva fare, mentre Louis le riservava occhiate curiose molto spesso.
‹‹Allora ti è piaciuta la nostra lezione?›› fu la prima cosa che Fizzie gli chiese non appena furono fuori dall’edificio.
‹‹Molto, pensi che potrò ritornare?››
‹‹Laurie ti ha detto che problemi non ce ne saranno mai, quindi credo proprio di sì. Ma sei sicuro che ti siano piaciute solo le fotografie del nostro corso?››
Il Sole era ancora alto nel cielo, e forse questa era la cosa che Louis amava di più dell’estate; non sopportava il buio, la notte, preferiva la luce forte che illuminava tutto, che con i suoi riflessi creava dei giochi con le ombre che le persone come Laurie e Fizzie erano capaci di immortalare con una macchina fotografica.
‹‹Mi piace molto anche la tua classe. Sono tutti molto simpatici e mi piacerebbe passare altro tempo con voi. Giocare a calcio mentre sento i discorsi dei vecchi dopo un po’ mi scoccia››
Sua sorella non aggiunse altro, ma era evidente il fatto che stesse pensando a qualcosa che non voleva ancora dire. Lo avrebbe scoperto, anche se qualche sospetto cominciava ad averlo.
Louis era molto diretto, quasi un libro aperto per chi lo conosceva bene, per cui non si sarebbe stupito se sua sorella si fosse accorta dell’interesse che nutriva nei confronti di Laurie. Lei era la ragazza ideale per lui: semplice, tranquilla, ma anche divertente e acida al punto giusto.
Quando le aveva chiesto se volesse uscire con lui anche in altre occasioni lo aveva fatto principalmente per capire se finalmente avesse trovato qualcuna che lo prendesse non solo fisicamente, ma anche mentalmente; era da un po’ di tempo che voleva condividere le sue passioni, il suo essere con qualcuno, e nonostante conoscesse Laurie da quasi un mese ormai, solo qualche giorno prima aveva cominciato a guardarla sotto una luce diversa.
Fisicamente lo attraeva, era bellissima anche senza trucco, e la sua bellezza naturale era la prima cosa che lo aveva colpito; il pomeriggio appena trascorso poi lo aveva aiutato a capire che lei gli sarebbe potuta piacere anche caratterialmente.


Erano le dieci di sera e Louis era ancora in giro per Fort William con il suo fidato amico Niall. Vagabondavano senza una meta precisa; di rimanere in casa con quel caldo era fuori discussione, così come anche chiudersi in qualche locale.
Si fermarono quando si resero conto di essere arrivati alla piazza del lago, non particolarmente affollata. Grazie al lago artificiale che si trovava in una zona abbastanza aperta della città trovarono un venticello piacevole che placò almeno un po’ il calore eccessivo.
‹‹E così finalmente comincerai a frequentare una ragazza, eh? Era ora amico, non ne potevo più di sentire le tue lamentele››
Louis ridacchiando si sistemò il solito cappellino di lana, per poi precisare un paio di cose che evidentemente erano sfuggite a Niall durante la  telefonata  che avevano fatto poco prima di vedersi ‹‹Non ho detto questo, ti ho semplicemente detto che c’è questa compagna di corso di mia sorella che mi incuriosisce e mi piacerebbe conoscerla meglio. Se poi son rose fioriranno, ma non parto col presupposto di volermi impegnare. Voglio vedere quello che sarà, senza fretta››
‹‹Va bene, basta che mi fai sapere come si sviluppa il tutto. Io invece sono libero come l’aria e rilassatissimo. Sono indeciso se iscrivermi all’università a Settembre oppure andare ad aiutare mio fratello in azienda. Secondo te cosa dovrei fare?››
Niall viveva a Fort William con i suoi genitori, mentre suo fratello era ormai residente a Londra con sua moglie da circa due anni. Louis gli aveva sempre detto che secondo lui sarebbe stata un’ottima opportunità per lui raggiungere Greg, così anche quella volta gli espresse la sua opinione dicendogli che avrebbe fatto meglio ad andare a Londra.
‹‹Magari ti assumono a tempo indeterminato e guadagnerai dei soldi che potrai usare per le spese giornaliere e anche per toglierti qualche sfizio. Se avessi la possibilità di farlo probabilmente ti seguirei››
La situazione di Louis era un po’ particolare; sua mamma era single, la sua relazione con Mark, il suo patrigno, era finita e lei si era ritrovata con cinque figli da accudire da sola. I suoi nonni erano perennemente in ospedale per problemi di salute, così toccava a lui e a Fizzie aiutare la loro mamma visto che anche Lottie non era in Inghilterra.
Per cui lui non poteva proprio muoversi da Fort William, ma non gli pesava. Gli piaceva la sua città, come anche aiutare sua madre e occuparsi delle sue sorelle.
‹‹Hai ragione, a fine estate prenderò la mia decisione. Per il momento penso solo a divertirmi e a non farmi prendere dall’ansia- il biondo si bloccò un attimo per poi guardarlo -Anche se andrò a vivere a Londra tra me e te non cambierà niente, vero?››
Louis lo abbracciò ‹‹E’ ovvio, certe cose non dovresti nemmeno chiedermele. Sei sempre stato presente nella mia vita, con te ho fatto le cose più stupide, quindi è naturale che il nostro legame non si spezzerà mai. Lo sai che sei come il fratello che ho sempre voluto››
E dopo quella promessa continuarono a camminare, ridendo e facendo gli stupidi, cercando di non pensare quanto il futuro li spaventasse.
 
***

Era ormai giunta la metà di Giugno e per Louis era diventata la normalità assistere alle lezioni di fotografia di sua sorella.
Il suo posto era sempre lo stesso, tra Fizzie e Laurie, e proprio a lei avrebbe chiesto di passare il resto del pomeriggio insieme.
Non sapeva come chiederglielo, o meglio non se la sentiva di dichiarargli lì il suo interesse perché aveva paura che fosse troppo affrettato, perciò per tutta la durata della lezione pensò ad un possibile discorso da farle.
Quando tutto gli sembrò perduto, la frase di Wickman lo salvò.
‹‹Per la prossima volta potreste immortalare Inverlochy Castle, soprattutto al tramonto perché gli effetti della luce sono magnifici››
Così Louis si avvicinò all’orecchio di Laurie e le sussurrò le prime parole che gli vennero in mente ‹‹Ci andiamo adesso al castello? Sono curioso di vederti mentre usi la macchina fotografica››
La ragazza era evidentemente sorpresa, ma non perse tempo ad accettare e a proporgli di andare in moto con lei, in modo da dimostrargli anche la sua ‘guida perfetta’.
L’unico problema di Louis era Fizzie, infatti avrebbe perso sicuramente tempo riaccompagnandola a casa e non voleva essere il colpevole della perdita del momento perfetto per la fotografia di Laurie.
Evidentemente però sua sorella aveva ascoltato tutta la loro conversazione, per cui si rivolse al fratello con un sorriso birichino e lo rassicurò dicendogli di non preoccuparsi perché sarebbe tornata a casa da sola e avrebbe avvisato lei loro madre.
Louis le fu molto riconoscente e, dopo averla abbracciata e ringraziata, si ritrovò seduto sul sellino nero di pelle dietro Laurie alla guida della sua Vespa rossa.
‹‹Mi raccomando, tieniti forte. Se necessario aggrappati alla mia schiena››
Seguì i consigli e, non appena partì, circondò con le sue braccia tatuate la vita della ragazza il cui sospiro venne attutito dal casco e passò inosservato al suo passeggero.

Un quarto d’ora dopo erano già sull’erba che circondava l’imponente castello; il Sole cominciava a scomparire, e i raggi colpivano dei punti delle pareti rocciose creando un effetto molto suggestivo.
Laurie afferrò la valigetta contente il materiale della sua macchina fotografica e cominciò a sistemarla, sotto lo sguardo curioso e attento di Louis che prese a giocare con il piercing al labbro.
L’espressione concentrata delle ragazza lo fece sorridere, gli ricordava lui quando doveva battere un calcio di rigore; in quel momento constatò che entrambi avevano una passione fortissima per qualcosa e, anche se erano attività completamente diverse, forse l’avrebbe capito se le avesse parlato del calcio e di cosa rappresentava per lui.
Louis quando si trovava bene con una persona era un gran chiacchierone, e avrebbe tanto voluto parlare anche in quel momento, ma aveva paura di rovinare l’ispirazione di Laurie che però, contro ogni sua aspettativa, lo guardò negli occhi e con un sorrisetto ironico ruppe quel silenzio insopportabile.
‹‹Vedi che puoi parlarmi, riesco a fare due cose contemporaneamente. Come mai questa voglia di passare mezza giornata con me?››
‹‹Perché ti avevo detto che mi sarebbe piaciuto vederti anche al di fuori del corso. Penso che questo posto sia fantastico e sinceramente non vedo l’ora di vedere le tue fotografie. Per colpa tua e di mia sorella mi sto fissando anche io!››
Scoppiarono a ridere, e quando Laurie sentì la risata di Louis si sentì abbastanza ispirata per immortalare quel momento: il castello faceva da sfondo al viso contratto per la risata del ragazzo in primo piano.
Ne scattò tre così, e solo all’ultima lui parve accorgersi di essere uno dei due soggetti. La fissò interrogativo ‹‹Perché mi hai fotografato? Ho anche le occhiaie!››
‹‹Le foto più belle sono quelle spontanee, e comunque le occhiaie le hai sempre ma non ti stanno male. Penso che sia una bella caratteristica del tuo sguardo››
La ringraziò leggermente imbarazzato, per poi continuare a guardarla in silenzio mentre lei si spostava da una parte all’altra per cercare l’angolazione perfetta.
Scattò una ventina di fotografie e, quando la luce cominciò a diventare sempre più debole e fioca, si sedette a gambe incrociate accanto al corpo steso di Louis.
Lo osservò bene e notò che tutti quei tatuaggi che normalmente non le sarebbero piaciuti, a lui stavano bene, come anche i due piercing sul suo viso. Louis non era il suo tipo ideale, ma c’era qualcosa in lui che la attraeva, che la spingeva a volerlo conoscere e a passarci del tempo insieme.
Quando il ragazzo aprì gli occhi cercò di distogliere lo sguardo, ma il rossore delle sue gote non passò inosservato; ridacchiò e anche lui si sistemò a gambe incrociate, sostenendosi con le mani impuntate sull’erba ormai fresca.
‹‹Io amo il calcio, tanto quanto tu ami la fotografia. Quando gioco non penso a nulla, sono solo felice e cerco di dare il massimo. Ogni tanto faccio delle partitelle con la mia squadra, ti piacerebbe venire a vedermi uno di questi giorni?››
Laurie annuì contenta; le piaceva guardare le partite di calcio, ancor di più se uno dei giocatori era Louis.
‹‹E siccome io adoro la fotografia e mi piace molto scattarti delle foto perché sei un soggetto perfetto per il mio obiettivo, posso fotografarti mentre giochi a calcio?››
‹‹Puoi fotografarmi ogni volta che ti pare, anche adesso›› fece un’espressione buffa che causò la sua risata acuta.
‹‹La prossima volta lo farò, ma adesso sta diventando buio e direi che è ora di tornare a casa››


Il viaggio di ritorno fu decisamente più rumoroso di quello dell’andata; ormai Laurie e Louis avevano una certa confidenza che permetteva loro di ridere e scherzare come se si conoscessero da sempre.
Addirittura Laurie gli aveva confessato che di solito i tatuaggi non le piacevano, ma che su di lui erano bellissimi, perciò Louis le promise che avrebbe avuto modo di spiegarle alcuni dei significati che essi racchiudevano.
‹‹E’ stato un piacere stare con te, oltre che un onore scegliere la fotografia che porterai a tuo zio››
‹‹Non esagerare, comunque mi sono divertita. Tranne quando mi hai fatto volare gli occhiali e mi hai dato della talpa perché non riuscivo a trovarli più››
Louis si sforzò di non ridere e si scusò per l’ennesima volta.
Stavano ancora parlando quando Johannah li interruppe per avvisare il figlio che era quasi pronta la cena ‹‹Tesoro vuoi rimanere anche tu? Mi ha detto Fizzie che sei una delle più brave del corso e sono curiosa di vedere le tue foto adesso››
Laurie la ringraziò, ma dovette rifiutare l’invito, promettendole che un giorno sarebbe passata a casa loro e le avrebbe portato i suoi album.
‹‹Adesso vado davvero. Ci vediamo Louis, salve signora››
Prima di rientrare in casa madre e figlio osservarono la ragazza sulla Vespa finché non sparì dietro l’angolo, o meglio la madre osservò il sorrisetto curioso e soddisfatto che suo figlio aveva mentre guardava quella ragazza.
 
***

Luglio era arrivato, così come la fine del corso di fotografia.
Fizzie era triste perché avrebbe voluto continuare a sviluppare quell’arte che tanto le piaceva, quindi Johannah le promise che avrebbe provato a chiedere in giro se fosse possibile seguire altri corsi come quello che aveva appena terminato.
Louis invece era felice perché da tre settimane usciva quasi ogni giorno con Laurie; non avevano ancora parlato di sentimenti o di che tipo di relazione fosse la loro, ma degli sfioramenti c’erano stati e lui era sempre più convinto che lei fosse quella giusta.
Johannah era indaffarata a preparare il pranzo perché finalmente avrebbe avuto la possibilità di conoscere meglio Laurie e di capire quanto ci tenesse a suo figlio. Sapeva perfettamente che molta gente avrebbe potuto farsi un’idea sbagliata del suo Louis solo perché aveva un aspetto un po’ diverso rispetto a tutti gli altri, quindi quando aveva visto lo sguardo che quella ragazza riservava al suo bambino si era emozionata perché era da tanto tempo che lui non era felice con qualcuno.
Il campanello suonò a mezzogiorno e Louis si precipitò ad aprire la porta.
Quando si ritrovò il sorriso timido di Laurie davanti agli occhi non poté fare altro se non ricambiare e abbracciarla.
Erano quasi uguali di statura, quindi non gli fu difficile sussurrarle direttamente all’orecchio quanto fosse felice di averla lì e che non vedeva l’ora di parlare con lei.
Le gemelline sbucarono all’improvviso, facendo sobbalzare i due ragazzi che si staccarono subito. Louis le presentò a Laurie che strinse loro le mani, per poi entrare in cucina.
Non appena Johannah la vide quasi le corse incontro e l’abbracciò, cominciando a dirle tremila parole una dietro l’altra senza darle nemmeno il tempo di rispondere.
‹‹Mamma respira, ma soprattutto dalle la possibilità di risponderti›› intervenne Louis.
‹‹Hai ragione, scusami cara è solo che sono così felice. Adesso uscite di qui, devo finire di preparare il pranzo e voglio che il menù sia una sorpresa››
Fizzie si occupò delle gemelline, portandole a giocare in giardino, invece Louis fece fare un giro della casa alla ragazza che osservava tutto molto curiosa; i quadri e le fotografie erano tantissimi, e lei si fermava ad osservare i particolari di ogni cosa.
Mentre osservava i dettagli dei quadri, Louis si soffermava per osservare i particolari del suo viso; era così dolce con quel nasino, con quegli occhi curiosi ed espressivi, con il labbro inferiore un po’ in fuori per la concentrazione.
Senza preavviso le prese la mano e la condusse in camera sua.
Voleva mostrarle tutto ciò che gli piaceva, tutto ciò che lo rendeva felice, e voleva anche che conoscesse ogni suo piccolo particolare perché oltre Niall mai nessuno si era interessato a lui come invece faceva lei. Si fidava ciecamente e sapeva che non lo avrebbe mai tradito, che sarebbe sempre stata capace di consolarlo, di farlo stare e bene e di comprenderlo.
La prima cosa che fece fu mostrarle la foto sul suo comodino; ritraeva la sua famiglia al completo, Mark incluso, e le raccontò la difficile e complicata situazione che avevano avuto con lui.
Laurie lo ascoltò semplicemente, accarezzandogli il dorso della mano per fargli capire che non se ne sarebbe andata mai, che poteva tranquillamente contare su di lei.
‹‹Mi dispiace, ma penso che siate comunque una famiglia forte. Tua madre è una forza della natura, poi ci siete voi fratelli più grandi che accudite senza problemi le vostre sorelle e questo non lo fanno tutti. Siete da ammirare, sul serio- gli sorrise e poi riprese -Io non ho una storia particolare, vivo con i miei genitori e i miei fratelli sono fuori per lavoro. Un giorno ti farò vedere i miei disegni. Oltre la fotografia amo fare ritratti, ma anche caricature, un po’ di tutto insomma. Scrivo anche delle frasi con un carattere particolare, soprattutto quelle delle poesie o dei romanzi che mi colpiscono di più››
Fino all’una, ora in cui Johannah li chiamò per andare a tavola, parlarono moltissimo dei loro hobby, della scuola, e si organizzarono per un’uscita con gli amici.

Il pranzo fu squisito oltre che allegro, infatti le donne di casa Tomlinson avevano fatto di tutto per far sentire Laurie a proprio agio e ci erano riuscite, infatti le risate e i sorrisi erano stati molti.
La ragazza salutò tutte, poi Louis la accompagnò alla porta.
‹‹Spero che tu sia stata bene con noi. Mia madre vorrà sicuramente rivederti››
‹‹Non stavo così bene con qualcuno da tanto, e mi farebbe piacere ritornare qui. Se vuoi mi organizzo con i miei genitori per stabilire un giorno in cui farti venire a casa mia››
Louis fu ben felice di accettare, e avvisò Laurie che sabato avrebbero passato la serata in una pizzeria con Niall e altri amici.
‹‹Adesso devo andare. Mia madre ha il rientro a scuola e io la aiuto con i bambini. A volte sono davvero ingestibili››
‹‹Non dirlo a me. Quando le gemelline fanno i capricci diventano davvero impossibili- alzò lo sguardo al cielo, per poi puntare i suoi occhi in quelli della ragazza che lo fissava quasi in imbarazzo- Allora ci sentiamo, eh?››
Si avvicinò e avrebbe davvero tanto voluto poggiare le labbra sulle sue, ma si limitò a lasciarle un bacio sul naso che la fece sorridere, e poi uno in fronte.
Prima di salire sulla Vespa rossa Laurie si girò ancora verso di lui e lo salutò con un grande sorriso.
Quando vide che girò l’angolo si chiuse la porta alle spalle e sorrise raggiante, ascoltando sua madre in cucina che tesseva le lodi della ragazza.
Finalmente dopo tanto tempo Louis non era più apatico, e sentì il cuore esplodergli per la felicità.

‹‹Quella ragazza è uno spasso. Come fa a sopportarti? La prossima volta che la incontrerò glielo chiederò›› fu la prima cosa che Niall gli disse domenica, il giorno dopo l’uscita di gruppo.
Laurie si era trovata benissimo con Niall, Josh, Harry e Zayn, e i suoi amici l’avevano accolta nella loro comitiva come se la conoscessero da sempre.
Avevano parlato tanto, si erano conosciuti e loro approvavano indubbiamente. Il primo ad essersi congratulato era stato Josh che, approfittando del fatto che erano in bagno insieme, gli aveva subito detto che Laurie era la ragazza giusta per lui: semplice, divertente e intelligente.
Quando erano tornati a casa Laurie aveva confidato a Louis che lei non aveva molti amici, le sue due migliori amiche erano all’estero per studiare, e prima di conoscere lui e la sua comitiva era quasi sempre sola.
Per questo motivo aveva deciso che ci avrebbe pensato lui, che non si sarebbe più sentita così; proprio mentre parlava al telefono con Niall stava andando da lei per farle una sorpresa.
‹‹Mi sopporta perché in realtà sono dolce, simpatico e divertente. Comunque, a parte gli scherzi, sono contento che Laurie vi piaccia. Ho intenzioni serie con lei, e proprio adesso sto andando a casa sua per farle una sorpresa››
‹‹Oh, Louis innamorato è una novità! Allora buon divertimento›› disse maliziosamente Niall, trattenendosi per non scoppiare a ridere.
‹‹Non sono ancora innamorato, ma provo dei sentimenti forti per lei. Sto chiudendo, ci sentiamo stasera››
Arrivò davanti casa di Laurie e bussò timidamente. Aveva un po’ paura perché se ad aprire fosse stato uno dei due genitori non sapeva quale reazione avrebbero potuto avere.
Louis era realista, quindi era consapevole del fatto che trovarsi un ragazzo con la matita nera agli occhi, pieno di tatuaggi e con due piercing in bella vista sul viso sarebbe stato un colpo per loro.
Però davanti a lui si materializzò la figura di Laurie che si illuminò non appena lo vide. Non si preoccupò del fatto di essere in pigiama, infatti lo abbracciò forte e gli lasciò tanti baci sulla guancia.
Rimase contento di quella reazione, le avrebbe fatto delle sorprese più spesso; le posò le mani sui fianchi e le baciò come sempre il nasino, che adorava troppo, e la fronte.
‹‹Vieni, entra. Oggi i miei genitori non saranno in casa, quindi puoi girare indisturbato finché io mi preparo per uscire. Può farti compagnia il mio gatto››
Louis si sedette sul divano in soggiorno e proprio in quel momento un gatto nero saltò, sdraiandosi accanto a lui. Non amava particolarmente i gatti, ma quello era carino, perciò gli diede qualche carezza per poi alzarsi e osservare la stanza.
C’erano quadri, disegni, poster di alcune capitali europee e in bella vista c’era un pianoforte di legno chiaro. Gli sarebbe piaciuto imparare a suonarlo, era uno dei suoi sogni sin da piccolo.
Osservò con particolare attenzione le fotografie di Laurie, e proprio lei lo abbracciò da dietro ormai vestita e pronta per uscire con lui.
Si girò fra le sue braccia e le sorrise, con la voglia di baciarla sempre più forte.
‹‹Dove andiamo?››
‹‹Volevo portarti ai campetti di calcio dove passo la maggior parte del mio tempo. Lì accanto c’è un parchetto abbandonato ed è un luogo perfetto per fare fotografie, quindi se vuoi puoi portare la tua attrezzatura››
Laurie scoppiò a ridere, e il motivo lo capì soltanto quando la ragazza gli fece notare che aveva già in spalla la sua fidata reflex.
‹‹Dovevo aspettarmelo- rise e poi le strinse la mano con la sua- Andiamo?››
Annuì contenta e poco dopo erano già in strada, ancora mano nella mano, che ridevano e parlavano di quello che avrebbero fatto quella mattina.


Giornata migliore per Laurie non poteva esistere: aveva la sua macchina fotografica, Louis giocava a calcio e lei lo immortalava a volte di nascosto e altre volte sotto richiesta del ragazzo.
Lo osservò e comprese che forse non avrebbe mai più incontrato qualcuno più bello di lui; la canotta larga che indossava metteva in mostra le sue braccia tatuate, i suoi skinny neri gli fasciavano alla perfezione le gambe, il suo immancabile cappellino di lana rosso schiacciava i suoi capelli, ma il pezzo forte per lei erano i calzini strani e coloratissimi che spuntavano dalle sue vans nere.
Louis si sentì un po’ osservato, e constatò che aveva ragione quando trovò Laurie fissarlo come se fosse incantata. Le sorrise e, lasciando il pallone, quasi si buttò su di lei circondandole la vita con le gambe e le spalle con le braccia.
‹‹Ammettilo, mi hai fatto un servizio fotografico›› scherzò lasciandole tanti baci sulle guance e sul collo.
Laurie non riusciva a parlare, perciò annuì soltanto. Era talmente presa dal momento che si accorse solo dopo della sua macchina fotografica nelle mani di Louis, occupato a realizzare degli autoscatti mentre faceva facce buffe e stupide.
‹‹Dai, facciamo una foto insieme!››
Sempre lui girò la reflex e scattò nel momento in cui posò le labbra sulla sua guancia piena e un po’ arrossata. Riguardarono tutte le foto insieme e si ritennero soddisfatti entrambi.
Louis si alzò e prendendo la mano di Laurie l’aiutò, per poi entrare nel campetto poco usato in quel periodo dell’anno. Posò il pallone a terra e senza dire nulla cominciò a passare il pallone alla ragazza che divertita lo assecondò; così passarono una buona mezz’oretta a passarsi il pallone e battere rigori.
‹‹Torniamo a casa? Sto morendo di fame e mia madre mi ha lasciato un pezzo di pasta al forno. Avvisi Johannah e mangi da me?››
Louis non poté rifiutare un’offerta simile, quindi dopo aver avvisato sua madre, seguì Laurie e pregustò mentalmente la prelibatezza che li aspettava.

‹‹Direi che abbiamo esagerato, però è stato un pranzo fantastico›› esclamò Laurie mantenendosi la pancia, stesa sul letto in camera sua con Louis al suo fianco.
‹‹Sono pieno, ma ne è valsa la pena. Finalmente ho trovato una ragazza che mi asseconda anche con il cibo. Potrei sposarti›› ridacchiò appoggiando la testa sulla sua spalla.
‹‹Mi sposeresti solo per il cibo?››
Negò subito con il capo e, con uno scatto di reni, si posizionò sopra di lei con le braccia ai lati del viso per non pesarle eccessivamente addosso.
‹‹Per tante altre cose: ti sposerei per il tuo nasino- risero quando glielo imprigionò tra l'indice e il pollice- per le tue guance che morderei sempre, per i tuoi occhi espressivi e nascosti dai tuoi occhiali da vista che personalmente adoro, per il tuo senso dell’umorismo, per la tua acidità, per i tuoi sorrisi, per il rossore che ogni tanto si impossessa delle tue gote, per le tue fotografie e perché sei l’unica che può capirmi››
In un moto di coraggio Laurie prese il viso di Louis tra le sue mani e, facendolo abbassare verso di lei, posò le labbra sulle sue. Fu un bacio a stampo dolce, semplice, che si trasformò in passionale quando Louis, non resistendo oltre, assaporò la sua bocca con la lingua.
Sentì le mani di Laurie spostarsi tra i suoi capelli un po’ troppo cresciuti, per poi stringerli e tirarli; si staccò dalle sue labbra per riprendere fiato e per guardarla negli occhi. Erano entrambi sconvolti e un po’ ansanti, ma anche felici, difatti si sorrisero subito.
‹‹Io ti sposerei per le tue occhiaie che amo- passò i polpastrelli sotto i suoi occhi azzurri, provocandogli tanti brividi- per le tue labbra sottili, per il tuo sguardo furbetto, per i tuoi tatuaggi, per il tuo modo di giocare a calcio, per i tuoi sorrisi simili ai miei e perché hai il coraggio di essere te stesso nonostante tutto››
Strofinò i loro nasi, per poi rotolarsi accanto a lei, accarezzandole i capelli ricci e indomabili.
‹‹Amo la letteratura tedesca, amo disegnare. Ti andrebbe di vedere le mie creazioni e le mie poesie preferite che ho studiato a scuola?››
Louis annuì subito, curioso di sapere altro su di lei. Si sedette a gambe incrociate al centro esatto del letto e la osservò mentre apriva il cassetto della sua scrivania bianca per frugarci dentro.
Finalmente trovò i fogli e tornò da lui, sedendosi tra le sue gambe e appoggiandosi con la schiena al suo petto scoperto a causa dello scollo della canotta.
‹‹Questo è il mio album. Di solito non lo vede nessuno, o meglio non lo faccio toccare a nessuno, ma tu sei tu››
Louis lo sfogliò delicatamente, come se i fogli fossero di porcellana, e osservò personaggi di cartoni animati, ritratti e paesaggi della sua Laurie. Era brava anche a disegnare, e ci fu un disegno in particolare a colpirlo.
C’era una frase scritta con un carattere molto particolare e recitava ‘It is what it is’.
Laurie notò che si era incantato vedendolo, così gli spiegò la storia che c’era dietro ‹‹Questa è una delle frasi che mi ha colpito di più di una poesia bellissima di Fried. Adesso te la leggo- prese il foglio e recitò con espressività-
E' assurdo dice la ragione
E' quel che è 
dice l'amore

E' infelicità 
dice il calcolo 
Non è altro che dolore 
dice la paura 
E' vano 
dice il giudizio 
E' quel che è 
dice l'amore
E' ridicolo
 
dice l'orgoglio 
E' avventato 
dice la prudenza 
E' impossibile 
dice l'esperienza 
E' quel che è 
dice l'amore››
‹‹E’ veramente bellissima. E poi condivido tutto ciò che dice. Questo è sicuramente il mio disegno preferito››
Continuarono a sfogliare insieme l’album, finché Louis non si soffermò su un paesaggio scuro, con la Luna che spuntava da un cumulo nero di nubi.
E anche in quel caso Laurie gli lesse la poesia che l’aveva ispirata.
‹‹Il cuore batteva, presto a cavallo! E l’azione quasi precedette il pensiero; la sera già cullava la terra, e dai monti pendeva la luna. Già stava la quercia vestita di nebbia, come un gigante turrito, là, dove l’oscurità dietro i cespugli guardava con cento occhi neri. La luna dal suo cumulo di nuvole splendeva mestamente tra le brume; ali furtive agitavano i venti sibilando sinistri alle mie orecchie; la notte generava mostri infiniti, ma infinito e gaio era il mio coraggio; nelle vene un fuoco divorante, e che ardore m'infiammava il cuore! Ti vidi, e leggera gioia scorse dal tuo dolce sguardo su di me; tuo fu tutto il cuore mio ed ogni respiro per te. Una rosea aria di primavera circondava il tuo amabile viso, e quell’affetto per me – Oh Dei! Che sì speravo, ma non mi meritavo! Ma poi, con il sole del mattino, l’addio già mi stringe il cuore, quale delizia nei tuoi baci, ma che dolore nei tuoi occhi! Io andai, tu rimanesti là, guardano a terra, e poi mi seguisti con lo sguardo umido, eppure che benedizione l’essere amati! Ed amare, Oh Dei, che fortuna!››
Se avesse potuto l’avrebbe ascoltata mentre leggeva poesie tutto il giorno, ma alle quattro si alzò dal letto dov’erano stati per due ore ad abbracciarsi e a baciarsi, per tornare a casa.
Sulla soglia Louis invitò Laurie ad andare a vedere la sua partita che ci sarebbe stata tra una settima; ovviamente lei accettò e lo salutò con l’ennesimo bacio a stampo della giornata.
Tornò a casa con un sorrisone che da troppo tempo mancava sul suo viso e, dopo aver risposto alle domande di sua madre, mandò un messaggio a Niall scrivendogli ‘non potrei essere più felice di così

***

L’obiettivo di Louis era quello di rubare dall’album di Laurie il foglio con la scritta ‘It is what it is’, così con la scusa di andare nel bagno entrò furtivo nella stanza della sua ragazza.
Stavano insieme da due settimane; aveva conosciuto i genitori di Laurie che avevano cercato di non fermarsi alle apparenze, e avevano capito che era un ragazzo per bene, che rendeva felice loro figlia, ma soprattutto educato e gentile. Perciò passava molto più tempo a casa di Laurie da quando i signori Marshall l’avevano accettato e accolto come un figlio.
Addirittura un pomeriggio nonna Angela, una donna con una forza vitale incredibile, gli disse chiaramente che avrebbe voluto essere al posto di sua nipote, per poi suonargli una melodia composta da lei al pianoforte.
Louis ne era rimasto completamente affascinato, tanto che la osservò rapito senza accorgersi che Laurie aveva scattato loro circa una decina di foto.
Inoltre i genitori della ragazza avevano avuto la possibilità di conoscere le donne della famiglia Tomlinson, instaurando sin da subito un bel rapporto con loro. Avevano pranzato tutti insieme due volte, e già pianificavano un terzo incontro.

Finalmente era riuscito ad entrare nella camera e, cercando di non far rumore, aprì il cassetto ed estrasse il foglio che gli interessava. A malincuore dovette piegarlo per nasconderlo in tasca; compì la sua missione e poté tornare in salotto dove tutti lo aspettavano per il dolce.
Si sedette sul divano accanto a Laurie, circondandole le spalle con il braccio e posando la sua guancia sui suoi capelli ricci e morbidi.
‹‹Siete così carini insieme. Mia nipote dev’essere molto innamorata per ignorare tutto quell’inchiostro sulle tue braccia. Per fortuna sono dei bei tatuaggi›› esclamò sorridente la nonna, causando l’imbarazzo dei due ragazzi che ridacchiarono nervosamente.
A salvare la situazione fu la mamma di Laurie che portò una torta al cioccolato nella stanza, già divisa in fette, e il caffè appena fatto.
Mangiarono tutti, e Louis prese addirittura il bis complimentandosi.
‹‹Beato te che puoi mangiarne due pezzi, tanto poi smaltisci tutto con il calcio. Io invece devo mangiare la metà di una fetta per non ingrassare›› si lamentò Marie.
‹‹Io invece ne mangio due comunque, che mi importa›› scrollò le spalle Laurie, rispondendo così a sua madre che si aspettava quella sua uscita.
Louis ridacchiò e ne approfittò per invitare tutta la famiglia ad una partita di beneficienza che si sarebbe tenuta il giorno dopo.
‹‹Vengo, l’altra volta mi è piaciuta tanto. Spero che il mister ti faccia giocare un po’ di più›› disse Mike, ricevendo l’approvazione di sua figlia.
‹‹Lo spero anche io, però la cosa importante per me è vendere un bel po’ di biglietti per poi regalare quanti più soldi possibili al reparto dei bambini dell’ospedale››
Laurie gli lasciò un bacio sulla guancia, fiera di lui e dei suoi valori profondi.

In totale erano stati venduti oltre trecento biglietti, ricavando una buona somma per l’ospedale.
Louis aveva fatto una doppietta, dedicando un gol alla sua famiglia, e uno a Laurie che gli aveva mandato un bacio volante dagli spalti per ringraziarlo.
Luglio era quasi finito, perciò percorse le solitarie strade di Fort William che durante quel periodo dell’anno si spopolava incredibilmente. Arrivò davanti il negozio del suo tatuatore di fiducia e, con un sorriso felice e già soddisfatto, entrò impugnando gelosamente il foglio con sopra disegnata quella frase bellissima della sua Laurie.
Nessuno poteva vedere quel disegno se non sulla sua pelle; sì, Louis aveva deciso di farsi tatuare quella frase della ragazza che ormai occupava i suoi pensieri e la sua vita.
‹‹Ehilà Louis, qual buon vento ti porta qui?››
‹‹Ciao George. Beh è da tanto tempo che non faccio un tatuaggio e sono venuto qui proprio per questo. Dovresti disegnarmi questa frase sul petto››
L’uomo dai capelli brizzolati e pieno di piercing sul viso osservò e studiò bene tutti i caratteri, per poi cominciare a riprodurli fedelmente sulla porzione di pelle indicata dal ragazzo.
Dopo un’ora e mezza Louis aveva già la carta trasparente che copriva il petto arrossato e, una volta alla cassa, spiegò a George il motivo della sua scelta.
‹‹Ho deciso di tatuarmi questa frase perché il disegno è stato realizzato da una persona molto speciale per me, e siccome questo simboleggia un’importante poesia riguardo l’imprevedibilità e la purezza dell’amore, ho pensato di farmelo marchiare sulla pelle››
‹‹Ah, l’amore è così bello ragazzo. Al prossimo tatuaggio, magari potresti portarci lei››
Louis salutò il suo fidato tatuatore e tornò a casa euforico. Non vedeva l’ora di mostrare a tutti la meraviglia disegnata sulla sua pelle.
 
Il prato del castello era il loro posto, perciò Louis aveva deciso di portare lì Laurie per mostrarle il tatuaggio e per parlarle seriamente dei suoi sentimenti.
Erano sdraiati sull’erba e, nonostante il caldo fosse ancora fastidioso, Louis non aveva indossato la sua solita canotta e questo non era passato di certo inosservato alla ragazza.
‹‹Devo farti vedere una cosa››
Laurie lo guardò curiosa e attese che il suo ragazzo parlasse.
Dopo un po’ dovette staccarsi da lei per sedersi sul prato e togliersi la maglietta; il tessuto strusciò sul tatuaggio che era scoperto da quasi una settimana, e questo gli procurò dei brividi per paura del giudizio che avrebbe ricevuto.
La scritta stilizzata e colorata di nero intenso era finalmente in bella vista, e gli occhi di Laurie si spalancarono oltre a riempirsi di lacrime.
Lei non piangeva mai, ma come poteva non farlo dopo le parole che Louis le rivolse per spiegarle quella scelta?
‹‹Sai che questo è il mio disegno preferito, per cui ho trovato un modo per prenderlo senza che tu te ne accorgessi. Adesso è al sicuro, di nuovo nel tuo album, quindi puoi stare tranquilla- le sorrise, prese un bel respiro e riprese a parlare- Quando mi hai letto quella poesia sono rimasto molto colpito; sembrava parlare di noi, del nostro amore, perché non ci conoscevamo da molto eppure ci trovavamo bene ad uscire insieme, a parlare di noi nonostante razionalmente non fosse l’ideale confidarsi con una semi-sconosciuta. Mi hai colpito sin da subito, e allora mi sono buttato e mi sono detto ‘se sarà destino accadrà’. E io lo sapevo dall’inizio che mi sarei innamorato di te. Ma come avrei potuto evitarlo? Sei tutto ciò che voglio e vorrò sempre››
Le braccia di Laurie furono subito attorno al suo collo, mentre il suo viso inondato dalle lacrime si incastrò nell’incavo del suo collo.
Per tranquillizzarla le accarezzò la schiena e le lasciò infiniti baci tra i capelli, mentre un sorriso si impossessò delle sue labbra sottili.
‹‹Louis, tu mi ami?›› chiese con un filo di voce.
‹‹Certo che ti amo, come potrei non farlo? Non sono mai stato così coraggioso con una ragazza, ma non mi pento di esserlo stato con te, anzi mi sarei pentito se non ti avessi mai conosciuta. Non so come spiegartelo, forse potrei paragonarti alla mia canzone preferita, ad un quadro bellissimo, al Sole, ma so che non sarebbe abbastanza. Giugno è l’inizio dell’estate, tu sei l’inizio della mia felicità che è alimentata ogni giorno dai tuoi sorrisi, dai tuoi baci e dalla tua innocenza. Amo il tuo essere ingenua ma forte, quindi ti paragonerei a Giugno, al timido ed innocente Sole che comincia a rischiarare le giornate, proprio come tu hai fatto con i miei sentimenti, facendomeli scoprire piano piano ››
Dopo quelle dichiarazioni fu inevitabile per Laurie riempire di baci e di carezze il suo Louis che, felice come non mai, le ribadì più volte il suo amore e l’importanza che lei aveva nella sua vita.

***

Non appena Laurie tornò a casa prese il suo album da disegni; aveva la necessità di esprimere tutti i suoi sentimenti attraverso rappresentazioni di oggetti che non avevano un nesso logico tra di loro.
Ma si bloccò alla prima pagina che lei aveva lasciato sempre vuota perché era una sua fissazione, cosa che aveva spiegato anche a Louis. Proprio la sua scrittura la ricopriva di inchiostro blu, ma come poteva arrabbiarsi con lui se gli scriveva certe cose?
Capì subito che quelle lettere scritte un po’ male e disordinate appartenevano al suo ragazzo.


‘Let me the one to light a fire inside those eyes’


Questo c’era scritto al centro esatto del foglio, così Laurie impugnò subito il cellulare e con mani tremanti gli scrisse un messaggio.

‘Non potrebbe essere altrimenti. Sei l’unico per cui provo delle sensazioni così forti, e se devo essere sincera mi sembra impossibile amarti così tanto da così poco tempo. Forse ti ho amato anche in una vita precedente, forse ti amo da sempre. Sei l’unico capace di farmi sentire così, l’unico che guarderò con occhi pieni di amore e di ammirazione. Ti amo Louis, per sempre’
 
 

 
 
 


 
  
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