La nostra amicizia, come è cresciuta, com'è cambiata... Come mi viene da ridere ogni volta che penso a come è iniziata. "Com'è strana la vita, vero? Accadono cose che mai ci aspetteremmo di vedere..."
Genere: Generale, Commedia, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Ore 8.32 del giorno 9 settembre.
Appena terminato l’appello generale.
Noi eravamo gli ultimi arrivati, le matricole.
Ancora a gennaio avevamo dovuto disputare con altre decine di studenti
quei banchi con un esame d’ammissione. Di sessanta che
eravamo, in ventisei eravamo riusciti a passare.
I più si guardavano intorno mezzi spaesati, i pochi che
già erano a loro agio si limitavano a chiacchierare.
Io non rientravo nella categoria, proprio no.
Mezza rintronata a fissare col naso all’insù i
trofei in esposizione nelle bacheche, i quadri colorati fatti dagli
studenti appesi alle pareti… per me era un mondo totalmente
nuovo.
Mi riscossi solo quando una voce altezzosa ci chiamò tutti e
ventisei e ci condusse verso la prima porta a destra
dell’ultimo corridoio.
I B
Avevamo undici anni, allora, ed era il nostro primo giorno di scuola
media.
Già allora portavo gli occhiali sul naso e già
allora soffrivo dei complessi di inferiorità rispetto gli
altri per la mia data di nascita verso la fine dell’anno, che
mi ha sempre fatto essere tra i più piccoli.
Ma quel giorno non ci badavo più di tanto, dato che non
conoscevo nessuno all’infuori dei miei vecchi compagni delle
elementari e tranne alcune eccezioni, erano nati tutti più o
meno nel mio periodo.
E poi avevo un ottimo motivo per essere di buon umore.
Il mio migliore amico, nonché il bambino di cui ero
segretamente innamorata (piccoli amori per piccoli bambini) aveva
promesso che si sarebbe seduto vicino a me.
Così gli andai vicino mentre stavamo entrando nella nostra
classe e mi misi a cercare un possibile posto…
Trovato! Penultimi banchi, completamente vuoti.
Già mi ero girata per proporglielo ma non lui non
c’era più.
Lo cercai freneticamente per un secondo o due e l’ho visto
là, in prima fila, accuratamente messo in modo da darmi le
spalle. Ovviamente, il banco accanto a lui era occupato.
Ma non c’era il tempo di fargli una sfuriata, dovevo
assolutamente trovare un posto prima che tutti i banchi migliori
venissero occupati. Così cercai un’altra possibile
opzione… e fui tentata dal mettermi a piangere.
Le “stupende” alternative erano le seguenti: o un
povero deficiente che continuava a ridere come uno stupido,
probabilmente con il quoziente intellettivo di una banana, o un altro
cretino che non la smetteva un istante di terrorizzare la sua compagna
davanti con degli assurdi versacci, o in alternativa una ragazza che
aveva l’aria di essere tutto fuorché simpatica.
Ma che allegre prospettive…
Chi doveva essere il mio compagno di banco?
“amblimblone, goccia di limone…” decisi
che andare a sorte forse era il metodo migliore e iniziai a recitare
mentalmente quella canzoncina assurda.
Sull’ultima strofa, il mio sguardo era fermo sul banco vuoto
della ragazza e decisi di sedermi accanto a lei.
Mi avvicinai cercando di sorridere, ripetendomi mentalmente che le
apparenze spesso ingannano, che non dovevo giudicare senza conoscere,
che non poteva essere così male, eccetera
eccetera…
Quando mi sedetti la salutai con un amichevole
“ciao”.
In risposta ricevetti un mezzo grugnito infastidito.
Già, non era così male… era anche
peggio!
Mi preparai psicologicamente a un anno d’inferno, mentre
rivolgevo uno sguardo adirato a quel tira pacchi che osava definirsi
“il mio migliore amico”.
Quante maledizioni gli ho tirato dietro…
Poi volli dare un’occhiata al personaggio che lo aveva
attratto proprio in primo banco.
E ti ho visto… tutta carina, così minuta, con gli
occhioni verdi, i capelli biondi e il sorriso allegro e
simpatico…
Ti ho odiata subito.
Nonostante sapessi che non era certo colpa tua, ti ho odiato lo
stesso…
Non trovavo giusto che qualcuno all’infuori di me potesse
stare vicino al mio migliore amico.
Probabilmente non te ne sei accorta, ma ti ho inviato saette cogli
occhi tutta la mattinata, mentre giochicchiavi allegramente con lui ad
“operare” le gomme divertendovi a squartarle e a
ficcarci dentro chissà cosa…
Decisamente, il mio primo impatto verso di te non fu esattamente
positivo…
***
Dedicata alla mia migliore amica Cla, protagonista insieme a me di
questa piccola ficcy. ^^ Auguri di nuovo, Cla!!