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Autore: Juu_Nana    05/07/2008    2 recensioni
La nostra amicizia, come è cresciuta, com'è cambiata...
Come mi viene da ridere ogni volta che penso a come è iniziata.
"Com'è strana la vita, vero? Accadono cose che mai ci aspetteremmo di vedere..."
Genere: Generale, Commedia, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ti voglio bene

Ore 8.32 del giorno 9 settembre.
Appena terminato l’appello generale.
Noi eravamo gli ultimi arrivati, le matricole.
Ancora a gennaio avevamo dovuto disputare con altre decine di studenti quei banchi con un esame d’ammissione. Di sessanta che eravamo, in ventisei eravamo riusciti a passare.
I più si guardavano intorno mezzi spaesati, i pochi che già erano a loro agio si limitavano a chiacchierare.
Io non rientravo nella categoria, proprio no.
Mezza rintronata a fissare col naso all’insù i trofei in esposizione nelle bacheche, i quadri colorati fatti dagli studenti appesi alle pareti… per me era un mondo totalmente nuovo.
Mi riscossi solo quando una voce altezzosa ci chiamò tutti e ventisei e ci condusse verso la prima porta a destra dell’ultimo corridoio.

I B

Avevamo undici anni, allora, ed era il nostro primo giorno di scuola media.
Già allora portavo gli occhiali sul naso e già allora soffrivo dei complessi di inferiorità rispetto gli altri per la mia data di nascita verso la fine dell’anno, che mi ha sempre fatto essere tra i più piccoli.
Ma quel giorno non ci badavo più di tanto, dato che non conoscevo nessuno all’infuori dei miei vecchi compagni delle elementari e tranne alcune eccezioni, erano nati tutti più o meno nel mio periodo.
E poi avevo un ottimo motivo per essere di buon umore.
Il mio migliore amico, nonché il bambino di cui ero segretamente innamorata (piccoli amori per piccoli bambini) aveva promesso che si sarebbe seduto vicino a me.
Così gli andai vicino mentre stavamo entrando nella nostra classe e mi misi a cercare un possibile posto…
Trovato! Penultimi banchi, completamente vuoti.
Già mi ero girata per proporglielo ma non lui non c’era più.
Lo cercai freneticamente per un secondo o due e l’ho visto là, in prima fila, accuratamente messo in modo da darmi le spalle. Ovviamente, il banco accanto a lui era occupato.
Ma non c’era il tempo di fargli una sfuriata, dovevo assolutamente trovare un posto prima che tutti i banchi migliori venissero occupati. Così cercai un’altra possibile opzione… e fui tentata dal mettermi a piangere.
Le “stupende” alternative erano le seguenti: o un povero deficiente che continuava a ridere come uno stupido, probabilmente con il quoziente intellettivo di una banana, o un altro cretino che non la smetteva un istante di terrorizzare la sua compagna davanti con degli assurdi versacci, o in alternativa una ragazza che aveva l’aria di essere tutto fuorché simpatica.

Ma che allegre prospettive…

Chi doveva essere il mio compagno di banco?
“amblimblone, goccia di limone…” decisi che andare a sorte forse era il metodo migliore e iniziai a recitare mentalmente quella canzoncina assurda.
Sull’ultima strofa, il mio sguardo era fermo sul banco vuoto della ragazza e decisi di sedermi accanto a lei.
Mi avvicinai cercando di sorridere, ripetendomi mentalmente che le apparenze spesso ingannano, che non dovevo giudicare senza conoscere, che non poteva essere così male, eccetera eccetera…
Quando mi sedetti la salutai con un amichevole “ciao”.
In risposta ricevetti un mezzo grugnito infastidito.
Già, non era così male… era anche peggio!

Mi preparai psicologicamente a un anno d’inferno, mentre rivolgevo uno sguardo adirato a quel tira pacchi che osava definirsi “il mio migliore amico”.
Quante maledizioni gli ho tirato dietro…
Poi volli dare un’occhiata al personaggio che lo aveva attratto proprio in primo banco.

E ti ho visto… tutta carina, così minuta, con gli occhioni verdi, i capelli biondi e il sorriso allegro e simpatico…
Ti ho odiata subito.

Nonostante sapessi che non era certo colpa tua, ti ho odiato lo stesso…
Non trovavo giusto che qualcuno all’infuori di me potesse stare vicino al mio migliore amico.
Probabilmente non te ne sei accorta, ma ti ho inviato saette cogli occhi tutta la mattinata, mentre giochicchiavi allegramente con lui ad “operare” le gomme divertendovi a squartarle e a ficcarci dentro chissà cosa…

Decisamente, il mio primo impatto verso di te non fu esattamente positivo…

***

Dedicata alla mia migliore amica Cla, protagonista insieme a me di questa piccola ficcy. ^^ Auguri di nuovo, Cla!!
  
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