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Autore: _faith    28/03/2014    1 recensioni
Quando qualcuno ha un sorriso tanto bello è davvero un peccato non mostrarlo a tutti quanti.
Quante volte abbiamo sentito che l'accessorio più bello che una persona possa mostrare è il proprio sorriso? Tante, sicuramente. Oppure: a chi non è mai capitato di sentirsi in qualche modo fiero di se stesso, dopo aver fatto sorridere qualcuno che di solito è sempre triste? Evidentemente la piccola Sakura la pensa allo stesso modo. E il fatto che Naruto sia sempre seduto sulla sua altalena, solo e triste, proprio non le va giù... Quindi perché non fare in modo di farlo sorridere, anche solo un pochino?
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sakura Haruno
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Prima dell'inizio
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As blue as the sky, as blue as your eyes.* 

Naruto © Masashi Kishimoto.

 

Haruno Sakura stava uscendo dall’Accademia dopo una lunga giornata di studio, come tante. I lunghi capelli color caramella che ondeggiavano ad ogni suo movimento, gli occhi smeraldini e il sorriso stampato sulla faccia. Salutò con la manina le sue compagne di classe, pronta a raggiungere sua madre che l’aspettava, quando qualcosa attirò la sua attenzione: un bambino biondo - le sembrava si chiamasse Naruto, ma non era poi tanto sicura - stava seduto su un’altalena, all’ombra di un albero. Guardava triste gli altri bambini che si allontanavano con i propri genitori, seguendoli con lo sguardo finché essi non si allontanavano dal suo campo visivo.
Si chiese perché quel bimbo fosse tanto triste.
«Sakura! Andiamo?» Era la voce di sua madre.
Corse subito dalla sua mamma e non appena le fu vicina le tirò una manica della camicia, perché si abbassasse alla sua altezza. Mebuki accettò l’invito della figlia, curiosa su ciò che la piccola volesse dirle: si piegò sulle ginocchia, con un’espressione incuriosita sul volto, arrivando di fronte al volto di Sakura.
«Mamma, perché quel bambino sta sempre da solo?» chiese innocente, indicando Naruto ancora sull’altalena. La donna voltò lo sguardo verso l’oggetto d’interesse di sua figlia, ma la sua espressione cambiò radicalmente non appena vide a chi Sakura si riferisse: era Naruto Uzumaki. Si rimise subito in piedi, la sua espressione s’indurì.
«Ascoltami bene, Sakura. Non devi mai avvicinarti a quel bambino, mi sono spiegata? E’ cattivo e pericoloso!» Il suo tono adesso era autoritario.
Sakura era confusa. Non riusciva a spiegarsi come qualcuno così triste potesse essere allo stesso tempo cattivo. Ma lei non si sarebbe arresa! Le avrebbe dimostrato che Naruto non era cattivo. Persa in quei suoi pensieri non si accorse che la madre l’aveva afferrata per un braccio.
«Su, adesso andiamo a casa.»

***

Il giorno dopo, Haruno Sakura non vedeva l’ora di raggiungere l’Accademia. Non che questo rappresentasse una novità: d’altronde, a differenza della maggior parte dei bambini, a lei piaceva frequentare l’Accademia ed imparare sempre cose nuove. Quella mattina però, non era la fame di sapere a guidare la sua impazienza. L’oggetto del suo recente interesse era un altro: dimostrare che Naruto non era il bambino cattivo che tutti temevano.
Le ore di lezione quel giorno le sembravano interminabili. Sapeva che avrebbe trovato il biondino seduto su quella che ormai era la sua altalena, ma era comunque impaziente come solo i bambini sanno esserlo. L’unica cosa che ancora le mancava era un’idea per farlo sorridere. Appoggiò il mento sulla manina aperta, in cerca di un’ispirazione che arrivasse da chissà dove. Si mise ad osservare minuziosamente la propria classe, nella speranza che arrivasse la tanto sospirata, brillante idea: la porta chiusa, le ampie finestre che davano su un cielo azzurro limpido, il maestro Iruka di spalle, che scriveva alla lavagna alcuni appunti sulla lezione di quel giorno; Choji che di nascosto apriva una busta di patatine, pronto a mangiarsela tutta in meno di cinque minuti, Kiba che giocava con il piccolo Akamaru, sempre al suo seguito, Shikamaru che dormiva, Ino al suo fianco che… Ino! Gli occhi smeraldini si illuminarono alla vista della sua migliore amica. Le era venuta un’idea! Guardò l’orologio appeso alla parete: mancava pochissimo alla fine delle lezioni. Ino si accorse dell’umore della sua amica.
«Sakura, come mai quel sorriso?» le chiese, in cerca di un appiglio per distrarsi da quella noiosissima lezione.
«Niente! Non posso dirtelo.» rispose l’Haruno, sempre sorridente, emozionata da quel suo piccolo segreto. Ino non ebbe il tempo di replicare che la campanella squillò rumorosamente, segnando la fine delle lezioni. La bambina dai capelli rosa raccolse in fretta i suoi quaderni e le sue penne e schizzò via dal suo banco, correndo per prima fuori dalla classe. Doveva fare in fretta, battendo sul tempo suo madre. Varcò le porte dell’Accademia e lo vide lì al solito posto, dove si aspettava che fosse.
Prima di raggiungerlo però, c’era ancora qualcosa che doveva fare.

Naruto si dondolava sull’altalena, pigramente, come faceva ogni giorno. I suoi occhi cristallini guardavano gelosi i bambini che man mano uscivano dall’Accademia e correvano verso i genitori, pronti a prenderli per mano e avviarsi verso casa, domandando loro come fosse andata la giornata.
Perché non poteva essere lo stesso per lui?
Sandaime Hokage gli aveva spiegato che la sua mamma e il suo papà non c’erano più e che erano andati in cielo per il suo bene, per proteggerlo. Ma lui non si rassegnava. E per questo, ogni giorno, guardava con occhi gelosi quelle espressioni felici, chiedendosi che cosa avesse fatto di male lui per non meritare qualcosa di simile. E poi perché nessuno gli si avvicinava mai, lasciandolo sempre a distanza come fosse un mostro anziché un bambino come gli altri? Mentre seguiva con lo sguardo l’ennesimo stupido ragazzino che si allontanava in compagnia del padre, non si accorse di qualcuno che si era avvicinato a lui, finché non si ritrovò dei fiori davanti al naso. Guardò sorpreso la persona che li teneva in mano: era una bambina dai capelli di uno strambo rosa caramellato, gli occhi verde smeraldo, un sorriso timido sulle labbra e una fronte spaziosa che anziché penalizzarla, la rendeva ancora più graziosa. Non ebbe il tempo di proferire parola.
«Questi sono per te, Naruto! Sai, quando sono triste e la mia amica Ino mi regala dei fiori, io mi sento subito meglio e dato che quando ti vedo sei sempre triste, ho pensato di regalarti questi!» disse tutto d’un fiato, incurante del fatto che i suoi amici potessero vederla parlare con lui.
Naruto era sbalordito. Era la prima volta che qualcuno si rivolgeva a lui in modo tanto gentile, non sapeva cosa dire. Il suo cuoricino prese a battere più veloce del solito, scaldandosi. Allungò la mano verso i fiori che gli porgeva quella bambina, titubante, con la paura che potesse essere solo un sogno. Li afferrò, incontrando per mezzo secondo la mano calda di lei.
«Come ti chiami?» le chiese, timido come non mai. Di solito lui era tutto, tranne che timido.
«Mi chiamo Haruno Sakura!» rispose lei intrecciando le mani dietro la schiena  mentre si dondolava sui talloni.
«Grazie mille, Sakura-chan!» esclamò Naruto, mostrandole un bellissimo sorriso pieno di sincera gratitudine.
La piccola Sakura arrossì per un attimo: non si aspettava che gli occhi felici di Naruto somigliassero così tanto al cielo azzurro di quel giorno. Non gli era mai stata così vicina. Si guardò attorno, imbarazzata e vide sua madre in lontananza. Doveva sbrigarsi.
«Beh, adesso devo andare però. A presto, Naruto!» lo salutò con la mano, per poi allontanarsi velocemente.
Ritornò da Ino che la stava aspettando, guardandosi curiosa tutta la scena.
Ora che ci pensava… Naruto l’aveva chiamata “Sakura-chan”. Non seppe perché, ma le piacque.
Alla fine aveva avuto ragione lei e non sua madre: l’Uzumaki non era cattivo e nemmeno pericoloso. Era solo triste. Sperò che grazie al suo gesto da quel giorno Naruto avesse mostrato più spesso il suo sorriso al mondo. Quando qualcuno ha un sorriso tanto bello è davvero un peccato non mostrarlo a tutti quanti. Prese anche una decisione: non avrebbe detto niente a sua madre di ciò che era successo fino a pochi secondi prima… anzi, a nessuno! Sarebbe rimasto un dolce segreto tra lei e Naruto.

 

*La frase è di una canzone di Tiziano Ferro: "Boom Boom".

angolo autrice:
Ebbene sì, non è uno scherzo: sono proprio io.
E' da tanto che non ci si sente.. ne?
Ma non potevo lasciar passare il compleanno della mia adorata Sakura-chan senza scriverle una sciocchezza, come mio solito.
Ancora non mi perdono il fatto di aver lasciato correre il compleanno di Minato senza nemmeno rendermene conto *sbatte la testa nel muro ripetutamente*.
Maledetta scuola. Fortunatamente siamo quasi alla fine, no? *pensa positivo*
Non  so quando mi rifarò viva. Forse domani, forse tra un mese, due mesi, tre mesi [...] tra un anno... continua all'infinito.
Sappiate però che siete sempre nel mio ♥ e che la vostra _faith vi pensa sempre, sempre, sempre. *balle di fieno nel deserto*
Bon! Vi mando tanti tanti bacini. A presto! 

   
 
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