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Autore: GioGio4    28/03/2014    1 recensioni
Si avvicinò a me, sorridendo. Le sue labbra si appoggiarono lentamente sulle mie, fino a diventare un vero e proprio bacio. Ora possiamo. Ahora podemos.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: Incompiuta
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XXX: Ecco la vostra nuova casa! Siamo arrivati!
Bè, in fondo non era così male. Era una casa fantastica a dirla tutta, ma prima di confermarlo avrei dovuto vedere l’interno. Intanto, mio fratello Francisco, faceva fotografie a destra e a manca con il cellulare.
Martina: La potresti smettere??!!
Francisco: No cara!! Perché IO. FACCIO. QUELLO. CHE VOGLIO.
Mi rispose lui, calcando bene le ultime parole.
GGG: MARTINA! FRANCISCO! NON COMINCIATE!
Martina: Ma è stato lui!
Francisco: Sì, come no…
Papà mi guardò con sguardo omicida, ma io non ebbi paura e lo guardai tranquillamente. Lui si girò con una smorfia e continuò a seguire il discorso della guida.
Francisco mi fece la linguaccia ed io gli mimai un bel “vaffanculo”.
CCC: Forza ragazzi! E’ ora di entrare!
Mamma era entusiasta e ci sorrise. Anche io le sorrisi. Mamma sapeva trasmettere tranquillità e serenità solo con un sorriso.
Con un sospiro e, con un calcio che diedi a Francisco prima di entrare, raccolsi da terra le valigie e oltrepassai il cancello.
Appena entrai, fui circondata da un lussureggiante giardino e al centro c’era un’enorme fontana. Il viottolo, sui cui stavamo camminando, era in pietra bianca e qua e là si sentiva il ronzìo di qualche insetto.
La casa, o meglio, la villa era di color rosso, le persiane erano in legno e le finestre erano tantissime, ma piccole. In qualche zona della casa c’erano anche delle porte-finestre enormi e la porta era in legno massiccio, decorato. Il tetto era di color grigio.
E ovviamente, come potete immaginare, Francisco continuava a fare foto.
XXX: Questa è la casa vista dall’esterno e questo è il giardino. Spero che sia di vostro gradimento.
Altrochè se è di mio gradimento!
XXX: Ora, se volete scusarmi, devo proprio andare. Lascio a voi la visita dell’interno. Arrivederci!
E detto questo, l’anziana signora se ne andò.
CCC: Bè, dobbiamo ammettere che non è niente male! Tu che ne pensi Tini?
Martina: Oh sì, è magnifica!
XXX: Bene! Adesso entriamo, così possiamo vedere com’è dentro. FORZA!
Corsi subito dentro. Non perché ero ansiosa di vedere l’interno, ma perché avevo il timore che papà volesse farmi qualcosa per la sceneggiata di prima con Francisco. Entrai. Non stetti lì a guardare tutti i particolari, ma mi sembrava che il salotto fosse decente almeno. Quella che più mi interessava era la mia camera. Salii al piano superiore ed entrai in una delle tante stanze. Appena entrai venni avvolsa da un’aria triste e spenta. La stanza era completamente bianca. I letti erano bianchi, le porte in legno bianco, le tende bianche, i muri bianchi. Solo il pavimento era il legno normale e il paesaggio che si intravedeva dalla finestra era colorato. Tutto il resto era bianco. Sistemai le valigie vicino al letto, mi rimboccai le maniche che non avevo (XD) e corsi di sotto.
Martina: Papàààà!!!!!
Papà: Cosa vuoi!!!
Martina: Mi presti la carta di credito??
Papà: E per fare???
Martina: Devo andare in città a comprare delle cose!!
Papà: Vestiti??
Martina: Ma no!! Roba per sistemare la stanza!!
Papà: Ok! E’ sul comodino dell’entrata! E non spendere troppo!!
Sbuffai e corsi verso l’entrata, presi al volo la carta di credito e volai fuori dalla porta. Mamma era su una sedia in giardino, che si stava riposando.
Mamma: Dove vai cara?
Martina: In città!
Mamma: Ok! Divertiti!
Sì, divertiti. Come se dovessi andare in discoteca. Le sorrisi di sfuggita e corsi verso il motorino. Salii e partii. La città era colorata e brulicava di gente. Sembrava di essere a New York! Appena spostavi lo sguardo, vedevi solo negozi. Ma io ne cercavo uno solo, uno in particolare. E mente guidavo lo trovai e parcheggiai lì vicino. Entrai nel negozio e il suono del campanello fece alzare lo sguardo al venditore alla cassa, che mi sorrise.
KKK: Hola linda!! Que quieres?
Oddio. Parlava in spagnolo. Ed io cosa dovevo fare? Sapevo due o tre parole sullo spagnolo! Lo sapevo che avrei dovuto fare un mini corso di spagnolo prima di partire…
Martina: Mmm… Yo no soy de aquì!
Lui mi guardò strano e poi annuì.
KKK: Sei straniera?
Ok, problema risolto. BENISSIMO.
Martina: Sì! Sono di Londra.
KKK: Londra? Strano! Sembri un’argentina dall’aspetto!
Martina: Certo, perché sono nata qui, ma ho sempre vissuto a Londra.
KKK: Aaaa capito. Cosa desideri?
Martina: Sto cercando della vernice nera, delle tende colorate, delle coperte e dei cuscini colorati e un tappeto colorato.
KKK: Bene! Sei venuta nel posto giusto! Io qui vendo di tutto! Partiamo dall’inizio però… Adesso vado in magazzino e ti cerco un po’ di vernice nera. Aspettami qui, ok?
Io annuii e il signore sparì dietro una porta.
Mi guardai intorno. Era proprio vero che quel tipo vendeva di tutto! Il negozio era pieno zeppo di oggetti di ogni tipo, in ogni angolo. Sentii suonare il campanello dell’entrata, mi voltai verso la porta e vidi entrare un ragazzo. Era abbronzato, con gli occhi verdi e i capelli marroni col ciuffo alto. Indossava una camicia di jeans, una maglietta bianca, dei pantaloni bordeaux e delle converse blu cobalto.
  
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