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Autore: rainagain    28/03/2014    7 recensioni
Lui era tutte le sfumature dei colori piu' belli.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: JJ Hamblett, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Erano esattamente le sette e cinquantaquattro minuti quando arrivai a scuola ed ovviamente ero in ritardo. L'intera città era completamente avvolta da una fitta coltre di nebbia che non faceva intavedere il sole,ne tantomeno i colori dei palazzi o di qualsiasi cosa che si trovasse sotto al suo mando bianco. 
Era tutto completamente bianco. Come se i colori fossero stati raschiati via,come la tempera sulla tela. La cartella mi pesava sulla spalla e la giacca non faceva che scivolare giù,esponendo metà del mio braccio al freddo gelido e a quelle piccole goccioline di umidità che invadevano l'aria. Era una di quelle giornate in cui semplicemente vedi tutto grigio e niente sembra assumere una tonalità diversa. Camminavo lungo il viale della chiesa che costeggia la scuola,dall'altra parte della strada,quando lo vidi. Il mio colore preferito. Il ragazzo per il quale avevo una cotta da sempre,nonchè praticamente l'unico con cui avevo fatto amicizia in quella scuola. Era l'unico a rendere colorate le giornate come quelle,in cui hai solo voglia di stenderti a pancia all'aria sul letto e ammirare il soffitto della tua camera. Portava come al solito lo zaino su una spalla sola,la destra. Camminava sorridendo,nonostante stesse raggiungendo la scuola,forse il posto più infelice del mondo intero. Ma lui era così. Prendeva la vita con il sorriso,ridendo in faccia ai problemi e alle difficoltà. Poi era bello,bello come il sole. Bello come il giallo più vivo. 
Tirai su la cartella,accompagnata dalla mia regale delicatezza da elefantessa incinta,mentre la giacca continuava a cadere e ricadere. Se avessi dovuto pensare ad un colore che potesse rappresentarmi,forse,avrei scelto il blu. Triste,cupo e malinconico,ma allo stesso tempo un colore vivace. Incasinato. Ero la classica ragazza normale. Non particolarmente bella,non particolarmente simpatica ne tantomeno particolarmente intelligente. Non soffrivo di disturbi alimentari,autolesionismo ne altro. Non ero popolare, ne amata da tutta la scuola e non ero nemmeno una di quelle ragazze con una fila di ragazzi al suo seguito,neanche fossi stata il bagno dei maschi. Diciamo che esistevo e continavo a vivere la vita che tutti definivano da nerd,solo perchè passavo il sabato sera a guardare cartoni animati giapponesi,film di supereroi o a leggere libri e fumetti invece che andare in discoteca a slinguazzare un qualche sconosciuto nel bagno. Ero anche un'imbranata cronica,che sarebbe stata in grado di precipitare sul suolo in ogni momento. E ovviamente fu quello che accadde esattamente in quel preciso istante. Stavo per varcare la soglia del portone in legno della scuola ma,ovviamente,non feci  attenzione allo scalino che scavalcavo da ormai cinque anni. Il karma e la mia sfortuna avevano evidentemente fatto amicizia e stavano già programmando la disfatta della mia vita perchè,oltre che a precipitare sull'asfalto insieme ai libri,lo zaino andò ad urtare uno dei busti che giacevano lì da millenni. Un'applauso,perfavore. 
« Oh santo cielo,Mad! »
"No. Per favore,fai solo che non sia lui. Non può avermi visto precipitare come una pera." 
« J-j...» mormorai. « Ehilà! »
"..."
« Sei caduta? - disse lui. - E non dire che volevi abbracciare il pavimento,ormai è vecchia »
« Allora sto zitta »
Poi allungò la sua mano verso di me,enorme in confronto ai piccoli grissini che avevano evidentemente preso il posto delle mie dita. Alzai lo sguardo,incontrando i suoi occhi. Puro color cioccolata. Quella fondente,però,tinta di un marrone profondo e della quale non ti stancheresti mai. 
« Vandali! Delinquenti! Guardate la fine che avete fatto fare al busto del nostro amato preside! » 
"Che enorme dispiacere." 
La professoressa Chapman arrivò dal corridoio come una furia,spingendo la marea di studenti contro i muri. Se avessi dovuto assegnarle un colore in quel momento sarebbe sicuramente stato il rosso,come le vene dei suoi occhi in quel preciso istante. 
« Ma professoressa lui... » tentai di aprire bocca ma quella furia omicida che aveva preso il posto della vicepreside non mi lasciò proferire parola. 
« Bennett,Hamblett,siete in punizione. Recatevi immediatamente nel magazzino dei colori e rimettete in ordine » gridò la vecchia dalla gonna rosa albicocca. 
« Ma... »
« SUBITO. »
A quell'ordine - che aveva tutta l'aria di una minaccia di morte - io e Jj scappammo verso il seminterrato. Oltre che ad una punizione - grazie tante karma. - sarei dovuta rimanere chiusa per una giornata intera in un seminterrato buio,sudicio e sporco,con il ragazzo per il quale avevo una cotta sin dalla prima superiore. Pensai al colore che avrebbe assunto la mia faccia. Un rosso vermiglio. Assorta nei meandri più oscuri del mio cervello mi lasciai scappare un leggero "Cazzo",che ovviamente Jj sentì chiaro e tondo. 
« Come? »
« C-cazzo,voglio dire,ehm... »
"Maddison,riprenditi. Lascia che l'aria torni a circolare nel tuo piccolo e primitivo cervello" 
« I-intendevo... » balbettai. « C-cazzo,mi dispiace di averti fatto finire in punizione! »
"Malefico,perfido e subdolo genio delle balle,Maddison. Complimenti,mi sorprendi"
« Oh,figurati. Quella lì è una gran stronza e non mi dispiace passare un'intera mattinata con te »
"Fermi tutti. Cosa?" 
A quella frase il mio cervello partì definitivamente per le vacanze primaverili. Tutto si stava facendo più buio,oscuro,nero e privo di una qualsiasi luce mano a mano che ci avvicinavamo verso la parte inferiore della scuola. Il magazzino dei colori era semplicemente un microscopico sgabuzzino in cui la Chapman nascondeva le scartoffie e le tinte per ritinteggiare le pareti della palestra o la facciata principale dell'edificio,ma forse credeva che quel nome donasse a quella polveriera un non so che di poetico. 
I corridoi andavano restringendosi e la vicinanza con Jj si assottigliava sempre più,fino a raggiungere lo spessore di un foglio di carta. Tutto quel contatto stava facendo risvegliare le farfalle - o forse,vista l'intensità,sarebbe meglio parlare di veri e propri piccioni. - che si erano assopite all'interno del mio stomaco. Lui sorrideva,come sempre,e camminava tranquillo. Certo,quella che stava per vomitare piume di piccione dall'ansia ero io,non di certo lui. 
« Ci siamo,Mad. Forza,mettiamoci a ripulire questo schifo. Magari troviamo anche un vecchio annuario della scuola nel quale compare la Chapman e possiamo farci due risate »
« Hai ragione » cominciai. « Già hai un nome da donna,dimostrami che sei un vero uomo,Jamie »
« Grazie Mad » 
Poggiai lo zaino a terra,vicino alla porta del magazzino,varcandone poi la soglia. Quella piccola stanza era stracolma di polvere,insetti morti e ragnatele e una puzza di vecchio aleggiava nell'aria. Grigio. Era decisamente il colore adatto a descrivere quella stanza. Centinaia di barattoli di colore riposavano nell'angolo. Alcuni aperti,altri avevano semplicemente il tappo appoggiato sulla sommità. Girandomi,andai ad urtare uno degli scaffali,finendo dritta tra le braccia di Jj. Ero indecisa se svenire,scappare o semplicemente urlare. 
« Attenta,o finisci per cadere un'altra volta,Bennett »
Averlo vicino era una cosa,ma essere letteralmente tra le sue braccia,con la sua bocca a pochi centimetri era davvero un calcio nello stomaco. 
Balbettando qualche parola senza il minimo senso,tornai in piedi,avvicinandomi alla pila di barattoli. Ne presi uno e cominciai a sistemarli sullo scaffale,mentre Jj iniziò a pulire il pavimento con una vecchia scopa. Tutto andava per il meglio fino a che non presi in mano uno dei barattoli al quale il coperchio non era avvitato. Questo scivolò perterra e un color verde abete mi precipitò addosso. 
"Di bene in meglio,direi " 
« Adesso sembro un albero di natale »
Jj si girò,cominciando a ridere rumorosamente,facendo saltare un battito al mio cuore,come se anche lui si fosse incantato,vedendolo. Azzurro. L'azzurro vivo del più bel cielo estivo. 
« Non ti conviene ridere,Hamblett »
« Altrimenti cosa mi fai? » 
« Ho un barattolo di color verde-schifo in mano e non ho paura di usarlo »
« Me la sto facendo sotto dalla paura,Bennett! »
« E' una sfida,Jamie? »
« No. Questa è guerra,Maddison » 
« Che guerra sia! »
Presi in mano un barattolo e glielo tirai addosso,tingendolo di un rosso acceso. Lui si girò,agguantando un barattolo di viola e la mia maglietta fece la stessa fine della sua. Amavo quei momenti,quei pochi attimi in cui la paura di non essere abbastanza per lui scompariva e rimaneva solo la nostra amicizia. Quei secondi o minuti in cui mi dimenticavo di amarlo,mi scordavo di quanto il cuore battesse all'impazzata ogni volta che i miei occhi incontravano i suoi. Momenti rosa,momenti di allegria pura.
Continammo quella lotta di colori per almeno un ora mentre ogni parete si colorava di un colore diverso,noi stessi compresi. Avevo la faccia ricoperta di blu,rosa,giallo,verde,così come Jj.  Quando entrambi alzammo bandiera bianca la guerrà terminò in parità e finimmo per accasciarci sul suolo,che ormai era diventato una tavolozza di colori confusi. 
« Questa volta finiamo in parità,perchè sono un gentiluomo,ma sappi che è mia la vittoria »
« Ti piacerebbe,Hamblett »
Estrassi un altro barattolo dalla pila alla mia destra e glielo schiaffai in testa,tingendogli i capelli di arancione. 
« Okey. Ora hai vinto tu »
Entrambi scoppiammo in una fragorosa risata,prima che lui divenne serio e solo un piccolo sorriso rimase a cololargli il volto. 
« Adoro stare con te,Mad »
Il mio cuore cominciò a correre. 
« Sei diversa,sei sbadata,sei...colorata. »
Un altro battitò mancò all'appello. 
« Vedi,se dovessi descriverti con un colore non ci riuscirei,perchè...tu sei tutti i colori » 
Il mio battito cardiaco divenne insostenibile. 
Poi,si sedette difronte a me,formando un rombo con le mie e le sue gambe. Estrasse il dito indice e cominciò ad incidere i resti di colore che erano sparsi sul pavimento. Roteò il dito,formando linee e cerchi concentrici fino a formare una frase. 
"I love you,Mad." 
Non so se fu' la foga del momento,o semplicemente il fatto che aspettassi quell'attimo da sempre,a farmi dimenticare la velocità a cui andava il mio cuore o le mani tremanti,ma lo feci. Presi il suo viso tra le mani e lo baciai. Quel bacio tanto atteso,macchiato da migliaia di colori diversi. Quel bacio che scatenò un arcobaleno nel mio cuore e tinse tutto il mondo delle tinte più belle. Perchè lui non era un solo colore. 
Lui era tutte le sfumature dei colori piu' belli. 
   
 
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