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Autore: HazzaStyles69    28/03/2014    8 recensioni
Paura nella storia di Roxanne una ragazza di diciassette anni che subisce un trauma da bambina insieme a suo fratello Liam.
Niente sarà come prima da quel momento...
Una storia avvincente piena di solitudine e di sofferenza, ma alla fine rox, riuscira con l'aiuto di alcuni ragazzi a salvarsi la vita?
Bene ragazze, quasta ff l'ho scritta perchè ho molte idee per la testa e spero che sia scritta bene.
E' una storia avvincente che vi farà emozionare -almeno spero- e immeggere nel racconto.
Non ci saranno scene particolari, piuttosto direi scene forti ma credo solo litigi niente di troppo elevato. Con questo vi auguro buona lettura e scusate in anticipo se ci sono errori.
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: OOC | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
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Piccola Trama dove parla Liam.
 
‘-Se vivere così, costerà la Mia vita Liam, allora preferisco morire.- guardai Roxanne per un momento fissa negli occhi.
-Se ti uccidi tu lo farò anch’io.- rimase impassibile a quelle parole come se non gliene importasse nulla.
-Allora muori insieme a me. Mi terrai compagnia li dove di compagnia ne è concessa fin troppa.- strinsi i pugni.
-Loro sono specialisti Roxanne! Vuoi guarire o no? Loro possono aiutarti!- mi guardò e s’irrigidì.
-Loro possono aiutarmi? Possono aiutarmi o, piuttosto, curarmi? Tu pensi che io sia matta non è così?
Pensi seriamente che io abbia bisogno di una scuola per psicopatici? Non credi invece che sarebbe meglio che io avessi un fratello più presente?
Dei genitori ancora vivi e niente che mi vada male? Questo non lo pensi mai è Liam? Tu credi seriamente che una scuola per psicopatici può guarirmi da questa situazione?
Se lo credi, ti informo che quella maledizione di scuola non può farti essere più presente e non farà resuscitare i nostri genitori. Come devo dirtelo?
Sono mesi che parli dietro la porta della tua camera insieme alla tua mogliettina di quanto io stia impazzendo.
Ma tu non sai la verità. Come puoi saperla se non mi dai ascolto eh?- la guardai per un istante per poi poggiare le mani sulla testa.

-Allora su avanti, dimmi cosa ti turba.- lei agitò in aria le forbici da cucina che aveva in mano e le buttò a terra.
-Sai che ti dico? Ho perso i miei genitori, non sarà un trauma perdere anche te.- una lacrima le rigò il viso poi, niente più Roxanne.’

Several of Mind

20 settebre  Wolverhampton, West Midlands.

 
-Rox sei pronta?-  guardai il cielo cupo fuori la finestra. Un temporale stava per avvicinarsi e sicuramente quella non sarebbe stata una bella giornata.
Ultimamente il tempo sembrava capirmi, era sempre nero e tempestoso, come la mia testa che non smetteva di pensare a come sarebbe stata la nuova scuola.
Sospirai nel sentire i passi di Lottie avvicinarsi sempre di più. Il rumore dei tacchi sul pavimento di legno faceva un rumore tonfo e snervante.
-Rox, sbrigati o farai tardi.- in braccio aveva Lucas, mio nipote. Una piccola peste che mi ha sempre fatto crescere un sorriso sul volto.
Mi infilai le converse ancora indecisa se ribellarmi o meno.
-Ma se mi ribello a questa decisione, voi che fate?- Lottie sospirò per poi mettere giù Lucas prendendolo per mano.
-Rox è già stato deciso. Smettila ti farà bene.- non la guardai come neanche lei mi degnò di uno sguardo.
Scesa di sotto, presi l’ultimo bagaglio da portare in macchina e mi incamminai fuori. Liam era appoggiato sullo sportello del passeggero a fumare una sigaretta.
-I tuoi ventuno anni ti permettono di fumarti trentamila sigarette al giorno Mr Payne?- guardai mio fratello sorridere compiaciuto mentre sistemai l’ultimo borsone nel porta bagagli.
-Rox, starai bene. Te lo prometto.- chiusi lo sportellone lasciando che Liam mi aprisse lo sportello per salire a bordo.
-Di amici non ne ho. Quindi in fondo, cosa mi perdo?- lo guardai negli occhi lasciandolo spiazzato e terrorizzato dal mio sguardo poi, salì in macchina e accesi la musica.
 
Il viaggio era lungo, abbastanza da vedere quanto i prati e gli alberi fossero morti con quel sole opaco sotto le nuvole che ricoprivano il cielo della piccola contea dove siamo cresciuti io e Liam.
Da piccoli non si è mai tristi, se non quelle poche volte che i tuoi genitori non ti comprano ciò che vuoi. Ma quella è una tristezza che passa.
Poi c’è l’adolescenza che porta dolore e delusioni. La mia delusione più grande fu quando mi furono portati via i miei genitori.
Quella fu una delle tappe fondamentali della mia vita che ancora di strada ne ha da percorrere. E forse questo mi spaventa un po’.

Un lampo mi fece riprendere dai miei pensieri, il che mi fece innervosire perché dinnanzi a noi c’era un cancello nero con rifiniture bronzo-rame che metteva inquietudine.
Alzai gli occhi notando una scritta gigante che indicava il nome.
La Several of Mind, fu fondata nel 1579 quando, dopo una guerra tra re d’Inghilterra e re d’Irlanda, si stabilì la pace.  
-E’ una vecchia scuola Rox, non stupirti dell’aspetto tetro che ha.- Liam scese dalla macchina contemporaneamente a quando scesi io.
-Risale al…- lo guardai bloccandolo.
-Lo so. Risale al 1579, quando cominciarono a emergere i primi casi di persone psicopatiche.- gesticolai con le mani andando verso il porta bagagli.
-Non sono persone psicopatiche, solo persone diverse.- mi guardò quasi rimproverandomi poi si avviandosi verso il cancello mi disse quasi tristemente
-Allora le nostre strade si dividono qui…- alzai le spalle.
-Diciotto anni si vivono una volta sola no? E i miei li passerò qui. Bell’affare. Veramente un bell’affare.- guardai Liam avvisare la portiera che prese metà dei miei bagagli e mi incoraggiò ad entrare.
-Ciao Rox..- mi girai per un’ultima volta verso Liam.
-Ciao…- sussurrai a mia volta.
 
Il sentiero che divideva il cancello dalla scuola vera e propria era talmente lungo che cominciai a stancarmi.. I bagagli pesavano e in più l’aria era umida e pesante.
Riuscivo a malapena a distinguere i cespugli per la nebbia che si stava facendo spazio tra gli alberi. Cinque minuti e non si sarebbe visto più niente.
-La tua stanza è la 65. L’ultima del terzo piano. Ti consiglio di prendere l’ascensore mia cara.- la donna goffa e zoppicante davanti a me si fermò per un momento rivolgendomi lo sguardo.
-Per adesso ti accompagnerò io, ma una volta davanti la porta della tua camera dovrai cavartela da sola. Chiaro?- annuì senza troppi problemi poi, sussurrai un ‘Ci sono abituata. Stia tranquilla’.
Lei sentendomi parlarle con un tono di sottomissione si girò di nuovo verso di me senza smettere di camminare.
-Dimmi un po’ bambina, perché sei qui?- affrettai il passo per raggiungerla.
-Oh beh. Dopo la morte dei miei genitori mio fratello pensò con tutti i suoi buoni motivi di mandarmi in una scuola per psicopatici.- lei mi guardò attentamente accennando un mezzo sorrisetto compiaciuto.
-Su questo devo darti ragione ragazzina. Ma vedo che sei molto educata.- in quel preciso momento varcammo la porta del piano inferiore e ci avviammo verso l’ascensore.
-Perché pensa che sono educata?- lei spinse il bottone del terzo piano e poi mi guardò.
-Perché mi dai del Lei, quando molti ragazzi mi danno del Tu.- risi compiaciuta.
-Io non la conosco. E’ il minimo darle del lei.- l’ascensore si bloccò per farci uscire. L’anziana donna spinse fuori i bagagli e poi uscì anche lei aspettando che uscissi anch’io.
-Beh. Allora ti ringrazio… Comunque rimane il fatto che sei educata.- risi leggermente.
-Le regole del galateo sono molte, io non ne conosco neanche la metà. E poi l’abito non fa il monaco no?- mi guardò stranita appoggiando uno dei miei bagagli sullo zerbino della porta 65.
-Eccoci qui Mrs Payne.- mi tirò le chiavi della stanza le quali caddero sullo zerbino.
-Ecco uno dei tuoi problemi!- rise l’anziana donna.
-Signorina, da ora in poi dovrai cavartela da sola. Qui c’è l’orario delle tue lezioni, vedi di saltarle e te la vedrai con Mr Butler, il preside della scuola.- mi passò diversi fogli con una mappa ridendo maligna. La guardai con disprezzo.
-Non sei poi così angelo come credevo.- Lei rise andandosene mentre io rimasi scioccata dal suo volto.
 
La mia camera non era ne grande ne piccola. Diciamo che potevano fare di meglio, ma non mi lamentavo.
Dopo aver sistemato tutta la roba negli appositi armadi, uscì dalla camera che chiusi a chiave.
Presi in mano la mappa cominciando ad attraversare il corridoio.
Poi scesi fino all’ultimo piano dove si trovava una grande segreteria –se non fosse stata per i colori tetri e cupi avrei potuto dire che era una scuola apparentemente accogliente- con intorno milioni di ragazzi e ragazze che come me avevano appena varcato quell’enorme cancello. Mi avvicinai tranquillamente facendomi spazio tra i ragazzi che non si decidevano a spostarsi.
-Prego mi dica.- una ragazza bionda tinta con la coda di cavallo si girò verso me sorridendo.
-Sono Roxanne Payne. Può dirmi gentilmente dove si trova l’aula del Signor Grigory?- lei annuì più e più volte sorridendo di nuovo.
 -Certamente. Allora vai avanti dritta per quel corridoio, poi svolta a destra e continua dritta, l’ultima stanza è la classe in cui devi andare.
Segui la scia di ragazzi per orientarti, oggi non siete in pochi a lezione di Lettere.- continuava a sorridere come se niente la dentro le appartenesse o le desse fastidio.
Annuì sospirando un ‘Grazie’ per poi avventarmi nella mischia di ragazzi che andavano a lezione di Lettere.
Essendo una delle ultime ragazze ad entrare trovai liberi solo due posti: il primo banco della prima fila, e l’ultimo dell’ultima fila.
Mi buttai praticamente nell’ultimo banco sedendomi dalla parte del muro e tirandomi su il cappuccio.
-Ehi ragazzina non si tiene il cappuccio in classe chiaro?- annuì abbassando il cappuccio e arrossendo sotto gli occhi di tutti. Bene, prima figura di merda fatta.
 
Passarono si e no dieci minuti –di silenzio piatto- quando il Signor Grigory urlò.
-Ah bene! Di nuovo in ritardo è Malik?- alzai il volto per vedere il ragazzo misterioso e rimasi stupefatta dalla bellezza che emanava.
Tutte le ragazze della classe arrossirono mentre lui passava tra i banchi, mentre io rimasi indifferente. Si sedette con molta cautela accanto a mke e sbuffò.
-Senti non è che potresti spostarti?- mi chiese con voce roca. Risi leggermente.
-La cosa ti fa ridere?- disse lui abbassando il tono ma rimanendo sul tono stronzo.
-Oh no, solo che magari non sei l’unico ad amare gli ultimi posti. Non credi?- lui mi guardò facendo una smorfia di disgusto e si girò dall’altra parte.
Tirò fuori dalla sacca marrone un quaderno rosso fuoco che ritraeva un drago disegnato.
Aprì il quaderno ad una pagina scelta molto bene e cominciò a disegnare…
Il suo tocco era così leggero e perso nel vuoto che quasi non si vedeva nulla.
Quando si accorse che lo stavo guardando chiuse in fretta il quaderno e si girò verso di me con faccia scocciata.
-Posso farmi i cazzi miei o devo darti qualche spiegazione?- alzai le mani in segno di arresa.
-D’accordo, d’accordo. Disegni bene.- sbuffò per poi girarsi di nuovo verso di me.
-Cos’hai fatto per finire qui?- sbuffai di nuovo a quella domanda.
-Ah capisco, il tribunale ti ha dato l’ergastolo- rise bastardo.
-Sei fuori di testa ragazzina. E quando ti si dice di farti i cazzi tuoi, si intende davvero che ti devi fare i cazzi tuoi.- lo guardai perplessa.
-Mio fratello pensa che io sia pazza.- lui rise.
-E lo sei?-
-No che non lo sono.- rise di nuovo.
-Se non sei pazza, perché sei qui?- lo guardai.
-E tu perché sei qui? A me sembri solo uno dei tanti stronzi.-
-Sei una che non molla mai eh? Ho le mie ragioni.- io annuì ridendo.
-Certo… Magari sei più pazzo te di quanto possa esserlo io dalla nascita.- il suo volto si fece cupo come se gli turbasse ciò che gli avevo appena detto.
-Benvenuta alla Several of Mind novellina….-


Beeene Ragazze!!
Allora cosa ne pensate?
L'idea è uscita così dal nulla quindi non so come saranno i prossimi capitoli ne quando aggiornerò. Scusate eventuali errori, forse troppi, è che era tradi perciò non l'ho riletto.
Per il momento fatemi sapere che ne pensate!

Baci eli <3

 
  
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