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Autore: Misaki Ayuzawa    28/03/2014    3 recensioni
"L’immortalità mi rende una costante di questa equazione che è la vita, ma non trovo le variabili. Che qualcuno me le mostri."
Magnus Bane, il Sommo Stregone di Brooklyn, non è forte come sembra. Anche lui ha dei momenti di sconforto e, come tutti, ha bisogno di confidarsi con qualcuno.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Magnus Bane, Theresa Gray
Note: Nonsense | Avvertimenti: nessuno
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Stuck

Cara Tessa,

Non sono sicuro al 100% di star facendo la cosa giusta, scrivendoti questa lettera. Tu hai sempre mostrato una lieve ritrosia nel trattare le faccende dei Cacciatori e del mondo al quale, nonostante i tuoi tentativi di fuga, appartieni, soprattutto dopo quanto è accaduto a Stephen. Tuttavia, non sono mai stato un ipocrita e, per quanto ci abbia provato in passato, e ci provi tuttora, non sono il tipo di persona che si estranea dalle situazioni che, in fondo, lo toccano, lo sai bene. Ricordi quando aiutai Will? Sono passati centotrenta anni eppure mi sembra che sia stato ieri. Ricordo perfettamente, con immagini nitide nella mia mente, la figura di una ragazza che pone dieci domande al secondo e dalle cui labbra pendono due giovani, così uguali e così diversi tra loro, inesorabilmente uniti da te e dai loro sentimenti reciproci che vanno oltre quelli di due semplici parabatai, se davvero esistono “due semplici parabatai”.
Non voglio essere melenso, tantomeno melodrammatico, ma sento fortemente il bisogno di comunicarti tutto quello che ho da dire, perché il Presidente Miao è stanco di ascoltarmi e quasi non si diverte più alle festa che organizzo in suo onore. Magari qualche volta potresti partecipare anche tu, chissà se gli piaceresti! E non preoccuparti, non è come Church, che continua ancora a graffiare e a mordere chiunque gli si avvicini, se non gli va a genio.
Una volta, ti ho detto, come se fosse una promessa, che la prima persona amata che muore è la più difficile da perdere. Ti devo confessare che non è la verità, non so come mai me ne sia reso conto solo adesso. Non ti parlerò della prima persona a me cara che è scomparsa, è ancora troppo doloroso per me, ma puoi facilmente immaginarlo pensando a dolore che hai provato quando hai perso Will. Da quella prima morte, non mi ero più posto questo problema. La morte è semplicemente inevitabile e non c’è nulla che i mortali possano fare per fuggirla, ma ora … ora la temo come mai mi era accaduto prima. Se mi potessi privare del cuore sarebbe tutto più facile. Ti ho già raccontato di Alec, ed in questo momento mi riferisco a lui. Cosa devo fare, Tessa? Sono più vecchio di te e ho più esperienza ma non ho mai avuto una casa, una famiglia a cui affezionarmi per davvero, non contando quei pazzi di Catarina e Ragnor, che ho comunque perso. Tessa, te lo chiedo con il cuore in mano, come hai fatto? Come hai potuto sopportare di pensare ai tuoi figli, ai tuoi nipoti e ai tuoi bisnipoti, che morivano, mentre tu eri lontana. Che morivano, mentre tu rimanevi sempre la stessa. Tessa, aiutami come io ti ho aiutato. Ho saputo trovare in qualche modo parole confortanti per te, ai vecchi tempi, ma ora non ne ho per me. Vorrei non pensare ai capelli di Alec che si faranno sempre più brizzolati, nel tempo, al suo corpo che si indebolirà fino a diventare polvere, ma lui non mi aiuta per nulla in questo intento. Tessa, appaio giovane e in forze, ma oggi più che mai sento secoli e secoli appesantirmi le ossa e il corpo, sento la stanchezza insinuarsi nella mia mente. Conoscere Nascosti e Cacciatori, generazione dopo generazione, apprezzarli e vederli scomparire mi sta spezzando dentro. L’immortalità mi rende una costante di questa equazione che è la vita, ma non trovo le variabili. Che qualcuno me le mostri.
Mi sono perso e ho divagato. Mi dispiace se ti ho fatto perdere tempo con queste mie paturnie, ma quello che sostanzialmente volevo chiederti, all’inizio, era questo: io credo che tu abbia ancora un ruolo da giocare, per quanto piccolo, in questo vicenda. Vieni e raggiungimi a New York, per quanto ti faccia male trovarti faccia a faccia con questi Cacciatori, torna. Dobbiamo rispondere, io e te, ad alcune domande di persone che potresti non essere troppo felice di vedere, ma tutto sommato glielo dobbiamo. Solo un ultimo passo e poi, si spera, questa nube che oscura il cielo della nostra realtà svanirà e, chissà, tu potresti ricevere, in tempi brevi, delle liete notizie.

Magnus Bane

  
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