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Autore: Azul Flambe    29/03/2014    1 recensioni
Molte famiglie nascono in modo semplice, una pony ed una puledra si conoscono, si amano ed alla fine generano della prole, ma cosa accadrebbe se si togliesse l'elemento materno e vi fosse solo un padre, che tra l'altro non è ciò che sembra ? Questa è la storia di come nacque la mia famiglia.
Genere: Avventura, Azione, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Princess Celestia, Princess Luna
Note: OOC | Avvertimenti: Violenza
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Una giornata comune (si fa per dire)

 

 

Una casetta stile medievale, un insegna illuminata dal chiarore della luna ed una dolce musica jazz provenire dal suo interno.

Qui in questo luogo inizia la mia storia.

Chi sono io ? Se realmente siete interessati, ascoltate le mie parole mentre vi porto nel magico mondo di Equestria.

 

Una leggera folata di vento fece sbattere l'insegna in legno, appesa ad un asse orizzontale del medesimo materiale, per poi riposizionarsi nella sua medesima posizione.

“All for a Bit” vi era inciso.

Un incisione che contornava un occhio, e a cui poco sotto, attaccata mediante dei chiodi, alla grossa porta di legno di quercia vi si trovava una frase per coloro che avessero voluto varcare tale soglia.

 

“ Per voi che entrate, sappiate che luogo di perdizione per i vostri denari migliori di questo non ve ne sono, se ciò che cercate è un arma, un equipaggiamento, un talismano o un incantesimo siete nel posto giusto.

Vi è anche un servizio bar, e di compravendita, ricordate solo questo o voi che entrate, se sarete gentili, noi lo saremo con voi.

 

Benvenuti “

 

In quello stesso momento uno zoccolo venne premuto contro la porta, aprendola leggermente.

L'arto apparteneva ad un pony di terra, maschio di media statura dal manto bianco, e dalla criniera di un azzurro vivo.

Sul suo corpo erano visibili alcune cicatrici sulla groppa e sui fianchi.

Probabilmente una guardia fuori servizio, pensai.

 

Il pony fece qualche passo in avanti, lasciandosi chiudere alle spalle il portone.

Dentro al locale vi era una luce soffusa generata da candele sparse in vari punti strategici, e gran parte di questa luce, proveniva da un immenso lampadario appeso al centro della stanza pieno di candele con delle fiamme bluastre.

Lentamente si guardò intorno osservando come sembrasse essere solo, mentre allo stesso tempo stava osservando come, malgrado dall'esterno si sarebbe potuto pensare che il posto fosse disabitato l'interno era molto ben arredato.

Il pavimento era completamente ricoperto da un tappeto rosso sangue, e tutto il mobilio era in legno pregiato e decorato con intarsi dorati.

Ciò che però attirò la sua attenzione fu antico giradischi in funzione, che emetteva una dolce musica jazz, che suonava una melodia di Buddy Hoofden.

Fù a quel punto che tutte le fiamme nella stanza iniziarono ad illuminarsi di soprassalto, mentre a poca distanza dal giradischi si era disegnato sul tappeto rosso un cerchio magico azzurro intenso.

Il pony fece qualche passo indietro, osservando con sguardo attento il fenomeno che si stava mostrando ai suoi occhi.

Dal cerchio ascese, come se fosse fuoriuscito dal pavimento, un pony che per qualche attimo restò celato nell'ombra visto che appena fu totalmente fuoriuscito le candela della stanza si spensero per un lasso di tempo che per il visitatore parve interminabile.

 

Le luci si riaccesero qualche secondo dopo, accompagnate dalla mia voce piuttosto seria.

 

« Buonasera giovane viaggiatore.

Ti do il benvenuto nel mio modesto locale, perdona il mio ritardo ma avevo degli affari in corso...» dissi, avvicinandomi al pony che mi scrutava con fare preoccupato.

Capì all'istante quale fosse il problema, il solito immaginai.

Del resto non si vede tutti i giorni un pony senza criniera con tatuaggi alchemici azzurri, con un paio si occhiali oscurati in piena notte uscire da un pavimento.

Mi fermai e lo osservai con attenzione, per poi iniziare il dialogo ed arrivare a ciò che mi interessava.

« Dimmi ragazzo, come posso servirti ? » dissi allungando lo zoccolo sinistro verso di lui attendendo una risposta, mentre la musica jazz continuava ad allietare la mia dimora.

Il pony dal manto bianco, ci mise un poco a rispondere, ma alla fine trovò il modo di formulare una frase.

« Io ...ecco....stavo cercando un qualcosa...ecco..» si bloccò di colpo, non appena si fu accorto che mi trovavo a pochi millimetri dal suo muso.

Fece qualche passo indietro e per poco non inciampò, dopo essersi riflesso nei miei occhiali.

« Non dirmelo ragazzo, lasciami indovinare....io so perché sei venuto qui...» feci una breve pausa, mentre inizia ad avvicinarmi al bancone dove era appoggiato il giradischi.

« Tu sei venuto perché cerchi un arma in grado di uccidere un drago, non è vero ??? Tranquillo non preoccuparti da noi ci sono i migliori prezzi, e senza fatica ridurrai a brandelli quella lucertola, allora contanti o Equestria Express ? » chiesi mentre difronte a me, da un cerchio alchemico azzurro ,simile a quello usato poco prima da me, era comparsa dal terreno una splendida spada ricurva dalla lama nera e con l'impugnatura e l'elsa di due distinti rossi.

L'arma una volta uscita dal cerchio si poso dolcemente sul bancone, dietro a cui mi posizionai portandomi difronte la cassa.

Regno per qualche istante il silenzio, durante il quale gli occhi del pony fissavano i miei occhiali neri, come se non avesse ascoltato nulla di ciò che avevo appena detto.

Finalmente parve riprendersi. Si alzò e incominciò ad avvicinarsi al bancone.

Ad ogni suo passo mi sembrava di vedere l'equino trasformarsi in un sacco di monete tintinnanti.

Arrivo difronte al bancone, ed iniziò ad osservare con una scintilla negli occhi la spada che avevo fatto comparire, poi rivolse lo sguardo verso di me.

 

« Ma lei è per caso un mago ? Perché non mi sembra che lei sia un unicorno signor...» il pony si accorse che nessuno di noi si era presentato, quindi presi la palla al balzo.

« Flambé, signor Flambé, ragazzo mio, ma per gli amici Azul.

E tu possiedi un nome, oppure sei venuto a comprare anche quello ? » sorrisi alzando un sopracciglio.

Il pony resto un secondo come intontito per poi rispondere in modo rapido.

« Il mio nome è Skylight, signor Flambé, però ecco vede....» presi nuovamente io la parola.

 

« Azul, ragazzo, noi siamo amici no ? Su coraggio, dimmi un po' ne hai fatta di strada per arrivare fino a qui, e poi che gran nome che hai, degno di un pony che diventerà un eroe, un grande uccisore di draghi, chiaramente grazie a questa lama, il suo nome è “Secred Blood”, l'ho forgiata io stesso come tutte le armi, e talismani nella mia dimora. » dissi alzandomi sulle zampe posteriori ed estendendo le anteriori verso i lati della stanza.

Skylight mi osservò con fare perplesso.

« Signor Azul...io però a dire il vero... non vedo nessuna arma..a parte quella che ha fatto comparire..» disse guardandosi attorno, per poi tornare a fissarmi non appena lo interruppi.

« Beh ragazzo mi sembra ovvio che tu non possa vedere le mie creazioni, oggetti tanto preziosi non possono essere messi in mostra sotto l'occhio di chiunque, e comunque il mio famigerato senso del venditore e dell'affinità mi fa capire al volo cosa vuole qualsiasi cliente varchi la mia soglia » dissi spavaldo rimettendomi a quattro zampe ed aspettando che mettesse lo zoccolo nella sacca per estrarre il pagamento.

Il pony sorrise leggermente, mentre con lo zoccolo anteriore destro disegnava piccoli cerchi sul pavimento.

« Si beh ecco...la spada è davvero molto bella...Signor Azul...» partì diretto mentre, i miei sensi monetari erano ormai alle stelle.

« Però io a dire il vero ero venuto per acquistare un sidro d'amore... » concluse osservandomi ed arrossendo.

Non si rese conto che in quel preciso istante ogni mio singolo sogno di intascare un numero a quattro cifre si ridusse a dieci miseri bit.

Restai in silenzio per qualche secondo a bocca spalancata, mentre una leggera brezza penetrata da una finestra fece svolazzare il mio cappotto grigio.

Mi ripresi solo quando mi accorsi che il ragazzo mi stava passando lo zoccolo sinistro a poca distanza dal naso per controllare se fossi sveglio.

« Un sidro d'amore..? Sei certo che non vuoi la spada ? Perché sai posso farti un prezzo veramente vantaggioso. » mormorai indicandogli nuovamente l'arma con la punta dello zoccolo destro.

Ma il pony fece cenno di no con la testa per poi infierire nuovamente.

« No no, la ringrazio signor Azul, ma mi occorre solo il sidro, se mi dice quanto le devo tolgo subito il disturbo..» disse gioioso, mentre da un piccolo cerchio alchemico da me creato si era materializzato una boccetta a forma di cuore contenente un liquido rosato.

La poggiai sul tavolo.

« Sono dieci bit ragazzo, ma voglio essere generoso, per 1005 bit posso darti anche la spada, che ne pensi eh ?? Non capita spesso che io faccia di queste promozioni, questo solo perché mi stai simpatico ovviamente. » mentii spudoratamente, anche se qualcosa in quel pony mi ricordava tanto un giovane conosciuto tempo prima.

Lui prese la boccetta e poso i dieci bit sul bancone.

Infilò rapidamente la boccetta nella sacca laterale a sinistra, poi mi osservò sorridente.

« La ringrazio signor Azul, ora finalmente potrò ottenere il cuore della pony che amo, tutto grazie a lei !! » disse tutto scalpitante.

Io non riuscì più a trattenermi.

« Di nulla ragazzo...certo devi essere proprio uno sfigatello se hai bisogno di una pozione per fare innamorare una pony di te...ma se preferisci avere un finto amore piuttosto che uno vero...non sarò di certo io a fermarti. » dissi senza curarmi della pesantezza delle mie parole.

In quel momento calò il gelido silenzio nella stanza, tanto che riuscivo ad udire il mio ed il suo respiro.

Il pony mi osservo con sguardo afflitto, quasi in lacrime.

« No no, ragazzo senti mi dispiace ok...io non volevo..» parole buttate al vento.

Skylight iniziò a versare lacrime come fossero le cascate arcobaleno.

« Io...vorrei conquistarla con mezzi normali...ma è impossibile...non sono bravo in nulla...si sono grande e grosso ma la verità è che sono solo bravo a parole e sono estremamente timido...per questo pensavo che un sidro d'amore fosse la soluzione...ma ora che lei mi ha detto queste cose...capisco che ha ragione...devo impegnarmi e fare il meglio per lei...e non conquistarla in modo falso, come posso ringraziarla signor Azul ? » disse mentre mi stava osservando con lo stesso sguardo con cui di solito si osserva la principessa Celestia.

« Se vuoi ringraziarmi, prendi la....la...la strada del ritorno e dirigiti in un campo poco distante dalla strada, troverai degli splendidi fiori rossi, portagli un mazzo di quelli e vedrai che tutto andrà bene..» mentre dicevo ciò si stava producendo un immensa quantità di scrocchi e suoni interni al mio stomaco, visto che non mi sarebbe mai capitata un altra occasione simile per vendere quella spada.

Ma per mia sfortuna possedevo ancora un cuore di pony in fondo.

« Per sicurezza però tieni il sidro, non si sa mai ragazzo.

Ora vai prima che faccia notte fonda e segui le mie indicazioni, a presto » dissi mentre ormai sembrava che il mio stomaco stesse per divorarmi dall'interno.

Almeno ero riuscito a tenermi i dieci bit, e tale pensiero mi faceva stare di poco meglio.

Il pony dopo avermi ringraziato usci di corsa dal portone e svanì lungo la strada verso Ponyville.

« Ehhh sto diventando vecchio per questo lavoro.» dissi tra me e me, mentre la spada svaniva in un cerchio alchemico.

Nel frattempo io mi avvia verso la stanza situata a destra del bancone di fianco al giradischi.

Apri la porta di legno intarsiata d'oro, per ritrovarmi nel buio più assoluto, mentre la porta si chiudeva alle mie spalle.

Borbottai silenziosamente una formula alchemica.

« Fosforus light » subito dopo aver pronunciato tali parole la stanza esplose di luce, rivelando un immenso salone adornato da ambo i lati di vestiario di vario generi per ogni sesso ed età di qualsiasi pony si fosse presentato.

Il salone pareva non finire mai, ci misi un tempo che non saprei descrivere per arrivarci in fondo, dove sopra un letto rosso completamente foderato di pizzo del medesimo colorato si trovavano due pony di sesso femminile.

Le mie due figlie, il mio più grande tesoro, Louise e Margò.

Non appena mi videro, gridarono all'unisono.

« Bentornato papone !!!» mentre dicevano ciò erano entrambe saltate dal letto e mi stavano correndo incontro.

Io sorrisi e quando mancava poco al contatto con la mia famiglia, sussurrai.

« Mi siete mancate...piccole mie...» anche se nella mia mente sapevo bene di non essere loro padre.

Ormai penso fossero passati almeno dodici anni dal giorno del nostro incontro.

A quel tempo non possedevo neppure un corpo, in effetti è difficile da pensare, ma altro non sono che un antico fuoco fatuo incarnato sotto queste equine sembianze estrapolate dal loro singolo desiderio.

In quel periodo di caos, le battaglie tra schiere di changelings e truppe Equestri era all'ordine del giorno, con migliaia di caduti da ambo le parti.

Effettivamente per quanto trovassi sciocco quell'inutile conflitto io avevo solo da guadagnarci, essendo uno spirito che si nutre dell'ambizione, dei desideri e dei sacrifici.

Inoltre tutte queste guerre lasciavano innumerevoli armi e bottino da poter prelevare in tutta tranquillità.

Ma come spesso accade non tutto fila sempre liscio, un giorno mentre mi trovavo nel più grande massacro che la storia di Equestria abbia mai visto, avvertii la presenza di qualcosa di molto diverso, delle armi, se cosi potrei definirle, mai viste prima.

In una valle, dove si erano fortificati inutilmente delle guardie con lo stemma delle due regnanti vennero sopraffatti dai quei parainsettoidi schifosi.

Chiaramente quegli essere si limitarono ad uccidere le guardie e prelevarne “l'amore”, ed aggiungerei la carne, senza porsi minimamente la domanda del perché non fossero scappati o cosa stessero cercando di proteggere.

E fu allora, seguendo la traccia magica che emettevano che trovai, in un baule con vari sigilli che aprii facilmente, sei gemme dall'elevato potere magico.

Per mia sfortuna nello stesso momento in cui aprì lo scrigno le suddette gemme iniziarono a fluttuare alle mie spalle iniziando a roteare attorno alle due principesse, che si erano appena trasportate in quel luogo.

Lo ammetto non fu una saggia scelta scagliare una fiammata verso di loro,dato che non solo l'attacco non raggiunse il bersaglio ma usarono le suddette gemme contro di me pietrificandomi istantaneamente.

Inutilmente prima di essere totalmente ridotto in una colonna di ceramica rilascia tutte le armi da me raccolte facendolo schiantare violentemente al suolo tramite un incantesimo di trasferimento.

L'ennesima idiozia da me compiuta, prima che il mio attacco si abbattesse le due erano già svanite nel nulla e tutto ciò che ottenni fu crearmi un cimitero circondato dai miei preziosi tesori.

Gli anni passarono, e lentamente ma inesorabile il tempo fece il suo corso e la zona dove riposavo venne conosciuta come il “cimitero dell'avidità” e cominciarono a circolare molte leggende più o meno vere, sul luogo del mio riposo, che spesso veniva preso di mira da ladri e predoni che si appropriavano dei miei tesori, senza che io potessi fare niente, in fondo una palo di roccia cosa può fare se non osservare.

Poi finalmente un giorno accadde qualcosa di inaspettato.

Mentre ero dedito alla mia eterna prigionia notai la presenza di due strane figure.

Due piccole pony femmina, una unicorno ed una di terra. La prima aveva una folta chioma violacea, occhi di smeraldo ed un manto roseo, la seconda una criniera bicolore rosata che ricordava lo stesso colore dei suoi occhi, ed un manto viola acceso.

Era strano per me avere visite così innocenti, solitamente ero visitato da draghi, pony guerrieri, ladri e cani stana diamanti, la cosa però non mi diede più di tanta gioia dato che in fin dei conti, restavo sempre bloccato li e prima o poi se ne sarebbero andate.

Ma come ormai d'abitudine, mi sbagliai nuovamente. Le due piccole ignorarono completamente le armi e qualsiasi altro oggetto di valore, e si diressero da me.

Le due iniziarono ad osservarmi e girarmi attorno, senza mai dire nulla, sembrava quasi si capissero con gli sguardi.

La cosa che mi stupì di più fu che non solo le due no rubarono nulla e si interessassero a me, ma al fatto che iniziarono a ripulirmi e mettermi attorno dei fiori, quasi come se fossi una specie di idolo di qualche tribù antica.

Oltretutto le due si trasferirono proprio in questo luogo e costruirono attorno a me una specie di piccolo tetto per impedire che la pioggia mi bagnasse, apprezzai molto quel pensiero.

Decisi allora di dare loro dei nomi, visto la loro indole taciturna. L'unicorno si sarebbe chiamata Louise mentre la piccola di terra Margò.

Passarono alcuni mesi, e lentamente le vedevo crescere, le vedevo divertirsi attorno a me, si stringevano a me durante i temporali e si nascondevano tra i ruderi rimasti qualora qualche sconosciuto venisse a rubare.

Più di una volta dovettero ricostruire il mio tetto visto che a differenza loro nessun altro si curava di me.

Ammetto che il mio desiderio di poter comunicare con loro divenne quasi insostenibile, tanto da arrivare a maledire coloro che mi avevano reso di pietra.

Passarono diversi anni in cui le due crebbero assieme a me, in cui si presero cura di me.

Addirittura Louise imparò ad utilizzare una vecchia falce senza valore, mentre Margò si dimostrò più che pratica con la frusta e nel saper utilizzare vecchi stracci per creare piccole coperte o abitini per coprirsi in caso di freddo.

Ricordo anche di come spesso Margò guardandosi con sua sorella davanti a me, nella sabbia, disegnasse un pony, che dopo un po' arrivai a capire che probabilmente dovevo essere io.

Senza criniera e senza coda, con due grossi occhi, dallo sguardo truce e con degli strani simboli sugli zoccoli, nel collo e sulla testa, che io attribuii a delle crepe formatesi su di me.

Non avrei mai pensato di potermi affezionare a qualcosa che non fosse un bene materiale, ma evidentemente anche un essere avido come me può cambiare.

Ma poi venne quel giorno.

Un caldo pomeriggio d'estate un grosso pegaso venne al cimitero in cerca di qualcosa da sgraffignare, purtroppo non trovando nulla di suo gradimento.

Per questo decise che come punizione avrebbe distrutto l'unica cosa che ancora si reggeva in piedi in quel luogo, me.

Il grosso pegaso dal manto argenteo indossava una maglia aderente nera, e degli occhiali nero pece, e di certo non si può dire che fosse ne cortese e nemmeno furbo.

Non appena provò a colpirmi, dovette indietreggiare con un colpo d'ali per evitare un fendente discendente di Louise, in contemporanea con uno schiocco di frusta di Margò.

 

« Meh...e voi cosa volete ?!?!

Non vedete che mi state intralciando ?! » disse lui alzando un sopracciglio e puntando il suo zoccolo anteriore destro verso di loro.

Le piccole non si mossero di un millimetro, e senza parlare, si misero in guardia tenendo me alle loro schiene.

« Ferme non è un avversario alla vostra portata !! » provai inutilmente a dire.

« Ah...già...non possono sentirmi...» dissi tra me e me sconsolato, ma comunque mantenendo la mia attenzione sulle mie figlie.

Il bestione alato sputo alla sua sinistra, poi si inclinò in avanti e con un poderoso colpo di ali svanì.

Ricomparì a poca distanza da Louise con lo zoccolo destro in avanti sferrando un potente montante che fortunatamente l'unicorno parò ponendo la falce trasversalmente dinanzi a se tenendola stretta con gli zoccoli anteriori.

« Tsk.. niente male per una ragazzina, vediamo quanto siete resistenti !! » disse mentre con un colpo d'ali diretto in avanti sparì di nuovo evitando un colpo sulla groppa portato dalla frusta da Margò.

Il pegaso era una vera e propria scheggia, non era visibile, o almeno non lo era per loro due.

Io riuscivo a notare i suoi movimenti ascendenti e laterali, ma purtroppo non potevo avvertirle non potevo fare nulla.

D'un tratto ecco che ricomparve, ma con mia grande ecco che la frusta di Margò si strinse netta ad ali del pegaso facendolo piombare al suolo senza avere il tempo di puntare gli zoccoli, alzando un polverone.

Nello stesso istante Louise tenendo sospesa la falce con la magia, la inizio a far girare sul proprio asse verticalmente e poi la scagliò a folle velocità verso l'avversario ancora a terra.

« Però niente male davvero piccole mie, sono davvero fiero !! » dissi nella mia prigione di pietra.

Purtroppo non ebbi il tempo per gioire, dato che un colpo magico di un nero pece colpì la falce spezzandola a metà, seguito subito da un secondo fascio che tranciò la frusta di Margò, che per il contraccolpo dello strappo cadde a terra.

Nel frattempo il pegaso si era rialzato e si era levato ciò che rimaneva della frusta dalle ali, mentre un secondo pony, un unicorno, lo stava raggiungendo.

Il nuovo arrivato era un esile unicorno femmina che indossava un cappotto grigio lungo, il suo manto era azzurro cielo, mentre la sua criniera tendeva al verde.

« Allora Strong Wing quanto ci vuole per portarmi qualche tesoro...?

E poi mi spieghi perché stai combattendo con delle ragazzine ? » disse questa stizzita, mentre il pegaso sembrava essere ancora intontito dalla caduta e non rispose.

« Eh...se un lavoro vuoi che sia fatto bene devi fartelo da sola...» detto ciò osservò le mie figlie ed iniziò a tempestarle di colpi magici, che però entrambe riuscirono a schivare agilmente trovando rifugio dietro a sassi di grosse dimensioni.

Ma a quel punto quella maledetta giocò sporco, carico un potente incantesimo, e lo scagliò direttamente contro di me.

Pensai che fosse la fine, ma in realtà fu molto peggio.

Louise e Margò mi fecero scudo coi loro corpi.

« MALEDETTAAAAAAAAAA !!!!!!!! » urlai in preda alla rabbia, seppur inutilmente.

« TI AMMAZZERO' !!!! MI HAI SENTITO ?!?! SEI MORTA TU ED IL TUO COMPAGNO !!!! » continua ad urlare nel silenzio della pietra in cui ero imprigionato, mentre le mie piccole giacevano a poca distanza da me.

Erano così vicine che potevo sentirle ancora respirare, anche se a fatica, ed io non potevo fare nulla, ero inutile.

Non ero in grado di proteggere coloro che fino ad ora si erano prese cura di me.

Maledissi me stesso e la mia avarizia e Celestia e Luna, ed arrivai ad urlare talmente forte che probabilmente persino le stesse divinità Equestri mi sentirono.

 

«...Papà...» nel mio delirio di dolore sentì quella parola.

Poi nuovamente.

«...Noi non ti permetteremo...di fare male a papà...» quella era la prima volta che sentivo la voce di Louise.

Una voce splendida seppur debole a causa del colpo subito.

Iniziai a piangere, mentre sentivo quelle parole per la prima volta, mentre l'unicorno tentava di rialzarsi.

« Sorellina....sorellina...? Sei viva..?

Papà ha bisogno di noi...alzati...» disse mentre si era alzata con gli arti anteriori.

Margò non rispose.

La mia disperazione raggiunse il limite quando mi accorsi che non riuscivo più a percepire il suo respiro.

« Papà ? Quante sciocchezze, quella è solo una pietra sciocca ragazzina.

Ma non preoccuparti sarebbe ingiusto farti restare sola senza tua sorella, Strong Wing finiamola ora. » disse l'unicorno con tono aggressivo mentre il pegaso dopo un battito d'ali sparì.

Quando ricomparì, io inorridì.

Aveva colpito Louise con lo zoccolo destro alla base del collo rompendoglielo di netto.

Mia figlia si abbatté al suolo, mentre dai suoi occhi scendevano piccole gocce sferiche salate.

Vi fu un apparente silenzio, dato che in quel momento le mie grida stavano straziando il vuoto della pietra.

« LOOOUISEEE !!!!!!!!!!!!!! » gridai sentendo chiaramente un aumento improvviso di calore all'interno della pietra.

 

« Molto bene, qui abbiamo finito.

Ora andiamocene prima che qualcuno si accorga di questo casino. » disse con freddezza l'unicorno.

 

« Solo un attimo capo, lasciami distruggere quel pilastro giusto per togliermi la soddisfazione. » grugni il pegaso, mentre la sua compagna sbuffò scocciata, dandogli le spalle.

Si girò qualche secondo dopo, non appena un enorme bagliore blu venne sprigionato alle sue spalle, seguito dall'urlo del pegaso.

« Capo aiuto !!!!! !Questo coso è vivo !!! » gridò, mentre il pilastro, ormai pieno di crepe da cui fuoriusciva la luce color cielo si disintegrò.

Uscirono due fiammate blu che ignorarono il pegaso andando ad avvolgere le due puledre, in quell'istante il tempo si fermò.

Mi ritrovai in ciò che noi mistici chiamiamo Limbo.

Tutto era bianco, ed in esso mi trovavo io con al di sotto di me le mie figlie, davanti a me si ergeva una figura che conoscevo fin troppo bene.

« Ciao Azul, è da molto tempo che non ci vediamo...mi fermerei a parlare con te, ma devo prendere le energie vitali di queste giovani...» disse la macchia scura mentre avvicinava uno scheletrico artiglio, emerso da quella massa oscura, verso le giovani.

Non riuscì a sfiorarle a causa della fiammata che sprigionai generando una circolo attorno alle puledre.

« Tu non prenderai proprio nulla. » dissi con tono serio.

« Pensi forse di potermi fermare ? Di cambiare il destino ? Sai bene che sono cose al di fuori della tua portata, oppure consideri anche loro delle tue armi ? » disse con ironia mentre, dopo aver ritirato l'arto nella propria massa ora era uscita dal medesimo punto una falce in ossidiana, con cui con un colpo orizzontale fece sparire il mio circolo protettivo.

« Tu non potrai mai capire...sei solo un triste spirito capace di raccattare energia per la tua sopravvivenza, non potrai mai capirmi, anche se probabilmente un tempo avresti avuto ragione...»

« Perché ora non c'è l'ho ? » disse lei spavalda, ma con una punta di curiosità.

« Non potresti avere più torto !!

Però so una cosa, la tua brama di energia è grande, ti propongo uno scambio.

La mia energia per la loro. » Dissi serio, senza la minima esitazione fluttuando davanti alle due pony.

La triste mietitrice restò per qualche attimo interdetta.

Poi dopo un istante che parve interminabile parve riprendersi e parlò.

« Oh Azul...non dirmi che hai scoperto l'amore...sai questo è un sentimento che porta molto dolore, ma che genera anche enorme energia durante la vita...più una persona è amata più quando viene il momento per me di prenderla il suo livello energetico è alto...e notando quanto il livello delle due pony fosse già alto in così poco tempo mi chiedo e se ti proponessi qualcosa di più fruttuoso per entrambi ? » disse mentre ritraeva dentro di se la falce in osso.

Restai qualche secondo immobile, soppesando ogni singola parola che avevo udito fino a quel momento.

Alzai lo sguardo e proferì parola.

« Ti ascolto. »

« Io non prenderò la vita delle due puledre e nemmeno la tua...per ora, in cambio tu dovrai legare la tua anime alla loro...una cosa semplice...ciò farà in modo che la tua energia le riporti e mantenga in vita, proprio come un padre vero è essenziale per la propria prole...» disse avvicinandosi a me con fare compiaciuto.

« Ed in cambio tu cosa ci guadagni ? » dissi sospettoso.

« Semplice...una volta all'anno verrò da voi ad assorbire il 90% dell'energia che avrete prodotto dal vostro amore..inoltre vi occuperete di alcune faccende per me...diciamo che mi faciliterete il lavoro..diciamo sarete come...degli shinigami..» disse mentre aveva nuovamente estratto l'artiglio sul quale ora aleggiava una strana luce blu elettrica.

Stavolta non ebbi dubbi.

« Morte, io accetto.

Ma sappi che però ti faciliterò il lavoro a modo mio, alla fine sai bene che ho sempre saputo come ottenere ciò che voglio.

Procediamo.» dissi senza la minima esitazione, poco prima che la mietitrice mi piantasse l'artiglio al centro del mio globo incandescente.

« Oh lo so bene...ricordo quanti guerrieri hai condotto a morire per appropriarti delle loro armi, garantendo anche a me le loro energie...ho fiducia in voi...ed ora resta immobile. » disse mentre la luce dell'artiglio cambiò da blu a rosso.

Il dolore che sentivo era straziante, ma sapevo che era la cosa giusta.

Mentre eseguiva ciò riuscivo ad avvertire come se il mio stesso essere venisse strappato dalla propria base e forma e venisse diviso in parti eque che si dirigevano e penetravano nelle mie figlie.

Fù in quel momento durante quel dolore straziante che riuscì ad avvertirlo.

Il loro respiro, la loro energia che iniziava a pulsare in loro.

Infine osservai Morte, che sembrava compiaciuto non solo del nostro patto, ma anche del fatto che io stessi soffrendo.

Trovai la forza per qualche ultima parola.

« Morte un ultima cosa...vorrei tornare nel mondo Equestre con le forme di un pony....nelle memorie delle giovani troverai una specie di ritratto di come dovrei essere...vorrei quell'aspetto...»

nuovamente la dea mi osservò stupefatta.

« Sei cambiato molto Azul...ma ciò che mi che mi chiedi sarà difficile...posso donarti un corpo come desideri...ma il tuo potere dovrà pur sempre essere distinto in un qualche modo, quindi dovrai celarlo in qualche modo...se lo desideri posso concentrarlo in uno specifico punto...» disse lei mentre stava ormai per concludere il rituale.

Io risposi fermamente.

« Gli occhi.

Esegui il legame negli occhi, nessuno potrà più vedere i miei occhi, e chiunque avrà la sfortuna di vedermi non sopravviverà per raccontarlo.» dissi ormai allo stremo.

« Eh sia, allora Azul col tuo permesso ora termino il rituale e vado a prelevare altre energie.

Ci rivedremo tra 289 giorni.» disse mentre estraeva l'artiglio dal mio globo.

In quel preciso istante notai come attorno a me si stesse iniziando a manipolare una miriade di sostanze diverse che mi stavano ricoprendo.

Il mio nuovo corpo si stava formando attorno a me.

« Morte, fosse in te non mi allontanerei troppo...tra poco avrai un po' di energia da prelevare. Rimandami indietro ora. » dissi, mentre nella massa oscura parve formarsi un sadico sorriso soddisfatto.

Il pilastro esplose.

Da esso fuoriuscì un pony dal manto marrone come la terra, senza criniera ne coda, con diversi simboli alchemici simili a crepe sul corpo.

« Finalmente libero.

Prendo in prestito i tuoi occhiali, tanto a te non serviranno più. » dissi con voce glaciale, mentre, con ancora la polvere in aria, mi posizionavo gli occhiali neri del pegaso nel muso.

« C-Chi diavolo sei tu ?!?! » provò a balbettare il grosso pony.

Lo guardai attraverso le lenti a specchio nere con disgusto, alzai il sopracciglio sinistro e poi gli risposi seccamente.

« Sono il padre di queste due puledre.

Ed ora pagherete per ciò che avete fatto. » dissi mentre mi avvicinai lentamente a Margò pulendo il muso con lo zoccolo anteriore sinistro dalla polvere, e poi, dopo essermi accertato che fosse viva mi avvicinai a Louise eseguendo la medesima azione, notando però il suo stato di semi coscienza.

Le avvicinai le labbra all'orecchio.

« Non preoccuparti piccola, ora qui ci pensa papà, tu riposa. » dissi con voce calma e dolce, mentre mi accorsi che sul suo volto si disegno un sorriso.

Riportai la mia attenzione sugli aggressore che ora erano uno di fianco all'altra.

L'unicorno partì a parlare in modo sfrontato.

« Niente male, proprio una bella entrata, ma ora cosa pensi di fare bell'imbusto ? » disse sollevando il sopracciglio sinistro, per poi rivolgersi al pegaso.

« Strong Wing rispediscilo da dove è venuto.

Ora. » appena la pony terminò di parlare il pegaso si lanciò direttamente contro di me svanendo.

Ricomparì difronte a me con entrambi gli arti anteriori premuti contro i miei.

Strisciai per qualche metro indietro facendo forza con gli arti posteriori nel terreno, che affondarono leggermente.

Lo fissai negli occhi attraverso le lenti scure.

Ciò che lessi nel suo sguardo fu stupore e paura crescere, probabilmente non gli capitava spesso che qualcuno parasse in quel modo un suo colpo.

Ammetto che non fu facile, aveva molta forza, e sicuramente avrei risentito più tardi di quell'impatto visto anche lo sforzo dovuto all'eradicamente di parte del mio potere.

Ma non potevo arrendermi, non ora.

Alzai lo sguardo e sorrisi.

« Tutto qui ?

Beh ora tocca a me.» dissi spavaldo spingendolo indietro facendo forza con gli arti posteriori nella terra.

Poi posi in avanti lo zoccolo destro recitando una formula.

« Weapon birth » nel momento in cui conclusi la frase tre cerchi alchemici comparirono, uno in perpendicolare al mio zoccolo, e gli altri due inglobarono la parte con la lama della falce di Louise, e la parte con manico di frusta di Margò.

Queste nel processo si unirono e fuoriuscirono dal cerchio difronte a me, sotto forma di una lama ricurva di circa 70 cm unita alla base dalla frusta in una lunghezza di quasi due metri.

Avvolsi la parte finale dell'arma al mio zoccolo sinistro, mentre col destro reggevo la lama.

« Niente male...la chiamerò Scyther whip. » dissi piuttosto soddisfatto, dato che era da molto tempo che non utilizzavo uno dei miei poteri.

« C-capo hai visto cosa ha fatto ?!?! » disse il pegaso terrorizzata, che iniziò ad arretrare, quasi inciampando.

La sua compagna sbuffo seccata e si avvicino a me.

« Come ho già detto, se vuoi qualcosa fatta bene devi fartela da sola.» disse, senza accorgersi ce dopo aver compito un movimento a 360° avevo scagliato la lama con tutta la mia forza verso di lei.

Il colpo come prevedibile, non andò a segno, poiché l'unicorno erse una barriera difronte a se contro cui la mia arma si abbatte.

La ritrassi con un movimento laterale dell'arte anteriore sinistro riafferrandolo nel destro.

 

« Niente male...classica strategia da unicorno codardo, alzare barriere evitando di combattere personalmente, non siete cambiati minimamente nel corso degli anni. » dissi alzando un sopracciglio e sfoggiando un sorrisetto.

Fù probabilmente per la mia frase, che notai una vene gonfia pulsarle in fronte, mentre digrignava i denti e caricava un incantesimo nel corno.

« Ora vedrai la mia potenza razza di illuso !!! » disse rilasciando tutta l'energia accumulata in un fascio di luce nera, diretto verso di me.

« Tipico, hai perso. » dissi, mentre spostai lateralmente la testa evitando il colpo che si abbatté dietro di me.

Fù così facile schivarlo poiché accecata dalla rabbia mise talmente tanta energia nel colpo, senza calcolarne l'ampiezza, quindi il raggio seppur veloce era di piccola portata e basto un piccolo movimento per schivarlo.

Nello stesso momento lanciai nuovamente la lama verso di lei dandole un movimento ad effetto ascendente.

« Tsk, non riuscirai a colpirmi !!! Sei troppo ripetitivo !! » disse mentre eresse nuovamente una barriera nella presunta direzione del colpo.

Fù in quel momento che davanti alla lama comparve un cerchio alchemico in cui essa sparì, mentre un secondo cerchio si era aperto alle spalle dell'unicorno.

La lama fuoriuscì prima dal cerchio, e poi dal collo di quest'ultima, dopo aver passato il coppino, che crollo a suolo.

Aveva ancora gli occhi spalancati.

Diedi nuovamente un tiro con lo zoccolo sinistro riprendendo la lama, che emise uno schiocco netto fuori uscendo dalla testa della pony che ritornò seguendo il percorso dei cerchi, uscendo pulita dal sangue della nemica, e finendomi nello zoccolo destro di piatto.

« Fuori una, avanti il prossimo. » Sussurrai iniziando ad osservare il pegaso che si stava allontanando in volo a folle velocità dopo aver assistito alla fine della sua compagna.

Capì subito che non sarei mai riuscito a colpirlo con la lama, quindi mi affidai alla fortuna.

« Dunque...calcolando più o meno la sua velocità...si direi che dovrebbe funzionare...»

Nello stesso momento aprì un nuovo cerchio alchemico al di sotto di un macigno che vi cadde all'interno come se al di sotto vi fosse il vuoto.

Ricomparì precisamente davanti al pony in volo, che ci si sfracellò contro per poi precipitare al suolo, probabilmente con l'osso del collo rotto.

« Bene....direi che ora posso ripos...» non riuscì a finire la frase, poiché svenni al suolo per la fatica.

Non so esattamente quantificare quanto dormii, so solo che quando mi svegliai mi trovavo all'interno di una grotta con al fianco.» le strinsi forte a me, e tornai a riposare.

Successivamente mi dissero che avevo dormito per quasi 5 giorni durante i quali parlavo in lingue strane nel sonno.

Probabilmente ricordi del mio passato.

Ma comunque decidemmo di stabilirci in quel luogo, chiaramente gli spiegai ciò che era successo e che da quel momento sarei stato loro padre.

Non saprei nemmeno descrivere la loro felicità, forse superiore anche alla mia.

Utilizzando i miei poteri trasformai la caverna in una accogliente dimora e col tempo per mantenere la promessa fatta alla morte iniziai a commerciare armi ed amuleti, in questo modo inviavo guerrieri incontro al loro destino colmi di energie per la loro ambizione, ed allo stesso tempo ottenevo un doppio guadagno visto che spesso i miei clienti cadevano durante le loro imprese, ed io applicavo il mio speciale sigillo di ritorno ad ogni cosa vendessi, in tal modo alla morte del proprietario, ignaro di ciò, l'arma ricompariva nell'armeria.

Chiaramente l'intero ricavato delle vendita lo passavo alle mie figlie in modo che anch'esse potessero creare, comprare e vendere ciò che desideravano.

Ma penso sia ora di tornare al presente.

Atterrai direttamente al suolo sovrastato da entrambe che si avventarono sul mio collo, e sfortunatamente iniziarono la “tortura” da loro preferita.

« Papino, abbiamo una sorpresa per te !! » disse Louise con una strana scintilla nell'occhio che mi fece correre un brivido lungo la dorsale.

Nel frattempo mi ero rialzato.

« Si esatto papà !! Guarda abbiamo preparato delle parrucche per la tua pelata !!! » mi gridò Margò a poca distanza dall'orecchio destro mentre entrambe strofinavano gli zoccoli anteriori sulla mia testa delineando su di essa piccole circonferenze.

Chiaramente erano molto brave ad ignorare le vene che mi si gonfiavano in testa ogni volta che mi davano del pelato, visto e contato che loro mi avevano immaginato così.

« Ehm...ragazze ascoltate ne abbiamo già parlato...non mi servo- » non riuscì a finire la frase, poiché mi schiaffarono in testa una parrucca rossa con dei lunghi bigodini che scendevano fino a terra.

« Ma guarda papino questa ti sta benissimo, sembri un diplomatico di qualche regione straniera e poi il rosso risalta il blu dei tatuaggi !! » disse Louise portandosi ambo gli zoccoli anteriori alle guance guardandomi come se stesse ammirando uno dei suoi manichini.

« Si beh ecco...come stavo dicendo...» non potei terminare nemmeno stavolta poiché Margò mi levò la prima parrucca con gesto stizzito e me ne infilò un altra, stavolta era una criniera multicolore corta che copriva fino alle orecchie e terminava con un codino.

« Questa è perfetta !!! Sembri come un arcobaleno dopo la pioggia paparino !! Almeno così non sembri una palla da biliardo ambulante !! » disse gioviale la minore delle mie figlie, mentre io stavo trattenendo ogni singolo muscolo del mio corpo per non incenerire ciò che era posato sulla mia testa.

La mia salvezza giunse quando sentii nuovamente la porta d'ingresso.

Mi tolsi in meno di un secondo la parrucca, e mi voltai verso il corridoio.

«Ragazze, abbiamo clienti, vado a servirli e poi torno subito da voi, fate le brave mentre sono di la, mi raccomando...e riguardo alle parrucche...vedremo...» dissi laconico, anche se era sotto inteso che non avrei mai indossato una di quelle cose.

« Va bene paparino, noi ti aspettiamo qui, ma ricordati che domani hai promesso di portarci a a fare un giro in città ! » dissero all'unisono.

Io in realtà interpretai la frase come

« Paparino ricordati di prendere su il portafoglio e carte di credito domani !! » ma comunque il denaro non era un problema.

Sfoggiai un sorriso ed annui con un cenno della testa, mentre mi dirigevo all'ingresso a piedi, dato che in questo modo potevo udire le loro risate, le loro voci, la mia gioia. ».

Per mia fortuna, dopo aver servito il cliente, ed essermi stavolta accaparrato più di duemila bit, ed un sicuro ritorno d'arma per me ed energia per Morte, quando tornai da Louise e Margò si erano addormentate sul letto, con tutto attorno migliaia di parrucche che fui felice di far sparire durante il loro sonno.

Mi assicurai di coprirle con una coperta, e di dare loro il bacio della buonanotte in fronte, e per finire mi accucciai sul divano di fianco al loro letto, e lentamente chiusi gli occhi facendo terminare questa lunga giornata.

  
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