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Autore: NarcissaM    06/07/2008    14 recensioni
Sarà un disastroso - ma indimenticabile - anno scolastico per la bella Narcissa Black. Impegnata tra lezioni di recupero con Severus Piton, i pasticci del suo cugino sconsiderato, ed il corteggiamento di un fidanzato indesiderato, lo specchio stregato di Serpeverde sarà davvero l'ultimo dei suoi problemi.
Genere: Romantico, Commedia, Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: I Malandrini, Lucius Malfoy, Narcissa Malfoy | Coppie: Lucius/Narcissa, Lucius/Severus
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Hogwarts - Anno Scolastico 1977

Narcissa Black e lo Specchio di Serpeverde

15 - L'ultima possibilità


Sapeva che la festa di San Valentino non si era ancora conclusa, giacché se ne udiva ancora il clamore.
Dalla Sala Grande provenivano scoppi di musica e, a ondate, flussi di risate e conversazioni.
Ma a Narcissa non importava più di niente. Ora che aveva perso lo Specchio di Serpeverde si sentiva molto meno sicura di sé, tanto umiliata e stanca, e privata della certezza della sua bellezza.
Percorse piano i corridoi di Hogwarts, fiammeggianti nelle luci delle torce, e si diresse verso la Stanza Comune dei Serpeverde. Rimase di stucco quando, all'interno, vi trovò Malfoy. Era seduto su una sedia, col capo nascosto tra le mani ma, nell'udire dei passi, sollevò lo sguardo e, immediatamente, si mise in piedi.
"Dov'eri? Ti ho cercata dappertutto!"
"Ero dal Preside", rispose piano Narcissa, distogliendo lo sguardo da lui.
"Dal Preside?"
"E' una lunga storia..." Sistemò dietro l'orecchio una ciocca di capelli che le era scivolata in viso. "Perchè mi stavi cercando? Non ti divertivi con Zabini?"
Lucius sapeva che lei amava stuzzicarlo, ma lo faceva con un sorriso malizioso che la rendeva ancora più attraente. "Non era con lei che volevo trascorrere questa serata. Esattamente come tu non la volevi trascorrere con Severus" le disse, rivolgendole un'occhiata penetrante.
"Cosa puoi saperne tu di ciò che voglio io!" replicò Narcissa, con la voce leggermente più acuta del normale.
Decisa ad andarsene a riposare, o a piangere, nel suo letto, fece per allontanarsi verso i Dormitori femminili.
"Aspetta!" Malfoy le andò dietro, e le circondò la vita con le braccia. "Ti stavo cercando per darti questo".
Narcissa abbassò gli occhi sulle mani di Lucius, che tenevano un piccolissimo scrigno nero. Poteva già immaginare di cosa si trattasse: tipico di Lucius Malfoy cercare di comprare le persone!
"Cos'è?" fece lei, in tono annoiato, prendendo la custodia e rigirandosela tra le dita.
"E' il mio regalo di San Valentino".
Alla fine la curiosità prevalse sull'orgoglio, e Narcissa aprì lo scrigno. Quasi rimase boccheggiante nell'ammirare il più splendente dei diamanti, incastonato in un elegante anello in oro bianco. Facendo uno sforzo notevole, cercò di assumere un'aria indifferente. "Oh... Carino".
"Il mio regalo non è l'anello", le spiegò Lucius, allentando la presa su Narcissa. Si voltò di schiena e camminò verso il centro della Sala. "Volevo darti una possibilità. La tua ultima possibilità di scelta". Lasciò passare qualche istante, prima di parlare di nuovo. "Era questo che desideravi, no? Poter scegliere..."
Narcissa non capiva, e continuava a fissare il gioiello con stupore.
"Se accetterai di indossare l'anello, io ti sposerò e ti renderò la donna più viziata, appagata e coccolata di questo universo. Se invece deciderai di restituirmelo, scriverò ai miei genitori e dirò loro di stracciare il contratto matrimoniale". Finalmente si girò a guardare il suo viso, e lo trovò vulnerabile nella malinconica penombra.
Le rosse labbra di Narcissa tremavano, mentre sussurrava: "Lo faresti davvero?"
"Sono troppo abituato ad ottenere sempre ciò che voglio. Questa volta volevo te, ma ora so che ci sono cose che non si possono avere" disse con un sospiro quasi rassegnato, mettendo le mani dentro le tasche dei pantaloni.
Le parole di Lucius la colpirono molto più intensamente di quanto fosse disposta ad ammettere. Ricacciò indietro le lacrime, con fierezza. "Sono tutte assurdità! Anche se tu dicessi ai tuoi genitori che non vuoi più sposarmi, credi che a loro importerebbe qualcosa? Le nostre famiglie hanno deciso che diventeremo marito e moglie, e dunque diventeremo marito e moglie! Noi non abbiamo alcuna... possibilità... di scelta". Scandì le parole con rabbia. "Non l'abbiamo mai avuta".
"Ti sbagli", replicò lui, con un sorriso beffardo. "Non hai ancora capito? Forse i tuoi genitori non hanno voluto sapere il tuo parere, ma i miei hanno sempre avuto a cuore solo i miei desideri".
"Cosa stai cercando di dire?" domandò lei, portandosi una mano all'altezza del cuore.
"Che io ti ho scelto, Narcissa! Quando i miei genitori sono venuti da me a chiedermi chi volevo in moglie, io ho detto il tuo nome".
Quella rivelazione ebbe una tale forza che minacciò di farle sgorgare dagli occhi fiumi di lacrime, ma fu costretta a riprendere il controllo di sé. "Avevi solo dodici anni. Come potevi scegliere con chi dividere la tua vita?"
"E' vero. Ero troppo piccolo per scegliere, ma già allora ero rimasto stregato da te" ammise, con il solito sorriso furbo sulle labbra, anche se il tono della sua voce si era addolcito. "Ora sono cresciuto. Ora conosco... capisco..." Era difficile per Lucius parlare apertamente dei propri sentimenti, come d'altronde lo era per qualsiasi uomo, eppure Narcissa non ebbe bisogno di altre parole. Aveva compreso. Lui la amava, sinceramente, e se non fosse stata sempre così assorta a guardarsi allo specchio, forse se ne sarebbe resa conto molto prima.
"E se me lo richiedessero oggi", continuò Lucius, riavvicinandosi a lei. "...io farei ancora il tuo nome. Vorrei sposare ancora la meravigliosa..."
"Intrattabile..." aggiunse Narcissa, in un soffio.
"Piagnucolosa..." Lucius le tracciò con un dito i contorni del naso, delle palpebre e degli zigomi, cancellando le sue lacrime.
"Perfida..."
"Adorabile, Narcissa Black". Lei sentì il fiato di lui sulla guancia, le dita sulla schiena che salivano piano, accarezzando le morbide curve fino a raggiungere la pelle bianca della gola.
Alla fine le sollevò il volto verso il suo, e cominciò a baciarla lentamente.
Narcissa si inarcò verso di lui, contagiata dal suo desiderio. Ma quando lui prese a baciarle il collo e poi lo spazio tra i seni, lei si tirò indietro, confusa.
"Lucius, io..." mormorò, con le labbra che le dolevano per i baci che Lucius le aveva dato. "Ci devo pensare. Scusami".
Cercò di ricacciargli tra le mani lo scrigno contenente l'anello, ma lui lo rifiutò e lo lasciò a lei.
Narcissa se lo strinse al petto, poi si voltò di scatto e raggiunse l'entrata dei dormitori femminili, lasciando Lucius solo nella sua incertezza.


** ** **

La punizione del professor Lumacorno non tardò ad arrivare.
C'era da ammettere che aveva scelto il modo migliore per punire Narcissa della sua vanità, affidandole un incarico ingrato e sudicio: sistemare e catalogare tutti gli ingredienti per le pozioni, chiusi nelle vecchie e polverose dispense di Hogwarts.
Era da almeno due ore che Narcissa svuotava e riempiva vasetti colmi delle più viscide sostanze. Quasi aveva vomitato nel mescolare la pelle tritata di Girilacco, e si era messa a strillare quando si era versata accidentalmente sui vestiti del sangue di Salamandra.
Comunque, cercava di consolarsi pensando che la punizione avrebbe potuto essere ancora più severa dopo quanto aveva fatto. Era quasi certa che Silente avesse già distrutto lo Specchio di Lena Serpeverde, perchè non si era mai sentita così poco affascinante - e la polvere di corno di Bicorno che le era rimasta appiccicata nei capelli non contribuiva a migliorare il suo umore.
Mentre rigirava questi pensieri nella mente, la porta della stanza si aprì e Narcissa riconobbe Lucius dal rumore inconfondibile dei suoi passi misurati. Il cuore le balzò in petto.
"Non mi guardare!" Arretrò vacillando, il volto cireneo nascosto dietro le mani.
"Perchè non dovrei?" chiese Malfoy, con un lieve sorriso. Le si avvicinò ulteriormente e, con delicatezza, scostò le sue mani dal viso.
"Sono... orribile". La pallida luce del sole mattutino le cadeva sulla pelle e sulle piaghe della divisa scolastica, e Lucius pensò che Narcissa fosse bellissima, nonostante gli occhi cerchiati e lividi, certamente dovuti alle poche ore di sonno.
"A me sembri quella di sempre. Non noto alcuna differenza".
Suo malgrado, Narcissa sorrise di gratitudine. "Perchè sei qui?"
"Mi sono fatto mettere in punizione. Non sopportavo l'idea che tu fossi qui da sola... Che avrai fatto di male poi, per meritare questo?"
"Non sono stata esattamente... buona", confessò Narcissa, con un sorriso birichino e dispettoso. "E tu cos'hai fatto per meritare una punizione?"
"Ho confessato di aver spaventato a morte Ben Higgs", rivelò Lucius, ed un'ombra scura gli attraversò il volto. "Pensi che io sia un mostro, vero?"
"Penso che Higgs meritasse anche di peggio!" esclamò lei, in un tono di voce stranamente emozionato e vibrante. "Come potrei perdonarlo? Ha tentato di uccidere il mio... futuro marito". Sollevò la mano e Lucius poté notare una luce brillarle nell'anulare.
"Narcissa!", esclamò, sgranando gli occhi. Aveva scelto di indossare l'anello, e ciò significava che...
"Ci ho pensato e, se me lo chiedessero... se mi chiedessero chi voglio sposare... anche io farei il tuo nome, Lucius Malfoy", confessò lei, arrossendo graziosamente.
Senza preavviso, Lucius le fu addosso. La fece distendere all'indietro sul tavolo colmo di vasetti e bottiglie, alcune delle quali caddero a terra frantumandosi.
Baciò la bocca e il collo di Narcissa in preda ad un piacere quasi violento. Lei si tese per premersi completamente contro di lui, mordendogli le labbra, mentre il respiro le si faceva affannato per i baci voraci e per le spinte audaci.
Il desiderio minacciava di sopraffarla e lei sapeva che non avrebbe potuto resistere, vinta dalla passione.
Alla fine, pensò con delizia ma anche con un certo rammarico, Lucius Malfoy riesce davvero ad ottenere tutto ciò che desidera...


** ** **


MOLTI ANNI DOPO...


Il Torneo per la Coppa del Mondo di Quidditch era un evento memorabile per la comunità magica.
Dacché era nato, Draco Malfoy non si era mai perso una finale. Ma quella era in assoluto la prima volta che, oltre a suo padre, anche sua madre lo accompagnava a vederne una.
Mettendosi seduto accanto a lei, nei loro posti riservati in Tribuna d'Onore, disse: "Non credevo che ti piacesse il Quidditch, madre".
"In effetti lo trovo uno sport rozzo, pericoloso e mortalmente noioso", replicò Narcissa Malfoy, ed un sorriso affiorò lento sulle sue labbra. "Ma sai... E' grazie ad una sfortunata partita di Quidditch se ho scoperto di essere... follemente innamorata di tuo padre".
Draco si voltò di scatto verso suo padre. Lucius Malfoy rideva di gusto, mentre diceva: "Meno male che c'è il Quidditch, allora! O non saresti mai nato, Draco".
Il ragazzino mise il broncio, leggermente rosso in viso. "Oh, per favore! Un'altra di queste smancerie e preferirò andare a sedermi vicino ai Mezzosangue".
Lucius e Narcissa si scambiarono un'occhiata eloquente, poi riportarono lo sguardo verso la partita.
Draco sapeva di essere fortunato, poiché non era una cosa comune avere due genitori che provavano sincero affetto l'uno per l'altro. Non avrebbe mai sopportato, ad esempio, una madre come quella di Blaise Zabini, il suo compagno Serpeverde che aveva avuto sette padri. O una famiglia come quella di Pansy Parkinson, che aveva ben cinque matrigne.
Sì, Draco era fortunato. Era sicuro che i suoi genitori si amassero veramente. Anche se non erano soliti scambiarsi effusioni davanti a lui, ricordava che una notte aveva intravisto suo padre baciare sua madre davanti al camino acceso del salotto. Quella immagine gli era sempre rimasta impressa nella mente.
D'un tratto però, il volto di Draco s'incupì. "Madre... posso chiederti..."
Narcissa abbassò lo sguardo su di lui, e gli mise una mano sulla spalla. "Dimmi, Draco. Cosa ti tormenta?"
"I genitori di Tiger hanno stipulato il suo contratto di matrimonio, qualche giorno fa. Ed anche quelli di Goyle gli stanno scegliendo una moglie. Mi chiedevo se... se anche voi avete già deciso..." Non riuscì a proseguire, troppo imbarazzato.
"Sei ancora un bambino", disse sua madre.
"Non sono un bambino!" replicò Draco, offeso.
"Sei ancora un bambino", ripeté Lucius, per dare supporto alla moglie. "Quando avrai qualche anno di più, sarai tu a suggerirci un nome".
"Davvero? Potrò scegliere? Tiger e Goyle non hanno scelto".
"Un Malfoy ha sempre ciò che vuole, perciò tu dacci un nome e noi ti combineremo le nozze".
"Ma non adesso!" protestò Narcissa, pensando che Draco era davvero troppo piccolo per separarsi dalla sua mamma e trovarsi una moglie. Era terribilmente gelosa di lui.
"Non adesso", annuì Lucius. "E comunque dovrai scegliere una purosangue".
"Ovvio", disse Draco, poggiandosi allo schienale della sua poltrona, finalmente rilassato.
"Ora vogliamo prestare attenzione alla partita?" domandò Lucius.
Aspettava con ansia che finisse, perchè la sera ci sarebbe stata un'allegra rimpatriata tra Mangiamorte. C'erano troppi Mezzosangue presenti al Torneo, ed era da tanto tempo che Lucius non si divertiva un po'... Sorrise a Narcissa, pregustando il momento in cui sarebbero andati, incappucciati e scuri, a spaventare un po' di gente.
Perchè, come aveva detto una volta Sirius Black, Narcissa e Lucius facevano una coppia perfetta nella loro malvagità.

THE END

Nda: Ringrazio di cuore tutte le persone che mi hanno seguita con affetto, ed in particolare grazie a:
Fly Piton, The angelus, Mooncarda, Stellyna_P, Lily Snape, Poppi, Cissy32, Marye, Lorhen, Ady91, Lady Hawke, Martychan, e lady slitherin che hanno commentato con frequenza, invogliandomi a terminare questa storia.

Spero che il finale sia stata una degna conclusione di questa storia, e che mi lascerete il vostro parere.
Alla prossima !

NarcissaM

   
 
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