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Autore: Picciartina    06/07/2008    1 recensioni
Salve a tutti! Ecco la mia prima FF su Slam Dunk, il mio manga/anime preferito! Vi avverto subito che non è una FF Yaoi anche se due personaggi maschili ci sono: Sendoh e Mitsui. La vera protagonista è però una donna, di mia invenzione!! :P Spero vi piaccia! Buona lettura e commentate in tanti!!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Akira Sendoh, Altro personaggio, Hisashi Mitsui
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Lo sapevo che non ci sarei dovuta andare, lo sapevo e come...
Ma, come si dice ‘al cuor non si comanda’...anche se non era davvero da me pensarla in questo modo.
L’odore della primavera aveva un potere particolare sulla mia persona: sapeva farmi sorridere anche nei momenti più tristi e problematici della mia vita. In un certo senso in tali istanti era sempre stata accanto a me: quando era morta mia nonna da piccola, quando lasciai Kanagawa e la mia adolescenza, quando abbandonai Chicago, ed anche ora quindi che sembravo davvero pronta a vivere di nuovo il mio passato.
A passo deciso mi dirigevo al campetto, senza esitare. Gli alberi di ciliegio erano scossi dal vento e i petali di quei fiori così dolci e delicati cadevano soavemente sui miei capelli. Avevo indosso solo un leggerissimo vestitino verde-acqua e forse anche per quello mi sentivo fortemente in sisntonia con la natura. Mentre meditavo sulla mia forma di panismo, non mi accorsi di essere arrivata a meta.
Entrai nel campo, me non c’era nessuno. Stupida, così t’impari ad illuderti! Era destino allora? O solo sfortuna che come al solito la sottoscritta attirvava come fa un magnete con il suo corrispettivo ferromagnetico?
Un pò delusa, un pò più rilassata mi voltai per andarmene quando sentii un fischio prolungato venire dal lato del campetto. Mi voltai d’istinto e appoggiato alla recinsione, seduto a terra con la palla fra le mani, vidi Akira che mi sorrideva. Come avevo fatto a non notarlo? Ad un certo punto pensai addirittura che la mia mente era così offuscata dall’immagine d’Hisashi che non avrei notato neanche il papa se fosse stato lì...
Sorridendo mi avvicinai al ragazzo che ora mi guardava dal basso verso l’alto.
“Una pausa dopo l’allenamento mattutino?” dissi coprendomi la vista dal sole.
“Eh si...poi fa caldo stamane! E tu come mai qui?”
La verità? Pensai...non era davvero il caso. “Facevo solamente due passi, e poi sai quanto sono affezionata a questo sport!”
“Si, lo so...” detto ciò si levò da terra e si pose di fronte a me coprendomi persino dal sole accecante “Senti Akiko...io non so proprio come affrontare il discorso, riguardo quella sera...”
Lo interruppi prima che il discorso, infittendosi, diventasse ancora più complesso.
“Akira...io, beh per correttezza mi sento di doverti dire alcune cose...”
La sua espressione si rilassò e mi fece segno di seguirlo per sederci su una panchina fuori dal campo.
Presi fiato, e coraggio, e affrontai quegli occhi blu profondi e tanto sinceri...
“Tu m’interessi molto,come persona e uomo in generale...” i discorsi 'intimi' non erano il mio forte “Compresa quella sera, sono sempre stata bene con te, e devo ammettere che le tue lusinghe le ho sempre accettate anche con un pò di entusiasmo ed eccitazione...” Aki, mi meraviglio di te! “Ma devi conoscere una storia prima di trarre conclusioni affrettate...”
Gli raccontai tutto. Per filo e per segno. A partire dall’inizio della mia relazione con Hisashi, fino al mio trasferimento, passando per episodi belli e brutti che comunque coronavo la mia adolescenza, ormai passata.
“E questo è tutto...io, ci tenevo ad essere sincera con te, a farti capire che il mio cuore soffre ancora, soprattutto ora che...insomma l’ho rivisto”
Rimase in silenzio per un pò, sfiorandosi il mento con le dita con fare pensoso. Poi, finalmente, proferì parola... “Lo sapevo che non sarebbe stata cosa facile con te...” mi guardò sorridendo.
“I-in che senso scusami?”
“Ma non mi arrendo...sappilo” si alzò di scatto e con un cenno della mano mi salutò, per poi correre a prendere la sua palla e fuggire da me alla velocità dal vento. Ma possibile che la mia vita, quanto complicata possa essere, non si risolve mai? Anzi! Peggiora solamente!
Cosa mi significava ora quell’atteggiamento di sfida? Io con questa ‘storiella’ della mia vita non volevo certo intimidirlo, ma nemmeno caricarlo!
La mia testa sarebbe scoppiata da un momento all’altro ne ero più che certa! E chissà se non sarebbe stato meglio così...
Ora la domanda era una, cara la mia Aki...
Passato o futuro?
E che domanda...
Da una parte, paura di tornare a soffrire; dall’altra incertezza di un qualcosa ancora poco maturo...
Ma infondo, l’amore è un sentimento così vago, impossibile da definire, da rinchiudere in una teca di cristallo per mantenerlo, proteggerlo, curarlo...
La sicurezza è l’antitesi del sentimento amoroso.
Ma per una fifona come me, non esisteva una scorciatoia?!
M’incamminai verso la piazza della città per fare un giro quando mi venne in mente un particolare del quale involontariamente non avevo parlato ad Akira: Hisashi lavorava con lui al negozio di CD! E Akira non lo sapeva! Un bene? O un male? Bah...forse averlo dimenticato era ancora un segno del mio istinto che ultimamente faceva acqua da tutte le parti...
Mi fermai al parco e mentre leggevo una rivista di moda, presa in prestito dal negozio di Megu, senza rendermene conto mi addormentai con la schiena poggiata al tronco di un ciliegio.
Sognai Chicago. Io nel mio appartamento con Jamie che, come tutte le sere mi presentava una ragazza diversa.
Mi sentivo felice, rilassata dentro. E forse l’immaginazione mi aiutò anche ad allontanare l’ansia che mi accomapagnava da giorni ormai.
Quando mi svegliai il cielo era rossastro e il sole stava per scomparire definitivamente dietro le montagne che circondavano Kanagawa. Erano quasi le 7 e mezza. Mi levai da terra e, dopo aver sgrullato un pò il mio abito che era ormai ricoperto di petali rosa, decisi d’incamminarmi verso casa. Megu mi stava sicuramente aspettando.
Affrettai il passo non sospettando minimamente quello che mi sarebbe accaduto di lì a pochi secondi.
Due ragazzi ridevano e scherzavano davanti al negozio di CD della città, due ragazzi qualunque per molti, ma non per me...
Mi fermai di scatto pregando che non mi avessero vista, voltai le spalle a quella scena ma due voci all’unisono mi bloccarono...
“Akiko!”
Poi silenzio.
Mi voltai e posso giurare che i loro volti interrogativi rivolti l’uno verso l’altro non li avrei mai dimenticati...
  
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