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Autore: writingtraveler    30/03/2014    1 recensioni
La sveglia suonò alle ventidue e trenta. Cliford aprì gli occhi e disteso sprofondò nel silenzio. Sentiva solo il suo respiro. Calmo e profondo. Dopo mezz'ora la realtà iniziò a confondersi con un altro mondo. Le forme prendevano vita, i suoni diventavano sempre più precisi. I luoghi, più ampi. Ben presto la percezione di quella nuova vita diventò reale. La stanza si stava riempiendo. Vidi Irian sedersi di fronte a me, stava iniziando a scarabocchiare qualcosa. Il suo sguardo spento e vuoto diventò anche il mio. Non riuscivo a toglierle lo sguardo di dosso. Mi sentivo perso. Non ero più in grado di comprendere quello che provavo nei suoi confronti, né tanto meno il significato delle sue parole nella seduta precedente. Fatto sta che il suo modo di vedere le cose in quel mondo era completamente diverso da come lo percepivo io. Così tutto ebbe il via.
Divenne l'inizio della fine.
“Due mondi.
Due Spiriti.
Un solo Universo per la vita.”
-Thai Dian Graul-
Genere: Avventura, Introspettivo, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Raccolta | Avvertimenti: Incompiuta
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                                                                                               Il Consiglio Thainaid
Fuori pioveva. Io ero disteso sul mio letto. Il mio subconscio mi ascoltava?. Non saprei. Forse ero sveglio. Forse no. Fino ad ora non avevo mai effettuato nessun tipo di test di Rorschach. La sensazione era comunque quella di riuscire a percepire il rumore della pioggia. So di trovarmi in una stanza abbastanza piccola. Ma da qui la visuale era un po' diversa. Ero disteso sullo stesso letto? Chi lo sa. il soffitto pareva essere altissimo e la luce che percepivo era insolita.. Dentro non vi è niente, avverto quasi del freddo. Le palpebre tremano. Pareva che l'unica cosa che riempisse quella stanza fosse proprio il vuoto. Per fino il mio respiro non si percepiva. Le pareti sono di color bianco sporco e presentano dei grandi aloni a causa della forte umidità nell'aria. Avevo una consapevolezza interiore che non avevo mai provato. In un primo momento rimasi spiazzato perché ero convinto che fosse un'allucinazione. Che stessi per essere scosso da qualcuno?. Per fortuna ho ancora l'esperienza e mi concentrai per qualche minuto per riuscire a stabilizzarmi. Quando tutto fu sotto controllo presi il coraggio e mi lasciai avvolgere da Eril. La mia intenzione era quella di cercare una persona. Non una persona a caso. Ma mia sorella. I suoi occhi viola penetravano ovunque. Nei miei sogni, nei miei incubi. Nel mio inconscio sapevo che era ancora viva. L'unico problema è che nel momento in cui io pensavo a lei. Perdevo il contatto con la realtà e con tutto ciò che ci legava.
Improvvisamente percepii un suono famigliare. Una sorta di allarme sonoro perforava sempre più forte la mia testa. Ah già. La sveglia. Allungai inconsciamente un braccio, toccai un oggetto circolare e di consistenza solida. E tick! Era fatta. Potevo ritornare nel Mondo Interno. La mia mente si precipitò in una corsa sfiancante alla ricerca di lei. Ma nulla. Lei non apparì. Mi ricordai che avevo un appuntamento con Dan e corsi da lui.

Ero giunto finalmente di fronte al Consiglio Thainaid, entrai. Questa fu la mia prima seduta. La sala era piena di persone con tuniche inconsuete. Le sedie erano disposte diversamente. Formavano un grande cerchio. Al centro di esso vi era una comoda poltrona bianca e dall'alto proveniva una luce fioca. Alle spalle di Cliford la porta si chiuse. Si presentarono in dodici. Sei del mondo Esterno e sei del mondo Interno. Fra tutti loro conoscevo di vista solo Eliss e il vecchio che sedeva sulla sua sinistra Dan. Pareva che fosse un grande esperto della cultura Thainaid.

Tutti loro non sembravano per nulla spaesati. Alcuni erano ancora in piedi e confabulavano tra di loro. Altri taciturni e distaccati sedevano già.

A mano a mano che i miei passi si avvicinavano a quel cerchio, i loro volti percepivano una presenza. Mi sedetti sulla destra di Eliss. Era sempre l'unica a non accorgersene della mia presenza e per certi versi questo mi piaceva. Salutai il vecchio con un cenno, il quale mi diede un'occhiata sfuggevole e sussurrò con tono compiaciuto “Sapevo che sarebbe tornato!”.
Fui sorpreso dalla sua risposta ma non feci domande e mi misi ad osservare i nuovi volti. Sentivo di essere di troppo. Ogni mio gesto veniva studiato attentamente.
Eliss si voltò verso di me. Mi guardò con i suoi occhi blu ed esclamò “Ah lei è già qui!”. Poi sorrise lievemente.
Così intimorito le sussurrai “Chi sono tutte queste persone?”. Lei rispose “I grandi Capi del mondo Interno ed Esterno venuti dal Nord e dal Sud per..”, si interruppe, tossì e proseguì “per lei.”
Una campana suonò, poi calò un silenzio profondo. Iniziai ad agitarmi. Dan si alzò. Aprì le sue possenti e rugose braccia verso l'esterno ed inchinò lievemente il capo verso il basso sussurrando “Che il Consiglio Thainaid sia aperto.”. Tutti si alzarono tranne me. Non ero ancora il benvenuto. Aprirono allo stesso modo le braccia, si inchinarono al vecchio e risposero “Che lo Spirito di Thai sia tra noi.”. Notai che Eliss si sollevò per ultima.
Ok. Lo ammetto. Non capivo nulla.
Dan si stava dirigeva verso la poltrona centrale ed è in quel momento che mi domandai cosa fossero tutti quei gesti. Come mai venne convocato il Consiglio Thainaid per me? Chi era Thainaid? Cosa c'entrava lo Spirito di Thai con tutto questo?. Insomma ero sommerso di domande ma nessuna risposta mi venne data. Per ora.
Ero nel mondo Interno. In un altro universo. Le leggi, la cultura, i modi di fare erano molto differenti da quelli in cui vivo io. Non sapevo che cosa ci facessi io, ne i sei Signori del mondo Esterno. O almeno cosi credo. Eppure ero lì. In quelle stanze. Tra di loro. Per uno stupido sogno?. Ero in mezzo a quel cerchio. Sapevo che potevo vedere tutto questo. E soprattutto ero in grado di comunicare con loro. Finalmente.
Il vecchio mi guardò e disse “Siamo riuniti qui per discutere del Caso Speciale N° 6, Cliford Anderson..”. Poi si aggiustò i suoi grandi occhiali da vista ordinandomi di fare un passo avanti. Ero spaventato. Mi alzai imbarazzato “Ah, ehm!Salve!”, dissi. Tutti mi guardarono sbalorditi ed iniziarono a bisbigliare fra loro. “Lei sa dove si trova ora?”, domandò Dan portandosi la mano destra al mento. Risposi in modo confuso e incerto. La sala si riempì di mugugni di disapprovazione. "È in grado di espormi i fatti?” chiese il vecchio. Cliford si massaggiò la nuca ed iniziò a raccontare “Ecco, mi ero appena svegliato quando ad un tratto vidi una bambina che mi guardava terrorizzata. Cosi le chiesi chi era e cosa ci faceva nella mia stanza ma lei non rispose e uscì dalla stanza. Preso dal panico mi buttai fuori dal letto e decisi di inseguirla.” Il grande orologio della sala batteva i tocchi che rimbombavano nel Consiglio. Le ora passavano cosi velocemente che la luce fiocca del esterno scomparve in un lampo. “Poi corse verso una..”. Si fermò pensieroso. Dan lo sollecitò a finire la frase ed Eliss abbassò lo sguardo sul pavimento marmoreo bianco. Come se avesse capito qualcosa. Il Consiglio stava aspettando ulteriori dettagli. Dan si avvicinò, mi diede una lieve pacca sul braccio destro incoraggiandomi a parlare. Così rimisi insieme le azioni e immagini mancanti e conclusi il discorso. “Corse verso una donna molto giovane. Sembrava che l'unico scopo fosse quello di sfuggire da qualcosa. O dirmi qualcosa. Svoltarono in una traversa, li raggiunsi e vidi la dama scomparire. Dietro di lei comparve la nebbia cosi fitta che io e quella bambina l'unica cosa che potevamo fare era quello di rimanere fermi. Si mise a piangere. Era terrorizzata. Poiché non riuscì a raggiungerla". Pausa. Mi sentivo sotto pressione ma dovevo sfogarmi. “Sapevo che non potevo toccarla ma cercai ugualmente di consolarla. Lei cercò di aggrapparsi ai miei pantaloni. È in quel momento che il mio istinto andò contro tutto e tutte le leggi fin ora imposte alla nostra società. Allungai le mani, la afferrai per i fianchi e la sollevai. Non ero più lucido. Cercavo di nascondere le mie lacrime tra un colpo di tosse e un soffio di rabbia.” Pausa. Feci un bel respiro lungo e trattenni le lacrime. Non sono mai stato forte a trattenere le emozioni. Presi il coraggio e cercai di finire il discorso. “Percepii il calore della sua pelle. Sentivo il battito del suo fragile cuore”. A quel punto Dan lo interruppe e li chiese se fosse tutto fittizio. Se la bambina fosse immaginaria. Io li risposi senza esitazioni e senza troppi giri di parole. “Era viva”. Pausa. “Reale.” Singhiozzio. “Riuscivo a toccarla. Rimasi ad abbracciarla per venti lunghi minuti. Poi la vista si annebbiò. La bambina lasciò le mie braccia con una disperazione addosso inimmaginabile. Intorno a me si fecce tutto freddo e sprofondai in un sonno profondo. Questo è tutto!”.
Il Consiglio cadde in silenzio, il vecchio ringraziò Cliford e lo invitò a sedersi. Sapevo di non aver detto tutto. Ma il tempo era scaduto.
Dan si accinse a trascrivere quanto detto dal giovane e lo condusse in un'altra sala più piccola. Lo guardo con i suoi gelidi occhi penetranti, li diede una leggera pacca di incoraggiamento e li disse “Più tardi ti spiegherò tutto. I tempi caro mio sono cambiati e tutte queste sparizioni non mi piacciono a fatto.” Dan lo guardò con gli occhi gonfi di lacrime e li chiese cosa li sarebbe successo. Il vecchio amareggiato li disse non li disse la triste verità. Ma lo mise in agguato. “Meglio parlarne da orecchie e sguardi indiscreti”. E tornò dentro.
Il tempo scorreva. E come le discussioni nascevano, così anche il verdetto prendeva forma. Era chiaro che quello era l'inizio di tutto.
Una donna dal volto impassibile con la tunica bianca si alzò e lesse il verdetto. “Secondo il codice di Thainaid, il Consiglio dichiara l'interrogatorio del Caso Speciale N°42, Cliford Anderson, del mondo Esterno, infondato. Chiede di sottoporre il soggetto a codice rosso, sotto la sorveglianza del Consiglio Groud. Non potrà stabilire un collegamento con il Mondo Esterno fino ad ulteriori sviluppi.”. Ero confuso. Angosciato. Dan prese il foglio, lo timbrò in silenzio. Poi passò il documento ad un altro membro del Consiglio di Thainaid. L'avevo già visto ma non fui in grado di ricordare dove.


Ormai il Consiglio era sciolto. Persone se ne stavano andando. La mia vista si stava nuovamente oscurando. Conoscevo bene quella sensazione. Ero tornato nel buio. Era fatta. Ero riuscito ad entrare nel mondo Interno.
  
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