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Autore: Hono    31/03/2014    3 recensioni
Il fuoco era sempre stato un qualcosa di affascinante per Harry. Ne aveva sempre amato il calore che sprigionava, i giochi di rosso che le sue fiamme creavano, lo scoppiettio rilassante che produceva bruciando la legna. Il motivo non avrebbe saputo spiegarlo con precisione ma ogni qualvolta il suo sguardo si posava su delle fiamme vive e brucianti, automaticamente, non poteva fare a meno di associarle ad un solo nome: Hermione Jean Granger.
Genere: Fluff, Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Potter, Hermione Granger | Coppie: Harry/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Fire

Il fuoco era sempre stato un qualcosa di affascinante per Harry. Ne aveva sempre amato il calore che sprigionava, i giochi di rosso che le sue fiamme creavano, lo scoppiettio rilassante che produceva bruciando la legna. Il motivo non avrebbe saputo spiegarlo con precisione ma ogni qualvolta il suo sguardo si posava su delle fiamme vive e brucianti, automaticamente, non poteva fare a meno di associarle ad un solo nome: Hermione Jean Granger. Si, Hermione. Perché Hermione possedeva il fuoco dentro. I suoi occhi erano sempre vivi, incandescenti. Con la sua spiccata intelligenza era capace di inibire qualunque protesta, con la sola forza d’animo era capace di infervorare chiunque. Le bastava uno sguardo per incendiare qualsiasi cosa. Hermione Granger non aveva solo il fuoco dentro di sé. Lei era il fuoco.

Capace di distruggere, capace di seminare dolore, di ustionare con il proprio ardore, di colpire, di far male. Allo stesso tempo, però, lei era anche capace di riscaldare l’anima, il cuore. Lei era energia, passione, intelligenza, determinazione, furbizia, intraprendenza. Era lussuria, sofferenza, tormento, calore, dolore. Lei era una piccola fiamma che sarebbe stata capace di divampare nel più devastante degli incendi, ma era anche perfettamente in grado di domarsi, di imporsi un controllo, di aiutare, di rallegrare, consolare. Harry l’aveva sempre paragonata al fuoco. Sapeva che con Hermione, a qualunque distanza, non ci si poteva far altro che scottare. Ma a lui non era mai importato. Harry si riteneva come un bambino che non riesce ad imparare una lezione perché, nonostante si fosse ustionato più di una volta con quelle fiamme, avrebbe continuato ugualmente a starvi vicino, incurante del dolore. Era un pensiero  prorompente, più forte di lui. E solo in quel momento parve rendersi conto che il fuoco, in qualche modo, riusciva sempre ad ipnotizzarlo. Hermione riusciva sempre ad ipnotizzarlo. Era simile ad una dipendenza. Non riusciva a smettere di fissare quelle fiamme, di fissare Hermione. Proprio non ce la faceva perché, sebbene non amasse poi così tanto tutto quel calore, i suoi occhi ne erano irresistibilmente attratti.

Osservare ogni suo piccolo dettaglio, ogni suo piccolo difetto, ogni sua piccola abitudine. Studiare ogni sua espressione, ogni gesto, ogni sguardo. Esaminare ogni sua linea del corpo, dai ricci crespi e gonfi alle unghie mangiucchiate e alla divisa perfettamente in ordine. Analizzare ogni suo comportamento, ogni parola con la propria intonazione, ogni silenzio. Dopo appena sei anni, Harry non avrebbe mai pensato di essere arrivato a conoscere ogni piccolissimo particolare della sua migliore amica. Come non avrebbe mai pensato che quella piccola ragazzina saccente e so-tutto-io sarebbe riuscita addirittura ad entrare nel suo cuore e a sconvolgerlo totalmente. Stentava a credere che lei, proprio Hermione, fosse riuscita ad appiccare un incendio dentro lui. E in quell’intera faccenda c’era qualcosa di malsano, di sbagliato. Il modo in cui aveva iniziato a guardarla, l’intensità e la frequenza con cui si era ritrovato più volte a fissarla, a pensarla, a desiderarla. Quel comportamento non si addiceva affatto a lui, che sarebbe dovuto essere solo ed esclusivamente il suo migliore amico. Ma non poteva farne a meno. Guardarla o semplicemente pensarla era un qualcosa di naturale per lui. Proprio come in quel momento.

Erano seduti sul loro solito divanetto scarlatto nella Sala Comune, quello davanti al camino, impegnati a svolgere il proprio tema di Pozioni. O, almeno, era ciò che Hermione stava minuziosamente facendo da più di venti minuti. Harry aveva rinunciato già da un bel po' e dopo aver fissato per qualche minuto il fuoco crepitante, riflettendo su quanto quello e la sua migliore amica fossero simili, aveva cominciato a lanciare, di sottecchi, delle occhiate ad Hermione. I capelli raccolti alla bell’è meglio, le gambe incrociate, la schiena curva, lo sguardo sul tomo e sulla pergamena che stava utilizzando, l’espressione del viso totalmente concentrata, il labbro inferiore torturato dagli incisivi e le dita impegnate a stringere la bacchetta, ordinando alla piuma di scrivere le parole con l’inchiostro nero. Era bella, lo aveva sempre pensato. Lo faceva impazzire quando i suoi denti affondavano in quelle labbra rosee oppure quando gonfiava le guance sfinita ma decisa a portare a termine ciò che faceva. Adorava il modo in cui le sue sopracciglia si aggrottavano quando trovava qualche incongruenza con le nozioni che conosceva da anni, o il modo in cui il suo sguardo accarezzava dolcemente i libri che tanto amava e le sue labbra si stendevano in un sorriso amorevole. E amava soprattutto quando quel sorriso era rivolto a lui. La guardò nuovamente, impegnato a contemplarla, sistemandosi meglio sul divano. Nemmeno si accorse che anche lei, notando le sue occhiate, aveva preso ad osservarlo con sospetto.

- Che succede, Harry? - la sua voce riuscì a destarlo, annullando ogni suo pensiero.

Lui si limitò ad un sorriso, afferrò il tomo che aveva in grembo, chiudendolo con la pergamena al suo interno e poggiandolo sul tavolino dinanzi a loro. In seguito, tolse dalle mani la bacchetta ad Hermione e la posò sul libro, sotto le proteste della ragazza.

- Non credi che abbiamo studiato abbastanza per stasera? - fece lui.

- Ma devo finire il tema! - si lamentò lei, tentando di riprendersi il tomo.

Harry le bloccò entrambe le mani, divertito.

- Primo: il tema è per la settimana prossima. Secondo: è quasi mezzanotte e come vedi la Sala Comune è deserta. Terzo: si vede lontano un miglio che sei distrutta. - le fece notare, tranquillo.

La riccia non poté che arrendersi all’evidenza dei fatti e, con un sospiro, sprofondò sul divano, mettendosi comoda. Harry fece lo stesso, abbandonando la testa all’indietro. Hermione fece un grosso sbadiglio e il ragazzo ridacchiò, tirandosi su gli occhiali e facendole un mezzo sorriso. Lei gli diede un colpetto sulla spalla, tirando su il broncio e bofonchiando qualcosa di incomprensibile. Poco dopo il silenzio li circondò. Ad Harry non dispiacevano i silenzi che si creavano tra di loro. Non erano tesi, né opprimenti. Erano naturali poiché a loro bastava poco per capirsi. Infatti, Harry avrebbe scommesso tutti i suoi galeoni su ciò che stava per accadere. Sapeva quanto fosse stanca l’amica e non sarebbe passato molto tempo prima che…Era crollata. La strega aveva poggiato il capo sul suo petto, stringendogli la maglia con una mano, il respiro regolare e le labbra semichiuse.

- Solo per questa volta. - mormorò prima di lasciarsi andare completamente.

Harry sorrise, circondandola con le proprie braccia e posandole un bacio tra i capelli cespugliosi.

- Solo per questa volta. - ripeté in un sussurro prima che anche lui chiudesse gli occhi per lasciarsi cullare tra le braccia di Morfeo.

Rimasero lì, stretti l’uno all’altra, incuranti della posizione scomoda, incuranti del fatto che l’indomani molti degli studenti li avrebbero sorpresi a dormire abbracciati in quel modo. Non gli importava granché delle voci che avrebbero potuto circolare se li avessero visti in quel momento. Erano stanchi e volevano solo dormire e ricevere quel calore che solo dall’altro avrebbero potuto ricevere. Quel calore che Harry avrebbe potuto avere solo e soltanto da Hermione, il cui fuoco ardeva costantemente. Sapeva quanto fosse sbagliato. Sapeva che lei amava Ron e non lui. Sapeva che Ron non sarebbe stato molto contento di sorprenderli in quell’abbraccio, non importava che fossero migliori amici. Ma, per la prima volta, Harry volle pensare unicamente a sé stesso. Voleva solo godersi quei pochi momenti di pace che, lo sapeva, nel suo futuro non sarebbe riuscito ad avere a causa di tutto quello che l’aspettava. L’unica consolazione era il fatto di poter contare sui suoi migliori amici. Il fatto di poter contare su di Hermione che, ormai, era diventato il suo appiglio, la sua ancora di salvezza. Chiuse gli occhi e si abbandonò al mondo dei sogni, insieme ad Hermione, con le menti sgombre e l’illusione di essere solo dei semplici e comuni adolescenti impegnati a frequentare Hogwarts, senza la paura costante di essere il bersaglio di un pazzo in fissa con il sangue puro, senza il timore che, da un momento all’altro, la propria quotidianità potesse essere sconvolta - per l’ennesima dannatissima volta - dall’arrivo di qualche altro problema.


L'angolo di Hono

'Seeera a tutti! Sono tornata con un'altra Harmony! Stavo spulciando tra le fan art ed ecco che mi spunta davanti questo meraviglioso disegno di Harry ed Hermione che sono seduti su un divano rosso, Hermione concentrata nella lettura di un tomo, Harry che la guarda con una pergamena tra le mani. E' una meraviglia e mi è subito venuta l'idea per una storia. All'inizio doveva essere una flash ma, alla fine, ne è uscita una one-shot di mille e più parole! Premetto di non essere molto convinta di ciò che ho scritto ma mi è sembrata carina e ho voluto pubblicarla! Spero vivamente che vi possa piacere, mi sono impegnata moltissimo nello scriverla! Spero che sia riuscita a mantenere l'IC di Harry e di Hermione e spero davvero che l'idea di paragonare Hermione al fuoco vi sia piaciuta! Mi affido a voi come al mio solito u.u Mi piacerebbe sapere cosa ne pensate ^_^ Un grande abbraccio C:
Hono







  
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