È
notte. Tutto è buio intorno a noi. Nel silenzio della nostra
stanza, nel nostro letto, i pensieri si risvegliano e cominciano a fare
festa. Comincia il viaggio. Un viaggio che può essere
spensierato come una gita scolastica: i pensieri sono come gli alunni
che si agitano, ridono, scherzano e ti coinvolgono con loro, facendoti
comparire un sorriso ebete in volto mentre sei disteso nel tuo letto.
Oppure un viaggio più lungo, un po' noioso e stancante, ma
che alla fine sa dare tante soddisfazioni. Sono quei pensieri che
guardano al futuro, più o meno distante che sia, dove
ponderiamo e rimuginiamo ancora e ancora le nostre scelte. Ed infine,
c'è il viaggio che mai nessuno vorrebbe fare. Quel viaggio
in cui veniamo visti da tutti, anche da noi stessi, come dei colpevoli
di un crimine mai commesso. Durante il viaggio ci verranno poste delle
domande, un po' per curiosità e un po' per passare il tempo.
Domande di cui si sa benissimo la risposta, ma a cui non vorremmo
rispondere. Ed allora si passerà tutto il viaggio guardando
fuori dal finestrino, con lo sguardo perso nel vuoto, sentendo queste
domande ronzare nella mente. Fino a lasciarsi andare. Fino ad avere gli
occhi lucidi. Fino a far cadere le prime lacrime che righeranno il
nostro viso, per poi finire sul cuscino. Prima una lacrima, poi
un'altra. Infine, tutto il nostro viso. Perché i pensieri
nella notte non vogliono dormire e noi dobbiamo rimanere svegli con
loro. Volenti o nolenti.