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Autore: Lights    31/03/2014    10 recensioni
[Olicity] - Undercover - Chi andrà sotto copertura questa volta nella nuova missione di Arrow? Felicity si metterà alla prova, Oliver come la prenderà? Si prospettano scintille Olicity da ogni dove. Ma finirà bene? Buona Lettura, Lights
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Felicity Smoak, John Diggle, Oliver Queen
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Undercover

 

- 1/5 -

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Come ci sono arrivata a questo punto. Sospiro. Le sue labbra sul collo, le mani che sfiorano la pelle. Non riesco a trattenere i brividi che mi scatena appena mi sfiora o tocca più intensamente il mio corpo.

Come ci siamo arrivati a questo punto. Si è fermato. Mi sta osservando con quel suo sguardo penetrante. Mi sento nuda e senza difese. Mi sfila gli occhiali e poi s’incatena ai miei occhi.

Il suo dito scivola sul contorno del mio viso. Vorrei chiudere le palpebre ma non posso abbandonare il suo sguardo. Lui. Non. Me. Lo. Permette.

- Mi fai uno strano effetto, Felicity. – sussurra, e a stento lo sento. Il suo naso è appoggiato al mio collo. È fermo. Forse sta cercando di capire anche lui: come si è ritrovato a questo punto.

L’odore di alcol del suo fiato mi solletica le narici, mischiato all’odore forte del suo corpo.

Sospiro. Respiro. Inspiro. Di nuovo. Sempre lo stesso profumo, forse meno intenso di prima.

Concentrati, Felicity. Ma non ce la faccio. Vorrei disconnettere il cervello ma questo ritornello incessante non si placa: come ci sei arrivata a questo punto?

 

 

 

- Me ne occuperò io. – Si propose Felicity con una leggera punta di enfasi nel tono di voce. – Mi basteranno giusto un paio di giorni. – Sollevò con noncuranza le spalle e poi riprese a digitare alla tastiera. – E no, - Archiviata l’ultima informazione, si alzò. – Tra noi tre sono la persona più adatta, quindi non c’è obiezione che tenga.

Avvicinatasi a Oliver e Diggle li osservò in silenzio per qualche secondo. – E poi io sono quella che passa più inosservata di tutti, giusto?

Con quest’ultima battuta si soffermò su Oliver con un tipico sorrisetto canzonatorio di vittoria. Lui serrò la mascella come faceva ogni volta che lei aveva ragione e lui non poteva ribattere.

- Stai attenta. – Diggle appoggiò una mano sulla spalla con la sua aria da fratello maggiore.

- Devo solo recuperare semplici informazioni. Mi basterà diventare amica di qualcuno all’interno. Entrare in sintonia, conquistarmi la sua fiducia e il gioco è fatto. Che vuoi che sia. – Il tono di voce tradì però la sicurezza delle ultime parole.

- Vado a recuperarti il badge dal mio amico.  Ci vediamo tra qualche ora per definire i dettagli.

Rimasti soli Felicity e Oliver non parlarono per diversi minuti.

- Sei silenzioso. – Felicity lo osservò dalla vetrina delle frecce. – Beh, non è che di solito tu sia un gran chiacchierone. Con questo non voglio dire che non riesci a tenere una conversazione, anzi, sei brillante e il tuo tono di voce caldo incanta. È così carezzevole, devo ancora capire se lo fai apposta per impressionare il tuo interlocutore oppure è un dono di natura. Se fosse così, beh, davvero… wow.

I loro sguardi si incrociarono per un attimo. Oliver guardò fisso Felicity e inclinò leggermente il capo verso destra.

Non è che mi dispiaccia, tutt’altro. Mi piace la tua voce… - Si bloccò per un attimo. Inspirò a fondo e chiuse gli occhi per ritrovare la concentrazione.

- Non sono d’accordo. – Il tono severo di Oliver spezzò quel momento imbarazzante.

- Oh. – Felicity fece qualche passo verso di lui. – Quindi, - Stiracchiò il collo in avanti. – Tu non vuoi che vada.

- Non è esatto.

Un grugnito di frustrazione da parte di lei graffiò l’aria.

- Devo tirare a indovinare o ti spieghi? Se tu non lo sapessi, all’università era il mio hobby preferito fare mille supposizioni e poi trovare l’ipotesi più azzeccata. C’è quella sorta di autosoddisfazione e compiacimento personale quando riscontri che le tue ipotesi sono sempre le migliori, quando dai un perché a ogni dettaglio che hai raccolto, e che ti porta inesorabilmente alla soluzione. Mi ricordo una volta… -

La sua voce si spezzò. Le mani di Oliver strinsero le sue braccia. I suoi occhi sostituirono la miriade di parole che Felicity si aspettava di ascoltare.

- Andrà tutto bene, Oliver. Non correrò nessun rischio, te lo prometto. E poi, ci sarai sempre tu… - Una scintilla negli occhi, le pupille che si dilatarono leggermente a confermare la validità di quell’affermazione fu la reazione di Oliver, - e Dig, naturalmente.

Oliver allentò la presa, fino ad allontanarsi di qualche passo da lei.

- Va bene.

Felicity riprese a respirare normalmente. Per un attimo credette di non farcela a reggersi in piedi. Contrastare la forza di Oliver, non quella fisica, ma quella delle sue emozioni, era sempre più difficile resistere e non lasciarsi trasportare dalle sensazioni che lui scatenava in lei.

Oliver aprì un cassetto e da dentro tirò fuori una scatolina.

- Non dovrai mai toglierlo, mai.

Felicity prese una delle trasmittenti. – Neanche in bagno? No, sai, perché io in realtà, alla mia privacy ci tengo, non mi sono mai trovata in sintonia a fare pipì in compagnia, o peggio, per non parlare della doccia. S’intende, non è che mi dispiaccia farla in compagnia, anzi, tutt’altro, è così piacevole strofinarsi, insaponarsi e sciacquarsi… - Terrorizzata da quella confessione, sgranò gli occhi e subito il suo sguardo saettò su Oliver.

Respira. Si disse tra sé. – La porterò sempre con me, ho capito. Vuoi venire anche a letto con me?

A quell’ultima battuta ebbe solo il tempo di rendersi conto di quello che il suo cervello le aveva fatto dire, prima di mordersi le labbra e chiudere gli occhi per cancellare dalla sua mente quel momento imbarazzante.

Oliver inspirò silenziosamente. Le si avvicinò. Appoggiò una mano sulla spalla e inclinato su di lei le sussurrò all’orecchio – Sempre.

Felicity s’irrigidì e non mosse un muscolo per diversi minuti, rimase in piedi pietrificata cercando di definire il “sempre” carezzevole, autoritario, protettivo che aveva pronunciato Oliver.

 

 

- Felicity! – La voce di Oliver mi esplode all’improvviso nell’orecchio.

Di scatto mi allontano da Andrew che mi guarda frastornato. – Scusami, - ci diciamo contemporaneamente.

- No, scusa tu. Devo aver bevuto troppo, e tu… - Mi sfiora una ciocca di capelli e me la riporta dietro l’orecchio, - Tu sei così bella stasera.

- Felicity! – Un altro richiamo di Oliver mi manda all’esasperazione. Riattivo il microfono.

- E stai calmo! – Mi lascio sfuggire.

Andrew mi guarda perplesso. Merda. – Credo, che ora sia meglio che tu vada.

- Sì, hai ragione. – Scuote leggermente la testa. – Amici come prima?

Andrew ha un sorriso così dolce che non posso fare altro che arrendermi. Sorrido intenerita. – Non ti preoccupare, abbiamo alzato il gomito entrambi, non è successo niente. Cancellato. Non è mai esistito. Domani nessuno dei due si ricorderà questo momento. Ne sono sicura.

Lui mi guarda. I suoi occhi. Azzurro misto al verde, ma non sono sicura della loro tonalità, dato che cambiano repentinamente ogni volta che si espone alla luce.

Andrew si avvicina alla mia guancia.

- Io. Non. Credo. – Sussurra e poi me la bacia. – Buonanotte.

- Not-te.

Aspetto qualche secondo. Lo osservo salire in macchina e andare via.

Entro in casa. Scalcio le scarpe lontano dai miei piedi. – Maledetti tacchi. –

Il cappotto lo abbandono sulla sedia.

- Hai finito di amoreggiare?

Per poco non mi prende un infarto. La stanza s’illumina e mi rivela la presenza di Oliver davanti a me.

- Non potevi palesare la tua presenza in modo più civile, senza far prendere alla sottoscritta un infarto?

Mi guarda serio. – Nervosetto, stasera. – Ed eccola là, la sua occhiataccia. Se pensi di intimorirmi ti sbagli di grosso. Sostengo il suo sguardo.

- L’hai presa?

- Secondo te? – L’osservo con ovvietà. Afferro il cappotto e tiro fuori la chiavetta. Mi avvicino a lui. Oliver mi porge il palmo della mano. – Non stavo amoreggiando. È capitato che gli abbia fatto bere qualche bicchiere di troppo. Io, forse, pure. – Mi massaggio le tempie. Inizio a sentire la stanchezza. - Lui si è avvicinato e io ne ho approfittato per fregargli la chiavetta dalla tasca.

Il suo sguardo severo mi fa capire che non è aria di scherzare. – Va bene, tieni.

Mi sciolgo i capelli. L’acconciatura che avevo fatto stasera mi sta uccidendo. Devo ricordarmi di non stringere troppo la coda la prossima volta.

- Ora va meglio. – Ed eccoli lì, i suoi occhi che seguono ogni mio gesto. – Che c’è? A te non capita mai di aver voglia di lasciar liberi i capelli? Stringevano cosi forte che mi è venuto mal di testa. Deve essere tutta questa tensione. Mi agito sempre quando ti sento dentro di me.

Oliver questa volta sorride, anche se cerca di trattenersi. Io vorrei solo scavarmi una fossa in questo preciso punto e in questo preciso istante.

- È meglio che vada a dormire. Quando sono stanca, dico sempre delle cose senza senso. Buonanotte.

Sto per richiudermi la porta alle spalle ma mi blocco.

- Ah, Oliver – lui si ferma sull’uscio. – Non stavo amoreggiando.

Lui sorride e se ne va.

Ora mi ricordo come ci sono finita in questa situazione.

 

 

 

 

Continua…

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Angoletto di Lights

Sono emozionata, un nuovo fandom, nuovi personaggi da gestire. È tutto così eccitante.

La storia è già scritta tutta. È composta da cinque capitoli.

Ogni pezzo è suddiviso da un momento presente raccontato in prima persona, un intermezzo in terza persona che ci mostra il passato, e la conclusione dove si torna al presente con il punto di vista di chi ha aperto il capitolo.

Ringrazio Vannagio per il supporto tecnico e la consulenza, Jaybree per il fangirlizzare silenzioso, siete state entrambe preziosissime per questa storia, grazie di cuore.

Che altro dire. Ah sì, giusto. Gli aggiornamenti saranno ogni lunedì pomeriggio in pausa pranzo.

Alla prossima settimana.

   
 
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