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Autore: callas d snape    31/03/2014    2 recensioni
E' sera e una bambina chiede a sua madre di raccontarle la favola della buona notte. Ma la storia che la donna racconterà a sua figlia sarà davvero tutto frutto della sua immaginazione?
Spero di avervi incuriosito. Enjoy it!
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ciurma di Barbabianca, Nuovo personaggio, Satch
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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TELL ME A STORY


“Mamma, mi racconti una favola?”
“Tesoro, è tardi e sono molto stanca: non potresti fare senza per una sera? E poi lo sai che non sono brava come il nonno a inventarmi storie!”
“Ma non riesco a dormire senza! Dai, ti prego! Una piccola piccola!”
“E va bene, furfantella: una favola veloce e poi a dormire di corsa!”
La bambina sorrise soddisfatta e si posizionò meglio sotto le coperte in attesa che la madre cominciasse a parlare. Quella, dopo aver pensato  un attimo a cosa inventarsi per far addormentare la figlia, si sdraiò al suo fianco abbracciandola stretta e poi iniziò il racconto.

“C’era una volta, una giovane che viveva in una base della marina sulla Rotta Maggiore…”

“Ma io volevo una storia coi pirati, non sulla marina!”
“Se avessi un po’ di pazienza arriverebbero anche i corsari!”
La bambina si zittì di colpo e aspettò che la madre continuasse.

“Il padre della ragazza era a capo dell’intera base militare e lei era stata addestrata fin da piccola ad essere un bravo marine. Ma la nostra protagonista, che chiameremo per comodità Noe, non era mai stata un tipo che si sottometteva agli ordini. Lei amava la libertà e più passava il tempo più vivere in quella gabbia circondata da soli uomini, senza mai conoscere un suo coetaneo, le risultava arduo.
All’improvviso, però, la sua vita cambiò drasticamente. Il giorno del suo diciottesimo compleanno, Noe ricevette la triste notizia della morte del padre. L’uomo era caduto durante un scontro con la ciurma di uno dei quattro imperatori, il pirata Barbabianca. Anche se con il padre litigava spesso, la ragazza rimase molto sconvolta della notizia: ora era rimasta orfana dato che sua madre era morta dandola alla luce.
Noe decise, allora, di prendere il mare per vendicare l’uccisione del genitore e per ritrovare il frutto del diavolo che l’uomo possedeva: il frutto dark-dark. La ragazza infatti sapeva bene la capacità distruttiva di quel potere (non per niente suo padre era un vice-ammiraglio!) e voleva evitare che cadesse in mani sbagliate e che a pagare fossero degli innocenti.
Dopo settimane di navigazione finalmente la nostra protagonista riuscì a scovare il suo primo obbiettivo: l’uomo che aveva ucciso suo padre. Lo sfidò a duello, ma nonostante lei fosse molto brava con la spada, non potè nulla contro quella leggenda vivente.
Sconfitta, Noe non aspettava altro che la morte, ma Barbabianca era di tutt’altro parere: infatti la voleva nella sua ciurma come sua nuova figlia. All’inizio la ragazza rifiutò categoricamente, ma poi pensò che solcare i mari con quell’uomo avrebbe reso più facile la ricerca del frutto del diavolo. In oltre, vivendo così a stretto contatto con lui, sicuramente si sarebbe presentata l’occasione per ucciderlo!
Così Noe entrò a far parte dei pirati di Edward Newgate e si fece tatuare il suo jolly roger sulla caviglia destra. Una volta salita a bordo, il vecchio imperatore la smistò in una delle sue flotte, la quarta divisione. La ragazza era già pronta a dare del filo da torcere al suo nuovo comandante, ma non si aspettava certo di trovarsi di fronte un cuoco mezzo matto, con un improbabile ciuffo gonfio sulla fronte e il sorriso sempre sulle labbra.
In pratica la sorte, con un aiutino da parte del vecchio, aveva voluto che Noe finisse tra le grinfie della persona meno odiosa e più immatura del mondo: Satch.
All’inizio la ragazza aveva provato seriamente ad odiarlo, ma era davvero impossibile. Satch era la gioia di vivere fatta persona e lei, che era vissuta nell’apatia per diciotto lunghi anni, non potè far altro che essere inondata da quel mare di allegria e spensieratezza.
E così col passare del tempo, Noe iniziò ad aprirsi sempre di più con tutti i suoi compagni e a considerarli come fratelli. Aveva legato in particolar modo con Vista, col quale si allenava con le spade, con Halta, l’unica altra ragazza presente sulla nave, e con Marco, che era la vittima preferita degli scherzi suoi e di Satch.
In seguito alla ciurma si unì anche Portuguese D. Ace: Noe gli si affezionò subito, visto che loro due erano molto simili. Lo aiutò a capire quanto fosse bello far parte di quella famiglia e, quando decise di fermarsi con loro, lo prese sotto la sua ala protettiva alla stregua di una sorella maggiore.
Col tempo il rancore che Noe provava per Barbabianca andò affievolendosi e lasciò spazio ad un sentimento molto più intenso: l’amore verso il suo capitano Satch. Sapeva bene, però, che quel sentimento non sarebbe mai stato ricambiato visto i quasi dieci anni che li separavano e dato che per il comandante lei era soltanto la sua sorellina.
Le cose precipitarono il giorno del suo ventiduesimo compleanno. Quella sera Noe era molto malinconica e aveva alzato un po’ il gomito per non pensare ai suoi genitori. Satch le si avvicinò per  farle un po’ compagnia e per risollevarle il morale: le chiese cosa volesse per il suo compleanno.
“Baciami.” gli disse lei perentoria.
Il comandante rimase molto stupito di quella richiesta e non sapeva cosa dire, così la ragazza riprese la parola.
“Ti amo Satch. Ti amo dalla prima volta che mi hai sorriso. Tu rischiari il mio mondo grigio con la tua solarità. Non posso più immaginarmi una vita senza di te. Ti prego, fai di me la tua donna!”
La piratessa si era attaccata alla maglia dell’uomo nel tentativo di fargli capire quanto per lei lui fosse necessario. Ma questo la staccò malamente e le disse freddo: “Noe, non possimo.”
“Perché? Perché sono troppo giovane? O per il fatto che ci chiamiamo fratelli? Tutte queste cose non hanno importanza. Io ti amo! E niente potrà cambiare i miei sentimenti…”
“Sono stato io ad uccidere tuo padre.”
Il silenzio cadde tra i due. Satch prese un profondo respiro e continuò: “Stavamo combattendo, tuo padre lottava contro Barbabianca, che quel giorno stava poco bene. Io mi sono avvicinato per dargli man forte insieme a Marco, ma lui era molto potente: la cicatrice che ho sul volto me l'ha lasciata lui. Mi aveva disarmato e stava per ammazzare Marco quando ho visto una pistola abbandonata per terra. Ho potenziato la pallottola con l’haki e ho sparato, trapassando il cranio di tuo padre e uccidendolo.”
Satch non aveva staccato gli occhi da Noe mentre parlava e l’aveva vista iniziare a piangere silenziosamente e  svuotarsi completamente di qualsiasi sentimento.
“Mi dispiace ta…” tentò di dire, ma fu fermato da un sonoro schiaffo della ragazza che aveva sibilato tra i denti ‘Tu per me sei morto’.
I giorni passarono e il clima che si respirava sulla nave era sempre più pesante: Noe si era barricata nella sua cabina e non voleva vedere nessuno, mentre Satch sembrava aver perso tutta la sua allegria. Una sera di ritorno da una missione combinata con la seconda flotta capeggiata da Ace, il cuoco si imbattè in un frutto del diavolo. Sapendo che la sua subalterna ne stava cercando uno in particolare, chiese a Pugno di Fuoco di andarla ad avvisare della sua scoperta.
Quando Noe seppe la notizia, fu molto combattuta: voleva sapere se il frutto era quello appartenuto un tempo al padre, ma non aveva la minima voglia di rivedere il suo capitano. Alla fine, però, la curiosità prevalse e si diresse verso le cucine.
Quando aprì la porta rimase scioccata: Marshall D. Teach, un suo compagno detto anche Barbanera, stava pugnalando Satch alla schiena e teneva il frutto dark-dark in mano. Noe agì subito senza riflettere: si avventò su Teach e iniziò a combattere contro di lui. La confusione che provocarono attirò gli altri componenti della ciurma e lo stesso Barbabianca. Subito i due combattenti vennero divisi e Satch fu portato urgentemente in infermeria.  Fu immediatamente operato d’urgenza e dopo alcune ore le infermiere dissero che, anche se l’intervento era riuscito, era entrato in coma e che non sapevano se si sarebbe risvegliato.
A sentire tutto ciò Newgate tuonò chiedendo cosa fosse successo. Teach colse subito la palla al balzo: “Padre, stavo andando a chiamare Satch per la cena quando ho visto Noe che lo colpiva alle spalle e sono intervenuto. Qualche giorno fa li ho sentiti litigare violentemente perché lei aveva scoperto che l’assassino del padre era proprio Satch. Lo ha pure minacciato!”
Noe era basita, non sapeva neanche rispondere a tutte quelle calunnie. La voce di Barbabianca la fece ritornare in sé. “È vero quello che dice Teach?”
“No! Cioè… è vero ero arrabbiata con Satch… ma non sono stata io a ferirlo. È stato Teach!”
Ma ormai Barbanera aveva instillato il dubbio in molti filibustieri, che la vedevano ancora come la figlia del vice-ammiraglio e tutti sapevano che ultimamente le cose tra la piratessa e il suo superiore non andavano molto bene. Il vecchio imperatore non potè far altro, quindi, che metterla in cella, in attesa di giudizio.
Trascorse una settimana: Satch non si svegliava, il frutto del diavolo era stato messo sotto chiave, Noe era abbandonata a sé stessa ed Ace passava molto tempo al capezzale dell’amico cercando di capire quale fosse la verità. Non poteva credere che la ragazza avesse fatto questo al suo comandante, ma d’altro canto Teach stava con Barbabianca da una vita, perché avrebbe dovuto mentire?
Alla fine, su insistenza di molti pirati incitati da Barbanera, il vecchio Newgate non potè far altro che condannare la prigioniera a morte per fucilazione. All’alba del decimo giorno dall’attentato a Satch, Noe fu condotta sul ponte della Moby Dick e legata all’albero maestro. I migliori cecchini della ciurma si posizionarono di fronte a lei e caricarono i fucili. La ragazza chiuse gli occhi pronta a morire, pregò che satch si rimettesse e perdonò tutti i suoi compagni, eccetto Teach. Sentì i rumori degli spari, ma non percepì alcun dolore: Ace si era messo tra lei e i proiettili facendole da scudo umano col suo potere.
Poi si rivolse al padre: “Babbo, qualche minuto fa Satch si è svegliato e ha confermato la versione di Noe. È stato Teach a colpirlo!”
Tutti si voltarono verso Barbanera che stava tentando la fuga, ma fu tutto vano perchè venne fermato da Marco e Vista che lo portarono al cospetto dell’imperatore.
Questi era furente: senza dire una parola né ascoltare le suppliche di quel traditore, alzò il suo bisento, tranciò di netto la testa a Teach e scaraventò la sua carcassa senza vita in mare.
Poi con passi pesanti si portò di fronte a Noe che nel frattempo era stata liberata da Ace, si inginocchiò, la strinse tra le braccia e piangendo disse: “Perdonami, figlia mia!”
La ragazza annuì vigorosamente contro il petto del gigante, beandosi di quell’abbraccio amorevole. Alla fine la giovane prese la parola: “Padre, ti prego, fammi andare da lui ora!”
Barbabianca acconsentì comprensivo e lei corse a rotta di collo verso l’infermeria: la cosa che le era pesata di più in quei giorni di prigionia era non aver potuto stare accanto a Satch. Spalancò di colpo la porta dell’infermeria e si trovò di fronte una scena esilarante: Satch, pieno di tubi e flebo, tentava in vano di sopraffare tre infermiere che lo tenevano inchiodato al letto.
Appena l’uomo si accorse della sua presenza si aprì in un profondo sorriso sollevato. La ragazza gli si avvicinò, congedò quelle tre sante donne e si buttò tra le braccia del suo capitano piangendo e ridendo contemporaneamente.
“Oh Noe, mi dispiace così tanto: per tuo padre, per i guai che ti ho fatto passare…”
“Stai zitto, non mi importa di niente: ormai è tutto passato!”
Dopo quel lungo abbraccio Satch la scostò lievemente da sé e le chiese serio: “Devo saperlo: quello che mi hai detto il giorno del tuo compleanno era vero o eri solo ubriaca e triste?”
“Cosa… C-certo che è v-vero! M-ma che domande fai?!” rispose tutta rossa balbettando.
“Allora ti devo ancora il tuo regalo di compleanno!” e detto questo Satch l’attirò nuovamente a sé e la baciò. Sentiva in bocca il sapore salato delle sue lacrime e la barba del suo uomo le pizzica la pelle, ma Noe non poteva desiderare bacio più perfetto.
Presto i due si sposarono e vissero felici e contenti con la loro numerosa famiglia vivendo mille avventure per i mari. Fine.”

La bimba sbadigliò rumorosamente.
“Bene, è ora di dormire scricciolo.” disse la madre rimboccandole le coperte e schioccandole un sonoro bacio in fronte. “Buona notte tesoro.”
“Notte mamma. Grazie per avermi raccontato questa storia.”
“Di nulla angelo. Ora dormi.”
La donna uscì dalla stanza spegnendo la lampada a gas e si affacciò dal parapetto della nave per ammirare il cielo. Da lontano provenivano i rumori della festa ancora in corso per il compleanno del babbo. All’improvviso due braccia forti l’avvolsero stretta e due labbra le andarono a solleticarle la base del collo.
“La bambina dorme?”
“Sì, ho impiegato una vita per farla addormentare. A preso tutta la tua iperattività Satch!”
L’uomo la voltò verso di sé e la baciò con passione facendo unire i loro corpi.
“Sai Noe, stavo pensando a una cosa. Ormai siamo sposati da sette anni, Haden ci è capitata tra capo e collo, ma siamo riusciti a crescerla bene fin’ora e ha quasi sei anni ormai. Che ne dici se provassimo ad avere un altro bambino?”
“No.”
“No?!” Satch era basito soprattutto per la faccia seria che aveva la moglie. Dopo un attimo di silenzio, però, questa scoppiò a ridere lasciando sempre più perplesso il marito.
“Ti dico no per il semplice fatto che sono già incinta! Avrei voluto farti una sorpresa sta sera, ma…” Noe non finì la frase che si ritrovò impegnata ad usare la bocca in tutt’altra maniera. Dopo un lungo bacio, i due si abbracciarono ansimante e felici.
“Ti amo immensamente  Noe!”
“Anch’io ti amo tanto Satch!”



N.d.a.
Eccomi qui con questo sclero pre-esame. Ho sempre voluto scrivere qualcosa su Satch visto che Oda lo descrive solo marginalmente e gli fa fare una morte orribile. Come ad Ace... Come a Barbabianca... Ecco ora mi metto a piangere!
Comunque spero che lo sforzo sia apprezzato. Fatemi sapere cosa ne pensate con un commentino.
Buona settimana a tutti. Ci sentiamo ad aprile col terzo capitolo de "La volontà della D."
Saluti. C.S.
  
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