Albus Severus Potter era nella sua stanza concentrato a preparare i bagagli per Hogwarts, la più celebre scuola di magia e stregoneria di tutto il paese.
Finalmente era arrivato anche il suo momento. Albus aveva passato gli ultimi due anni da quando suo fratello James era stato ammesso a domandarsi come fosse vivere lì, era stanco di sentire i racconti sulle avventure di suo padre e suoi zii, no lui voleva viverle quelle avventure: voleva andare in giro di notte per il castello, visitare luoghi incantati, imparare nuovi incantesimi e fare di tutto per accumulare punti per far vincere la propria casa.
A questo proposito Albus continuava a domandarsi in quale casa sarebbe stato smistato, la maggior parte dei suoi amici e parenti erano finiti in Grifondoro: suo padre, sua madre, i suoi zii ,i suoi nonni ,suo fratello suo cugino Ted che tanto adorava e che in realtà non era nemmeno suo cugino ma essendo il figlioccio di suo padre era cresciuto in famiglia e ormai ne faceva parte. Tutti loro erano Grifondoro e per questo motivo Albus sentiva il peso di parecchie aspettative su di lui e la possibilità di finire in un'altra casa magari in Serpeverde lo spaventava parecchio. Un Potter Serpeverde era una notizia da prima pagina per la gazzetta del profeta...
 « Albus, James sbrigatevi o faremo tardi » i pensieri di Albus furono interrotti dalle grida di sua madre, così fatto un ultimo controllo ai bagagli e salutata la sua stanza Albus si avviò al piano di sotto con suo fratello James, «Che c'è Al ti vedo un po' nervoso???»disse il fratello con aria sarcastica «Lasciami stare James !» «Bene iniziavo a preoccuparmi pensavo che un elfo ti avesse mangiato la lingua» «Un cosa?» «Un'elfo. Sai Hogwarts è piena di elfi che non aspettano altro di mangiarti la lingua appena ti distrai»
«James smettila di spaventare tuo fratello» lo sgridò la donna dalla chioma color rubino «Farai meglio a non farti sentire da tua zia Hermione non sai quanto si è battuta per i diritti degli elfi e sentire suo nipote infangare il buon nome di questi per lei sarebbe una gran delusione» disse Harry mentre ripensava al vecchio C.R.E.P.A. «Dai scherzavo. Che fifone che sei Albus!» «James sei sempre il solito!» affermò la piccola Lily con una voce così seria che scatenò le risate degli altri quattro Potter. «Dai sbrigatevi mettete le valigie in macchina e partiamo!!!»
«Papà se in macchina non c'è spazio posso seguirvi con la mia scopa? ti prego??? volerò affianco a voi e andrò pianissimo!!» «JAMES SIRIUS POTTER SPERO CHE TU STIA SCHERZANDO!» lo rimproverò Ginny «James so che non vedi l’ora di provare la tua nuova Nimbus 3000 ma non possiamo rischiare di farci vedere dai babbani e poi non vogliamo certo che il cacciatore dei Grifondoro venga squalificato prima che la stagione inizi» «Ok»
E così i 5 Potter partirono alla volta di King's Cross. Mentre Ginny e Lily si intrattenevano canticchiando e Harry e James discutevano di Quidditch, Albus non smetteva di pensare a cosa sarebbe successo se per esempio fosse stato smistato in serpeverde.
«A proposito James hai sentito il vecchio Aberforth va in pensione» «Nooo!!! Era il mio professore preferito!!! Perché va via???» «Sembra che si sia stancato della vita da professore e dopo quasi 20 anni d’insegnamento non ce la fa più a sopportare i ragazzini» disse Harry sorridendo.  
«Hermione mi ha detto che per sostituirlo ci sono parecchie opzioni, la cattedra di difesa contro le arti oscure ora è molto richiesta, si vede che sono cambiate molte cose ai nostri tempi era la meno gettonata.» disse Ginny rivolgendosi al marito «Perchè mamma???» domandò Lily «Perchè in 7 anni abbiamo avuto sette professori e quasi tutti e sette hanno fatto una brutta fine. Alcuni erano davvero odiosi» spiegò Harry «Punizione signor Potter!» gridò Ginny facendo una perfetta imitazione di Dolore Umbridge che a Harry fece accapponare la pelle.
«Eccoci qui. King's Cross» annunciò Harry «Tutti gli anni la stessa storia pieno zeppo di babbani» rispose Ginny. Ma lì in mezzo ai babbani tra i binari 9 e 10 c'era una persona dall'aria familiare…
«No. Non posso crederci...»