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Autore: amnesiaL1996    31/03/2014    0 recensioni
Sebastian l’aveva detto mille volte: sua figlia era decisamente troppo intelligente. Tutti geni Smythe ovviamente.
Il suo più grande talento era infatti quello di riuscire a capire sempre cosa dire per mettere in difficoltà i propri genitori,cosa in cui,bhé anche se piccolina,era una gran maestra.
> se ne uscì infatti quel giorno a pranzo,sorridendo con la sua miglior aria innocente,gli occhi verde chiaro che brillavano di curiosità.
Sebastian alzò all’istante lo sguardo a incrociare quello di suo marito,gli occhioni da cerbiatto spalancati per la sorpresa e le guance rosse d’imbarazzo.
Perché di certo raccontare come loro due si erano messi insieme era l’ultima cosa che potessero fare.
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Nuovo personaggio, Sebastian Smythe, Thad Harwood, Warblers/Usignoli | Coppie: Sebastian/Thad
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Blame it on the alcohol

 

 

 

Sebastian l’aveva detto mille volte: sua figlia era decisamente troppo intelligente. Tutti geni Smythe ovviamente.

Il suo più grande talento era infatti quello di riuscire a capire sempre cosa dire per mettere in difficoltà i propri genitori,cosa in cui,bhé anche se piccolina,era una gran maestra.

<< Papà,come vi siete innamorati tu e papi? >> se ne uscì infatti quel giorno a pranzo,sorridendo con la sua miglior aria innocente,gli occhi verde chiaro che brillavano di curiosità.

Sebastian alzò all’istante lo sguardo a incrociare quello di suo marito,gli occhioni da cerbiatto spalancati per la sorpresa e le guance rosse d’imbarazzo.

Perché di certo raccontare come loro due si erano messi insieme era l’ultima cosa che potessero fare.

 

*Dormitori della Dalton Academy,venerdì notte,anno scolastico 2012-2013*

Sebastian Smythe,solista degli Usignoli già da più di un anno,evitava come la peste di passare il tempo con i suoi folli compagni di coro.

Rare e singole eccezioni erano però i famosi festini illegali nei dormitori,che,se da una parte erano la cosa più folle e senza senso che quel gruppo di idioti poteva fare,avevano almeno la quantità di alcool necessaria perché lui riuscisse a sopportarli tutti insieme per più di mezz’ora senza ucciderli.

Quel venerdì sera era proprio uno di quei casi: tutto era partito per “festeggiare tranquillamente” il compleanno di Richard,ma nel giro di un’oretta (e di una decina di litri di birra) la stanza si era trasformata nel caos più totale,tra Warblers che ballavano mezzo nudi sulla scrivania o che cantavano oscene canzoni dei cartoni improvvisando lo scopettino del water come microfono.

Ormai,però il peggio era passato,e quasi tutti,più nell’altro mondo che vivi,si erano ritirati a dormire nelle proprie stanze.

Quasi,però: il padrone della stanza nonché festeggiato era crollato di traverso sul letto,la testa sul pavimento e solo un paio di pantaloncini da ginnastica giallo fosforescente e una coroncina rosa indosso,mentre suo fratello Cameron stava tranquillamente sdraiato sopra il coinquilino di Richard,Flint,nel suo letto.

Ai piedi dei suddetti letti stava seduta una piccola ma pericolosissima comitiva formata da alcuni dei più pazzi Warblers mai entrati alla Dalton: Jeff Sterling,Nick Duvall,Sebastian Smythe,Thad Harwood,Hunter Clarington e Trent Nixon.

I sei ragazzi,nessuno escluso,erano decisamente già parecchio brilli,quando all’improvviso a quella Barbie bionda di Sterling (come amava definirlo Bas con “affetto”) era venuta in mente l’idea del secolo per la sua mente offuscata e piena soltanto di arcobaleni ed unicorni e quasi senza che gli altri se ne rendessero conto si erano ritrovati tutti a giocare al gioco della bottiglia.

Il primo turno era stato ovviamente dell’ideatore del gioco che,manco a farlo apposta,aveva fatto puntare la bottiglia dritta verso il suo fidanzato,approfittando ovviamente per dargli un bel poco dolce e casto bacio.

Poi era stato il turno di Trent. Il ragazzo aveva timidamente girato la bottiglia,giusto per vederla fermarsi davanti al nuovo capitano che quella sera aveva dato prova di tutta la sua poca bicuriosità provandoci proprio con il suo timido compagno di stanza. Nonostante questo,un po’ perché Clarington non era esattamente in sé,un po’ perché Nixon stava morendo dall’imbarazzo,il loro bacio fu rapido e leggero,appena accennato,giusto il tempo di far diventare incandescenti le guance del ragazzo più grasso e di far apparire un lieve sorrisetto sul viso dell’altro.

<< Sebastian >> biascicò a quel punto Jeff,strusciando la testa come un gatto contro il petto del suo ragazzo << Tocca a te >>

Smythe gli lanciò un’occhiata profondamente disgustata.

Il gioco della bottiglia,lui? Che cos’era,un ragazzino di seconda media?

Stava quasi per rispondere con la sua solita acida per dire che lui mai e mai poi avrebbe partecipato a quella cosa infantile,quando i suoi occhi verdi incontrarono quelli più scuri del suo migliore amico,Nick,che con un solo sguardo gli comunicò di non rompere i coglioni e di non rovinare una così bella serata.

Sebastian perciò sbuffò,per nulla contento di tutto quello,e si apprestò a girare la bottiglia.

Uno,due,tre giri e poi iniziò a rallentare sempre di più,fino a fermarsi.

Sebastian alzò lo sguardo seguendo la direzione puntata dalla bottiglia e raggelò.

Dall’altra parte del cerchio Thad Harwood,il suo petulante,rompiscatole compagno di stanza lo guardava sorpreso e confuso,gli occhi lucidi per l’alcool ma in cui Sebastian riusciva a distinguere ancora una scintilla di consapevolezza.

Per un attimo,il francese fu sicuro al 110% che Harwood si sarebbe alzato e se ne sarebbe andato,rifiutandosi di prestarsi a quello stupido gioco: dopo tutto,loro due passavano praticamente tutto il loro tempo a litigare e urlarsi contro e il moro aveva sempre dimostrato molto chiaramente quanto disprezzasse il suo compagno.

Ma,inaspettatamente,dopo un paio di secondi rimasti a fissarsi l’uno davanti all’altro,Thad si alzò,si,ma solo per andare a sedersi accanto a Smythe.

Il ragazzo si ritrovò all’improvviso quegli occhi scuri,da cerbiatto,a pochi centimetri di distanza,vicini come non mai,così tanto da potervi scorgere dentro ogni più piccola sfumatura di nocciola più chiara,mentre il profumo dolce,reso un po’ pungente dall’alcool,del respiro del più basso si infrangeva sul suo viso.

Fu un attimo solo quello che passarono a fissarsi negli occhi,cioccolato fondente contro menta fresca,prima che ogni distanza tra i loro visi si annullasse in un bacio caotico e confuso,fatto di lingue che si sfiorarono e denti che graffiavano le labbra dell’altro.

Sembrò durare ore e quando si separarono,soltanto per mancanza di fiato,il silenzio calò nella stanza,mentre tutti li fissavano.

Poi Sebastian prese Thad per i fianchi e se lo portò addosso,dando origine a un altro bacio profondo,uno di tanti che quella sera li portò dritti verso il letto di Harwood.

 

E così,tutto ebbe inizio.

Ma forse dire alla loro bambina che tutto era iniziato per una scopata quando erano troppo ubriachi per capire qualcosa non era esattamente l’idea migliore…

  
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