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Autore: foreverahero00    31/03/2014    4 recensioni
“Allora, ci vediamo domani Catnip?” Disse prima di andarsene.
“Si, ci vediamo domani. Ti ripeto, il mio nome è Katniss!”
Si incamminò verso la recinzione, ma prima di andarsene del tutto rivolse un ultimo sguardo alla ragazza.
“Va bene, Catnip”
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Gale Hawthorne, Katniss Everdeen
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Era mattina presto. Gale scavalcò la recinzione, come faceva ogni giorno. Si addentrò nei boschi.
Forse, vi potreste chiedere cosa ci faceva un quattordicenne nei boschi.

La vita dopo la morte di suo padre non fu facile per lui. Dovette prendere il suo posto, andare a caccia per portare cibo a casa, aiutare i suoi fratelli, sua madre. Fu costretto a crescere in fretta, nonostante tutto il dolore che provava.
Per sfamare la sua famiglia infrangeva la legge, andava nei boschi, cacciava, vendeva il poco che si ritrovava tra le mani, ma è questo che gli aveva insegnato suo padre. Meglio morire con una pallottola conficcata in testa, che di fame, gli disse un giorno. Infrangeva la legge, lo faceva perché avrebbe dato la vita pur di salvare la sua famiglia.

Piazzò delle trappole, come ogni mattina. Tutto quello che sapeva glielo insegnò papà. Suo padre lavorava in miniera, aveva un giorno alla settimana libero, ma nonostante il duro lavoro tutte le mattine, la domenica lo portava nei boschi. Stare con lui era la cosa più bella per Gale. Ma adesso non c’era più. Se n’era andato, proprio come tutti i compagni in miniera. Gli mancava tantissimo.
 
Verso il tramonto Gale ritornò al solito posto, ormai conosceva bene il bosco, sapeva dove avrebbe trovato qualche coniglio più grosso. Sentì qualche rumore tra i cespugli, Ci siamo, pensò. Si avvicinò lentamente, senza fare baccano. Invece del coniglio che si aspettava trovò una ragazzina. Stava osservando la sua preda.


“Ragazzina, il furto può essere pagato con la morte al Dodici.”


Lei si girò di scatto. Aveva gli stessi occhi di Gale, stessi occhi grigi da giacimento. Aveva le guancie scavate, non mangiava da giorni. I suoi capelli erano legati in una treccia scura.


“Stavo guardando la trappola, invece” Gale sapeva che la ragazzina stava mentendo.

“Come ti chiami?” Chiese cambiando discorso.

“Catnip” Sussurrò imbarazzata. Gale pensò di aver capito male.

“Catnip? Strano nome il tuo” Disse.

“Mi chiamo Katniss!” Infatti aveva capito male.

“Va bene. Io sono Gale.”


Abbassò lo sguardo e vide il bellissimo arco che custodiva tra le mani.


“Chi te l’ha dato?” Chiese puntando l’arco.

“Era di mio padre”


Poi Gale si ricordò all’improvviso chi si trovava d’avanti. Aveva già visto Katniss, suo padre rimase ucciso nell’esplosione in miniera, proprio come il suo.


“Posso vederlo?” Chiese.

“Sai, al Distretto 12 il furto viene pagato con la morte” Disse dura.

“Non ho intenzione di rubartelo, non sono un ladro” Disse accennando un mezzo sorriso.


Glielo porse. Era veramente bellissimo, leggero, ma allo stesso tempo molto letale.


“Lo sai usare?”

“Me la cavo.”

“Allora, Catnip. Facciamo un patto. Io ti insegno a costruire le trappole, e tu mi insegni a tirare con  l’arco.”

“Affare fatto”


 Gale le porse la mano. Sono in quel momento capì quello che realmente stava accadendo. Aveva finalmente trovato un’amica. Una persona che non avrebbe lasciato andare così facilmente.

 
“Allora, ci vediamo domani Catnip?” Disse prima di andarsene.

“Si, ci vediamo domani. Ti ripeto, il mio nome è Katniss!”


Si incamminò verso la recinzione, ma prima di andarsene del tutto rivolse un ultimo sguardo alla ragazza.


“Va bene, Catnip”
  
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