CAPITOLO 27
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Due
settimane dopo. 26 giugno.
Ora
siamo sedute sull’asciugamano in spiaggia alla Foce.
E’
incredibile pensare come Alice ce l’abbia fatta a farmi di nuovo
vivere e uscir di casa. Inoltre mia madre si è decisa anche a
comprare il motorino perciò è facile raggiungerla. La
cosa più bella, per Alice, è che questa spiaggia è
frequentata da Gianluca e Matteo Caserbi. Anche se devo ammettere che
Matteo è sempre così carino… Ma ogni volta che ci
penso questo pensiero viene offuscato con il ricordo del mio angelo,
Robbie…
I
miei pensieri vengono interrotti dal passaggio davanti ai nostri
asciugamani di Gianluca. Ci saluta, ma si sofferma con lo sguardo su
Alice. Noi lo salutiamo a nostra volta, ma lei più
timidamente. Poi viene seguito dietro da Matteo.
<<
Aspetta Gianlu!! >>
Ci
cammina davanti velocemente, ma quando mi vede rallenta e mi guarda
sorridendomi.
<<
Ciao Ale!! >>
<<
Ciao… >>
Ci
guardiamo negli occhi sorridendoci, ma lui viene chiamato dal
guastafeste di Gianluca.
<<
Andiamo Matte!! >>
Lui
si gira, si distanzia e io lo ammiro allontanarsi.
<<
Ehy Ale… Non pensi sia ora di voltare pagina? >>
La
guardo e sospiro. Poi rivolgo lo sguardo verso Matteo e penso
tristemente a Robbie che non vedrò mai più.
Mi
giro verso Alice e le sorrido.
<<
Lo credo anch’io… >>
La
tranquillizzo felice che finalmente io abbia fatto la scelta che
dovevo decidere di attuare, ma ora che ho stabilito devo solo
aspettare che si metta in atto. E ci vorrà del tempo…
Ammiro
Matteo buttarsi in acqua, cadere tra le varie onde e venire bagnato
dall’acqua salata assieme a Gianluca.
Anche
Alice sta osservando.
Ci
guardiamo sorridendoci maliziosamente, ma io sono più veloce a
parlare.
<<
Andiamo a fare un bagno? >>
Sorride
ancora di più.
<<
Te lo stavo chiedendo io!! >>
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E’
passato un mese e mi rendo conto sempre di più che la mia
scelta di stare un’estate intera fuori da Sanremo è stata
azzeccatissima. Qui mi trovo davvero bene e non mi fa pensare
soprattutto. Ogni tanto, però, naturalmente, mi ritorna in
mente. Ma non ci sto male. E’ come se provassi a sognare. Ricordo
anche le stesse cose tutte le volte. Lo faccio apposta. Vado da un Mc
Donald, mi prendo un Mc Chicken e me ne vado al porto guardando il
mare fino al tramonto. Questo mi fa anche stare bene.
“Se
è questo posto a farmi stare in questo modo allora voglio
restare qui per sempre...”
Anita
mi manca tanto, ma per fortuna qui ho trovato degli amici anche se
tutti insieme non equivalgono a lei.
Ora
sono in una piazza della “mia” cittadina, se si può
definire così, Deventer, seduti ad un bar di piazza Brink.
Sono
tre. Uno si chiama Jan ed è il più simpatico del
gruppo. E’ biondo con gli occhi verdi con sempre i capelli sugli
occhi, con una bella schiena e robusto. Si potrebbe definire un bel
ragazzo.
L’altro
è Jeroen. Ha i capelli neri e gli occhi verdi anche lui. E’
magrolino e ha i capelli cortissimi, quasi rasati. Ha per giunta
delle lentiggini che non so come gli sono spuntate fuori.
L’ultimo
è Dennis, un ragazzo bassissimo e dispettoso, dai capelli
biondi e gli occhi marroni. Non si direbbe che abbia diciotto anni se
lo vedi per la prima volta, soprattutto dai suoi modi di fare.
Due
ragazze molto belle sono sedute al tavolo accanto. Sono tutte e due
bionde, una con gli occhi azzurri e l’altra blu. Tutte e due con i
capelli lisci, ma una con i capelli a caschetto e una lunghi.
Queste
ci continuano a guardare e io e Jan ci tiriamo le occhiate per
decidere chi si prende una e chi l’altra.
<<
Robbie, bent u beslis terwijl u neemt? >>
“Robbie,
hai deciso quale prendere?”
<<
Ja, ik neem haar. >>
“Si,
prendo lei”
Gli
indico la ragazza con i capelli lunghi.
Jeroen
e Dennis non si pronunciano e il primo ci guarda divertito, il
secondo strano. Jeroen è già fidanzato, perciò
non si sbilancia mai su questi argomenti, mentre invece Dennis è
troppo timido per farlo.
“Questo
mi fa odiare Jeroen…”
<<
Wie van ons gaan eerst? >>
“Chi
di noi va primo?”
Chiede
Jan e subito gli rispondo.
<<
Ik ga. >>
“Vado
io.”
Gli
sorrido e vado incontro a questa ragazza. Non so come provarci.
Faccio ancora fatica a parlare tutto l’olandese.
“Magari
piacciono i tipi imbranati!! Questa parte non me l’ero mai
aggiudicata, ma meglio provare tutte le parti, no? Peccato che non mi
uscirà mai la parte timida, vero Ale? Non mi sono mai fatto
problemi a dirti tutto o a fare quello che dovevo fare. Mi sento
pazzo, lo vedi? Mi metto ancora a parlare con te anche se tu non mi
puoi sentire, mi metto a parlare con te come se tu fossi dentro di
me, come se fossi la mia coscienza. Ma tu sei la mia coscienza. Mi
hai cambiato Ale, in tutto. Mi hai fatto diventare una persona
diversa e anche se io dico che sono tornato ad essere quello che ero
parlo a vanvera. Perché non è così. Prima non
avrei mai pianto, prima non avrei mai avuto paura, prima non mi sarei
permesso di farmi vedere fragile... Prima non avrei mai dato
importanza agli altri. Prima di te non mi sarei mai innamorato…”
Mi
avvicino alle due tipe e mi ci siedo accanto.
<<
Hallo! >>
“Ciao!”
E
lei mi sorride.
Primo
passo compiuto.
-1 ;-P