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Autore: _perfectdreams_    31/03/2014    4 recensioni
Dalla storia :
"Erano le 7.45 e Harry Styles, insegnante cinquantenne di filosofia alla King David High School di Manchester, doveva presentarsi in classe dopo poco più di dieci minuti.
Esercitare quella professione a ragazzi del liceo non era semplice, soprattutto quando l'insegnante non viene preso sul serio perchè gay dichiarato da tempo e perennemente in ritardo. Ma non importava, ormai Harry ci aveva fatto l'abitudine. Non si vergognava della sua omosessualità, anzi quasi ne andava fiero. Solo in quel modo aveva potuto incontrare la persona, l'uomo, più importante della sua vita."
Storia raccontata da Harry, ormai adulto, sotto forma di flashback.
Genere: Angst, Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti
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Ok, questa è la mia prima fanfiction. Non so se vi possa piacere, ho fatto del mio meglio.

È il frutto di una domenica in cui mi annoiavo a morte. Ho avuto un'idea, ho cominciato a scrivere ed è venuta fuori questa :)

Se vi piace, recensite. Se non vi piace, recensite lo stesso, accetto tutte le critiche, seppur costruttive.

Se volete seguirmi su Twitter sono @rachele_deutsch , ricambio tutti :)

Buona lettura a tutti!

 

It's Hard To Live, But Life Goes On.


 

30 Maggio 2039


Erano le 7.45 e Harry Styles, insegnante cinquantenne di filosofia alla King David High School di Manchester, doveva presentarsi in classe dopo poco più di dieci minuti.

Esercitare quella professione a ragazzi del liceo non era semplice, soprattutto quando l'insegnante non viene preso sul serio perchè gay dichiarato da tempo e perennemente in ritardo. Ma non importava, ormai Harry ci aveva fatto l'abitudine. Non si vergognava della sua omosessualità, anzi quasi ne andava fiero. Solo in quel modo aveva potuto incontrare la persona, l'uomo, più importante della sua vita.

"Ok ragazzi, aprite il libro a pagina 562... Oggi faremo una lezione interessante, parleremo della concezione dell' amore secondo Platone".
"Si, interessante sto cazzo" commentó Dean, il tipico bullo della classe.
"Dean, se non ti interessa la lezione, puoi anche andartene. Non lamentarti però se a fine anno ti ritrovi con una insufficienza nella mia materia. Quindi, riprendiamo. L'amore platonico è una delle sfaccettature più interessanti sull' argomento. Secondo un certo mito infatti, l'uomo in principio era formato da due individui. Questi potevano essere maschio e femmina, oppure due maschi o ancora due femmine. Questi esseri erano così perfetti e potenti che Zeus decise di dividerli. Dalla separazione, ogni individuo cerca costantemente la sua metà perfetta e quando la trova, si lega a lui per sempre"
"Che cosa estremamente gay!" continuo Dean "Perché prof non ci parla di un amore più recente? Siamo nel 2039, adesso nessuno è più in cerca dell'anima gemella"
"Ti sbagli, ragazzo mio. Tutti siamo in cerca dell'anima gemella. Solo che alcuni capiscono di stare cercando qualcuno che combaci alla perfezione con lui come pezzi di un puzzle e altri lo fanno inconsciamente. Ma tutti, prima o poi, riusciamo a trovare la persona con cui siamo completi. Volete che vi racconti di un amore più recente? Bene, vi accontenterò.
Si dice che l'amore, quando lo si trova, lo si riconosce dall'odore. Ed è vero, io posso confermarlo. Io l'amore lo avevo trovato, tempo fa. Ed era amore vero, ve lo posso assicurare. Un amore che non capita tutti i giorni, un amore che ti travolge, che ti intorpidisce i sensi a tal punto da non capire più nulla. Quando ti innamori sul serio, della persona giusta, non sei più padrone di te stesso. Non riesci, pur volendolo con tutto te stesso, a distaccarti un attimo dal pensiero che tutto ciò che fai, che scrivi, che leggi, sia in funzione della persona amata. Molte volte lo si fa inconsciamente, ma alla fine l'unico essere umano a cui ti ritrovi a pensare è lui. Vi ho detto che l'amore si riconosce dall'odore. Ecco, per ognuno di noi l'amore ha un odore diverso.

Il mio profumava di fiori di ciliegio, di pagine di vecchi quaderni da disegno e di matite appena temperate".


                                                                                                                ******


 

 

16 maggio 2010.

Harry era un ragazzino di 19 anni con un sogno nel cassetto che stava per realizzare proprio quella sera: andare al concerto del suo cantante preferito, Ed Sheeran.
Non era molto ricco, la sua famiglia riusciva a malapena ad arrivare a fine mese con lo stipendio di suo padre, quindi aveva dovuto trovarsi un lavoro Part-Time che svolgeva dopo scuola per guardagnare i soldi per quel biglietto.
Aveva lavorato duramente per 5 mesi, alternando gli aiuti nella panetteria di sua zia e nella gelateria di suo cugino.
Alla fine era riuscito a mettere da parte una modesta somma, così avrebbe potuto pagarsi anche il viaggio post diploma con il suo migliore amico, Niall.
Harry e Niall si conoscevano fin da quando erano bambini. Avevano la stessa età e dato che Niall e la sua famiglia abitavano al piano superiore rispetto all'appartamento di Harry, in un condominio formato da quattro alloggi dei quali due erano diventati un piccolo ospizio, era stato facile per loro fare amicizia.
Quando erano ancora piccoli si ritrovavano a giocare ogni pomeriggio dopo scuola, con le macchinine oppure a dare la caccia a qualche strano insetto nel piccolo giardino che circondava la palazzina.
Quando divennero adolescenti la situazione cambió. Harry scoprì di essere gay a 15 anni e si innamoró di Niall. Tra i due non ci fu una vera e propria storia d'amore, avevano provato a formare una coppia per due mesi, ma avevano rinunciato perché ritenevano la loro amicizia più importante di una cotta adolescenziale. E poi perché Niall, dopo aver attraversato un periodo confusionale, aveva capito di essere etero.
La loro amicizia però non cambió, e infatti anche quella sera si sarebbero incontrati per coronare il loro sogno.
O almeno così credeva Harry, fino a quando non rispose al telefono.
"Niall che cazzo vuol dire che non puoi venire stasera? Era il nostro sogno! Sai quanto ci tenevo!"
"Harry, calmati. Io ho la febbre e non mi reggo in piedi, quindi non riesco proprio a venire. Con questo però non vuol dire che tu non ci debba andare, anzi! Se vuoi ti do il mio biglietto e ci porti qualcun'altro..."
"Niall non dire cazzate! Era il NOSTRO sogno e dovevamo farlo INSIEME! Non ci vado con qualcun'altro a quel concerto! Piuttosto non ci vado nemmeno io"
"No Harry tu hai lavorato sodo per tanto tempo per guadagnarti i soldi quindi è giusto che tu ci vada. Harry, promettimi che ci andrai"
"Niall non posso senza di te, non sarebbe corretto..."
"Smettila di preoccuparti per me, non è colpa tua se mi sono ammalato. Anzi, non me lo devi promettere, ti costringo ad andarci! Se no poi chi mi fa vedere le foto del concerto o il video della mia canzone preferita live?"
Harry scoppió a ridere. Niall era una persona fantastica, e riusciva sempre a fargli tornare il sorriso sulle labbra.
"Ok Nialler. Però sappi che mi dispiace un sacco... E cercherò di non divertirmi per solidarietà."
"Smettila di fare il finto moralista Haz, sai che con me non funziona ! Comunque adesso ti lascio andare perché devi prepararti. Chissà magari incontri la tua anima gemella stasera.."
"Sei un cretino, sai che non voglio nessuno, almeno finché non mi sarò diplomato. Devo concentrarmi sulla scuola.."

Finì di parlare Harry, ma il biondino all'altro capo del telefono aveva già riattaccato.
Harry camminó lungo il corridoio di casa sua, si diresse in bagno, fece una doccia veloce e poi andò in camera sua per scegliere i vestiti.
Non ne aveva molti, d'altronde non poteva permettersi di spendere soldi inutilmente.
Si guardó allo specchio e cominció a pensare. Di certo non poteva ritenersi un brutto ragazzo, era alto, magro, aveva gli occhi verdi e dei capelli incredibilmente ricci. Adorava andare in palestra e mantenersi in forma, quindi aveva anche qualche accenno di muscoli dove serviva. Se solo avesse potuto inserire quella bellezza esteriore anche all'interno, Harry sarebbe stato il ragazzo perfetto.

Il problema era che lui di perfetto, all'interno, non aveva proprio niente.
Aveva 19 anni, era giovane, ma due anni prima , la morte della madre lo aveva portato in uno stato di depressione che nessun diciassettenne dovrebbe avere.
Aveva cominciato a drogarsi, prima fumando solo erba ogni tanto, poi passando alla cocaina ed era entrato in riabilitazione. All'inizio era stata dura, non riusciva a farne a meno, cosi dato che non poteva trovare sollievo con la droga, cominció a infliggersi del male. Aveva iniziato a tagliarsi, aveva le braccia sempre sanguinanti, tanto che le infermiere erano costrette a fasciarlo, per fermare la fuoriuscita di sangue. Poi c'era stato un episodio, più brutto e doloroso. Aveva tentato il suicidio. Lo avevano trovato una sera d'inverno sul balcone dell'ultimo piano del centro di riabilitazione. Fortunatamente lo avevano trovato in tempo, era seduto sul bordo e stava pregando.
Più che pregando stava parlando con la madre. Le si rivolgeva ad alta voce, dicendole che presto l'avrebbe raggiunta e abbracciata di nuovo.
Ma le infermiere erano riuscite a salvarlo in tempo.

Episodi così non se ne ripeterono più, e adesso Harry stava bene.
Non era totalmente guarito, ogni tanto scoppiava a piangere dal nulla, perché i vecchi fantasmi del passato invadevano i suoi pensieri, e lui crollava.
Aveva 19 anni ora, quasi 20, quindi riusciva a controllarsi, e grazie all'aiuto di sua sorella Gemma (adesso più presente nella sua vita) e Niall, riusciva ad andare avanti. Non era felice però e, secondo ciò che pensava, non avrebbe più potuto esserlo.
Ma ancora non sapeva che quella sera, la sua vita sarebbe cambiata per sempre.
 

Decise di indossare i suoi jeans skinny preferiti, quelli che facevano risaltare i suoi lineamenti perfetti, una maglietta bianca a mezze maniche e una giacca di pelle, nera come i pantaloni. Nonostante fosse maggio inoltrato, a Londra faceva ancora freddo.
Guardó velocemente l'orologio. Erano le 8. Il concerto sarebbe iniziato dopo un'ora, così prese velocemente le chiavi della sua macchina, il biglietto e si diresse verso l'arena. Era emozionato, ancora non riusciva a credere che quella sera avrebbe visto il suo cantante preferito dal vivo.
Arrivato all'arena e messosi in fila nella miriade di persone che erano presenti, aspettó il suo turno per entrare. Aveva il posto numerato, quindi non si pose il problema di dover scavalcare la gente presente per guadagnarsi un posto decente per riuscire a vedere il palco. Una volta entrato si diresse alla sua scalinata, raggiunse il suo posto, si sedette e aspettó. L'ansia saliva sempre di più, non era abituato a quel genere di cose, tanto più non riusciva a gestirle bene quando era solo. Estrasse il cellulare dalla tasca e compose il numero di Niall.
"Harry ciao! Come stai? Sei già dentro?"
"Si Niall e ho paura. Ci sono un sacco di persone qui e..."
"Harry non ti preoccupare vedrai che ti divertirai."
"Si Niall ma tu non sei qui, e io sono in mezzo a un sacco di persone impazzite, da solo" .

"Se vuoi posso tenerti compagnia io, il mio migliore amico mi ha dato buca stasera" disse un voce alle spalle di Harry.
Il riccio riattaccó la chiamata e si voltó.
Quello che vide, fu un ragazzo bassino, con i capelli castani e acconciati in una specie di cresta che non ne voleva sapere di stare dritta, vestito con una maglia bianca del marchio "vans off the wall" stampato in nero sul petto, dei pantaloni neri attillati che mettevano in risalto le sue curve, e un paio di scarpe nere, della stessa marca della maglietta.
Harry ringrazió Dio per avergli dato il coraggio di andare lo stesso a quel concerto, perché se non vi si fosse recato, non avrebbe avuto l'occasione di vedere i più begli occhi azzurri che potessero appartenere a una persona .
Non erano di un semplice azzurro, erano di un colore che Harry tutt'ora non riusciva a descrivere. Erano un perfetto mescolamento tra il colore del ghiaccio con quello degli oceani cristallini delle località caraibiche. Ma nonostante il colore, trasmettevano un calore che Harry non aveva mai ricevuto in tutta la sua vita. Non riusciva a distogliere lo sguardo da quello magnetico del ragazzo di fronte a lui.

"Ehi, amico, ti senti bene?" Proseguì il ragazzo dagli occhi indecifrabili.
"Cosa? Sisi tranquillo sto bene... Comunque grazie... Il mio migliore amico si è ammalato e io mi sono ritrovato qui da solo" .
"Ti capisco, il mio mi ha dato buca 10 minuti fa senza darmi una spiegazione precisa. Comunque io sono Louis, Louis Tomlinson. Piacere" .
"Oh, piacere mio, io sono Harry Styles".
"Che occhi incredibilmente verdi che hai, Harry Styles. Sono un mix perfetto tra lo smeraldo e il colore di un perfetto prato inglese... Non ne ho mai visti della tua tonalità sai? E io di colori me ne intendo, quando non aiuto mio zio in azienda, faccio il pittore a tempo perso".
Harry rimase sbalordito dalle parole di Louis. Nessuno si era mai preoccupato di fare osservazioni così belle sui suoi occhi. Harry ne fu lusingato, e per la prima volta dopo quasi tre anni, il suo cuore provó un sentimento simile alla felicità.
Non riusciva a crederci, si sentiva bene. Chi era quello sconosciuto che si mostrava così amichevole con lui? Era forse un angelo mandato da sua madre? Sua madre. Lei era l'unica che avrebbe passato ore e ore a osservare i suoi occhi verdi. Il ragazzo si ricordó che l'ultima volta che aveva provato quella sensazione, di essere accettato, aveva 11 anni, ed era stretto nell'abbraccio caldo di sua madre.
"Oh grazie, Louis. Nessuno mi aveva mai detto cose così belle sui miei occhi".
"Bhe questo perché le persone oggi non si soffermano a osservare i particolari. Affrontano la bellezza del mondo con leggerezza, per questo a loro sembra tutto uguale, tutto grigio. Persino i tuoi occhi a loro sembrano grigi. Ma se solo si soffermassero a osservarli, capirebbero quanto è bello e colorato il mondo, e molte persone vivrebbero meglio. Quanti anni hai Harry?"
"19, quasi 20. Tu ?"
"25, compiuti il mese scorso".
Harry stava per chiedergli se fosse una specie di angelo o creatura venuta a salvarlo da quello schifo di mondo, ma il concerto inizió.
 

 

 

Il cantante dai capelli rossi cominció a cantare e a scatenarsi sul palco, ma Harry era troppo ammaliato da Louis ormai, per prestare completa attenzione al concerto. Per non sembrare troppo indiscreto, ogni tanto si lasciava sfuggire uno sguardo verso la persona accanto a lui, e ogni volta scopriva qualcosa di nuovo. Per esempio notó le curve che delineavano i fianchi e la pancia leggermente pronunciata. Louis non era grasso, era formoso. A Harry piaceva, si sentiva attratto dal suo corpo. Poi lo sguardo si posó sul fondoschiena. Era incredibilmente rotondo e avrebbe fatto invidia a qualsiasi modella sulla faccia della terra. Il riccio si ritrovó a fantasticare su quelle curve, al fatto che gli sarebbe piaciuto abbracciare e avvolgere Louis e conoscerlo e assaporarlo.
Poi le note della sua canzone preferita, lo riportarono alla realtà.
Louis cominció a cantare.

Aveva una voce angelica e Harry si domandò se in quel ragazzo ci fosse qualcosa di non estremamente perfetto.

 

Settle down with me
Cover me up
Cuddle me in
Lie down with me
Hold me in your arms”

 

Louis si voltò lentamente verso Harry, notando con estremo piacere, di essere osservato dal ragazzo.

 

Your heart’s against my chest
Lips pressed to my neck
I’ve fallen for your eyes
But they don’t know me yet

And the feeling I forget
I’m in love now”

 

Louis pronunciò quelle parole con lo sguardo fisso in quello del riccio.

Gliele stava dedicando.


"Kiss me like you wanna be loved
Wanna be loved
Wanna be loved
This feels like I’ve fallen in love
Fallen in love
Fallen in love" *

"Adoro questa canzone, è la mia preferita" proseguì.
"Anche la mia" rispose Harry, e senza pensare, con gli occhi puntati nello sguardo di Louis, cominció ad avanzare.
"Louis ti conosco solo da stasera, non so come hai fatto, ma grazie per avermi trovato" e ancora avanzava, lento, verso il ragazzo dagli occhi indecifrabili.
Louis era rimasto immobile, quasi paralizzato da quella frase. Anche lui era rimasto sopraffatto dalla bellezza di Harry. Non si incontravano tutti i giorni ragazzi così belli. Louis però aveva anche lo straordinario talento di riuscire a leggere le persone. Gli bastava uno sguardo e poche parole per capirlo. Harry era un bravo ragazzo con un passato difficile, e un gran bisogno di sentirsi amato.
Si completavano.
Harry aveva i capelli ricci, Louis lisci.
Harry era alto, Louis basso.
Harry era magro, Louis era formoso.
Harry aveva bisogno di sentire calore, Louis aveva bisogno di darlo, di far sentire bene le persone. Per questo quando le labbra di Harry, carnose e incredibilmente rosee e delle quali aveva desiderato fin dal primo istante gustarne il sapore, si appoggiarono delicatamente sulle sue, non si ritrasse.
Harry era al settimo cielo. Non baciava un ragazzo da prima della riabilitazione e quasi non si ricordava nemmeno più il sapore che aveva un bacio. Ma quando cominció a muovere le sue labbra su quelle di Louis, si rese conto che quello sarebbe stato il più bel bacio di tutta la sua vita.

Quando cominciò ad assaporare, lentamente, quelle labbra che aveva desiderato fin da subito, aveva capito che Louis lo avrebbe salvato, e da lui non si sarebbe più allontanato.
Il ragazzo più basso cominció leggermente ad aprire la bocca, per lasciare che la lingua di Harry entrasse e assaporasse la sua.

Il bacio, in un primo momento timido, cominció ad acquistare passione. Passarono secondi, minuti, ore. Nessuno dei due ragazzi avrebbe saputo dirlo.
Quando si staccarono, continuarono quel contatto visivo di cui entrambi avevano bisogno. Occhi verdi in occhi celesti. Il prato contro il mare. Lo smeraldo contro lo zaffiro. Rimasero in quella posizione a lungo, l'uno nelle braccia dell'altro, fronte contro fronte, sorridendo l'uno sulle labbra dell'altro.
Quando il concerto finì, sia Louis che Harry erano tristi. Sapevano che quella sera non sarebbero potuti andare oltre, ma entrambi erano talmente presi e travolti l'uno dall'altro che decisero di rivedersi.

 

E così, quella sera di maggio che per entrambi i ragazzi era iniziata nel peggiore dei modi, si riveló la sera più bella della loro vita, la sera in cui ognuno di essi aveva trovato la persona che trasmetteva all'altra la sensazione di essere nel posto giusto, al momento giusto.


Il giorno seguente fu Louis a chiamare Harry per primo. Lo chiamó nel pomeriggio, d'altronde la sera prima avevano fatto tardi e quindi aveva immaginato avrebbe dormito fino a tardi.
Lo invitó ad uscire e Harry accettó volentieri. Passarono una giornata tranquilla, tra coccole e parole dolci sussurrate l'uno nelle orecchie dell'altro. Ancora non formavano una coppia, si erano appena conosciuti.
Due settimane dopo ci fu la loro prima volta, e presero quella come data ufficiale.
Era un venerdì, il 30 maggio, e Louis aveva invitato Harry a cenare a casa sua quella sera. Louis aveva 25 anni, era più grande e viveva da solo già da tempo.
Era passata solo una settimana, ma il clima era già più mite e preannunciava un'estate calda, molto rara per la città di Londra.
Louis era nervoso. Era la prima volta che teneva così tanto ad un ragazzo e aveva organizzato tutto alla perfezione. Candele, musica soffusa, bottiglia di vino rosso. Era tutto perfetto. Il problema era che Louis era negato in cucina, quindi avevano ordinato due pizze. Harry era un ragazzo semplice, non era abituato a questo genere di cose, infatti quando arrivó a casa di Louis sentì una sensazione strana. Si sentiva felice, finalmente qualcuno si dedicava a lui, e lo faceva sentire bene.
Harry quasi si emozionó quando Louis gli prese le mani e cominció a ballare con lui sulle note di una canzone purtroppo a lui sconosciuta. Non sapeva ballare, era impacciato, però tra le braccia di Louis si sentiva libero, quindi si lasciò guidare dal più grande.
"Non dovevi fare tutto questo per me... Mi fai commuovere"
"Lo faccio perché sento che voglio farlo. Harry, ti conosco da poco ma ci tengo così tanto a te."
"Anche io Louis. Grazie".
Finita la canzone si misero a tavola e mangiarono.
 

"Sai Louis, non finirò mai di ringraziarti per le sensazioni che provo quando sono con te. Dopo la morte di mia madre, mi è sempre mancata quella componente della mia vita che era capace di farmi provare calore, e ora finalmente sento di averla trovata. Solo con te riesco a sentirmi vivo"
"Harry tu non immagini neanche il sentimento che ho provato per te fin dal primo istante, fin da quando ci siamo incontrati all'arena. Anche io ho avuto un'infanzia non proprio felice, quindi posso capirti."
Ed era vero. Il padre di Louis era morto quando aveva solo 7 anni e la madre si era risposata subito, e aveva dato alla luce una bambina. Louis quindi si ritrovó con una sorellina da dover accudire, sebbene la giovane età. Il padre adottivo, di cui aveva adottato anche il cognome, aveva cominciato a mostrare una dipendenza dall'alcool e dal gioco d'azzardo, quindi la madre lo aveva lasciato e si erano trasferiti. Dopo due anni, la madre incontró un uomo da cui ebbe due gemelle e Louis ne fu felicissimo.
Quando aveva 9 anni, la famiglia di Louis si stabilizzò. La madre ebbe un'altra bambina , dallo stesso compagno, che successivamente sposó.
Louis continuó a crescere, divenne adolescente, andò al liceo e capì di essere gay. Non fu facile accettarlo, soprattutto per la sua famiglia. Quando aveva 19 anni aveva avuto un ragazzo, Stan, con cui stette per un anno. Stan lo lasció prima di partire per il college e le relazioni future di Louis furono semplici cotte passeggere. Si ritrovó solo, con l'approvazione solo di Lottie, la sorella maggiore. Preso il diploma, andò a vivere da solo e conobbe Zayn, un ragazzo che condivideva l'appartamento con lui, per spendere meno soldi nell'affitto. Fecero subito amicizia e poco tempo dopo Zayn si fidanzó con Liam. Formavano davvero una bella coppia, quindi dopo poco tempo andarono a vivere da soli. Zayn però rimase il migliore amico di Louis, e lo era tutt'ora .
Zayn era l'unica persona con cui si confidava, almeno prima del concerto. Prima di Harry.

"Lo so Lou. Dio, benedetto sia il giorno in cui ti ho conosciuto" riprese Harry, e poi cominció a baciare il più grande. Il bacio divenne passionale, presto si ritrovarono entrambi senza maglietta sul divano, intenti ad assaporarsi e a scoprirsi.
"Harry, andiamo in camera" sussurró Louis, così il più piccolo (ma più grande di statura) prese il corpo del più grande in braccio e lo trascinó verso la camera da letto.
Quando raggiunsero il letto, Harry si distese di schiena sul materasso e cominció a slacciare i pantaloni di Louis, a cavalcioni su di lui. Le loro erezioni erano a contatto da un po' e questo non fece altro che eccitare ancora di più i due ragazzi. Liberatosi dei pantaloni e dei boxer, Louis fece lo stesso gesto con Harry, poi si rimise su di lui e cominció a baciarlo. Questo bacio fu diverso da tutti quelli precedenti, Harry sentiva di potersi veramente fidare di Louis quindi si lasciò andare completamente. Louis abbandonò la bocca di Harry e cominció a scendere. Prima il collo, poi il torace, poi ancora più giù l'addome e infine ancora più giù. Con disinvoltura prese in mano il membro del riccio e cominció un movimento verticale. Harry si abbandonò al completo piacere che il più grande gli stava provocando e si lasció sfuggire un gemito. Louis prese dal comodino il lubrificante e preparó Harry, piano, dolcemente, prendendosi cura di lui in ogni modo possibile. Poi cominció a lasciare piccoli e impercettibili baci umidi su Harry, ormai girato di schiena.
"Stanotte, sarà la più bella notte della mia vita. Non sai da quanto tempo aspetto questo momento, Harry Styles. Lascia che io mi prenda cura di te, e non ti lascerò mai più".
Poi, sempre lentamente per abituare Harry a quella presenza dentro di lui, entró, e cominció a muoversi dolcemente.
Il tempo passó e Harry si sentiva in paradiso.
Louis si chinó su di lui, il riccio gli si avvicinò all'orecchio e "ti amo" sussurró. A quel punto il più grande lo fece girare, lo bació e "anche io, non sai quanto" rispose.
"Vorrei averti trovato prima, Lou"
"Abbiamo tutto il tempo Haz, tutto il tempo che vogliamo ora".
 

 

E così, con quelle parole sussurrate tra un gemito e l'altro, in quella notte troppo calda per il clima di Londra, Harry e Louis fecero l'amore, nella casa del più grande, tra quelle mura, emananti il profumo dei fiori di ciliegio a primavera, che dopo poco sarebbero diventate la loro casa, il luogo in cui entrambi riuscivano a sentirsi se stessi, amati, l'uno tra le braccia dell'altro.


 

30 maggio 2012. Due anni dopo.

Quel giorno era il secondo anniversario di Harry e Louis.
Mattino.
Louis si sveglió intorno alle 10, era sabato e non doveva andare al lavoro. Quando si sveglió però trovó l'altro lato del letto vuoto, così si alzó di scatto e si diresse in soggiorno.
Percorrendo il corridoio però, sentì degli strani rumori provenire dalla cucina, così vi si recò e trovò un Harry completamente sporco di farina, e terribilmente adorabile.
"Buongiorno amore! Buon secondo anniversario! Ho fatto i pancake! Quelli che ti piacciono, con il caramello fuso sopra."
Vivevano insieme da due anni ormai, ma Louis non si sarebbe mai abituato ai piatti formidabili del suo ragazzo.
"Grazie Haz, non ce n'era bisogno... Stamattina volevo rimanere a letto con te a fare le coccole... " disse il più grande con aria maliziosa, dirigendosi accanto ai fornelli.
"Oh ma per le coccole c'è tempo..." Rispose Harry con la stessa intonazione è cominciando a baciare Louis, sporcandolo a sua volta con la farina.
"Harry! I pancake! Si bruciano!”
Il più piccolo si staccó velocemente e salvó la colazione appena in tempo.

Dopo la colazione e l'ora di sesso, ritrovandosi entrambi a letto, cominciarono a parlare.
"Voglio farti un ritratto."
"Cosa? No Lou, sai che non sono bravo a stare immobile per più di due ore"
"Dai Harry, fallo per me. Fallo perché è due anni che stiamo insieme non sono mai riuscito a disegnare nulla di più che delle bozze su di te. Per favore"
"Va bene.."
"Ok, allora mettiti comodo"
"Cosa? Adesso Lou? Abbiamo appena fatto l'amore, non sono nelle condizioni adatte!"
"Ma è proprio così che voglio ritrarti..."
Il più grande si avvicino e cominció a baciare il riccio, scendendo poi nel collo e nei pettorali...
"Ok tesoro, non scendere o potrei non rispondere più delle mie azioni... Fai questo disegno, ma sbrigati"
Louis si alzó e si diresse nel suo studio, prese il vecchio blocco da disegni, una matita, un temperino e tornó in camera.
Finito di temperare la matita, cominció a disegnare.
Prima i tratti del viso, i capelli ricci, poi scese verso la pancia e ne delineó gli addominali. Poi passó alle braccia e non tralasció il tatuaggio del veliero su quello sinistro.

Ricordava ancora quando lo aveva fatto. Louis si era tatuato una bussola e Harry un veliero.
"Tu sei la mia bussola, Louis. Senza di te sarei perso, come un naufrago in mezzo al mare" gli aveva detto il riccio quel pomeriggio di un anno prima.
Infine passó alle gambe, ai muscoli delle cosce appena pronunciati, infine ai polpacci e poi ai piedi. Ultimó le ombre e terminó il disegno. Poi mise da parte il tutto, si avvicinó a Harry, lo bació e lo stuzzicó e fecero l'amore.

 

 

"Harry oggi pomeriggio devo andare in un posto per l'azienda di mio zio, ma torno presto. "
"Oh, capisco... Speravo di vedere 'love actually' con te ma a quanto pare lo guarderò da solo.." Continuo Harry, mettendo su un finto broncio.
"Su non fare il permaloso, ti prometto che tornerò presto"
"Va bene, allora invito Niall a vederlo con me"
"Va bene, basta comportati bene perché sono geloso"
"Louis, Niall è ETERO! "
"Ah già è vero... Bhe io adesso devo prepararmi.." concluse Louis, quindi si alzó da letto si fece una doccia e si vestì. "Adesso devo andare, Haz. Ci vediamo dopo. Ti amo"
"Ti amo anche io, Boo"
E uscì.
Era una giornata fredda e piovosa, nonostante fosse la fine di maggio.
Louis entrò nella sua mini blu e si diresse verso il gioielliere.
Odiava mentire a Harry, ma in quel caso era stato necessario. Non poteva rivelargli che sarebbe andato a comprare l'anello con il quale gli avrebbe chiesto di sposarlo la sera stessa.
Quando entró cercó subito qualcuno che potesse aiutarlo.
Una ragazza gentile, di nome Eleanor, lo aiutó subito.
"Ha visto qualcosa in particolare che le interessa, signore?" Cominció lei, alle spalle di Louis, intento a osservare una vetrina colma di anelli.
"Cosa? Oh scusi... No in realtà no... Potrebbe aiutarmi? Sto cercando un anello di fidanzamento"
"Ok. Mi dica... Che tipo è la sua ragazza?"
"Veramente ho un ragazzo..."
"Oh, capito. Bhe non c'è differenza. Allora, che tipo è il suo ragazzo?"
E Louis cominció a descrivere Harry in tutti i minimi particolari, descrivendo anche il loro primo incontro.
Stette dentro a quel negozio per 3 ore e mezza, ma alla fine riuscì a trovare l'anello giusto.
Ritornato in macchina, correndo perché non aveva smesso di piovere e aveva lasciato all'interno del negozio l'ombrello, estrasse il cellulare dalla tasca e compose il numero di Harry.
"Ciao Lou, ma dove sei finito? Sono le 5 ..."
"Amore non preoccuparti sono in macchina adesso... Sto tornando a casa"
"In macchina? Boo lo sai che non devi stare al telefono quando guidi!"
"Harry, non preoccuparti, sto andando piano. Piuttosto racconta, come è andato il pomeriggio con Niall?"
"Bene, abbiamo guardato il film... Ma tu non c'eri e io sono in astinenza da coccole"
"Non preoccuparti, appena arrivo a casa sarai tutto mio"
"Non vedo l'ora" continuó Harry.
"Ah Harry, stasera ho prenotato un tavolo al ristorante 'Rosso' di Manchester. È una serata speciale dobbiamo festeggiare!"
"Lou, sei fantastico . Davvero"
"Non c'è bisogno che mi lusinghi, mi sembrava giusto andare li, è dove abbiamo cenato per il nostro primo appuntamento"
"Boo te lo ricordi ancora! Ho il miglior ragazzo del mondo, non potrei desiderarne uno migliore. Ti amo"
"Anche io ti amo Harry. Sei la cosa più bella che mi sia cap-"

 

Rumore secco di freni sull'asfalto, due macchine che si scontrano, fine della telefonata. Questo fu tutto ciò che sentì Harry, dopo quella frase rimasta sospesa.

3 aprile 2012.

Louis aveva avuto un incidente.

Louis, la persona che lo aveva salvato dalla situazione orribile in cui era la vita di Harry due anni prima, se ne era andato. Aveva lasciato Harry nella peggiore situazione possibile. Aveva perso anche la seconda persona più importante della sua vita, ed era tutta colpa sua.
Non avrebbe dovuto continuare a parlare al telefono con lui.
Avrebbe dovuto esserci lui alla guida.
Il mondo aveva bisogno di persone buone, gentili e piene d'amore come Louis.
Harry era perso. Il suo sole si era spento per sempre, continuare a vivere per lui non aveva senso. Cadde in depressione.

30 maggio 2013. Un anno dopo la morte di Louis.

Harry si era trasferito a Manchester da Gemma dopo l'incidente. Era di nuovo in una situazione pessima.
Quel giorno si recó a Londra, da solo, nell'unico posto in cui doveva e voleva essere.

Al cimitero.
Raggiunse presto la tomba di Louis, abituato ormai a percorrere la strada.
Aveva 22 anni adesso, aveva abbandonato il lavoro e passava le sue giornate a fissare il pavimento di casa di sua sorella, oppure a guardare la tv, ma con uno sguardo in ogni caso assente.
A volte dormiva, ma si svegliava subito piangendo perché in un anno tutte le notti lo stesso incubo lo tormentava.
Era in un parco, con Louis, e stava bene. Si stendevano sotto un albero di ciliegio e leggevano un libro. Ogni notte era un libro diverso, ma il sogno finiva sempre nello stesso modo.
"Harry oggi pomeriggio devo andare in un posto per l'azienda di mio zio, ma torno presto. " Louis glielo ripeteva ogni notte. Quella fatidica frase, ogni notte ritornava nei pensieri di Harry. Ma nel sogno Harry rispondeva "vengo con te questa volta". E ogni notte al momento dello scontro delle due macchine, si risvegliava, piangendo.

Lui era vivo, Louis no.

30 maggio 2039. 27 anni dopo.

La classe del professor Styles era in lacrime. Tutti, nessuno escluso, stavano piangendo.
Harry era riuscito, aveva imparato, a trattenere le lacrime.
"Questa è la storia d'amore più recente che conosca. Aveva 27 anni, e sono 27 anni oggi che se ne è andato. "
Detto questo, uscì dall'aula.

 

 

 

 

Quella sera tornó al cimitero, da Louis, come faceva ogni anno.
Cominció a parlare.
"Sono 27 anni oggi, amore mio. Non ce la faccio più, ho resistito tanti anni quanti ne avevi tu. Mi sembrava giusto così, scusami se ti ho fatto aspettare tanto, ma fra poco potrò riabbracciarti."
 

Poi estrasse dalla tasca del giubbotto una pistola.

Silenzio. Poi uno sparo.

Il funerale si svolse due giorni dopo. Gemma era distrutta, Niall non era da meno. Al funerale si recarono anche Liam e Zayn, diventati amici di Niall in quegli anni. Si erano sposati e avevano adottato una bambina. Avevano la famiglia che Harry e Louis avevano desiderato, ma non avevano potuto avere.

Harry sapeva nel momento esatto in cui il medico gli comunicó della morte di Louis, che lo avrebbe raggiunto.
Non sapeva avrebbe aspettato così tanto, ma gli sembrava giusto così.
Nessuno si sarebbe insospettito e Gemma e Niall avrebbero pensato che fosse guarito.
Ma non era guarito, non lo sarebbe mai stato.

 

L'unico che lo faceva sentire felice, era Louis.

E adesso Harry, tra le braccia di Louis, era di nuovo felice.
 

                                                                                                          *******

Questo è quanto. So che non è un finale felice, ma avevo in testa questa idea e dovevo portarla a termine.

 

*La canzone che ho citato è 'Kiss Me' di Ed Sheeran.

Penso che voi tutti la conosciate, se non l'avete mai ascoltata, fatelo. Merita davvero.

 

Ricordo di recensire se potete :)

Un bacio, Rachele.

  
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