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Autore: Firnen bjartskular    01/04/2014    4 recensioni
*Ambientata in Eldest, durante la battaglia delle pianure ardenti. *
Mentre le sue labbra si incontravano con quelle di Eragon, Arya sentì l'energia abbandonarla, la sua anima sprofondare nel vuoto, chiuse gli occhi ed esalò il suo ultimo respiro, con un dolce sorriso ad illuminarle il volto
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Arya, Castigo, Eragon, Nasuada, Saphira | Coppie: Eragon/Arya
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Last first kiss


La battaglia infuriava attorno a lei, parava, spezzava, lacerava, uccideva senza più pensare, ormai i suoi movimenti erano naturali, meccanici. Si odiava per quello che faceva, non era bello, sentirsi chiamare da tutti " Arya, la portatrice di morte ". Ma ormai non poteva fermarsi, in quel momento non c'era più spazio per i ripensamenti, in quel campo, ogni persona, plasmava il futuro, il suo futuro, con le proprie mani. Bastava un piccolo errore, una distrazione, una superficiale distrazione, per mandarti all'altro mondo; in battaglia, vigeva la legge del più forte, non c'era posto per i deboli.

All'improvviso, dei battiti potentissimi, provenienti dalle retrovie dell'impero, fecero tremare la terra, poi una figura dall'enorme mole, si fece largo nel cielo scuro, un drago. Era rosso, come il sangue, scintillante come un rubino, imponente, ma aggraziato; il corpo robusto, era più piccolo di quello della dragonessa cobalto, ma sprigionava un'aura di potenza inimmaginabile.
La paura si impossessò dell'elfa, aveva voglia di rannicchiarsi, stringere le ginocchia al petto e chiudere gli occhi, risvegliarsi tra le braccia di sua madre, cullata da una dolce ninnananna.
"Paura"
Pensò, non provava questo sentimento da mesi, per cosa aveva paura?
Per le sorti dei Varden? No
Per se stessa, forse aveva paura di essere uccisa, ma no, non era neanche quello. 
La risposta era una, e una sola: Eragon.
Aveva paura per lui, lei sapeva, si era accorta di amarlo fin dal primo sguardo, ma era stata stupida, ancora una volta si era chiusa in se stessa, dietro la sua imperturbabile maschera, nel tentativo di arginare le emozioni. Ma forse era meglio così, il cavaliere non si doveva perdere in simili sciocchezze, il suo compito era troppo importante...

Non fece neanche in tempo a realizzare quel che stava facendo, era stata accerchiata da cinque soldati. Mulinò la spada elfica sopra la testa, con un movimento del braccio, fece scattare la lama verso uno degli uomini, tranciandogli la testa di netto, il corpo del poveretto, cadde riverso, in un lago di sangue cremisi. Altri due soldati la attaccarono simultaneamente, a fatica, Arya respinse anche loro. All'improvviso, l'arma si fece più pesante, le forze iniziarono a venir meno, un altro uomo la attaccò, ma no n riuscì a fermarlo, in pochi secondi, fu sopraffatta. Sentì qualcosa di duro e freddo come ghiaccio, penetrare nella carne, all'altezza della cintola, un bruciore acutissimo la costrinse a stringere le braccia sull'addome, dove si apriva un profondo squarcio, milioni di puntini rossi presero a danzare difronte ai suoi occhi, fino a riempirle l'intera visuale, poi cadde pesantemente a terra, l'ultima cosa che riuscì a vedere, fu la fiamma cremisi, ricamata sulla nera divisa del suo assassino, che rideva, pavoneggiandosi davanti ai commilitoni. 
Poi buio.

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Proprio lui, proprio la persona che considerava un amico e un fratello - effettivamente lo era - a cui potesse confidare tutti i suoi crucci, i più reconditi segreti, lo aveva tradito; ma ormai, Murtagh si era schierato dalla parte oscura, non avrebbe più potuto cambiare. 
Ancora non ci credeva, lui, Eragon, figlio di Morzan il rinnegato, anzi peggio, il più spietato e crudele dei rinnegati, quello più fedele al dispota che siede sul trono di Alagaësia. Era uno scherzo del destino, una contraddizione. Non poteva essere.
Ormai da mezz'ora, il cavaliere, seduto sulla zampa di Saphira, si arrovellava sui suoi intricati legami di parentela, cercando una qualsiasi scusa per provare la sua diversa identità.
" Piccolo mio, devi smetterla, ti stai ifliggendo da solo la peggiore delle torture. "
" Non percepisci come mi sento, non lo vedi attraverso il legame che ci unisce, eh? Non lo accetterò mai! Perchè non capisci Saphira! "
Rispose per le rime Eragon, ancora sconvolto.
" Un figlio non sceglie il proprio padre, non sei responsabile delle azioni compiute da Morzan, e poi é forse lui che ti ha cresciuto, é forse lui che ti ha formato secondo i giusti ideali? 
I tuoi mentori, i tuoi modelli da seguire sono due: Garrow e Brom. Quel che ti hanno insegnato, e i ricordi che hai di loro, continueranno a vivere dentro di te, anche se non ci sono più "
Disse allora la dragonessa, con tono dolce e gentile.
" Hai ragione, scusa, non avrei dovuto trattarti in quel modo " 
" Non ti preoccupare cucciolo "
In quel preciso istante, Nasuada irruppe nello spiazzo dove si trovavano i due.

- Eragon, sei qui.

- Come può ben vedere... Ad ogni modo, cosa voleva chiedermi?

- Senti, lo sò che non è il momento, che la scoperta ti ha distrutto, e che avresti bisogno di stare in pace, ma c'è un ultimo compito che dovresti svolgere per me

Fece il capo dei Varden

- Qualsiasi cosa

- Dovresti aiutare Roran a perlustrare l'area, per constatare il numero di periti appartenenti al nostro esercito

Al cavaliere piaceva tenersi impegnato, lo aiutava a sgomberare la mente, quindi accettò la richiesta quasi con piacere.

Lui e suo cugino stavano perlustrando la zona da almeno due ore, si erano divisi il territorio per far prima. La situazione era devastante, molti soldati imperiali erano sopravvissuti, a differenza dei Varden, le cui pile di cadaveri erano alte quanto il Farthen Dûr.  Stava controllando un'altura, quando, in mezzo ad un cerchio di cadaveri nemici, scorse un volto conosciuto. Ebbe un tuffo al cuore quando la vide: Arya. L'armatura era completamente squarciata, i vestiti strappati, la pancia scopaerta, una profonda ferita cremisi, dalla quale usciva ancora sangue caldo, deturpava il perfetto fisico dell'elfa.
No, no,no! Non può essere morta!
Pensò, avvicinandosi al corpo della sua amata. 
Posò con delictezza le mani tremanti sul suo collo, con enorme sollievo, constatò che era ancora viva.
Quando la prese in braccio, Arya sussultò lievemente, poi aprì gli occhi.
Eragon la guardò, pieno di apprensione

- Non preoccuparti, tra poco sarà tutto finito

Le sussurrò, lei annuì debolmente.


Si trovavano nel padiglione di Nasuada, La regina Islanzadi continuava a camminare nervosamente in circolo, accanto alla branda sulla quale Arya era distesa, Eragon si apprestava ad usare gli incantesimi di guarigione; ma proprio quando avvicinò la mano aperta alla ferita dell'elfa, ella lo fermò dicendo con voce rauca

- Eragon, non sprecare le tue energie per me, non prolungare le mie ore di agonia

Il cavaliere si sentì morire

- Come puoi dirlo, non devi smettere di lottare, sei la mia vita, non ti posso abbandonare, io... Io ti amo

Arya lo guardò intensamente, dritto negli occhi, come a volergli sondare l'anima; due lacrime argentee le scesero al lato degli occhi, quei bellissimi occhi smeraldini, così esperssivi e penetranti, spesso oggetto dei sogni di Eragon.

- Anche io 

L'ultima frase, uscì dalla bocca dell'elfa come un sussurro appena udibile

- Eragon, ho

Arya gemette di dolore

- Ho due richieste da farti, due desideri, se li esaudirai, me ne andrò felice.

- Qualsiasi cosa

Acconsentì il cavaliere, ormai rassegnato all'evidenza

- Nel mio zaino, c'é un sacchetto, che contiene dei semi. Vorrei che fossi tu, a deporre sul mio petto uno di quei semi, quando sarà il momento.

Disse l'elfa, facendo sempre più difficoltà a parlare.

- E il secondo?

Chiese il giovane con voce tremante

- Baciami

Rispose semplicemente lei, l'ammazzaspettri non esitò un solo istante, delicatamente le prese il viso e la baciò dolcemente.
Mentre le sue labbra si incontravano con quelle di Eragon, Arya sentì l'energia abbandonarla, la sua anima sprofondare nel vuoto, chiuse gli occhi ed esalò il suo ultimo respiro, con un dolce sorriso ad illuminarle il volto.


Angolo autrice
Salve a tutti popolo di Alagaësia, questa é la mia prima one-shot su Eragon, spero non sia proprio da buttare via, comunque mi piacerebbe avere dei vostri commenti. 
Non ho nient'altro da dire, é meglio che mi dilegui.
Se onr sveddar stija hvass
  
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