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Autore: Husky the dark angel    07/07/2008    4 recensioni
Un difficile passato... Un triste presente. Ren è tornato a casa sua, ma...
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ren Tao
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non ho sonno.




Riesco a sentire qualsiasi rumore…



Il cielo si lamenta.



Nessuno se n’è accorto.



E’logico. E’così tardi…tutti staranno dormendo.



Ma io…io non ho sonno.



Come sono potuto tornare qui.




Sotto queste mura che mi hanno tenuto prigioniero per anni…





Mi hanno succhiato via anche l’ultimo granello di gioia.




Cos’ero?



Cosa sono, ora?

Le classiche domande che non trovano risposta.

Poverine…

Si stanno alternando terribili ricordi in questa stanza.

Io, steso sul letto a piangere…

Io, che sbarro la porta per impedirgli di entrare…

Lui che entra lo stesso…

Ed oltre alle lacrime, si aggiunge il sangue…

Come ha potuto resistere un bambino così fragile?

Come sono potuto tornare qui.

C’è chi dice che sono stato viziato.

Effettivamente…

Ma non da lui.

Quei privilegi, quelle gioie, altro non erano che una copertura.

Prima mi facevano raggiungere il Paradiso…

…per farmi precipitare all’inferno.

Quanto odio.

Scorre nel mio cuore, avvelenandolo.

Perché si lamentano tutti, dicono che sono cattivo?

E’la mia famiglia, lei è cattiva…

Per la mia famiglia Carnevale dura tutto l’anno.

Sono tutti nascosti dietro a delle maschere di falsa apprensione, falso amore.

Una culla fatta di ipocrisia. Rinchiusa tra le sbarre…

Fatemi uscire. Non resisto più.

Perché mi hanno fatto tornare?

Perché Jun ha insistito?

Mi sono dovuto allontanare anche dall’unica via di salvezza.

L’amicizia…

E pensare che la consideravo nulla.

Ho paura.

Anche la paura la consideravo nulla.

Ho paura.

Come sarà domani?

Non ho voglia di saperlo.

Non m’importa se vogliono recuperare. Non m’importa nulla di loro.

Mi hanno nutrito con del veleno…

Mi hanno allevato con odio…

E ora…sono quello che loro vogliono.

Un essere spietato, senza sentimenti.

In apparenza.

Io dovrei compiere una missione per loro.

E loro, in cambio?

L’eredità?

Non me ne faccio nulla.

Un tuono…

Un lampo…

Io ho motivo di essere triste. Tu no, cielo.

Perché piangi?

C’è la luna, con te.

Coperta da tante nuvole, ma c’è.

Forse anche io non dovrei essere triste…

C’è ancora un cuore dentro me.

Coperto da tanto rancore, ma c’è.

-Signorino, siete sveglio?
-Non preoccuparti. Torna a dormire, Bason.

Voglio stare solo…

Lo sono sempre stato…

Non ho bisogno di avere comprensione. Non adesso.

Mi basto io.

Ho paura.

Finalmente ci rincontriamo, paura.

Mi avevi abbandonato tempo fa…

Quando, in quel bambino spaventato, subentrò il rancore.

Forse avresti dovuto rimanere con me…

O forse no…

Non sei stato tu che mi hai abbandonato…

E’stato qualcos’altro.

Solo che non capisco cosa.

Che peccato…

Io sono così intelligente…e non capisco cosa mi abbia abbandonato.

A scuola ero così intelligente da essere invidiato dai compagni.

O forse…perché ero io…

Non mi sopportavano.

E io non sopportavo loro.

Sentimento reciproco.

Antipatia.

Non posso avere qualche altro sentimento da rendere reciproco?

Tipo…l’amore.

Ma io non riesco ad amare nessuno.

Sta già piovendo?

Non sento rumore di pioggia.

Allora perché vedo tutto bagnato, intorno?

Devo smetterla. Se continuo così, prima o poi…

Precipiterò…

Cadrò più in basso…

Possibile?

Mi schernisco da solo…

Non risalirò mai più da questo baratro.

Non se resto qui.

Tradito da chi mi ha messo al mondo.

Potevate risparmiarvelo.

Potevate risparmiarmelo.

Non avrei sofferto così se non avessi incontrato la vita…

Il mio destino…

Cos’è il destino?

E perché con qualcuno è gentile…

…e con qualcuno è crudele?

Forse…

Forse non esiste…

Forse io non esisto…

Che pensieri idioti. Esisto. Lo testimoniano queste lacrime.

Mi rimetto nelle coperte. Ma il loro calore non mi raggiunge.

Anche loro, sembra vogliano strangolarmi…

E strangolo io loro…

Con nodi forti…fortissimi…

Così forti…mi reggerebbero bene…

Apro il mio armadio.

La mia tigre di peluche…

Chissà chi…e quando me l’hanno regalata…

Certo che non si sono sprecati, quel primo gennaio di chissà quale anno.

A Jun regalarono uno zombie…

Scoppio a ridere. Povera Jun…

Magari preferiva una bambola…

Comunque quell’oggetto inanimato è stato l’unico a cui fossi stato davvero affezionato.

Non una persona…un peluche.

Patetico.

E’tutto spelacchiato.

Però lo portavo sempre con me…

Eri l’unica a capirmi, vero, tigre?

Non ti ho mai dato neppure un nome…

Tanto…quando ti avrei chiamata?

Quando mi sentivo solo, quando piangevo, quando soffrivo?

Allora era inutile richiamare la tua attenzione.

Quei momenti c’erano sempre…ecco perché eri sempre accanto a me.

Prendo qualche vestito a caso.

Mi serviranno.

Non credo che crescerò più di tanto.

Rimarrò sempre così…

Un Peter Pan fuggito dall’isola che non c’è…

La mia isola magica… non c’è mai stata…

Non avevo tempo per sognare…

Avrò mai sognato di diventare qualcuno?

No…perché loro avevano già deciso per me…

Sarei diventato un vendicatore. E basta.

Avrei preferito diventare un astronauta…

E tornare dagli alieni miei pari.

Andare sulla luna a me tanto cara…

Ho sognato spesso di vedere la Terra da lassù…

Ho provato a volarci col pensiero, come Icaro…

Ma un sole maligno mi ha bruciato le ali…

Il papà è il sole, si dice…

A me invece di illuminarmi, di scaldarmi…

…mi ha portato in un baratro buio e mi ha bruciato le ali.

Sono invidioso.

E pensare che prima erano gli altri ad invidiare me.

E io li capivo…avevo una bella casa…

Tanti soldi…

Tutto quello che volevo…

Ma non l’amore.

Non hanno fatto nulla per ricevere amore da me.

Tentavano di comprarmelo.

Ma io non avevo mai ricevuto amore e non sapevo cos’era.

Cosa potevo dargli in cambio?

Me stesso…la mia vita…

Sì, andava bene…

E ora devo vendicare la mia famiglia…

Non vale, però. Mi hanno ingannato.

Non rientrava nei miei piani uccidere le persone.

Eppure quanta gente ho già ucciso…

Quante persone hanno sofferto per la perdita di un loro caro…

A causa mia…

E non ho neppure 14 anni…

Sono solo un bambino…

Sono ancora un bambino…

E’ il momento di crescere.

Prendo qualcos’altro.

Un pettine, un portafoglio…

Uno spazzolino, dei documenti…

Una foto…

Ci sono solo io.

In un campo di fiori di loto.

Il mio nome significa “Fiore di loto”.

Il simbolo della purezza…

Come hanno potuto oltraggiarlo, chiamandomi così?

Nella foto non sorrido. Osservo i fiori.

Avevo a malapena tre anni.

Avevo uno sguardo così triste…

Avevo già capito cosa mi aspettava?

Vorrei essere accanto a quel bambino…e dirgli “Scappa.

Scappa via.

Lo vedi cosa sono diventato a causa tua?

Un pazzo che tenta di parlare col suo passato…

Va via.

Salvati finché sei in tempo”.



Lo zaino si chiude. Perfetto.

E’il momento…

Mi vesto anche io.

E’il momento…

Zaino in spalla…

E’ il momento…

In punta di piedi, vado in camera di Jun.

La porta è semi aperta, per farci entrare un po’ di luce.

Povera Jun, hai paura del buio?

Sta tranquilla…il tuo sorriso…è così luminoso…

Non teme il buio.

Finché sarai felice, non precipiterai.

A differenza di me…

…ti hanno risparmiata. Meno male.

Almeno tu sarai felice…

Sei stata l’unica che ha cercato di amarmi.

Sei tu che mi hai cresciuto.

In un certo senso, sei tu mia madre.

Spero che tu nel sonno senta questo mio bacio.

Perché sarà l’ultimo.

Addio.

Addio anche a te, Bason.

Non ho voglia di portarti con me.

Voglio crescere. Mentre tu mi sei sempre stato accanto…

Grazie amico mio.

Addio Ran, addio En,

Vi chiedete perché non vi chiamo mamma e papà?

Mettetevi in coda, ci sono prima io.

Devo essere io il primo a capirlo.

Addio nonno.

Non ho particolari ricordi su di te.

Perciò addio e basta.

Le coperte strangolate…lo sapevo che mi sareste state utili…

La finestra di camera mia è così grande…

Ho paura.

Ma anche tanta voglia.

Di vivere.

Sta piovendo…

Adesso sta piovendo…

Ma non importa, è un bene.

Le gocce di pioggia faranno compagnia alle mie lacrime.

Perché piango?

Sto abbandonando…la mia famiglia…

Ma loro mi hanno abbandonato tempo fa.

Mi dispiace, ho deciso.

Non torno più.

Dove andrò?

Non ci ho pensato…

Stelle, pensateci voi.

Guidatemi.  

Adesso sta piovendo…

Ma non importa, è un bene.

Le gocce di pioggia faranno compagnia alle mie lacrime.

Addio.

  
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