Serie TV > Sherlock (BBC)
Ricorda la storia  |      
Autore: whitchry9    01/04/2014    2 recensioni
One shot in cui la casa al 221B di Baker Street è un essere vivente, ed è seriamente convinta che Sherlock e John dovrebbero proprio mettersi insieme. Perciò dà loro un aiutino nella giusta direzione.
Genere: Comico, Commedia, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson, Sherlock Holmes
Note: Lime, Traduzione, What if? | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
A Little Push


La casa al 221B di Baker Street aveva avuto, nel corso degli anni, numerosi inquilini, alcuni meglio di altri; per alcuni la casa aveva un debole, mentre altri, aveva fatto in modo di cacciarli il più presto possibile.
Ma non aveva mai amato degli inquilini tanto quanto amava Sherlock Holmes e John Watson. Nonostante loro (più che altro Sherlock) sparassero ai muri e dessero fuoco alle cose, lei li adorava.

C'era solo una cosa che la disturbava.

Sherlock e John erano chiaramente innamorati, ed entrambi erano ignari dei sentimenti dell'altro. Forse sapevano cosa provavano, forse no, ma di sicuro non stavano facendo niente al riguardo. 
Fare il tè in modo passivo-aggressivo, e qualche battutina sulla vita amorosa di John, era il massimo a cui arrivavano.
Lei era stufa di quei due ragazzi troppo ritardati emozionalmente per fare qualcosa riguardo ai loro sentimenti.
Avevano vissuto insieme per mesi, e ancora niente.
219 la prendeva sempre in giro, solo perché lei ne aveva due sposati. Beh, non è che il matrimonio faccia una gran differenza. (A volte li sentiva litigare: perlomeno i suoi non urlavano mai così. Certo, ogni tanto discutevano per gli occhi nel microonde e le sostanze chimiche nel lavandino, ma lo facevano sempre con un tono d'amore che nessuno dei due riconosceva. Che idioti.) Come diceva Sherlock, il matrimonio non è nient'altro che una cerimonia noiosa e un pezzo di carta.
In ogni caso, dopo mesi che danzavano uno intorno all'altro, a volte letteralmente, era stufa.
Così decise che sarebbe stata lei a fare qualcosa al riguardo.

Prima fece opportunamente guastare il riscaldamento. Solo quello dell'appartamento al secondo piano, non voleva infastidire Mrs Hudson. Lei sperava che questo li avrebbe costretti a dormire insieme nello stesso letto, e... beh, succeda quel che succeda.
Purtroppo, l'unico risultato fu che John si trasferì con cuscino e coperta davanti al camino, mentre Sherlock si chiuse nella sua stanza, borbottando qualcosa riguardo al fatto che il freddo non lo disturbava.
Fu un fallimento.

Un'altra volta, riuscì a convincere Sherlock che John aveva l'abitudine di lasciare la televisione accesa su film romantici. Ovviamente non era vero, ma Sherlock amava dare la colpa a John.
Lei quindi aveva lasciato la televisione accesa su un film dove i due protagonisti (anche loro due uomini) erano chiaramente innamorati. Ma nessuno dei due sembrava essersene reso conto, né cercavano di fare qualcosa al riguardo. (Lei l'aveva già visto, e sapeva che i due non finivano insieme, ma c'era una scena strappalacrime in cui uno giaceva nelle braccia dell'altro.) Lei sperava si sarebbero accorti della somiglianza.
Sherlock e John non lo volevano guardare, ma lei aveva nascosto il telecomando, perciò i due avevano lasciato la televisione accesa. E poi, dopo mezz'ora, John voleva vedere la fine. Sherlock lo guardò in modo critico, e, quando finì, elencò ogni singolo errore storico, tecnico, e nella trama.
John sospirò, e lei fremette.
Forse i film non erano il modo giusto.
Provò a fare lo stesso con la radio. Un altro fallimento, l'unico risultato fu che Sherlock si mise a suonare il violino più forte, facendo stridere le corde.
Forse sarebbe stato meglio per tutti se lei avesse smesso di provare.

Stava iniziando a perdere la speranza. Esistevano al mondo due uomini più ignari di questi?
Senza contare che 219 continuava a girare il dito nella piaga.
Ho sentito parlare di adozione ultimamente, le aveva sussurrato 219. Lei l'aveva ignorata. Sherlock e John riuscivano a malapena a prendersi cura di se stessi. Certo non avevano bisogno che si aggiungesse qualcun altro. E poi, lei era convinta che Sherlock non fosse il tipo da famiglia. John, forse, ma con Sherlock intorno... probabilmente no.
Lei aveva sbattuto le porte più forte del necessario cercando di ignorare la casa accanto.
Poteva sempre parlare con Speedy's, che era molto più educato, e aveva sempre storie interessanti da raccontare.

Una sera dopo la conclusione di un caso particolarmente violento, durante il quale John si era rotto qualche costola, e Sherlock aveva dovuto essere ricucito in cucina, i due si erano addormentati sul divano.
La testa di John era appoggiata sulla spalla di Sherlock, e la testa di Sherlock stava appollaiata sopra la sua.
Lei sospirò, e fece andare una coperta dalla camera da letto al soggiorno dove stavano dormendo. La rimboccò sotto i loro menti e li lasciò soli fino al mattino.
Sherlock avrebbe pensato che la coperta era opera di John, e John forse sarebbe stato troppo assonnato per realizzare che c'era qualcosa di strano, ma di sicuro una volta svegliatisi e accortisi che stavano dormendo uno sopra l'atro, qualcosa sarebbe successo.
(E non nel senso che avrebbero sospettato che la loro casa stava cercando di farli mettere insieme. Onestamente, per essere così intelligenti e osservatori, erano piuttosto lenti. Lei non era affatto preoccupata che scoprissero la verità. E poi, ogni cosa poteva essere spiegata come opera di Mrs Hudson.)
Ma al mattino, Sherlock se ne andò lasciando John sul divano, che, ancora mezzo addormentato, si chiedeva cosa stesse succedendo, senza nessun ricordo di come aveva passato la notte. 
Che delusione.

Andò avanti così per mesi, lei che cercava di metterli insieme, di farli parlare, di farli cadere sull'altro mentre passavano per lo stretto corridoio. Insomma, una volta li aveva persino chiusi nella stanza di Sherlock mentre John stava reclamando la sua roba (e non era forse una prova del suo amore quella? chi altro ruba la roba del proprio coinquilino e la conserva nella sua stanza? erano proprio due cretini). Sherlock era riuscito a forzare la serratura, cosa che lei avrebbe dovuto prevedere, ma era disperata.
Niente sembrava funzionare.

Aveva quasi deciso di rinunciare, quando Sherlock annunciò che avrebbe avuto bisogno di John per un esperimento chimico.
Fu così che le venne l'idea. L'idea che, finalmente, avrebbe funzionato.
Doveva funzionare.
Lei conosceva bene la chimica. Tutte quelle pile di tomi nel soggiorno, tutti quei libri negli scaffali, nell'armadio di Sherlock, lei sapeva tutto quello che c'era scritto in essi. La conoscenza le filtrava dopo un po' che stavano lì. Sapeva quello che faceva.
Perciò potrebbe aver aggiunto delle sostanze chimiche, averle mischiate, e cambiato qualche concentrazione, ma era tutto assolutamente sicuro. 
(E con sicuro intendeva che ci sarebbe stata un'esplosione controllata. Assolutamente sicura.)

Lei osservò con apprensione mentre Sherlock indossava il camice e i guanti.
"Gli occhiali, Sherlock," gli ricordò John. Sherlock sospirò, ma li prese dalle mani di John e se li mise.
"Ora tienilo fermo," ordinò Sherlock a John, prendendo un recipiente senza etichetta con dentro un liquido chiaro.
John sospirò, ma obbedì, e Sherlock versò con cura il contenuto del suo recipiente in quello di John (se non è una metafora questa...).
Per un secondo lei temette che non sarebbe accaduto nulla.
Ma poi la soluzione gorgogliò ed esplose schizzando da tutte le parti.
(O qualcosa del genere. Lei non sapeva le esatte parole scientifiche, era troppo occupata a farli mettere insieme.)
Entrambi si bloccarono.
John parlò per primo, chiaramente infuriato. "Sherlock, che cavolo ci hai messo dentro?!"
Sherlock esitò per un istante. "Oh dio."
"Sherlock?" ringhiò John.
"E' acido. Penso che dovremmo... farci la doccia. Ora." Si lanciò giù dal corridoio togliendosi il camice e gli occhiali.
John esitò per qualche istante. "Cazzo," borbottò.
Lei sorrise.
John si affrettò a seguire il suo coinquilino, che era già in bagno.
"John, ti devi togliere i vestiti", disse impazientemente Sherlock, che si era già spogliato fino alle mutande, con l'acqua che scorreva.
"Lo so," ribattè John stizzito. Si tolse la maglietta, umida in qualche punto, specialmente nelle maniche. I pantaloni erano stati risparmiati, dato che erano sotto il livello del tavolo, ma i calzini erano bagnati, probabilmente del liquido era caduto sul pavimento. 
Sherlock si tolse il suo ultimo indumento prima di mettersi sotto il getto d'acqua.
Lei si assicurò che fosse calda al punto giusto. Date le circostanze, era il minimo che potesse fare.
John gemette, ma si sfilò la felpa dalla testa, gettandola sul pavimento.
Seguirono anche i pantaloni, insieme alla maglietta e ai calzini.
Infine si sfilò le mutande e entrò nella doccia dietro a Sherlock.
"Girati dall'altra parte," ordinò John.
Sherlock sbuffò. "John, non essere ridicolo. E' per la sicurezza. Vuoi bruciarti la pelle?"
"Sta' zitto, Sherlock," ringhiò. "Smettila di guardare e basta."
Sherlock fece un sorrisetto. "Va bene."
John ignorò il suo compiaciuto coinquilino, e cercò di sciacquare tutte le parti del suo corpo che avevano toccato l'acido. L'unico problema era che Sherlock era proprio sotto il getto d'acqua, e John era dall'altra parte della vasca
"La mia pelle brucia ancora," si lamentò John. "Stai monopolizzando tutta l'acqua. Vai più in là."
Mentre passava, sfiorò Sherlock, cercando di non guardarlo negli occhi. O di non guardare qualsiasi altra cosa. Sherlock passò oltre, verso l'altra estremità della vasca.
Per l'amor del cielo, avrebbe voluto esclamare lei. Baciatevi e basta.
In un attacco di frustrazione, spense l'acqua calda.
John urlò e quasi saltò in collo a Sherlock.
"E' fredda," disse sulla difensiva, ritrovandosi praticamente tra le sue braccia.
John alzò lo sguardo su Sherlock, ed esitò.
Fallo, lo sollecitò lei.
Forse John la sentì, o forse i pianeti si erano finalmente allineati, ma in ogni caso, John baciò Sherlock, prima di girarsi e arrossire, nascondendosi sotto l'acqua che era tornata calda.
"Oh," disse Sherlock senza respiro.
"Scusa," mormorò John.
"No, va... bene. Anzi, è stato bello."
John finse di strofinare una macchia ancora un po' acida.
"In realtà, penso che dovremmo farlo di nuovo. Chiamiamo quella di prima una prova."
John sbarrò gli occhi.
"Vuoi che... ti baci di nuovo?"
"Sì, è quello che ho detto," replicò Sherlock impaziente.
John arrossì. "Va bene." Cominciò ad avvicinarsi a Sherlock ma poi si bloccò.
"Hai pianificato tutto questo solo per farmi spogliare?"
Sherlock sembrò offeso. "John, posso dire onestamente che non avevo idea che sarebbe successo tutto ciò. E poi, mi piaceva quella maglietta," aggiunse afflitto, indicando i vestiti abbandonati sul pavimento fuori dalla doccia.
John scosse la testa.
"Sei un idiota."
"Non so cosa sia andato storto!" protestò l'altro.
"C'è sempre una prima volta," borbottò John. "Qualche effetto duraturo?"
"Non ce ne dovrebbero essere. Però dovremmo stare qua dentro per almeno mezz'ora", aggiunse Sherlock.
John sospirò. "Perché mi faccio sempre coinvolgere... Beh, suppongo che riusciremo a trovare qualcosa da fare per far passare il tempo."
Sorrise maliziosamente.
Sherlock sembrò allarmato."Oh. Oh..."
John annuì.


Lei se ne andò dal bagno. Il suo lavoro lì era finito. I ragazzi avevano bisogno di un po' di privacy, e lei avrebbe ripulito il casino nella cucina. Era il minimo che potesse fare. 
Non vedeva l'ora di dirlo a 219.Tutto quello di cui quei due avevano bisogno era una spintarella, nient'altro.
Dritto dentro la doccia.


[Questa one-shot originalmente è in inglese, questa è una traduzione. L'originale: https://www.fanfiction.net/s/10166720/1/A-Little-Push ]
  
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Sherlock (BBC) / Vai alla pagina dell'autore: whitchry9