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Autore: kateausten    01/04/2014    10 recensioni
Ranma piaceva a Kasumi.
Non che ci volesse molto, lei riusciva a vedere il buono in tutte le persone, ma Ranma piaceva a Kasumi per un semplice motivo: aveva aiutato Akane, in tutti i modi in cui una persona può essere aiutata.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Akane Tendo, Kasumi Tendo, Ranma Saotome
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il sole del tardo pomeriggio entrava nella piccola cucina illuminandola tutta. Rimbalzava contro le pentole lasciate ad asciugare nel lavello, schiariva gli angoli più scuri della stanza e riscaldava le mani della ragazza che, abilmente e con grazia, si muovevano tra un mestolo e l'altro.
Kasumi Tendo considerava quella cucina un rifugio.
Se si prendeva singolarmente, la sua vita era da considerarsi tranquilla: tutto girava intorno a quella piccola stanza, dove a malapena poteva muoversi, e il massimo che poteva succedere era salutare il fidato Dottor Tofu quando tornava da fare la spesa.
Presa nel complesso invece, la sua vita no, non si poteva definire certo tranquilla.
Essere legati a qualcuno portava delle conseguenze che dovevi accettare, soprattutto se amavi questo qualcuno.
Kasumi ne era veramente convinta, quindi il massimo che si permetteva era un cordiale sorriso di disapprovazione quando strane ragazzine cinesi entravano con prepotenza in casa sua o quando vedeva mutandine sulla testa di quello che, a prima vista, sembrava un rispettabile signore anziano.
Si era assunta le veci della madre, per la casa, per le sorelle, per la cucina e non se ne era mai, mai pentita. Ricordava la madre in quella stessa cucina -era più grande di Nabiki e Akane quindi aveva più ricordi e lei era brava a custodirli dentro di se-; il calore e il senso di protezione che provava quando la donna impastava o bolliva il riso erano rimasti dentro di lei come un fuoco che ardeva e mai si era permessa di scordare quella sensazione.
La cucina era la stanza in cui si sentiva più protetta, dove non accadevano cose brutte.
O almeno, questo finchè una ragazzina dai capelli rossi e un panda gigante non erano arrivati sotto la pioggia battente in un pomeriggio dove l'universo di Kasumi, l'universo di tutti, era cambiato.
Persino la cucina era cambiata, non solo perchè adesso aveva da cucinare molto di più, ma perchè in cucina passavano molte più persone.
Che si rincorressero, si insultassero o scaldassero acqua nelle teiere, la cucina si era trasformata da luogo di pace a zona franca.
Ranma piaceva a Kasumi.
Non che ci volesse molto, lei riusciva a vedere il buono in tutte le persone, ma Ranma piaceva a Kasumi per un semplice motivo: aveva aiutato Akane, in tutti i modi in cui una persona può essere aiutata.
Kasumi non parlava tanto, era un po' ingenua, ma osservava molto.
E aveva osservato che da quando Ranma era arrivato, Akane aveva sorriso, pianto, riso e si era arrabbiata più di quanto avesse mai fatto fino all'arrivo del ragazzo.
Anche quando vedeva lacrime amare scendere sulle guance di sua sorella, mentre la aiutava ad asciugare i piatti e i suddetti piatti venivano rotti dall'ira della ragazza, Kasumi non ce la faceva ad arrabbiarsi con Ranma, perchè sapeva che cinque minuti dopo ad Akane sarebbero tornati un sorriso gigante e gli occhi asciutti.
Alcune volte entravano in cucina, Ranma e Akane, ma tutte le volte finivano a litigare per la pessima cucina della ragazza, per la voracità senza limiti del ragazzo o per qualche altra fidanzata comparsa dal nulla.
Kasumi li guardava e sorrideva, pensando che erano scuse, scuse, solo scuse per starsi più vicino e guardarsi negli occhi, fingendo entrambi che il rossore sul volto fosse dato dalla rabbia e non certo dalla vicinanza l'uno all'altra.
La cucina non era più un oasi di pace e Kasumi era felice così; lo era stata per tanto tempo, forse troppo, lo era stata anche quando Akane cercava di cucinare con risultati pessimi.
A pensarci bene, ci metteva molta più energia adesso rispetto a prima, Kasumi se ne era accorta, perchè adesso quei biscotti sformati e quel riso duro come sassi avevano un destinatario.
La cucina aveva contenuto tristezza, solitudine, sorrisi, tranquillità.
L'unica cosa che mancava era amore.
Kusumi si sciaquò le mani e se le asciugò correggendosi mentalmente, perchè non era esattamente l'amore in se, che era mancato: quello c'era e c'era stato fra lei, le sue sorelle e i suoi genitori.
Era l'altro tipo di amore che era mancato fino a quando... fino a che...
Scosse la testa mentre andava in bagno e si riavviava verso la cucina.
"Non sei per niente carina, con me!".
Kasumi si bloccò allo stipite della porta.
"E tu allora? Brutto pervertito!".
Sorrise, pensando che quella cucina le aveva viste proprio tutte.
"Maschiaccio".
Era stato un sussurro quello di Ranma, e Kasumi non si sporse per vedere quello che sarebbe o non sarebbe successo.
Si allontanò, pensando che adesso la cucina le aveva viste veramente tutte.
  
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