ATTENZIONE:
Se non avete ancora letto Le Cronache di Magnus Bane,
non
capirete il motivo per cui ho scritto questa flashfic.
.:Ave
atque vale Ragnor
Fell.
Ragnor
Fell era morto.
Il
suo migliore amico era stato, probabilmente, ucciso da alcuni demoni al
servizio Valentine. Quel bizzarro
stregone che come segni della sua natura in parte demoniaca -come
qualsiasi
altro figlio di Lilith- possedeva una particolare pelle
verde coronata da dei candidi
capelli bianchi e da qualche arto in più, non ci
sarebbe più stato.
Era
stato lui stesso a scoprirne il corpo senza vita e si era dimostrato
forte
quando Clarissa Fray e Sebastian Velar erano andati a casa di Ragnor
per
chiedergli aiuto. Da prima, davanti a Sebastian, aveva finto di essere
lui
stesso lo stregone ucciso e poi –dopo aver congelato
Sebastian per precauzione-
aveva confessato a Clary la sua morte.
Non
avrebbe fatto notare a nessuno quanto la sua morte lo avesse devastato, rattristato e sconvolto.
Da
quanto tempo conosceva Fell, forse millenni? Ed ora non c’era
più e tutto per
qualche informazione su quello stupidissimo Libro
Bianco. Certo, in cuor suo, sapeva che essere a conoscenza
della esatta
collocazione del grimorio era di
fondamentale importanza, ma questo non né giustificava in
nessun modo la morte.
Non avrebbero potuto più
vivere nessuna
nuova avventura insieme.
Non
sarebbero più potuti andare in Perù
–anche se a ripensarci, Magnus era stato espulso da
lì- lui, Ragnor e Catarina.
Catarina.
Come
le avrebbe comunicato la notizia? Come avrebbe detto alla figlia di
Lilith
dalla pelle blu e dai capelli candidi con la propensione per le arti
mediche e
per l’aiutare gli altri che per il loro amico non
c’era più nulla da fare?
Ben
sapeva che il suo rapporto con Ragnor, visto dall’esterno,
sembrava contrastato
e che quei due sembrassero peggio di ‘cane e
gatto’. Ed effettivamente era vero
–testimoni ne erano sia Catarina che Raphael Santiago- ma c’erano
sempre stati gli uni per gli altri
in ogni momento di bisogno o sconforto. Magnus sapeva bene che anche
gli
stregoni, seppure eterni, potevano morire, ma non riusciva a concepire
l’idea
di aver perso una delle poche persone con cui aveva creduto di poter
condividere la sua dannata
eternità.
Si
rese conto di non poter rimanere a lungo triste: doveva reagire.
Azzardo un
ultima occhiata al corpo senza vita di Ragnor
Fell e pronuncio: «Ave atque vale, amico mio».
Anche
se quelle erano le parole
utilizzate dai
Nephilm al momento di onorare la
memoria di un loro Shadowhunters
morto,
le utilizzo ugualmente: Ragnor
le meritava.
Chiuse
dietro di se la porta, mentre fumava ancora la pipa, e quando fu
abbastanza
distante, lancio scintille azzurre in direzione della casetta. Si giro, e non si volto più.
.:Angolo
Autrice:.
Se siete arrivati alla fine,
è già qualcosa.
Contiene
parole 433 parole escluso
l’attenzione e questo angolo autrice.
Premetto che questa è la
mia prima flash nel fandom di Shadowhunters, sono ancora alle
primissime armi, ed ogni suggerimento,
consiglio, critica è
molto ben accetto. Spero ugualmente di essermela cavata e di
non avervi
annoiato.
Ci sono spoiler minuscoli e di non
grande importanza.
Volevo
solo dire che mi sono concentrata su quello che Magnus ha provato alla
morte di
Ragnor, non solo perché il loro legame
mi ha colpito, ma anche perché Cassandra, da
quel che ne so io, non ha
scritto nulla al riguardo.
Anyway,
lasciate una recensione se vi va
e grazie di avermi prestato attenzione.