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Autore: faith84    01/04/2014    9 recensioni
Salve egregi visitatori.
Mi chiedevo cosa sarebbe successo ai nostri se su un certo monte in Cina, le cose fossero andate nel peggiore dei modi. Cosa farebbe Ranma e, soprattutto, fin dove si spingerebbe per riavere con sé la sua Akane? E se le parole "Verrei all'Inferno per te!" non fossero solo parole?...
Vi do il benvenuto nella mia prima folle fanfiction dicendo 'Lasciate ogni speranza (di non ridere), voi che entrate...'
Buona lettura!
Genere: Comico, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akane Tendo, Altro Personaggio, Ranma Saotome
Note: Lemon, Nonsense, What if? | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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Capitolo 7 Complicated.

 

Chill out whatcha yellin for?

Lay back it's all been done before

And if you could only let it be

you will see

I like you the way you are...

 

you will see

Somebody else 'round everyone else

you're watching your back, like you can't relax

you tring to be cool, you look like fool to me

Tell me

 

Why'd you have to go and make thing so complicated?

 

Rilassati, perché stai strillando?

Lascia perdere, era già tutto deciso

e se puoi solo lasciare che sia

vedrai che

mi piaci così come sei.

Sei diventato un altro in mezzo agli altri

ti guardi le spalle, non riesci a rilassarti,

tenti di fare fare il figo, ma a me sembri uno stupido

Dimmi

Perché devi rendere le cose così complicate?

 

 

(Complicated- Avril Lavigne)

 

 

Akane si risvegliò lentamente sentendo una piacevole sensazione sulla pelle.

Curioso il pensiero di percepire qualcosa, considerando il fatto che era morta.

La cosa più incredibile era che, nella sua mente ancora ovattata, iniziava ad abituarsi a quella idea pazzesca... sì insomma l'Inferno, Lucifero.

In fondo di cose strane, da quando era la “fidanzata per forza” di Ranma Saotome gliene erano capitate a bizzeffe. Perché stupirsi di una bazzecola come essere nelle grinfie del Signore del Male, dopo tutto...

Chissà dov'era il suo stupido preferito, ora...

Lentamente cercò di alzarsi e solo allora si accorse di essere stata adagiata nel lussuoso letto, “gentilmente” regalatole dall'evanescente Lucifero.

La piacevole sensazione provata al risveglio era quella data dalle morbidissime lenzuola di seta scarlatta, che la avvolgevano come una seconda pelle.

Ricordando quello che le aveva fatto intuire il Principe delle Tenebre sul fatto che l'avrebbe fatta sua, controllò atterrita, prima di essere ancora vestita, poi di non avere presenze sgradite nel letto assieme a lei.

Fortunatamente sembrava sola, esclusi i demonietti che la fissavano spaventati, forse pensando che li avrebbe nuovamente usati come arma impropria.

Del suo “ospite” nemmeno l'ombra... anche se non lo vedeva, SAPEVA che non era presente.

Uno dei demonietti, probabilmente più audace degli altri, la stava fissando volando a mezz'aria, con le sue alucce viola e coriacee che sbattevano per tenerlo sospeso.

“Padrone....detto noi di servire Lady Akane!” riuscì finalmente a dire la spaventata creatura svolazzante.

Akane, tranquillizzata dall'assenza del suo carceriere, riuscì a distendere i muscoli del volto, assumendo un'espressione meno aggressiva... in fondo quei poveri esserini non le avevano fatto nulla e lei aveva usato uno di loro come oggetto contundente.

Non era granché, se voleva iniziare un rapporto amichevole... Chissà, magari potevano aiutarla a capire meglio quel luogo e a fuggire.

“Ehm... ecco io credo che siamo partiti con il piede sbagliato, piccoli soprammobili parlanti!”

“Noi essere orgogliosi Imps, no soprammobili, ragazza violenta!” la corresse quello che riconobbe come il “corpo del reato”: aveva una piccola crepa che gli si apriva tra i cornini e la guardava con risentimento.

Akane allora si tolse di dosso le lenzuola e si mosse verso l'esserino che, memore del fatto che il suo signore esigeva assoluta obbedienza a quella ragazza forzuta e manesca si avvicinò con circospezione, coprendosi la testina cornuta.

La ragazza stracciò una piccola porzione del morbido tessuto delle lenzuola e fasciò il capo del diavoletto.

“Ti prego di perdonarmi, piccolo... non avevo idea che foste... vivi! Non era mia intenzione farti del male... Volevo solo andarmene da qui...” concluse Akane, dopo aver terminato la fasciatura. Il piccolo Imp adesso indossava una bandana scarlatta di seta e gli altri lo guardavano con ammirazione.

La piccola Tendo aspettò che l'esserino, volato fino alla specchiera per rimirarsi, si voltasse di nuovo verso di lei e poi alzò un dito perché lui lo stringesse... una versione in miniatura di un gesto di pace.

Il piccoletto, ancora estasiato dalla bandana all'ultimo grido, che sembrava piacergli molto, prese il dito della giovane con le sue manine artigliate, poi mimò quello che sembrava un sorriso, scoprendo i suoi dentini aguzzi.

Akane ricambiò e allora gli altri Imps, nascosti ai bordi del letto, misero da parte la timidezza e la paura e saltarono sulle lenzuola, per fare anche loro amicizia con quella bella e fortissima ragazza che sembrava aver fatto perdere la testa (e guadagnare un bernoccolo) al loro signore e padrone.

 

 

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“Oh Kami, la mia povera testa!” disse Ranma rotolando su un fianco.

Ci mise un po' a mettere a fuoco e poi riuscì a distinguere gli altri due compagni di viaggio che a quanto pareva non stavano meglio di lui.

Ryoga rideva con un tipico ghigno alcolico mormorando nel sonno “Sai che sei proprio carina? Non avevo mai fatto caso a quanto ti donasse quell'enorme spatola sulla schiena...” Ranma si stupì non poco poi iniziò a sghignazzare... chissà CHI stava sognando l'eterno disperso.

Il signor Takey era invece in un angolo a vomitare.

Avevano tutti e tre l'aria di chi era reduce da un pesantissimo dopo sbronza.

Eppure avevano solo respirato i fumi di quel fiume di sakè. Quel depravato del vecchio Happosai ne avrebbe bevuto a secchiate, Ranma ne era certo.

Il codinato si portò a sedere con non poca fatica. Gli girava tutto e stava di nuovo per stramazzare a terra, ma con uno sforzo di volontà riuscì a stare seduto. Per lo meno quella robaccia era calda e lui e Ryoga avevano ancora le loro sembianze.

Mentre pensava, Ranma vide Ryoga che stava abbracciando, o meglio stritolando nella sua presa d'acciaio, il povero e paonazzo signor Takey “Oh mia dolce U...”

Il codinato aveva visto abbastanza e, nonostante fosse molto divertente, non aveva tempo da perdere. Avrebbero pensato poi alle passioni alcoliche di quel porcello di Ryoga. Comunque in vino... anzi in sakè veritas!

Si alzò e andò verso di lui, sempre intento a flirtare con il signor Takey, che non dava più segni di vita, poi gli mollò un pugno abbastanza deciso da scuoterlo e fargli abbandonare piuttosto bruscamente il mondo dei sogni, sogni che forse l'eterno disperso non sapeva nemmeno di fare...

“Dai Ryoga, sveglia! Passata la sbronza?” chiese Ranma.

“Io... io... che cosa...?” disse Ryoga in risposta alla domanda.

Il giovane con la bandana guardò poi tra le sue braccia.

“Ma che stavi facendo vecchiaccio?!” urlò un imbarazzatissimo Hibiki.

Il signor Takey tossì per riprendere fiato “ Cof cof...Ma cosa... stavi facendo TU piuttosto, brutto porcello! Maiale in tutti i sensi! Oddio, so di essere terribilmente sexy... ma ero convinto ti piacesse quella ragazzina che siete venuti a riprendervi!”

Anche io, pensò Ranma, interrogandosi su ciò che aveva sentito mormorare all'amico mentre era ancora beatamente ubriaco.

“Io vivo per la mia dolce Akane! Altro che sexy, brutto idiota!” gli sbraitò in faccia Ryoga, facendogli scivolare di lato la coroncina di alloro.

“Buongiorno, raggi di sole!” commentò Ranma serafico. “se avete finito con i vostri battibecchi da piccioncini, possiamo andare?”

I due compari continuarono a guardarsi in cagnesco, poi entrambi si voltarono reciprocamente le spalle e fecero per alzarsi, barcollando però vistosamente.

“Bene signorini, grazie alla mia sapiente guida finalmente siete arrivati al primo, vero girone dell'Inferno!” disse con gravità il signor Takey, riuscendo finalmente a stare in piedi in maniera soddisfacente.

I due ragazzi lo guardarono di traverso, Ryoga già pronto con il pugno alzato a massacrarlo di botte. Ranma lo trattenne per una spalla.

“Sapiente guida eh?” ironizzò il codinato.

L'attore tossicchiò facendo orecchie da mercante poi riprese “Seguitemi per le lande dei mille tormenti e...”

“Piano, sto davanti io che, da ciò che ho visto me ne intendo più o meno quanto te di questo posto... inoltre sarò sicuramente più utile, nel caso dovesse attaccarci qualcosa! Tu chiudi la fila e impedisci a Ryoga di perdersi... bah... guida!” concluse il codinato, impaziente di rimettersi in viaggio.

Il signor Takey e Ryoga si lanciarono un nuovo sguardo di disapprovazione e si misero a seguire Ranma, che intanto si era incamminato per raggiungere un enorme arco di pietra con appesa una targa. Il signor Takey nel mentre borbottava “Ma guarda se io, il grande George Takey, dovevo finire a far da balia a un ragazzino senza il senso dell'orientamento...”... ovviamente fece attenzione a dirlo molto piano, in modo che il sussurro non arrivasse alle orecchie di Ryoga... era così permaloso, quel ragazzo!

 

 

Ranma si incamminò per leggere la targa affissa sull'arco

“Passioni brucianti..?” lesse ad alta voce il ragazzo.

Il terzetto superò l'entrata e si trovò in un ambiente dove il rosso regnava sovrano:

ovunque delle buche circolari eruttavano fiamme.

“Esatto! Qui si trovano coloro che in vita sono stati folgorati dalla passione, coloro che hanno amato fino a consumarsi!” stava declamando con enfasi il signor Takey, una mano al petto e l'altra lontana dal corpo con il palmo rivolto verso l'alto, in un gesto plateale

Sembra quel matto di Kuno, pensò Ranma.

“Complimenti, bel discorso” commentò una voce leggermente ironica, battendo le mani.

Un giovane con abiti decisamente fuori moda li stava guardando incuriosito.

“Con chi stai favellando, mio amore?” si unì una nuova voce flautata.

Una giovane dama con sfarzosi abiti medievali stava sbucando da uno dei crateri, alzandosi lievemente la gonna dell'ampia veste.

“Francesca, mia adorata!” disse il giovane.

La ragazza, distratta dalle parole del giovane, inciampò nella sua stessa gonna e ruzzolò fino ai piedi dei visitatori.

Il giovane non poté trattenersi e scoppiò a ridere.

“Si può sapere, mio amore, cosa ti scatena tale ilarità?” chiese la giovane con un certo cipiglio.

“Oh... mia luce... non manco mai di rimembrare come anco in vita tu fossi goffa et sgraziata!” il giovane ora rideva fino alle lacrime.

La ragazza fu circondata da fiamme scarlatte.

“A quanto pare questi due sono... Paolo e Francesca! Beh... io me li ricordavo leggermente diversi!” disse Takey perplesso, grattandosi la testa.

“Chi? Pollo e Ventresca? E chi cavolo sarebbero?” chiese Ranma.

“Ma NO IDIOTA!” gli disse Ryoga “Sono i due amanti cantati da Dante. Lei si innamorò del fratello del marito, che scoprì la tresca e li uccise entrambi!”

“Io ancor mi interrogo del motivo per cui mi sono innamorata di codesto buffone!”

“E io che dovrei dire? Sei testarda al par di un mulo.... testardaggine, cari visitatori, che come potete veder, ancor non l'abbandona!” aggiunse il giovane con un ghigno.

La ragazza a queste parole aveva letteralmente preso fuoco.

“Allora, amor che PER NULLA ho amato... che dire di te? Sempre circondato da ancelle compiacenti?!”

Francesca aveva un aspetto decisamente minaccioso, assai lontano dall'immagine della giovane e sfortunata protagonista della leggenda. Ranma avrebbe detto che si stava preparando a suonarle al suo “innamorato”.

Paradossalmente questo pensiero lo fece sorridere.

“Ma che stanno facendo? Io credevo fosse una storia romantica e tragica! Proprio come la mia con Akane!” disse Ryoga. Il codinato mollò un cazzotto sulla testa con bandana dell'eterno disperso “Ma tu sogni! Stai parlando della mia ragazza, brutto porcello!”

Ryoga si passò una mano sul bernoccolo e pensò che le cose, dall'ammissione di Ranma stavano davvero cambiando.

L'altra allegra coppia di innamorati medievali, intanto sembrava essersi completamente dimenticata del terzetto.

“Vediamo se hai l'ardire di ripeter ciò ha partorito la tua lingua velenosa! Ti colpirò SI' FORTE che ti farò passar la voglia!” stava urlando la “dolce” nobildonna.

Ranma non poteva credere ai propri occhi: la fragile e giovane damigella sollevava enormi massi e li lanciava a un terrorizzato nobiluomo che, con tutta la forza consentita dalle sue gambe cercava di scampare alla furia della sua violenta metà.

E mentre era impegnata nel tentativo di uccidere nuovamente il suo già trapassato amante, Francesca lasciava alle sue spalle una scia di fiamme, che cresceva di intensità ad ogni stoccata velenosa che le lanciava il compagno.

“Sei sì goffa che non riesci neanco a colpirmi!Ah ah ah! Altro che leggiadra pulzella!” continuava Paolo, sempre tenendo una distanza di sicurezza tra lui e la giovane.

Il terzetto di visitatori, intanto si trovava completamente circondato dalle fiamme e la situazione, loro malgrado stava prendendo una piega decisamente rovente.

“Arresta la tua fuga, malnato calunniatore!” urlava l'infuriata Francesca “Lascia che ti dimostri quanto brucia il mio amore!”

“Fantastico!” esclamò Ranma, evitando una lingua di fuoco, “Anche in una lite tra due pazzoidi dovevamo incappare! E ora come ne usciamo?”

“Bah! È sufficiente saltare oltre no?” e detto questo Ryoga spiccò un salto e... venne travolto da una colonna di fuoco che lo rispedì al punto di partenza, mezzo bruciacchiato.

“Ahem... da sopra non si passa...” bofonchiò il ragazzo con la bandana.

“Accidenti! Come la fermiamo quella pazza?!” si interrogò Ranma

“Ehi, signor Takey? Ha qualche idea per non finire abbrustoliti?”

“Mmmm... beh come ti ho ripetuto fini alla nausea questo è il VOSTRO Inferno, quindi la risposta è dentro di te... Ohhh ma che vedo! Quelli sono Brooke e Ridge di Beautiful... devo assolutamente avere l'autografo! Con permesso...” e detto questo l'attore si teletrasportò fuori dal cerchio ci fiamme e si materializzò lanciando urletti entusiasti vicino ai due celebri personaggi, famosi per i loro interminabili tira e molla.

Anche in quel momento stavano litigando su chi fosse figlio di chi.

Nulla da dire...erano nel posto giusto.

Ranma si mise una mano sulla fronte sudata, completamente senza parole per l'ennesima cretinata della loro guida.

Si voltò poi verso le due figure urlanti che ancora se ne stavano dicendo di tutti i colori... sempre con stile eh, dopo tutto erano nobili!

Con un urlo allucinante, Francesca era finalmente riuscita a centrare il suo adorato Paolo, che ora languiva semisepolto sotto un gigantesco masso.

“Allora, mio amore, luce delle mie iridi? Stavi dicendo?” la ragazza si parava con le braccia incrociate, sbattendo nervosamente un piede, di fronte all'incauto ragazzo con la lingua lunga. “No..non... sei per niente...leggiadra...”

Il volto della ragazza presagiva nuove e dolorose ritorsioni.

Fu allora che Ranma iniziò a ridere... una risata di cuore, di quelle che scaturiscono da un pensiero o meglio un ricordo DAVVERO divertente.

Francesca e ciò che rimaneva di Paolo si misero a fissarlo stupiti: il codinato era praticamente piegato in due e si teneva la pancia. Aveva addirittura le lacrime agli occhi.

“Ah ah ah ah! Ma guardatevi! E dire che il vostro amore passa per leggendario! Ah ah ah! Siete come cane e gatto! Proprio identici a me e...”

Di colpo Ranma cessò di ridere. Quei due erano uguali a lui e alla sua Akane.

Quanti tipi di amore esistevano al mondo?

Il loro era sicuramente fuori da ogni schema e da ogni logica... ma davvero l'amore può definirsi logico?

Il loro amore poteva essere Inferno o Paradiso a seconda dell'ora del giorno, a seconda di ciò che si erano detti, di ciò che era stato frainteso e di chi si era intromesso.

Però era parte di loro... anche se era sotto gli occhi di tutti e tutti si permettevano di giudicare e ficcare il naso... era qualcosa che apparteneva solo a lui ed Akane.

Fece fatica ad evocare un'immagine sola riguardo a quell'aspetto della loro relazione;

fu letteralmente travolto da una marea di scene che gli ricordavano i loro violenti battibecchi che di solito si concludevano con la sua testa sepolta sotto qualcosa di assai pesante o con la faccia completamente pesta.

“Messere?” Francesca aveva assunto un'espressione più dolce e le fiamme si stavano lentamente diradando.

La ragazza fece rotolare via il pesantissimo masso dal corpo del compagno, poi si rivolse nuovamente a Ranma, arrossendo leggermente per aver dato spettacolo.

“Felice di avervi strappato un sorriso, messere...”

La ragazza si avvicinò ulteriormente e gli sfiorò una mano... e Paolo che si stava massaggiando la testa dolorante, grugnì quando vide la sua amata dare confidenze a un altro.

“Sento che siete qui per trovare qualcuno che fa parte di voi... una ragazza che vi è entrata talmente nel profondo da non poter più essere dimenticata.... E sento che voi due in qualche modo... ci assomigliate...” la giovane arrossì di nuovo, ritraendo la mano per evitare di impicciarsi oltre nei pensieri del bel ragazzo moro, che la fissava a sua volta imbarazzato.

“Ecco io...”

“Vi chiamate Ranma, vero? Un nome invero inconsueto... Ranma ogni volta che la vostra mente sarà visitata dalle di lei rimembranze... vi avvicinate un po' di più alla fine del vostro viaggio. E se mai vi verranno dei dubbi, messere ... tenete presente... che non esiste un unico e universale modo di amare. Il vostro vi appartiene e fa parte di voi. E questo pensiero vi aiuterà a riaverla tra le vostre braccia. L'amore talvolta è complicato, ma non per questo bisogna rinunciarvi!”

Il codinato fu stupito di notare di come la ragazza avesse dato voce ai suoi pensieri... annuì senza dire nulla. Certe cose per lui erano ancora troppo difficili da dire in maniera esplicita. Ma forse, con e per Akane, avrebbe imparato a farlo, con il tempo.

Paolo si era intanto riaffiancato alla compagna e le aveva silenziosamente afferrato la mano. La ragazza si era voltata a guardarlo e gli aveva sorriso.

Poi il giovane si era rivolto a Ranma “Vi conviene sbrigarvi ora... Tra un po' Giulietta e Romeo inizieranno le loro solite beghe! Vi garantisco, signori che è meglio non farsi coinvolgere!”

Ranma strinse la mano ai due giovani, poi fece per recuperare Ryoga, ancora mezzo svenuto. “Grazie Pollo, grazie Ventresca...”

“Ehm... veramente messere saremmo Paolo e Fra... oh non importa!” protestò debolmente il giovane nobiluomo.

Ranma fece per allontanarsi dalla coppia, sempre con Ryoga sulle spalle.

“Aspettate!” li fermò Francesca e dopo averli raggiunti sfiorò la testa dell'eterno disperso: una luce calda e rassicurante lo avvolse, curando le ferite del giovane. Ranma se lo issò più saldamente sulla schiena.

“Sono davvero spiacente di avervi coinvolto nella nostra lite!”

“E vi è andata bene, messeri!” disse Paolo a bassa voce, ma non troppo... Francesca gli stritolò la mano.

 

“E tu allora, brutto stupido? Non sei capace di riconoscere un veleno da un sonnifero!!”

“Pensa a quegli impiccioni dei tuoi parenti, piuttosto!”

In lontananza iniziarono ad udirsi delle esplosioni.

“Ops... a quanto pare oggi hanno iniziato prima! È stato un piacere, messeri. Ehm ricordatevi di recuperare il vostro compagno....” disse Paolo salutandoli e abbracciando la sua Francesca.

Cavolo... bisognava portarsi dietro anche quella piaga di Takey, pensò Ranma.

L'allegro signor Takey stava conversando amabilmente con i due personaggi della soap opera più longeva della TV e sembrava pure godersela un mondo.

“Ma tu guarda quel babbeo!!” sibilò il codinato, sistemandosi meglio Ryoga sulle spalle.

 

 

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“Ok allora tu con la bandana rossa sarai Su...” disse sorridendo Akane al diavoletto.

“Su? Lady Akane dare noi dei nomi?”al piccolo si illuminarono gli occhietti

“Di solito padrone chiama noi inutili pezzi di granito o soprammobili di gusto pacchiano svolazzanti...”

“Beh d'ora in poi ognuno di voi avrà un nome! E il vostro padrone dovrà trattarvi meglio, se vuole che io e lui sviluppiamo un rapporto minimamente civile!” rispose la bella Tendo.

“Devo dedurre che stai rivedendo le tue posizioni, mia cara Akane!”

Le mille e una voce, come aveva iniziato a chiamarle la ragazza nella sua testa, la scossero profondamente. Era così assorta in chiacchiere con i suoi nuovi piccoli amici, che non si era accorta per nulla della presenza del padrone di casa.

Un lieve spostamento d'aria sembrava ad indicare che lui era alle sue spalle.

I piccoli Imps si prostrarono immediatamente per rendere omaggio al loro signore.

“Dicevo solo che se vuoi che non ti tiri altro in testa, dovrai trattare meglio questi diavoletti!” Akane e il suo sangue freddo sarebbero presto diventati leggenda anche all'Inferno.

“Se questo ti rende felice, mia bellissima regina, non vedo nessun problema a essere più gentile con questi soprammobili vo...”

“E intendevo dire che avresti iniziato subito!” incrociò le braccia Alane, sfoderando la sua espressione più imbronciata... espressione che annunciava guai.

Sentì una lieve carezza sul collo e un sussurro appena accennato al suo orecchio destro.

“Mi è così facile accontentarti... farei di tutto per strapparti un sorriso, credimi!”

Akane non sopportava tutta quella confidenza: come si permetteva di toccarla, quel cafone che nemmeno aveva il coraggio di mostrarsi.

“Ehi, giù le mani!”

Caricò un destro e cercò di colpire la presenza alle sue spalle, ma sferzò solo l'aria.

“Ti turba la mia vicinanza, Akane?” malignò Lucifero che si era spostato evitando tranquillamente il colpo. Passasse una volta, ma due...

“In realtà mi fa solo ribrezzo, se proprio lo vuoi sapere!” gli gridò la piccola Tendo.

Quel tizio era davvero irritante.

“E perché mai? Secondo me invece ti spaventa tanto una persona che ti apprezza per ciò che sei e non ha paura di dirtelo” continuò il Re dell'Inferno, che a giudicare dal suono della voce sembrava essersi diretto al suo trono “Quel pallone gonfiato del tuo fidanzato non ti ha mai fatto molti complimenti, se non sbaglio... anzi... ti fa piangere, arrabbiare e imbarazzare. Ti sembra amore questo?”

“TU che ne vuoi sapere? Non sei proprio famoso per le tue virtù!” lo provocò Akane

“E vorresti farmi credere di essere capace di amare qualcuno?! Poi chi dice che... l'amore debba per forza essere moine e melensaggini?” il suo viso avvampò per l'imbarazzo.

“In realtà tu non sai come ci si senta ad essere amata da un uomo, Akane. E intendo amata davvero. I tuoi spasimanti ti veneravano come qualcosa di irraggiungibile, una dea splendente e lontana. E per quanto riguarda Ranma non ha MAI detto di amarti, non si è MAI comportato da fidanzato. Non sei ancora riuscita a capire se prova qualcosa per te o sta solo tenendo fede a una promessa fatta ai vostri padri. Inoltre potrebbe essere sempre il senso dell'onore che lo conduce a salvarti ogni volta che sei in pericolo. Senza contare come si comporta di fronte a terzi.

Riflettendo su questo Akane, puoi davvero dire che ciò che esiste tra te e lui sia amore? Pensi davvero che Ranma Saotome sia innamorato di te?”

Akane trasalì e sentì la gola secca; certo che Lucifero ci sapeva fare con le parole: non per niente era il signore degli inganni, ma non gli avrebbe lasciato soddisfazione. Anche se quelle semplici constatazioni le erano arrivate addosso come schiaffi sul volto.

“E' complicato. Io... Noi... Se fosse così semplice parlare di me e Ranma...” non finì la frase, ma lo pensò soltanto.

“Forse non saresti nemmeno qui, vero Akane?” concluse per lei in maniera lapidaria Lucifero.

 

 

 

 

Note di Faith

Buonasera a tutti!

Lo so... sono in ritardo che definire mostruoso è fargli un complimento!

Sono davvero mortificata egregi! La tesi mi ha fatto svalvolare di brutto... ma sono lieta di comunicare alle signorie vostre che il calvario è alfin concluso!

È andato tutto benissimo e devo anzi, ringraziare molte di voi per l'appoggio e la sopportazione dei miei sbalzi d'umore!

Questo capitolo forse risulterà un po' diverso dal solito, forse leggermente più nostalgico e introspettivo... ho voluto sperimentare e mettermi alla prova in un ambito che di solito non è il mio...

Devo ringraziare in particolar modo la mia carissima Elle, che indomita, nonostante l'influenza, si offerta di farmi da Beta. Grazie piccina!

Ovviamente ringrazio ognuno di voi che vorrà farmi l'onore di commentare questo nuovo capitolo. Vale la solita legge: scrivete ciò che pensate senza paura e senza remore!

Spero approviate la scelta della canzone introduttiva... oh a me fa venire davvero troppo in mente io due testoni, come se fosse un ipotetico sfogo di Akane nei confronti di Ranma.

Fatemi sapere che ci tengo un sacco! A presto e... a voi la parola! ;)

 

Faith (quella che ora si spaccia per dottoressa!)

 

 

 

 

  
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