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Autore: MechanicalHeart    02/04/2014    6 recensioni
Dal Testo:
"Portami alla tua auto." Disse lui.
"Non ho un'auto." Mentì lei iniziando a preoccuparsi.
"Credi davvero che io sia così stupido? Cazzo ti ho appena visto nell'ascensore che porta solo dal parcheggio al supermercato, quindi non mi prendere in giro, sennò ti ficco una pallottola dritta nel cuore." Era nervoso.
"O..okay.. Però calmati." Courtney prese le chiavi dalla borsa e aprì la macchina.
"Sali che ho fretta." Continuò lei quasi come se gli stesse facendo un favore.
"Cazzo, non sei tu che dai gli ordini qui!! La pistola c'è l'ho io, non tu." L'uomo gli urlò contro, poi continuò:
"Comunque sali che ho fretta!!".
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Nel testo è presente la DxC, in piccola dose la Dott e in minuscola dose AxH u.u
Genere: Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Courtney, Dawn, Duncan, Scott | Coppie: Duncan/Courtney
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
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Mercoledì 2° aprile.

7.00 am
La sveglia di Courtney iniziò a suonare.

7.00.12 am.
Il suono della sveglia viene staccata dalla mano della ragazza, la quale riesce a muoversi a fatica.

7.01 am.
La sveglia viene infamata e maledetta dalla suddetta ragazza.

7.05 am.
Courtney si alza svogliatamente.

7.10 am.
La solita doccia.

7.30 am.
Colazione.

7.50 am.
Courtney pianificava la sua giornata scrivendo tutto sul suo solito palmare. Mentre si recava verso la macchina per andare a lavoro, nella sua solita stanza, seduta alla sua solita scrivania.

8.00 - 12.00 am.
Tra sbadigli, sbuffi, scartoffie, carte da compilare e clienti mai soddisfatti Courtney riuscì ad arrivare alla pausa pranzo.

12.10 am.
Courtney va alla solita tavola calda con i suoi colleghi.
Litiga con la solita Heather, ride con la solita Gwen, e flirta con il solito Alejandro.

14.00 - 18.00 pm.
Lavoro, lavoro e ancora lavoro.

18.05 pm.
Courtney controlla il palmare:
-18.30 pm : fare spesa.- 
"Sono in perfetto orario, anzi addirittura anche in anticipo!" Disse Courtney sorridendo, tutto stava andando nei suoi piani. Ne era soddisfatta. Davvero, se l'avreste potuta vedere, avreste visto un ghigno stampato sulla sua faccia.

18.15 pm.
Entrò nel parcheggio sotto il solito supermercato per fare la sua solita spesa, e quando vide che il suo solito -posto macchina- era libero, quasi esultò dalla gioia, dopotutto quel posteggio era quello più vicino all'ascensore, il quale l'avrebbe portata vicino l'entrata del supermarket. 
Non aveva una lista delle cose da comprare con sé, anche perché tutto era annotato nel suo fedelissimo palmare.
Si avvicinò all'ascensore e schiacciò il pulsante che l'avrebbe condotto dove era lei.

Le porte si aprirono, e lei si piazzò di fronte alle porte scorrevoli grigie scuro per entrare, ma si dovette spostare quando vide che dall'ascensore doveva uscire una signora anziana accompagnata da un tizio -probabilmente suo marito-. Quando essi si allontanarono Courtney entrò in ascensore, le porte si chiusero appena lei schiacciò il pulsante per risalire.
Guardò l'orologio:
-18.20-
Sorrise.
"La tabella di marcia, sta procedendo bene."

Le porte si aprirono.

Un ragazzo con un cappuccio in testa vestito con una felpa nera con cerniera e un jeans blu scuro entrò di fretta nell'ascensore e senza dare il tempo alla ragazza di scendere o di almeno capire cosa stava succedendo, già aveva schiacciato il pulsante per far riscendere l'ascensore nel parcheggio.
"Ma che ti sei impazzito? Non potevi aspettare che scendessi?" Sbottò lei arrabbiata.
"Assolutamente no. Tu mi servi." Disse con una voce rauca e per niente rassicurante lo sconosciuto.
"E a che caz.." Courtney non riuscì a finire la frase che si sentì puntare qualcosa contro la schiena.
Solo dopo pochi secondi di silenzio si rese conto che era una pistola.

Le porte dell'ascensore si aprirono.

"Portami alla tua auto." Disse lui.
"Non ho un'auto." Mentì lei iniziando a preoccuparsi.
"Credi davvero che io sia così stupido? Cazzo ti ho appena visto nell'ascensore che porta solo dal parcheggio al supermercato, quindi non mi prendere in giro, sennò ti ficco una pallottola dritta nel cuore." Era nervoso.
"O..okay.. Però calmati." Courtney prese le chiavi dalla borsa e aprì la macchina.
"Sali che ho fretta." Continuò lei quasi come se gli stesse facendo un favore.
"Cazzo, non sei tu che dai gli ordini qui!! La pistola c'è l'ho io, non tu." L'uomo gli urlò contro, poi continuò:
"Comunque sali che ho fretta!!"

Courtney gli fece un'occhiataccia, ma ubbidì.
Sicuramente era uno scherzo di cattivo gusto.
"Che scherzo è mai questo?" Chiese lei.
"Non è uno scherzo. Ora metti in moto e andiamo verso l'autostrada."

Courtney gli lanciò un'occhiata, e lo vide davvero nervoso.
Poi si rese conto.
-Oh cazzo, non è uno scherzo.-
Iniziò a guidare, anche se le sue gambe cercavano di rifiutarsi, infatti continuavano a tremare.
-Calma Courtney, calma Courtney, sicuramente ci sarà una soluzione- continuava a ripetersi mentalmente.

20.03 pm.
Courtney era riuscita ad arrivare all'autostrada.
"Ti lascio qui?" Disse lei speranzosa fermandosi nel grande piazzale che era davanti all'entrata dell'autostrada.
"Non ti ho detto di fermarti, riparti, entra in autostrada e prendi la direzione per il Mexico." Stavolta la sua voce era più pacata e calma, forse cercava di calmarla.

E dopo alcuni interminabili minuti di silenzio, l'uomo parlò:
"Insomma come ti chiami?" 
"C.. Courtney, t..tu?" Balbettò lei.
"Duncan." Le sorrise impercettibilmente da sotto il suo cappuccio.

E poi ancora silenzio.

20.18 pm.
"E hai paura Courtney?" Duncan scandì bene l'ultima parola, forse per cercare di ricordare il suo nome.
"N..no.. Io non ho paura." Cercò di autoconvincersi lei, ma la sua voce tremò.
"Dovresti averne, un uomo ti minaccia con una pistola, e tu non hai paura? Cavolo, forse io ne avrei." Era sincero.
"Che cosa hai fatto? Perché sei in fuga?" 
"Ma io non sono in fuga, volevo solo un passaggio per il Mexico." Ridacchiò lui mentendo spudoratamente.

Non ricevette risposta. Infatti Courtney si limitò ad uno sguardo fugace con la coda degli occhi.

"Scommetto che hai fame, perché non ci fermiamo a mangiare qualcosa?"

La ragazza lo guardò perplessa.

"Dai offro io, che ti credi, sono un gentil'uomo." Sorrise lui, facendola ridere.
"Cavolo, tu prima mi rapisci, e poi mi offri la cena?" Continuò a ridere, finalmente l'atmosfera era più calma tra i due.
"Non ti ho rapito, volevo solo un passaggio." Duncan incrociò le mani al petto facendo il finto offeso.

Poco dopo si fermarono in un autogrill.
Scesero dalla macchina, ma il gelido freddo del Canada di sera si fece sentire.
Courtney iniziò a tremare, e Duncan se ne accorse, si tolse la felpa con il cappuccio che fino ad ora aveva addosso e gliela porse.
Lei la prese con titubanza e lo ringraziò. Poi alzò lo sguardo su di lui, che finalmente aveva il viso scoperto, e solo allora si accorse che sotto quel cappuccio si nascondeva una cresta verde e un paio di occhi blu, quest'ultimi vennero reputati -bellissimi- dalla ragazza.
-Ma a cosa cavolo penso!!- Si rimproverò Courtney mentalmente, poi disse:
"Sicuro che non hai freddo?"
"Sono sicuro." Le sorrise lui rassicurandola.
Anche lei sorrise. 
"Sei carina quando sorridi, sai?"
"Ehy, ma che, ci stai forse provando?" Sbottò lei sulle difensive.
"Assolutamente no, io ti seduco con il mio sex appeal." Duncan fece una strana mossa di bacino.
Courtney cominciò a ridere più che mai.
"Ho fatto bene a scegliere te, sei carina e divertente." Fece un secondo di pausa, ma poi riprese:
"Sai all'inizio volevo scegliere dei vecchi che stavano scendendo un minutino prima che tu salissi con l'ascensore, ma avevo paura che dopo poco gli sarebbe venuto ad entrambi un infarto!!" Rise lui.
"Non è bello quello che hai detto!" Lo rimproverò lei, ridendo sotto i baffi.
"Dai andiamo a mangiare prima che mi geli." Tagliò corto lui,  forse perché aveva freddo.
"Si andiamo."

21.03 pm.
"Quanto sarà ancora lungo il viaggio?" Chiese lei prima di tagliare il primo pezzettino di pizza ed infilarselo in bocca.
"Ma tu sul serio mangi la pizza con la forchetta? Cavolo la pizza si mangia con le mani!!" Disse Duncan ignorando quello che aveva chiesto la ragazza.
"Si, ma quanto sarà lungo il viaggio?" Richiese lei, insistendo.
"Ancora altre due orette, se non ci sono intoppi!" Rispose scocciato lui.
"Mi lascerai libera vero?" Si fece più seria.
"Oh, ma ci stavamo divertendo così tanto, già mi vuoi lasciare?" Fece una voce da finto dispiaciuto.
La ragazza non gli rispose, ma gli sorrise.
Poi altro silenzio.

"Io devo andare al bagno." Disse Courtney tagliando il silenzio e alzandosi.
Duncan anche si alzò, le si avvicinò all'orecchio destro e le sussurrò:
"Niente scherzi." Poi fece un sorriso fintissimo e si risedette.
"Ti aspetto qua, principessa." Disse poi, enfatizzando la parola -principessa-.

Courtney se ne andò in bagno, sotto lo sguardo di una coppia di anziani seduti al tavolo di fianco a loro, che lì guardavano dolcemente, magari ricordando che anche loro sono stati una coppia felice.
Perché Duncan e Courtney davano l'idea della coppia felice. Dopotutto era quello che Duncan stava cercando di far credere a tutti, cosicché da non destare sospetti.

Intanto in bagno, Courtney stava cercando un pó di rete per provare a chiamare qualcuno dal suo palmare che fino ad ora, era stato nascosto dentro la tasca del suo pantalone.

Trovò la rete. Compose un numero.
Chiamò.

"Le risponde la segreteria telefonica di Gwen.
-Sono Gwen, non sono a casa, lasciate un messaggio dopo il- Biiip."
Courtney staccò sconsolata, cercò di chiamare il -911- ma non riuscì più a trovare la rete.

Quella sera, non era la sua sera fortunata.

"Principessa, ti sentì bene?" La voce di Duncan risuonava al di là di quella porta.
"S.. Si.. Sto bene, mi dò una sciacquata e arrivo." Disse lei lavandosi il viso, cercando di riprendere la calma che aveva poco fa.

Stampò un sorriso falso sul suo viso e poi aprì la porta.
Davanti a lei c'era Duncan che la osservava.

"Andiamo a pagare." Disse lui cingendole le spalle con il suo braccio destro.
"Si.." Lei abbassò lo sguardo arrossendo.

21.58 pm.
Il silenzio era calato tra i due, Courtney era stanca, e Duncan anche mostrava i primo segni di cedimento, quindi si accese una sigaretta.
"Guarda che ti fa male." Lo rimproverò la ragazza.
"Prima o poi dovrò morire di qualcosa." Disse lui.
Courtney roteò gli occhi al cielo.

E ancora silenzio.

Una musica assordante e per i gusti di Duncan orrenda, interruppe il silenzio creatosi.

-Il palmare, cazzo.- Pensò Courtney.

Duncan stette in silenzio cercando da dove provenisse il rumore, poi mise la mano nella tasca di Courtney e lo trovò.
"Cazzo, tu sei andata in bagno e avevi un palmare con te? Hai chiamato la polizia?" Sbottò di colpo Duncan, stavolta era seriamente arrabbiato.
"I.. Io.. Non ho chiamato nessuno.. C.. Cioè ci ho provato ma non c'era rete.." Balbettò Courtney, era davvero sincera.

Intanto il palmare continuava a suonare.

"Chi è Gwen?" Chiese poi il rapitore leggendo il nome dal palmare.
"Una mia collega di lavoro."

Duncan rispose:
"Hey ciao Gwen, io sono Duncan il ragazzo di Courtney, ora siamo impegnati, ti faccio richiamare domani, a proposito credo che Courtney non venga domani a lavoro, puoi inventarti una scusa col capo?" Il ragazzo cercò di essere il più convincente possibile.
"Oh si certo.. Salutami Courtney, mi dispiace se vi ho interrotti!!" E con una voce divertita Gwen staccò il cellulare.

"E ora facciamoci gli affari della principessa." Ammiccò lui mentre iniziava a fruzzicare con il palmare.

Conversazioni:
Alejandro.
Gwen.
Zoey.

"Chi è Alejandro?" Le chiese iniziando a leggere quella conversazione.
"Un collega di lavoro." Gli rispose secca.
"Ti piace?" Chiese poi lui.

Passarono un paio di secondi prima che lei gli rispondesse:
"No. Cioè è un bel ragazzo, ma flirto con lui solo per fare arrabbiare un'altra mia collega." Sorrise lei.
"Come sei subdola, principessa." Rise lui divertito, enfatizzando sempre la parola -principessa-.
"Non sono subdola!!" Fece la finta offesa.
"Si che lo sei."

Passarono altri secondi di silenzio poi Duncan entrò nell'agenda di Courtney, leggendo la sua programmazione della giornata.

"Oh mio dio! Davvero ti programmi la giornata? È una cosa da ricovero mentale." Duncan sgranò gli occhi sorpreso.
"Lo faccio per ricordarmi di fare tutto." Entrò sulle difensive lei.
"Ma dai stasera avresti visto un film e poi alle dieci e mezzo a letto? Che noia, non sei mai uscita fuori da tutti questi schemi?"
"Io, veramente no.." Rispose lei abbassando lo sguardo, per poi subito rialzarlo per guardare la strada che stava percorrendo.
"Perché non vieni con me?" Sbottò il ragazzo serio.
"Dove? In Mexico? Non posso." Si affrettò a rispondere.
"Perché no? Saremo i nuovi Bonnie e Clide!! Ma soprattutto tu fuggirai da tutta questa regolarità, da tutte queste programmazioni, avresti una vita senza regole, con un pizzico di follia." La stava davvero convincendo.
"Io sono folle, oggi ho superato il limite di velocità, al posto di andare a 50 km/h, sono andata a 55 km/h." Era davvero convinta di ciò che stava dicendo.
Duncan intanto se la rideva di gusto.
"Fermati alla prossima area di parcheggio, siamo arrivati." Disse poi rendendosi conto di essere arrivato a destinazione.
"Ah.. Di già?" Chiese lei un pó dispiaciuta mentre si accostava.

Duncan non rispose, scese dalla macchina, fuori c'era il suo socio che lo aspettava.
"Scott, sei arrivato prima di me, come hai fatto?" Chiese sorpreso.
"La mia ragazza è un portento nella guida." Il nuovo ragazzo indicò con la mano una ragazza dai capelli lunghi biondi.

La ragazza scese dalla macchina e si avvicinò al socio di Duncan dandogli un bacetto a stampo sulla bocca.
"Duncan, sei forse contento?" Chiese poi la biondina.
"Si, Dawn, dopo la rapina di stamattina siamo diventati ricchi, perché mai non dovrei esserlo?"
"Mmmh non intendevo quel tipo di felicità. Comunque chi ti ha portato qui?"

Duncan indicò una ragazza dai capelli castani ancora seduta nella macchina.

Courtney rendendosi conto che parlavano di lei scese dalla macchina e si avvicinò ai tre.

"Allora principessa, vieni con noi? Oppure vuoi tornare alla tua solita vita?" Duncan alzò un sopracciglio, facendola leggermente arrossire.
"Vengo con voi, ma sia chiaro, non lo faccio per te, lo faccio per dare una svolta alla mia vita, e poi per i soldi. Eh già, vi ho sentito prima." 
Duncan sorrise.

Anche Dawn sorrise alla scena, anche perché lei sapeva che non lo faceva solo per i soldi. 
Eh già il suo sesto senso non falliva mai.

00.00 am.

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Spero di non essere finita nell'OOC, è la mia prima storia -Duncney- e finalmente tutti hanno capito se sono per la Scottney, la Gwencan o la Duncney.
(Neanche la Gwencan mi dispiace, solo che preferisco la Duncney, anche se la mia coppia preferita rimane la Aleheather u.u)
Yuppy!!! 
Per questa fan-fic ho preso spunto dalla canzone "Criminal di Britney Spears".
Grazie per la lettura, spero vi piaccia, e che recensiate, nel bene e nel male.
Grazie!!
A presto!!

Weeeimaaa <3

  
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