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Autore: _Haushinka    02/04/2014    2 recensioni
"Deuteros si portò la ciocca di capelli sotto il naso, e inspirò : odorava di crisantemi, i fiori dei morti. Lo trovò un particolare ammaliante."
Genere: Erotico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Gemini Deuteros, Sorpresa
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno
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It's Always Darkest Before The Dawn
 
Loneliness.

Una donna altissima, dalla pelle dura come la pietra e i muscoli forti come quelli di un cavallo, si sciacquava il viso lungo le acque del fiumiciattolo nei pressi del Santuario. Non v'era eleganza femminile nei suoi gesti, ma una certa pesantezza, un qualcosa di estenuante.
I suoi capelli lunghissimi e neri come l'abisso infernale si attaccavano al viso contratto  e stanco. La calura estiva le appiccicò la veste al fisico grosso, capace di mandare al tappeto tre o più uomini in un solo colpo, ricoperto da cicatrici che avrebbero fatto impallidire i migliori combattenti maschi. 
Violate di Behemoth, ex Stella della Solitudine Celeste, ritornata alla vita dopo una tregua stipulata tra Hades e Atena. Rinata da umana, non da Specter, suo malgrado. 
Poteva essere finita la sua vita da servitrice del Dio degli Inferi, ma quella che era cominciata era di certo ben più pesante per lei : privata dei suoi poteri, rimbalzata in una vita che non voleva. La solitudine l'ha perseguitata, l'ha seguita fino alla sua nuova vita, incatenandola, marchiandola.
Viveva in una casupola poco lontano dal Santuario : ricordava solo di essersi svegliata dalla morte in quel luogo, e non se n'era mai andata. E poi, andare dove?
Era sempre vissuta tra le mura solide e sicure del Castello di Hades, non conosceva il mondo, non hai mai conosciuto nessuno che non fosse uno Specter o un nemico, e non aveva la minima idea di cosa fosse la normalità.
Conduceva una vita monotona e frustrante, mangiando quello che le offriva la terra, abbeverandosi e lavandosi nelle acque del fiume. Sapeva che se fosse andata al Santuario, avrebbe di certo trovato qualcuno, i Cavalieri resuscitati, i suoi compagni, oppure lo stesso Hades, ma nel caso così non fosse stato? Che avrebbe fatto?
Se non avesse più trovato Garuda, il suo comandante, il suo adorato padrone, il suo confuso amore...ne sarebbe stata devastata.
"Forse è meglio convincersi di essere soli, piuttosto che andare a indagare e accertarsene. Non credo che potrei sopravvivere nel caso venissi a sapere di essere il solo Specter di nuovo in vita" pensava ogni singolo giorno.
Dormiva, mangiava, pensava. Queste erano le sue giornate di solitudine, interminabili e pasanti. Insopportabili. La solitudine era palpabile, tangibile.
Era stata la sua risorsa nella precedente vita, adesso era la sua condanna.




 
Fallen Angel.

Finalmente aveva deciso di farlo : si era legata alla caviglia un masso, e guardava le acque profonde del fiume dalle sue sponde, desiderando di riuscire a farcela. 
Sapeva com'era morire, e non ci teneva a ripetere quell'esperienza : ma vivere così...forse era peggio.
Senza i suoi poteri, di certo non sarebbe riuscita a tornare in superficie con quel masso attaccato al piede. I muscoli a volte non bastano.
Immaginava già l'acqua che le entrava nei polmoni, i suoi occhi spalancarsi nel momento della fine e il corpo irrigidirsi.
Avrebbe sofferto molto?
Scacciò quel pensiero, altrimenti non avrebbe trovato il coraggio di farlo. Deglutì, serrò gli occhi e inspirò per l'ultima volta, buttando il peso in avanti.
Si preparò al contatto con l'acqua, a trattenere il respiro fin quando ce l'avrebbe fatta, ma non si mosse. Qualcosa l'aveva trattenuta. C'era qualcosa, o qualcuno che le aveva afferrato le spalle.
"Hai scelto la fine più dolorosa, sai?" ridacchiò una voce roca e bassa, virile.
Violate si voltò di scatto, e con la coda dell'occhio vide una cascata di capelli scuri, un petto ampio, nudo e abbronzato, e un sorriso dal quale sporgeva un canino che tuttavia non stonava su quel volto attraente.
"Questi non sono affari tuoi, chiunque tu sia" commentò acida, cercando istintivamente di elevare il proprio cosmo, dimenticandosi per un attimo di non possederlo più.
"Prima, cercherai di trattenere il respiro, e quando non ci riuscirai più, inizierai a ingurgitare acqua, e i polmoni ti bruceranno come se venissero trapassati da migliaia di spilli..."
"Smettila!"ringhiò, agitandosi.
"...Poi inizierai a dimenarti come stai facendo adesso, ma non servirà a nulla. La morte ti prenderà, lenta e dolorosa, e tu desidererai di non averlo mai fatto".
A quel punto, Deuteros la lasciò, ma Violate non si mosse. Stranamente, ora quella prospettiva non le sembrava più così allettante.
Lo scorrere delle acque profonde del fiume le provocavano la tachicardia al solo pensiero di trovarvisi immersa. 
Aveva forse paura?
Si voltò, ma l'energumeno era scomparso : c'era davvero stato qualcuno con lei, o era stata un'allucinazione dovuta alla solitudine?
"Eppure sento ancora il calore di quel corpo dietro la schiena..."
Si abbassò sui talloni e slegò il masso dalla caviglia : per quel giorno, avrebbe rinunciato a togliersi la vita. Il primo contatto umano da quando era tornata a vivere, l'aveva convinta a darsi un'altra occasione.

Deuteros si nascose tra i cespugli, poco lontano dalla casupola diroccata di Violate, osservando quella così poco aggraziata donna chinarsi per liberarsi il piede da quel peso. Ne osservò i muscoli delle braccia gonfiarsi sotto la veste color porpora, e il volto ricoprirsi di quei capelli scuri e aggrovigliati, e tirò un sospiro di sollievo al sapere di poterla osservare ancora.
Anche lui era stato riportato alla vita, ma nulla era cambiato. Era tornato ad essere un Orco, un'ombra, un effimero riflesso della luce abbagliante che invece era Aspros. 
Conosceva sè stesso molto bene, e sapeva che non sarebbe riuscito a cambiare. Lui era questo, e non c'era nulla da fare.
Erano diverse settimane che osservava Violate, sola e disperata, dimenticata e lasciata in balia a sè stessa...proprio come lui. Gli dava un certo conforto sapere di non essere l'unico a sentirsi perduto.
Poi, lei aveva fatto quello che lui temeva avrebbe fatto prima o poi, e non era riuscito a non uscire allo scoperto per cercare di fermarla. Non pensava che il suo patetico e improvvisato tentativo di dissuaderla sarebbe andato a segno : ma a quanto pare, la prospettiva di una morte dolorosa era più spaventosa per un essere umano che per uno Specter.
Col passare dei giorni, Deuteros si ritrovò sempre più spesso a guardare quella donna.




 
First Contact.

"Hai intenzione di spiarmi per sempre?" parlò all'improvviso Violate, fissando un punto indefinito di fronte a sè.
"Solo finchè non avrò di meglio da fare" rispose una voce tra gli alberi alle sue spalle.
La donna si passò una mano tra i capelli intricati di nodi, e sospirò.
"Mi dispiace che la tua vita sia così noiosa, ex Cavaliere di Atena" sbottò con un ghigno spocchioso.
"Non mi sembra che tu sia nella posizione di giudicarmi, ex Specter" Deuteros balzò giù dall'albero, e si portò alle spalle della donna, che non si degnò di voltarsi a guardarlo.
Deuteros interpretò il suo silenzio come una tacita accondiscendenza alla sua presenza, e si sedette, osservando la schiena forte di Violate fasciata in quella vecchia e logora veste, che a malapena celava le sue forme abbondanti e i suoi muscoli poco femminili.
Violate lasciò cadere il discorso, e non lo cacciò via, perchè si sentiva stranamente lusingata da quello sguardo che sentiva scorrere sul suo corpo. 
Perché sapeva che Deuteros la stava guardando, e lo lasciò fare.
L'Orco, dal canto suo, sorrise all'arrendevolezza di quella spaventosa ex guerriera, e decise che le avrebbe fatto visita molto di frequente.



 
Scent of you.

Era ormai una settimana che Deuteros era uscito allo scoperto : andava da Violate, si sedeva lontano da lei, e la guardava di tanto in tanto,in silenzio, giusto per non infastidirla troppo. 
La loro era una solitudine condivisa, erano due individui inesperti e impacciati, troppo stanchi per poter colmare appieno il vuoto delle loro vite.
Eppure, avrebbero potuto provarci : Deuteros iniziò a chiedersi fino a che punto avrebbe potuto spingersi con lei.
Un giorno, mentre guardava Violate lavare i suoi pochi indumenti al fiume, azzardò una mossa. Le si avvicinò cauto, arrivandole alle spalle silenziosamente : lei lo aveva sentito, ma ignorò il bruciante desiderio di voltarsi a guardarlo. Voleva averlo vicino.
Quando finalmente avvertì nelle narici l'odore dell'uomo, che era di sudore e muschio, strinse entrambi i pugni nella stoffa pregna d'acqua che teneva nelle mani, e inspirò per la prima volta dopo tanto tempo l'odore di un'altra persona.
Deuteros si chinò al suo fianco, sedendosi sui talloni : lei non lo guardò, ma lui si. Attentamente. Scrutò ogni particolare del suo profilo, dalle labbra piene, il naso lievemente schiacciato, e le lunghe ciglia scure sotto folte sopracciglia definite. 
"Un viso così bello, sopra un corpo così sgraziato" pensò il ragazzo, trovandola incredibilmente attraente.
Allungò istintivamente una mano, e tirò lievemente una ciocca di capelli della donna, che si irrigidì a quel contatto inaspettato. Mollò la presa sul tessuto tra le mani, che si lasciò trasportare via dalla corrente.
Deuteros si portò la ciocca di capelli sotto il naso, e inspirò : odorava di crisantemi, i fiori dei morti. Lo trovò un particolare ammaliante.
Finalmente anche Violate lo guardò, occhi blu in occhi rossi, e un lieve tremolio percorse il suo corpo. Per la prima volta, si poteva dire che i due stessero muovendo dei passi l'uno verso l'altra.




 
In Your Arms.

Dopo più di un mese di silenziosi incontri, entrambi gli ex guerrieri si erano abituati alla reciproca compagnia. Violate forse cercava - inconsciamente - qualcosa di Garuda in Deuteros, e lui lo avvertiva, ma la verità era che non gliene importava poi così tanto. L'unica cosa che sapeva era che la compagnia di quella donna era confortante, quasi quanto quella di Aspros. E non era poco. 
Una sera si era presentato da lei, e si erano seduti a fissare le costellazioni, sentendosi lontani come non mai da quegli astri che ormai non gli appartenevano più.
"Devo farmi un bagno" disse con naturalezza Violate, e Deuteros si voltò di scatto a guardarla, con le sopracciglia aggrottate.
La donna si mise in piedi, fece qualche passo pesante verso il fiume, e si afferrò il bordo della veste. Deuteros fece per dire qualcosa, per fermarla prima che lei andasse oltre, ma le parole gli morirono in gola quando  Violate si sfilò con un gesto rapido l'indumento intero, lasciandogli la visione del retro del suo corpo nudo, senza alcuna protezione, senza uno straccio, assolutamente nulla.
La luce delle stelle creava un seducente gioco di luci e ombre su quel corpo scolpito, i polpacci pieni, le natiche tonde e marmoree, i fianchi sinuosi e la schiena robusta coperta da un manto di capelli scuri e ondeggianti.
Deuteros affondò le dita nelle sue stesse cosce, e ingoiò quanta più aria possibile, fin quando Violate voltò la testa per guardarlo con occhi che non lasciavano spazi a dubbi.
"Guardami...ho bisogno che tu mi voglia" sembravano supplicarli, e l'Orco non se lo fece ripetere.
Non staccò per un secondo lo sguardo da quel corpo che sembrava creato per distruggere montagne e donare passione. Era bella Violate, di una bellezza austera, potente e quasi androgina. 
Aveva una voglia sconvolgente di saltarle alle spalle e farla sua, ma sapeva che lei non glielo avrebbe permesso così facilmente : senza cosmo, la potenza del loro fisico era quasi alla pari, e Deuteros non ci teneva a sfociare in uno scontro corpo a corpo con lei. 
Almeno, non in quel tipo di scontro.
L'ex Behemoth si immerse nelle acque calme del fiume, con una strana compostezza che Deuteros non le aveva mai visto sfoggiare prima, e lasciò che i capelli si bagnassero, creando una cornice luccicante attorno a quel volto che di mascolino, adesso, non aveva assolutamente niente.
Un cenno della mano da parte della donna, e Deuteros diede fondo a tutto il suo autocontrollo : in fondo, era pur sempre un Orco, non si poteva contare molto sulla sua pazienza.
Si mise in piedi e iniziò a spogliarsi, prima le calzature, poi la tunica logora, e infine i pantaloni, senza vergogna, esattamente come aveva fatto lei poco  prima. 
Violate ebbe un brivido quando lo vide avanzare, in tutta la sua nudità piena e completa, e il cuore sembrava sul punto di uscire dal petto, ma lo ignorò, e tenne lo sguardo fisso in quello dell'uomo, che di guardarla non aveva smesso mai.
Quando anch'egli si immerse, indietreggiò d'istinto, e una volta tornato in superficie, Deuteros si passò le mani sulla faccia e tra i capelli per togliere l'acqua in eccesso, e allungando il busto, tutti i muscoli del suo corpo si tesero, regalando una meravigliosa visione alla donna, che iniziò a sentirsi nervosa, forse per la prima volta in quella nuova vita.
Deuteros le afferrò un polso e l'attirò a sé, forse con troppa irruenza, e la donna tese le membra, cercando di mantenere una certa distanza tra loro due. Ma fino a che punto si poteva resistere, dopo aver desiderato tanto di avere qualcuno con cui stare?
Bastò una carezza dell'Orco, per far si che Behemoth abbassasse le sue difese : si sciolse nell'abbraccio bagnato di quel fascio di muscoli, e quasi pianse per la sensazione di conforto e per quella presenza. Schiacciò i seni contro il petto dell'uomo, che dopo averle sollevato il viso con le dita, poggiò con castità le labbra sulle sue.
"Di più" sussurrò lei, e Deuteros ebbe un attimo di dubbio, domandandosi a cosa si stesse riferendo, ma bastò un secondo e la donna si lanciò di nuovo sulla sua bocca, stavolta con avidità e foga, dando inizio a uno scambio di saliva decisamente poco casto. 
La lingua di Deuteros rispose fin troppo bene a quell'assalto, e le sue mani iniziarono a vagare su quel corpo : non aveva mai toccato una donna, ma sapeva che il corpo di Violate era decisamente diverso dai soliti parametri di bellezza. Tuttavia, questa cosa non lo disturbava, anzi lo esaltava.
Strinse tra le mani i seni tondi e scivolosi dell'altra, con forza, sapendo che non avrebbe provato dolore, e la durezza della sua virilità pulsava inesorabile, strusciandosi contro gli addominali definiti della donna.
Violate scese a lambire i pettorali temprati dell'uomo, l'addome muscoloso, fino ad arrivare al membro eretto, che toccò incerta, incoraggiata dai sospiri provenienti dalle labbra di lui.
Allacciò le gambe temprate sui fianchi dell'Orco, e si lasciò prendere lì, in acqua, sotto la Luna, senza troppe parole e senza sprecare troppo tempo a conoscersi. Il bisogno l'una dell'altro era urgente.
Deuteros spinse in lei, e le strappò un verso di dolore, che fu subito messo a tacere dalla bocca di lui. Vibrarono come corde di un violino, in un groviglio di braccia, gambe, capelli e gemiti soffocati. Si graffiarono, e il canino di Deuteros affondò nel collo di lei, che non avvertì alcun dolore, tanto era forte e violento quel momento di passione.
Era stata una donna incorrotta fino a quella notte, e versò il suo primo sangue nelle acque del fiume, tra le braccia dell'Orco, che - a parer suo - di spaventoso non aveva proprio nulla, se non l'incredibile bellezza.
Deuteros si lasciò andare nel suo corpo, e l'abbracciò come se fosse stata sempre sua.
Erano scossi, le emozioni erano state troppo per loro che non ne avevano mai conosciute di così travolgenti.




 
Renegade.

Il giorno dopo, Deuteros era tornato da lei e non l'aveva trovata. Perfino tutti i suoi pochi averi erano rimasti lì.
Era andata via? Era riuscita a porre fine alla propria esistenza, come tanto agognava?
In fondo, non era poi così sorpreso : Violate non era fatta per quel mondo. Le mancavano l'amor proprio, la fiducia negli altri, la voglia di guardare oltre i propri limiti. 
Nemmeno di lui si era mai fidato fino in fondo, di questo ne era certo.
Accettò qualunque cosa lei avesse deciso di fare della sua vita, e tornò all'Isola di Kanon, stavolta per non fare più ritorno.
Tuttavia, decise di tenere aperto ancora per un pò il capitolo "Violate" nel libro della sua vita.


 
***



Cinque anni dopo.
L'Orco è quieto, siede sulla cima del vulcano dell'isola. Respira, lasciandosi accarezzare i capelli dal vento. Tra l'odore di zolfo e quello della terra, un sentore familiare gli colpisce tutti i sensi, e un sorriso si fa strada con forza sul suo volto : crisantemi. 
Una voce alle sue spalle gli solletica le orecchie, e con caparbietà si costringe a non voltarsi.
"Sono tornata".








Si. L'ho fatto. Ora crocifiggetimi pure.

So che Deuteros e Violate nel manga non si incontrano mai, ma ho immaginato che fossero almeno a conoscenza dell'esistenza dell'uno e dell'altra, per poter sapere di essere rispettivamente in compagnia di un Saint e di uno Specter.
Concedetemelo!
Il titolo è ovviamente preso dalla song "Shake It Out" dei Florence+The Machine. Che Atena li benedica!

Secondo voi il raiting arancione va bene? Non volevo scrivere con il solito raiting rosso, per cui ho cercato di mantenermi un pò più soft.

Orbene, se il tutto (o quasi) è stato di vostro gradimento, lasciatemi un commentino! 
Grazie!


Alla prossima,
_Haushinka







 
   
 
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