Anime & Manga > Kuroko no Basket
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Autore: Riko chan    02/04/2014    1 recensioni
Yume non aveva mai dubitato delle scelte che aveva fatto, la sua vita l'aveva sempre dedicata a Tetsuya e non avrebbe mai pensato che qualcun'altro potesse diventare più importante per lei. Questo, fino a quando Akashi Seijuro non entrò nelle loro vite, sconvolgendo il suo mondo perfetto abitato principalmente da lei e da suo fratello. Non avrebbe mai pensato che quel ragazzo dai capelli rossi e dallo sguardo penetrante si sarebbe rivelato del tutto diverso da come appariva e che un giorno l'avrebbe messa contro Tetsuya stesso.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Rakuzan, Taiga Kagami, Tetsuya Kuroko
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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E si! Sono viva. Questo capitolo mi ha dato veramente un sacco di problemi =_=. L’ho praticamente riscritto perchè rileggendolo, non mi convinceva per niente e poi ho odiato a morte il mio computer quando si è bloccato facendomi perdere le ultime parti scritte e riscritte (non potete immaginare la rabbia e la disperazione che ho provato in quel momento). Comunque, alla fine sono riuscita a terminarlo e mi ritengo soddisfatta, finalmente XD, di come è venuto.
 
 
Le porte dell’ascensore si aprirono e i quattro ragazzi scoprirono con sommo stupore che il numero di visitatori era aumentato ulteriormente nonostante non fosse passata più di mezz’ora. Davanti a loro, una fila di persone si accalcava per entrare nell’abitacolo lasciando giusto un piccolo spazio per consentirgli di uscire. Yume non poté fare a meno che demoralizzarsi ulteriormente guardando la massa che riempiva i locali e i negozi lasciandole poche speranze di trovare un posto libero dove potersi sedere. Era stata una pessima idea venire proprio il giorno dell’inaugurazione fu il suo pensiero.
-Non credo che riusciremo a trovare un posto libero- disse Kotaro guardandosi attorno.
-Ci conviene provare a guardare in un altro piano- aggiunse Mibuchi
-Non saranno mica venuti tutti qui per sedersi!- esclamò la ragazza che non aveva intenzione di arrendersi! si mise a scrutare la zona: alla loro destra e alla loro sinistra c’erano due bar ma ogni posto sembrava occupato, si accorse poi di una coppia di anziani che stavano per lasciare libera la panchina accanto ad un gruppo di studentesse e senza esitare si affrettò facendosi spazio tre la gente per riuscire a occupare in tempo i posti.
- Ottimo dribbling- disse sarcastico Reo non appena la raggiunsero.
- Per lo meno abbiamo un posto dove sederci.-
-Non mi dirai che sei già stanca Yume-nii- la schernì Kotaro sedendole accanto mentre Mibuchi e Akashi rimasero in piedi, non sembravano a loro agio in mezzo al quel caos e doveva ammettere che anche a lei iniziava a dare fastidio.
Doveva pensare a qualcosa e subito, non voleva che quella giornata andasse sprecata senza che lei fosse riuscita a parlare seriamente con lui, doveva farlo anche per Reo che aveva accettato, suo malgrado, di aiutarla. Si alzò dalla panchina e disse: - Ho visto un bar non tanto affollato dietro quel negozio, è inutile che ci andiamo tutti, andrò io a prendevi da bene.”
“Ti accompagno” si propose Seijuro
-Non ti preoccupate..- disse lei facendolo sedere sulla panchina –Mi accompagnerà Reo-chan..vero?- guardò il ragazzo con la sua solita e convincente espressione sperando che anche questa volta stesse al suo gioco.
-S-si, non preoccuparti Sei-chan..- rispose lui sforzando un sorriso.
 
 
-Cosa vuoi?- le domandò Mibuchi mentre attendevano al bancone di uno del bar che qualcuno si liberasse per prendere le ordinazioni, sapeva benissimo che voleva chiedergli l’ennesimo favore.
-Scusami Reo-chan- rispose con il capo chino rivolto verso il pavimento come una bambina capricciosa che era appena stata rimproverata dalla madre.
-Lascia perdere, ti sdebiterai a tempo debito...dimmi cosa vuoi.-
- Vorrei che mi lasciassi sola con Sei per un pò.- disse guardandolo con determinazione.
-Vedo che finalmente ti sei svegliata- disse lui spostandosi dei ciuffi all’indietro che però gli ricaddero subito sulla fronte. –Non sarebbe meglio se io e Kotaro ce ne andassimo?-
-No…non sarebbe giusto nei confronti di Kotaro-nee- rispose – non sa qual è il vero motivo per cui è qui.-
-Non dire stupidaggini!- la rimproverò dandole un leggero scappellotto sulla nuca. - Lui capirebbe, è stupido ma fino a un certo punto-.
-Davvero! Mi basta avere anche soltanto mezz'ora da sola con lui. Da quando abbiamo terminato le medie, ho cercato in tutti i modi di evitarlo, ma non posso continuare così. -
- E pensi che qualche minuto in un posto del genere possa schiarirti le idee? Yu-chan neanche tu sei così stupida.-
- Se non ci provo ora, ho paura che non riuscirò più a trovare il coraggio. Lui mi rende debole, riesce e distruggere in un attimo ogni mia sicurezza.-
Mibuchi la guardò e sospirò: - D’accordo Yu-chan! Solo un’ultima cosa. Non so cosa sia successo alle medie, neanche Sei-chan ne parla molto, ma se ti ha fatto soffrire così tanto da non riuscire a perdonarlo, perché non lo hai ancora lasciato?-
Non rispose. Si era fatta la stessa domanda un sacco di volte ma non aveva mai neanche cercato di trovare la risposta giusta! Quella che teneva da tempo rinchiusa dentro al cuore e che aveva forse paura di far uscire. La decisione migliore che le dettava la mente, era di lasciare quel ragazzo che aveva fatto del male a suo fratello, eppure ogni volta che ci pensava una morsa le stringeva il cuore. 
-Comunque..- continuò Mibuchi – a me la risposta sembra così ovvia-.
 
 
-Kotaro, verresti un attimo con me?- domandò Reo porgendogli una lattina di aranciata e cercando di mostrare uno dei suoi sorrisi migliori che però ebbe uno strano effetto su Hayama facendolo rabbrividire.
-P-perché?- domandò alquanto spaventato da quell’espressione amorevole/minacciosa che solitamente non presagiva niente di buono.
- Credo di aver visto qualcosa che ti potrebbe interessare nella vetrina di quel negozio…proprio laggiù- rispose indicando un punto a caso alle sue spalle.
-Cosa? Davvero?- Hayama si alzò e senza fare ulteriori domande si mise a correre nonostante non avesse la minima idea di dove andare precisamente, Reo si mise una mano sulla fronte e prima di allontanarsi guardò verso Yume mostrandole tre dita. Lei capì subito che significavano: mi devi tre favori, non scordartelo.
 
Probabilmente quella sarebbe stata l’ultima occasione di quella giornata movimentata, in cui sarebbero riusciti a stare da soli, ma non era facile riordinare le idee con il vociare della gente, il chiacchiericcio del gruppo di ragazze sedute di fianco a loro e con i bambini che correvano da tutte le parti inseguiti da dei genitori esasperati che tentavano di calmarli. 
-Andiamo Sei?- gli domandò
- Non aspettiamo Reo e Kotaro?-
-No, lasciamoli da soli per un po’-.
Lui sorrise e si alzò, Yume era cerca che avesse capito che era tutto stato architettato da lei per rimanere soli, non era stupido, ma non importava, ciò che contava ora era trovare un posto tranquillo dove poter parlare.
 
Erano passati dieci minuti circa da quando Reo e Kotaro si erano allontanati e ancora la ragazza non era riuscita a trovare un posto dove poter stare in pace con Seijuro per qualche minuto, persino nel piccolo spazio adibito a giardino, al 4 piano, era pieno di persone che sedute sulla finta erba di plastica parlavano del più e del meno.
<< un completo disastro >> pensò la ragazza fermandosi.
Come se non bastasse, quelle scarpe messe solo quel giorno cominciavano a farle male. Si chinò massaggiandosi la parte dolente sperando che così facendo il dolore sarebbe diminuito ma quando si rialzò, si rese conto che Akashi non era più di fianco a lei, solo volti sconosciuti in ogni direzione.
 
 
Prese il cellulare e cercò il suo numero nella rubrica, ma quando il ragazzo finalmente rispose l’unica cosa che riuscì a sentire fu: -Bene gente! Abbiamo il 500° visitatore!- Urlò una voce altisonante proveniente da un negozio di moda di fianco a lei. Un uomo: bassino, sulla trentina, con indosso un elegante abito blu scuro, uscì insieme ad una ragazza che doveva essere poco più grande di lei. L’uomo comunicò nuovamente tramite un microfono che la fortunata aveva vinto un coupon da spendere nel loro negozio e che altri 4 visitatori avrebbero avuto lo stesso premio. Non appena ebbe terminato di parlare, una folla di gente si precipitò verso di loro, curiosi di vedere chi fosse il fortunato e sperando di riuscire anch’essi a ottenere il coupon.
Yume si vide costretta a interrompere la conversazione per non rischiare che il cellulare le cadesse di mano, mentre veniva spintonata dalla massa che incurante la sbatteva a destra e a sinistra.
-S-scusate…p-ermesso- ogni suo tentativo di allontanarsi da lì mentre la gente continuava ad arrivare sembrava inutile, nessuno sembrava accorgersi della sua presenza, in quel momento capì cosa provasse suo fratello ogni volta che nessuno lo notava, anche se lui sicuramente se la sarebbe cavata benissimo in quella situazione.
Qualcuno l’afferrò per il braccio attirandola fuori dalla folla.
 - Stai bene?- le domandò Seijuro non appena furono lontani.
Come poteva stare bene?
Le lacrime le uscirono dagli occhi senza che potesse fare qualcosa per fermarle ma non voleva assolutamente che la vedesse piangere, cercò di asciugarsi gli occhi con le maniche del vestito finendo per sporcarle con il mascara, si era scordata di averlo messo, per l’imbarazzo si sciolse i capelli e lasciò che le coprirono il viso.
-Devo andare un attimo in bagno.- si limitò a dire.
 
 
Si guardò nello specchio ovale posto sopra al lavandino, il mascara le era colato sotto gli occhi e due linee nere le scendevano lungo le guancie, come se indossasse una triste maschera. Sarebbe stata perfetta come personaggio in un film di Burton fu il suo pensiero. Prese un fazzoletto, lo bagnò e cercò di rimediare al danno, una ragazza entrò proprio in quel momento: aveva sul viso un trucco molto pesante, la sua pelle aveva uno strano colorito, molto probabilmente dovuto a una lampada venuta male e una folta chioma cotonata tinta di Arancione. Si guardò allo specchio mettendosi sulle labbra un altro strato di rossetto di un colore rosso acceso e poi la guardò da capo a piedi prima di scoppiare a ridere e poi uscire.
<< un’altra giornata da dimenticare >> pensò Yume dandosi un’ultima occhiata non appena di fu tolta tutto il trucco.
Seijuro la stava aspettando poco lontano da li ma non era solo, stava parlando con la stessa ragazza che pochi minuti prima l’aveva derisa, Yume faticava a credere ai suoi occhi: << questo è veramente troppo da sopportare >> pensò  mentre Il sangue iniziò a ribollirle nelle vene, le sembrava come se il mondo si fosse messo contro di lei giusto per farle un orribile dispetto. Era stanca! Veramente stanca di quella giornata dove niente andava per il verso giusto! Affrettò il passo e si mise tra i due facendo quasi cadere l’intrusa. Solo allora notò il volantino che teneva in mano, aveva frainteso? Voleva semplicemente chiedergli un’informazione? Tentò di scusarsi ma la ragazza se ne andò furiosa dopo aver insultato entrambi.
 
Akashi la guardò con quel suo fastidioso sguardo divertito.
-Non ci trovo niente di divertente- bofonchiò la ragazza. –Ho solo fatto un errore tutto qui!-
Lui non rispose.
- Sono stanca – confessò la ragazza seccata dai suoi continui silenzi. – Ho costretto Reo-chan a mettere in scena questo falso appuntamento a 4…. ho ingannato Kotaro-nee….questi stupidi stivali mi fanno male ai piedi….e tu non fai altro che prenderti gioco di me!- Era convinta che fosse sul punto di piangere nuovamente, si morse il labbro inferiore ma questa volta non distolse lo sguardo da quello del ragazzo.
-Non mi sto affatto prendendo gioco di te – rispose lui.
- Certo come se non ti conoscessi! La sfida a basket…e non avresti mai rivolto la parola a quella ragazza neanche per gentilezza!-.
Sorrise arrogantemente di nuovo: -Mi hai scoperto.. – quelle sue parole erano come lame affilate, una conferma che non avrebbe mai voluto ricevere. – semplicemente..volevo essere certo di trovarmi ancora di fronte a Yume Kuroko. Beh. Credo che questa falsa sia giunta alla fine…- le voltò le spalle e si incamminò.
Improvvisamente, la rabbia che Yume aveva provato svanì in un istante come spazzata dal vento, cosa significava quella frase? Non era poi così difficile da capire…
Volevo essere certo di trovarmi ancora di fronte a Yume Kuroko.
Non era stata più se stessa dopo quel giorno, era questo che aveva cercato di farle capire? Quelle parole erano il suo desiderio che tornasse come prima? Allora forse…c’era ancora qualche speranza.
  
Corse verso di lui per raggiungerlo e lo afferrò per un lembo della maglietta costringendolo a fermarsi.
-Non è ancora finita la giornata!- disse quasi urlando.
Frugò nella borsetta e tirò fuori un depliant che aveva trovato nella cassetta della posta, diceva: Il ristorante delle stelle….rimarrete incantati davanti al magnifico panorama della più bella e luminosa città del Giappone…  prossimamente nel più grande centro commerciale di Tokyo.
-Lo inaugureranno tra una settimana- lesse il ragazzo
- significa che ora non c’è nessuno- disse prendendolo per mano, le sembrava passata un’eternità dall’ultima volta che l’aveva fatto, sperò di non essere arrossita come una ragazzina. – andiamo!-
-Non credo sia una buona idea, è vietato l’ingresso prima dell’inaugurazione.- rispose lui divincolandosi dalla stretta.
Era rimasto deluso da lei e ora tentava di allontanarla ma non glielo avrebbe permesso così facilmente: -D’accordo allora ci andrò da sola, ma aspetterò finchè non arriverai.- 
Facendosi spazio tra la folla, corse verso l’ascensore sperando che il ragazzo la stesse seguendo, non si voltò a guardare se fosse dietro di lei neanche prima che le porte si chiusero.
La salita le sembrò lunga e interminabile, guardò con impazienza i numeri cambiare di piano in piano fino a raggiungere il 6° e ultimo.
Apparentemente, sembrava non esserci nessuno, non udiva nessun rumore, nessuna voce, era un toccasana quel posto dopo essere stata nel casino. Comunque se l’avessero scoperta avrebbe fatto l’ingenua ragazza che era capitata li per sbaglio, era brava ad ingannare la gente grazie al suo viso dolce e infantile.
Quando Seijuro la raggiunse lei lo stava aspettando proprio davanti alle porte dell’ascensore, gli accennò un sorriso arguto e divertito, come per dirgli: ero certa che saresti venuto.
Ora era lei che lo stava sfidando.
 
Aprì le porte a vetro sopra le quali vi era una piccola insegna di legno con sopra inciso accuratamente il nome del ristorante: I tavoli erano ancora ricoperti da un telo bianco, il pavimento piastrellato nero era sporco di vernice, residui di calce e terra, mentre sul soffitto era stato dipinto un cielo stellato con tante piccole lampadine che una volta accese, avrebbero dovuto dare l’effetto delle stelle. Sarebbe stato bellissimo vederlo una volta sistemato pensò Yume.
Al posto delle pareti vi era un’unica e ampia finestra che dava una vasta visuale della città: la Tokyo Tower era ben visibile davanti a loro anche se lontana. << chissà che spettacolo di sera, con le luci multicolori della città e delle macchine che sfrecciano >>.
 
Akashi si mise di fianco a lei a osservare quel panorama, Yume lo guardò! era così bello.
Non aveva quel tipo di bellezza, come Mibuchi o come Kise, in grado di attirare l’attenzione su di sé grazie a dei bei lineamenti, ma era dotato di quel fascino e di quegli occhi magnetici che erano in grado di stregare qualsiasi persona. Lei compresa.
No! Non poteva neanche pensare di poter separarsi da quella persona e da quegli occhi, anche se fosse stato il male in persona! Ora ne era certa. Era quella la risposta che non aveva mai voluto ascoltare, ora finalmente si era tolta quel terribile peso.
-Sono diventata così patetica- disse appoggiando la testa contro il vetro.- mi sono sempre ripetuta di non lasciarmi sottomettere da nessuno, volevo essere forte per essere sempre pronta a proteggere Tetsuya e credevo che sarei stata al suo fianco ovunque fosse andato.- lo guardò: –e poi sei arrivato tu Seijuro Akashi….che cosa sei? Uno stregone? – rise.
Aspettò un istante sperando che lui le dicesse qualcosa ma così non fu, aspettava che lei continuasse. - Sai, quando eravamo alle medie, sognavo come sarebbe stata la nostra vita da adulti: Io sarei diventata una grande archeologa e tu un famoso giocatore di Basket o di Shogi, Avremmo avuto una grande casa con un cane di nome Heinrich e tre gatti: Eleanor, Matisse e Harriet.. – rise di nuovo – Testuya, Satsuki, Daiki, Midorima-kun, Atsushi e Ryouta sarebbero venuti spesso a trovarci…..- il suo tono divenne malinconico – Speravo che saremmo rimasti sempre uniti come una squadra.-
-Te l'ho già detto Yume! i cambiamenti sono necessari a volte.- Quelle parole erano così egoiste, proprio degne del Sejuro Akashi che era diventato. Solo il suo cambiamento era sbagliato? Lui non provava alcun rimpianto di come era prima?
Yume lo abbracciò, stringendolo forte e nascondendo il viso sul suo petto, aveva quasi dimenticato quanto fosse buono il suo profumo e caldo il suo corpo.
-Satsuki non ha abbandonato Dai-chan solo perché è cambiato..- disse alzando lo sguardo –continua a stargli accanto perché spera che un giorno torni quello di prima…in questo, è molto più forte di me che non ho fatto altro se non demoralizzarmi, avere paura di te, lasciare che quegli avvenimenti mi cambiassero. Mi sono chiesta più volte perché non lo lasci?- si fermò un istante, quelle ultime parole pronunciate dalla sua stessa bocca la fecero stare male. – La risposta era così ovvia ma io non volevo ascoltarla per orgoglio! – si staccò da lui per guardarlo dritto negli occhi che ora non le incutevano più alcun timore, erano soltanto dei normalissimi occhi rossi. –Testuya non ha più bisogno di me! In verità non ne ha mai avuto bisogno, ero io che usavo la scusa di volerlo proteggere per tenermi stretta l’unica persona che credevo fosse in grado di capirmi e accettermi. Non ti libererai di me! Neanche se mi minacciassi, o se decidessi di lasciarmi perché ti sei stancato di me! Anche io voglio rivedere l’Akashi Seijuro di prima.– gli mise una mano tra i capelli rossi e alzandosi leggermente sulle punte in modo da raggiungere il suo viso, gli sfiorò le labbra con le sue. Un innocente e breve bacio a fior di labbra ma che sperava gli facesse capire quanto ancora lo amasse.
Lo guardò, cercando di nascondere l’imbarazzo per quel gesto avventato, ma l’espressione del ragazzo non era cambiata, non era sorpreso né tantomeno sembrava mostrare alcun tipo di emozione.
<< non ci pensare. >> si disse tentando di soffocare i cattivi pensieri che stavano tentando di riavviorarle nella mente.
Devo diventare più forte di lui!
-Andiamo Sei- disse sorridendogli e porgendogli la mano - Kotaro e Reo hanno aspettato anche abbastanza-
Lui gliela strinse.
 
 
Mibuchi a Hayama li stavano aspettando vicino alla stessa panchina dove si erano separati. Yume gli corse incontro abbracciandoli entrambi con loro sorpresa. Quando li lasciò andare, cercò con lo sguardo quello di Reo che capì e le sorrise.
-Mi sembri diversa Yume-nii- le fece notare Kotaro fissandola
- Dici? Non saprei…io sono sempre la solita Yume- rispose lei sorridendogli.
- Mi sembri più…luminosa- continuò il ragazzo ricambiando il sorriso
- Beh? Che vogliamo fare ora?- si intromise Reo
- Ah! Io voglio ancora quel frappè alla fragola- rispose la ragazza.
-Allora andiamo!-
Yume guardò Seijuro che ricambiò lo sguardo –Andiamo Sei?-
-Si, andiamo- rispose accennando un sorriso.
 
L’auto nera si fermò davanti all’appartamento e Yume aprì lo sportello per scendere: - grazie per il passaggio- disse guardando Seijuro seduto di fianco a lei mentre l’autista li guardava dallo specchietto retrovisore.
Il ragazzo scese insieme a lei accompagnandola fino al portone:-Alla fine è stato divertente no?-
-Stai parlando di quando Kotaro ha rovesciato l’aranciata su quella signora al bar?- rispose sarcastico lui
- Ahahaha ammettilo stavi cercando di scappare! ti ho visto voltarti dall’altra parte....è stato un incidente!-
Non rispose.
-Ci vediamo allora Sei- si voltò e si avviò verso le scale ma prima che il ragazzo si allontanasse le parve di avergli sentito dire: Bentornata Yume….
<< Si! Alla fine non è andata così male >> pensò.
  
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