Le campane suonano, quattro uomini vestiti di nero stanno portando la tomba di Austin all’altare.
Austin.
Il mondo mi crolla addosso al solo pensiero che il mondo non assisterà mai più alla bellezza di un suo sorriso, il sorriso di un ragazzino che tra pochi mesi avrebbe compiuto diciotto anni.
Ah, quei diciotto anni, tanto programmati, tanto aspettati e ora uno stupido incidente stradale ha portato via tutte quelle aspettative.
Ti viene di mandare a fanculo tutto in certi momenti.
Eppure non riesco a piangere e non voglio nemmeno farlo, piangendo elimini il dolore e sinceramente la sua morte merita tutto il dolore del mondo.
Eccola lì, all’altare accanto alla sua foto, mamma quanto era bello, non era ‘’bono’’ come tutte dicono, era così bello da voler dare la propria vita pur di vedere almeno un’altra volta l’azzurro acceso dei suoi occhi.
Mi giro un attimo per vedere un po’ di gente.
La madre, il padre e come non possono mancare le ochette che gli andavano dietro, mi fanno proprio schifo, lo guardavano come fosse una preda degli Hunger Games.
Mi fa schifo vedere tutta quella gente di scuola lì a piangere come se hanno mai capito chi fosse Austin, a loro importava solo la sua popolarità e sono sicura che molti di loro sono felici della sua morte, ora possono rimpiazzarlo facilmente.
Qui dentro le persone che lo amavano per com’era veramente, tolta la famiglia, si possono contare sul palmo della mano.
Il prete dice tante di quelle parole ma io non capisco più niente, la risata del ragazzo mi rimbomba in ogni angolo del corpo.
Ronnie Tomlinson
Sento pronunciare il mio nome e mi risveglio dallo stato di trance che mi perseguita da quando sono entrata qui dentro.. E ora del mio discorso.
Mi alzo lentamente e cammino fino al microfono che oscilla inizialmente.
<<Ehi.. Non so se mi conoscete, sono, ero, la migliore amica di Austin, cosa dire della sua morte? Un evento tragico, la notizia più brutta riguardante una persona così bella.
E non dico bella d’aspetto, beh si lui era un bel ragazzo cosa dire ma era diverso da tutti, c’era qualcosa nel suo sorriso che era diverso e io lo notavo re.
Descriveva le cose in una maniera assurda, era dolce ma forte allo stesso momento, vedeva nel mondo tutte le cose belle, pensavo non ci fossero cose brutte, si fidava di tutti, tutti erano suoi amici per lui.
E sinceramente non so cosa centri questo con questa celebrazione solo che non so più che dire.
La sua morte mi ha tolto la forza di parlare, respirare, mi ha tolto anche la forza di sognare cosa strana dato che la nostra vita era fatta di sogni irrealizzabili, è per lui che ora devo raccogliere ogni granello di me, dare del mio meglio, la sua forza ora è anche mia, voglio che nessuno si scordi quanto difficile sia avere 17 anni.
E’ per lui che adesso devo avere il coraggio di sopravvivere.>>