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Autore: ThePrettyParawhore    02/04/2014    0 recensioni
Jack, Zack e Rian, tre ragazzini di 13 anni. Erano circa le dieci di una domenica mattina, tutti nel piccolo quartiere appena fuori Baltimora si erano riuniti in Chiesa per celebrare la Messa, ma i tre ragazzini erano interessati a tutto meno che alla religione. Poco vicino alla vecchia struttura romanica c’era un piccolo supermarket, i ragazzi attraversarono un campo di steppe e lo raggiunsero. Corsero sul retro dove si trovavano i carrelli, inserirono qualche dollaro e ne presero tre. Jack e Rian ci si sedettero dentro, Zack, che era il più forte, li spinse per poi saltare su anche lui. La corsa dei carrelli era iniziata.
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Alex Gaskarth, Jack Barakat, Rian Dawson, Zack Merrick
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Jack, Zack e Rian, tre ragazzini di 13 anni. Erano circa le dieci di una domenica mattina, tutti nel piccolo quartiere appena fuori Baltimora si erano riuniti in Chiesa per celebrare la Messa, ma i tre ragazzini erano interessati a tutto meno che alla religione. Poco vicino alla vecchia struttura romanica c’era un piccolo supermarket, i ragazzi attraversarono un campo di steppe e lo raggiunsero. Corsero sul retro dove si trovavano i carrelli, inserirono qualche dollaro e ne presero tre. Jack e Rian ci si sedettero dentro, Zack, che era il più forte, li spinse per poi saltare su anche lui. La corsa dei carrelli era iniziata. “Dai cazzo, dai!” urlava Rian. Jack riusciva solo a lanciare urletti ben poco virili. Alla fine, il primo a sbattere contro il muro del supermarket fu Zack. Jack saltò giù dal carrello furioso: “Zachary Merrick! Non vale! Hai barato, ti ho visto!” Corse agitando l’indice verso Zack. “Come diavolo osi Barak…” Non fece in tempo a finire la frase che Rian andò a schiantarsi contro il muro, separando gli altri due. “Huiiii!” urlò contento, e nel tentativo di scendere giù dal carrello cadde rovinosamente a terra. Zack e Jack scoppiarono a ridere, seguiti dal povero Rian ancora steso per terra. Poi una risata estranea si unì al coro. Una risata chiara e cristallina, con un accento strano. I tre si girarono verso dove sembrava provenire il rumore. Poco lontano c’era un ragazzino magro, dai capelli castani che riflettevano riflessi dorati al sole, e decisamente troppo lunghi, che sgranocchiava una barretta di cioccolato appena comprata al supermarket. Appena avvertì gli sguardi indagatori dei tre ragazzi posarsi su di lui, smise di ridere e si morse un labbro, con aria colpevole. “E tu chi accidenti sei?” chiese Rian, schietto, mentre cercava di tirarsi su. Jack gli diede un calcio ad un ginocchio e lo fece cadere nuovamente per terra. “Io.. sono Alexander.” Rispose il misterioso ragazzino con fare incerto. “Hai un modo di parlare strano.” Continuò Rian storcendo il naso. “Credo sia perché sono inglese…” spiegò Alexander. “Ah, il tuo modo di parlare strano mi dà fastidio.” Certo che Dawson era un ragazzino davvero schietto. L’altro abbassò lo sguardo, quasi a volersi scusare per il fastidio che aveva provocato. “Sei il classico inglesino perbenino tutto educato e ricreduto?” gli chiese Zack, notando il suo abbigliamento. Portava una camicia bianca infilata negli eleganti pantaloni neri e un ridicolo cravattino, mentre gli tre avevano t-shirt oversize e pantaloni della tuta sporchi di fango. “No.” Rispose l’inglese. “Sembra di sì.” Zack guardò la cravatta di Alexander.  “AH” disse lui “mamma mi veste così per andare in Chiesa la domenica, a oggi c’è un battesimo e sembra che le cose andranno per le lunghe…così sono scappato via.” Mentre finiva la frase iniziò a slacciarsi la cravatta e la lasciò cadere a terra. I ragazzi lo guardarono slacciarsi la camicia e restare solo in t-shirt. Una t-shirt nera con stampata sopra la copertina di Dude Ranch, l’album dei Blink-182. “Che figata!” esclamò Jack facendo un pass verso di lui. Alexander lo guardò stupito, era la prima volta che lo sentiva parlare. Subito il piccolo Barakat si morse il labbro, pentendosi del suo stesso entusiasmo. “E voi sareste…?” Zack, Rian e Jack si presentarono. “Dai Alexander, vieni con noi!” disse Rian dandogli una sonora pacca sulla spalla. Zack e Dawson si avviarono di nuovo lungo il sentiero appena accennato tra le steppe, quello che portava alla Chiesa, seguiti da Alexander e Jack. I due si guardarono un secondo, si sorrisero imbarazzati, e per tutto il tragitto restarono a testa bassa, concentrati sul suolo. Salirono sulle rovine della vecchia chiesa, dove non andava più nessuno da anni. Era tutto crollato, ma un pezzetto del vecchio campanile era intatto, il posto ideale dove nascondersi e parlare in pace. “Ora” esclamò Zack dopo che tutti si furono seduti per terra “Raccontaci un po’ di te Alexander!” l’inglese guardò gli altri e prese a parlare “Chiamatemi Alex… vengo dall’Essex, mi sono trasferito qui con i miei genitori la settimana scorsa.”
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Jack, Zack e Rian, tre ragazzi di 16 anni. Erano circa le dieci di una domenica mattina, tutti nel piccolo quartiere appena fuori Baltimora si erano riuniti in Chiesa per celebrare la Messa, ma i tre ragazzi erano interessati a tutto meno che alla religione. Poco vicino alla vecchia struttura romanica c’era un piccolo supermarket, i ragazzi attraversarono un campo di steppe e lo raggiunsero. “Cazzo, coglioni, volete aspettarmi o no?” urlò Alex, dietro di loro. “Piuttosto muoviti, zoccola!” gli urlò Jack di rimando, senza voltarsi a guardarlo. Gaskarth prese a piagnucolare come un bambino. Comprarono due casse di birra e poi tornarono indietro, si nascosero nel loro solito angolino sul vecchio campanile e iniziarono a bere. Alex e Jack si sedettero con la schiena contro il muro di mattoni, il primo alzò gli occhi e si fermò a contemplare il cielo. Barakat mugolò e strusciò il muso contro la spalla dell’altro, annusandolo. “Hai un buon profumo Lexi.” Alex si girò verso l’amico. “E tu hai già bevuto troppo Jackie.” “No sono serio!” Jack prese il braccio di Alex e gli diede un morso. “Ahia! Coglione!” tutti risero sotto i baffi. “Quando prenderò la patente, vi porterò tutti via da qui. Vi porterò a Baltimora, in città. Non sapete quanto mi piacerebbe vivere lì.” Disse sognante Alex, sempre fissando il cielo. “Piacerebbe a tutti, Gaskarth.” Sospirò Rian, e tutti si trovarono d’accordo. Scappare era il loro sogno.
Senza nemmeno pensarci, Jack strinse la mano di Alex “ce la faremo Lexi.” Disse serio. L’acool iniziava a fare effetto, forse ubriacarsi sui resti di una vecchia chiesa, la Domenica mattina, non era proprio la cosa più rispettosa. “Stigrancazzi!” urlò Zack. Rian notò i due mano nella mano. “Sembrate due checchette.” La pubertà non aveva reso Rian meno spudorato. Alex e Jack si guardarono un secondo, si sorrisero imbarazzati, e rimasero per un po’ a testa bassa. Rimasero tutti in silenzio per un po’, poi Zack propose di fare di nuovo la corsa dei carrelli, come facevano da piccoli. Jack alzò un sopracciglio, scostandosi una meche bionda dal viso “Zack. Sono alto un metro e ottantasette. Come credi che io possa entrare in uno di quei carrelli?” “Idiota, ci ficchi il culo dentro e tieni le gambe fuori,no?” Rian rise “a Jack piace ficcare eheheh!” riuscì per poco ad evitare una bottiglia di birra che Jack gli aveva abilmente lanciato contro.
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Jack, Zack e Rian, tre ragazzi di 25 anni. Erano circa le dieci di una domenica mattina, tutti nel piccolo quartiere appena fuori Baltimora si erano riuniti in Chiesa per celebrare la Messa, ma i tre ragazzi erano lontani da quel posto. Poco vicino alla vecchia struttura romanica c’era un piccolo supermarket, dal quale non proveniva nessun rumore. I carrelli erano in fila ordinata, sul retro del negozio, il vecchio campanile era ormai abbandonato, c’erano solo alcune bottiglie di birra vuote rimaste lì da anni. Alex ansimò mentre veniva sbattuto violentemente contro la parete del lussuoso appartamento nel centro di Baltimora. Si morse il labbro, quei baci sul collo lo facevano morire. Jack gli tolse la maglietta, Alex gli sbottonò i jeans. Forse scopare la domenica mattina non era proprio la cosa più rispettosa. “Stigrancazzi!” avrebbe detto Zack. Invece entrò in salotto, in mutande, con uno sguardo tra l’assonnato e il furioso. “Dio mio ragazzi! Non potete trombare tipo a mezzogiorno? Qui stiamo cercando di dormire, e i vostri urletti da checche non conciliano il sonno!” Jack cinse il collo di Alex, affondò il viso nell’incavo della sua spalla cercando di calmarsi, per non mandare a fanculo Zack. “Non rompere il cazzo Merrick!” biascicò Alex sconsolato. “Buongiorno!” esclamò Cassaadee, la ragazza di Rian, entrando nella stanza. Si stiracchiò e si avviò verso la cucina. “Tutti che scopano…mi sento così solo!” piagnucolò Zack, avviandosi verso la sua stanza, sperando di riprendere sonno. Jack diede un bacio a fior di pelle ad Alex, gli diede la mano e andarono in camera da letto. Ma in realtà in quel giorni nessuno riusciva davvero a dormire, il tour sarebbe iniziato a breve e tutti erano in ansia, nonostante fosse l’ennesimo tour degli All Time Low.
Alex e Jack erano abbracciati, stretti nel loro letto matrimoniale. Barakat accarezzava i capelli di Alex, che aveva il viso affondato del suo petto. “Jackie? Ti ricordi quando ci siamo conosciuti?” Jack gli scostò un ciuffo dal viso “Ma certo, caro il mio Alexander. Ricordo ogni secondo passato con te.” Alex sorrise d’istinto. “Ti amo Jackie.”
“Ti amo anche io Lexi. Quel giorno, al supermarket, beh, quel giorno la mia vita è cambiata. E ringrazio Dio ogni giorno per averci fatto incontrare. Sei la cosa più bella che mi sia mai capitata, Alex.” Un altro bacio, e Alex si riaddormentò.
  
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