Fanfic su artisti musicali > One Direction
Ricorda la storia  |      
Autore: Lucreziaaaas    03/04/2014    1 recensioni
Dice di essere priva di qualsiasi emozione e sentimento, sente di non avere un ruolo preciso nella società, solo i suoi sogni le permettono di evadere da questa prigionia che nient’altro è che la sua routine.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Niall Horan, Nuovo personaggio
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A





É il rumore della pioggia che riesce a distrarre il suo continuo assentarsi con la mente. Il suo animo da sognatrice si interrompe quando quel rumore appena udibile arriva forte e chiaro ai suoi timpani. Un’ennesima giornata di pioggia la sta aspettando. Sbuffa dopo aver passato l’intera nottata insonne persa tra pensieri che nemmeno lei sa a cosa o a chi sono indirizzati. Semplicemente pensa, sogna ad occhi aperti, vuole credere in un futuro migliore, in una via di fuga da quella vita così monotona e così piatta. Si butta sotto la doccia per cercare quell’energia che ormai da mesi è scomparsa in lei. Dice di essere priva di qualsiasi emozione e sentimento, sente di non avere un ruolo preciso nella società, solo i suoi sogni le permettono di evadere da questa prigionia che nient’altro è che la sua routine. Si veste appena in tempo e con una piccola corsa bagnata raggiunge la biblioteca di Birmingham, dove il suo professore la sta aspettando per iniziare la sua ultima tesi d’esame. Cosa potrebbe esserci di più motivante dell'ultima tesi d’esame? Dell’esame che lei attende dall’età di dodici anni? Dell’esame che ha da sempre premeditato come l’esperienza che avrebbe migliorato la sua vita? Eppure, lei, non riesce a sorridere, non riesce a scacciare quei terribili pensieri, quelle orrende sensazioni, quei demoni che le stanno mangiando anima e corpo.

«Signorina Hamsworth allora? Che ne dice del collegamento tutta la poetica di Chatterton del '700? Mi pare che la poesia medievale sia l’argomento che maggiormente spicca tra i suoi scritti o sbaglio?» cerca di coinvolgerla il professore.

«Signorina Hamsworth, desidera una pausa?» le sussurra infine quasi esausto.

Non se lo fa ripetere una seconda volta, afferra la sua borsa ed esce dalla stanza. Nel giro di qualche istante si trova sul ciglio della strada intenta ad assaporare la sua ultima sigaretta; niente meglio del tabacco riesce a tranquillizzarla e a farla sentire bene per quei sette minuti scarsi. Sbuffa, consapevole di dover affrontare altre due ore di intenso studio e di intensa, per così dire, attenzione nei confronti di quel povero essere a cui è toccata la sorte di doverle stare appresso. Jane è sempre stata una ragazza motivata, con precisi scopi nella sua vita, con un futuro chiaro e limpido, facile da organizzare e semplice da raggiungere. Ma da qualche tempo quel suo ottimismo, quella sua voglia di fare, creare, diventare e raggiungere, sono scomparse trasformandola in una sorta di ameba. Porta con sé soltanto i suoi continui sogni e i suoi viaggi mentali, alimentati anche dall’uso di quelle sostanze nelle quali ha trovato riparo. Riparo da quel mondo che non sente più suo, da quel mondo così estraneo.

«Senti non so chi tu sia, ma se hai intenzione di stare sotto la pioggia ancora per molto, almeno prendi questo.» le dice un ragazzo più o meno della sua età allungandole un ombrello color prugna.

Jane alza lo sguardo per la prima volta quella mattina e finalmente i suoi occhi si incrociarono con qualcosa di diverso da mattonelle o pagine di un libro. Quel ragazzo si sta dimostrando estremamente gentile con lei anche se Jane non pare apprezzarlo molto.

«Pensi che se non volessi bagnarmi starei qui?» chiede ironicamente lei, voltandosi di nuovo nella direzione opposta a quella del ragazzo.

«Ah quindi deduco che tu non abbia la doccia in casa.» scherza lui pensando di fare cosa gradita.

«Deduci male» risponde secca Jane. Non capisce assolutamente cosa voglia quel ragazzo dall’aria simpatica, Jane ha un’infinità di spettri dentro di lei, un’infinità di problemi, perché mai dovrebbe fare amicizia con qualcuno e rischiare di contagiarlo?

«Stavo scherzando, io sono Niall e penso che dovresti davvero prendere questo ombrello o per lo meno metterti a riparo, siamo a dicembre e non è la stagione migliore per stare impalati sotto al diluvio» constata il ragazzo con fare premuroso.

«Non è un tuo problema questo» lo ammonisce per l’ennesima volta Jane.

«Va bene sei testarda e non hai intenzione di ascoltarmi. Come vuoi tu» sembra esausto e indignato dal comportamento freddo e deciso della ragazza che gli sta di fronte.

Niall chiude l’ombrello e si avvicina a Jane restando immobile al suo fianco e iniziando a bagnarsi esattamente come lei.

«Ma che fai?!» chiede Jane voltandosi sorpresa verso di lui.

«Voglio capire il tuo punto di vista. Magari è magico stare sotto la pioggia fredda e incessante di dicembre» spiega lui.

«Non è magico, è da pazzi e io posso permettermi di essere pazza, tu no!» gli dice in tono serio iniziando a spazientirsi per l’insistenza e l’interessamento di quel ragazzo.

«Perché io non posso permettermi di essere pazzo?» chiede lui curioso.

«Senti vattene ti prego, lasciami stare» gli dice incatenando per la seconda volta i suoi occhi neri a quelli blu del ragazzo che pare non volerla lasciare in pace.

«Solo se te ne vai anche tu» il ragazzo, pensa Jane, è perfino più testardo di lei e questa cosa le risulta veramente assurda.

«Bene.» conclude lei restando immobile.

«Come ti chiami?» Jane non risponde continuando ad osservare un punto fisso di fronte.

«Sei di qui? Non ti ho mai vista in giro.» continua il ragazzo, la cui testardaggine è ormai appreso, superi di gran lunga quella di Jane.

«Sei strana, non ho mai incontrato una ragazza che se ne sta zitta e immobile sotto la pioggia, è qualche esperimento particolare? Ti è successo qualcosa? Sì, insomma sembri davvero un po’ pazza» il ragazzo sembra non demordere.

«Mi vuoi lasciare in pace? Puoi andartene da qui? Voglio starmene per conto mio» digrigna i denti Jane.

«No, non me ne vado» afferma ridendo Niall.

«Bene. Mi chiamo Jane, ho ventiquattro anni e sì sono di qui anche se non mi hai mai vista. Mi piace la pioggia è rilassante e amo trascorrere il mio tempo sotto di essa, sa farmi pensare e riflettere più di qualsiasi altra cosa o persona al mondo. Non è nessun esperimento particolare, c’è chi trova conforto facendo un bagno caldo e chi invece lo trova standosene da solo sotto la pioggia di dicembre. Io ovviamente appartengo alla seconda categoria. Non mi è successo proprio niente, semplicemente il mio mondo è diverso dal vostro e ciò che a voi apparentemente sembra bizzarro per me è assolutamente normale. Adesso vuoi per piacere andartene e lasciarmi sola con i miei pensieri, i miei sogni, le mie riflessioni e i miei desideri?» lo affronta infine sperando di essere stata esauriente nelle spiegazioni riguardanti se stessa.

«Certo, ma stasera pretendo che tu esca con me, possiamo stare anche tutta notte sotto la pioggia, se ti va» le dice lui. Improvvisamente s'avvicina e infila un bigliettino con il suo numero nella tasca della lunga giacca verde di Jane.
La guarda un’ultima volta e poi si allontana.

Lei lo guarda andarsene analizzando il suo modo di camminare, poi afferra il bigliettino dalla sua tasca, guarda il numero e sorride. Per la prima volta dopo mesi Jane sorride.






*** 

Ultimamente mi sono messa a scrivere ogni cosa che mi passa per la testa e come se non bastasse mi metto anche a pubblicare tutto su efp. Mi sto rendendo ridicola lo ammetto! Non hanno senso queste OS e non danno nemmeno soddisfazione, ma boh. Spero che almeno voi possiate trovarci un senso. La mia autostima sta lentamente morendo, amen.

 

   
 
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: Lucreziaaaas