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Autore: Britomarti    03/04/2014    0 recensioni
San Francisco, 1949. Jim Donovan è un giovane scrittore spiantato che cerca la strada verso il successo. La sua vita è la scrittura e vorrebbe continuare su questa strada e perché no, tentare la vita della splendente Hollywood che dominava la notte Californiana. Ma la sua vita sembra dipanarsi fra sbronze solitarie, e malinconie silenziose, mentre il passato difficile del giovane continua a tornare a galla. L'incontro con una singolare ragazza, la cui vocazione è diventare attrice, cambierà profondamente la sua vita e il modo di vedere le cose.O forse no.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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-2-

Fred era seduto al tavolo della cucina, con i gomiti poggiati sul ripiano lucido e le mani a sorreggere il mento.
"Cosa ha detto Jim?"domandò una voce alle sue spalle. Non aveva sentito la porta aprirsi, nè aveva sentito sua moglie fermarsi sulla soglia, con le mani sui fianchi. Si voltò a guardarla e sorrise.
Indossava un vestitino di un bianco fresco e si era legata i capelli, ma qualche ciocca bionda le scivolava comunque sulla fronte. Gli occhi verdi erano leggermente velati come se si fosse appena svegliata.
"Sì, verrà.Questa sera"rispose Fred tornando a guardare il cielo dalla vetrata che aveva di fronte.

Sua moglie avanzò di qualche passo, fino a fermarsi accanto a lui, sempre con le mani sui fianchi. 

"Come lo hai trovato?Era un po' che non lo vedevi,no?"

Si sedette accanto a lui, posando una mano con discrezione sul dorso del suo braccio. Fred fu costretto a guardarla. Lei era in attesa di una risposta.

"Non lo vedo da quando siamo tornati da Baton Rouge."disse con un sorriso tirato. Lisa non disse nulla, aspettava che continuasse a parlare. Fred si stupì ancora una volta dell'incredibile capacità intuitiva della moglie. Alzò timidamente gli occhi verso il viso di lei. "L'ho chiamato ieri notte, sai.Non riuscivo a dormire..."disse scuotendo le spalle con noncuranza "Ed ero così eccitato da quello che aveva detto tuo fratello che l'ho chiamato subito" Lisa annuì, ma strinse le labbra in una strana espressione, un po' buffa.
Nessuno dei due aveva accennato al fatto che se Fred era sveglio alle 3 di notte era perchè avevano avuto una delle loro ennesime litigate, per cui Lisa l'aveva gentilmente invitato a dormire sul divano.
"E sei stato da lui, fino a poco fa?"Un accenno di sorriso sul bel volto liscio di Lisa.

"Certo"disse con un moto stizzito mentre la moglie toglieva la mano dal suo braccio "Lisa dovresti piantarla con questa sciocchezza.." Ma la donna non gli diede tempo di terminare e alzò una mano
"Voglio solo sapere di Jim"
Fred sospirò, portandosi una mano alla fronte.Non aveva intenzione di prendere quel discorso con Lisa, ma non poteva non risponderle.
D'altra parte, era lei che stava cercando di fare conversazione con lui, mettendo da parte l'astio e la rabbia di prima.
"Sta tanto male?"domandò ancora lei, facendo ticchettare lievemente le unghie curate sulla superficie liscia del tavolo. Fred si concentrò su quelle dita.

"Non sta bene.Si sta lasciando andare, ancora.Lo tira giù il fatto di non trovare un impiego. Non me l'ha detto, ma immagino che abbia smesso di lavorare."

Lisa si morse un labbro e scosse la testa. "Fred, Jim non è come te.Non può fare lavori simili.Avanti, ce lo vedi a fare il barista per il resto della sua vita?A invecchiare servendo da bere a vecchi ubriachi il sabato sera?" Strinse le labbra ancora una volta e poi riprese
"Non lo conosco da quanto lo conosci tu, questo è vero.Ma credo di averlo capito. Credo che sia destinato a fare...altro.O a fallire, nel tentativo.Ma non può non provarci."
Fred la guardò, smettendo per un attimo di prorvare quel misto di imbarazzo e rabbia nei suoi confronti. Lisa lo stupiva sempre di più. Aveva espresso quello che lo stesso Jim pensava. E dubitava che Jim avesse scambiato simili pensieri con lei. Lisa aveva quella dote incredibile, capiva le persone...Per questo litigavano sempre a quel modo, si disse.
"Sì,lo credo anche io"tagliò corto alzandosi dal tavolo. Lei rimase seduta, con le mani unite a guardarlo. 
"Vado a prepararmi.A breve Bill sarà qui,no?"

Lisa lanciò un'occhiata pigra verso l'orologio alla sua destra "Conoscendolo gli ci vorrà un'altra oretta.Ma, sì, va a prepararti.Penso io a preparare qualcosa"
Fred la guardò per un ultimo istante prima di annuire ed affrettarsi ad uscire dalla stanza.

Più tardi, mentre Fred era steso sul letto della camera che divideva con Lisa, con gli occhi chiusi, la voce di sua moglie venne a disturbarlo.
"Puoi uscire e farla finita di fingere di preparti.Lo so che non stai facendo niente."

Fred sospirò stancamente.Aveva in mente quel giorno di due anni prima.Quando aveva incontrato Lisa.
Lisa anche era stata al fronte, come ausiliaria.E, nemmeno a dirlo, era lei ad essere follemente innamorata di lui. Le era capitato fra le mani un giorno, dopo essersi lanciato in una delle sue solite missioni folli(ovviamente non autorizzate da nessuno)ed era tornato al quartier generale con due pallottole in una spalla. Fu probabilmente la prima volta che realizzò la gravità delle conseguenze della sua bravata. Jim era così arrabbiato con lui da non volerlo neppure guardare. Ricordava vagamente che era stato proprio lui a trovarlo a pochi passi dalla loro tenda.
L'avevano portato con estrema urgenza nell'infermieria di campo. Ricordava gli altri dire a bassa voce"Non ce la può fare.Guarda quanto sangue."
Ma ce l'aveva fatta.Bè, anche grazie a lei. Ricordava vagamente il suo viso teso e sudato, più pallido e magro di ora, che lo guardava dall'alto.
Ricordava di aver sussurrato prima di perdere la coscienza"Siete degli idioti.è ovvio che io sia già morto, questo deve essere il paradiso.Anche se brucia come l'inferno."
Poi l'oblio.Al suo risveglio lei era lì.E lui se n'era già innamorato.

E adesso, stentava a credere che la ragazza dolce che gli aveva salvato la vita, fosse la stessa che adesso lo guardava con stizza dalla soglia della porta.
Era più bella, mille volte più bella di allora. E più arrabbiata, anche.
E a ragione, oltre tutto.Forse per questo la odiava un pochino.

"è arrivato Bill"disse la Lisa di adesso, mentre Fred si tirava su.Ma non era la Lisa di adesso che vedeva...con la mente era ancora nell'infermieria di campo, a prendre la decisione più sbagliata della sua vita: amare Lisa Sullivan, una donna che capiva troppo.
Comunque, cercando di mettere a tacere quei pensieri inutili si tirò su stancamente, seguendo la moglie nel corridoio.


**

Bill Sullivan era seduto sul comodo divano del salottino. Aveva già cominciato a fumare e il bel viso allegro, la cui bellezza era appena intaccata da una vistosa cicatrice sulla guancia sinistra, spariva a tratti dietro una nube di fumo. Gli occhi verdi, in tutto simili a quelli della sorella, erano assottigliati come se una forte luce li infastidisse.
Tossì, quando vide entrare la sorella seguita dal marito e i suoi occhi divennero due fessure mentre il suo sguardo si posava su Fred.
Non gli era mai piaciuto. Uno dei motivi per cui, come suo padre, non aveva parlato a Lisa per quasi un anno intero era proprio il marito di lei. Un buono a nulla, ecco come lo consideravano i Sullivan. E uno scavezzacollo. Tutti sapevano dei suoi trascorsi e di quello che aveva combinato in guerra.
Comunque sia, lui e suo padre erano dovuti scendere a patti col fatto che Lisa non aveva alcuna intenzione di lasciarlo andare. Anzi, era ben disposta a tagliare i ponti con la famiglia, piùttosto che abbandonato il marito.

"Che sciocca"pensò guardando Lisa che si torceva nervosamente le mani, senza saper cosa dire o fare. Era sempre incredibilmente nervosa ogni volta che la sua famiglia si trovava ad avere a che fare con la parte di vita che condivideva con Fred.
"Hey, Bill"Salutò Fred stampandosi un sorriso sul volto abbronzato

"Fred"Rispose con un secco cenno del capo Bill.

I suoi occhi seguirono i movimenti della sorella che si spostava per il salotto, sistemando oggetti sui mobili o stiracchiando pensosamente questo o quel centrino di pizzo.
"Lisa.." Lei si voltò a guardarlo, quando lo sentì pronunciare il suo nome e fece una piccola smorfia. "Allora,dov'è il tuo amico?"domandò Bill serrando la sigaretta fra le labbra e allargando le braccia in un ampio gesto.

"Arriverà a momenti"sbuffò Fred lasciandosi cadere sulla poltrona di fronte a lui.

Lisa si fermò accanto al pianoforte liscio sistemato nell'angolo più lontano della sala. Li guardava, accigliata.
"Pensi di poterlo aiutare, Bill?"domandò poi distrattamente, mentre giocava con un gingillo d'argento che aveva preso da un tavolinetto.

"Dipende,prima di tutto devo leggere il  manoscritto. Se non mi piace non se ne fa niente."Rispose Bill, senza guardarla. Guardava con sprezzo Fred.
Immaginava di che pasta potesse essere un suo amico. Se aveva accettato quanto meno ad incontrarlo era solo per Lisa. Perchè nonostante tutto voleva bene a sua sorella e se era lei a chiederglielo, non poteva dire di no.

"Ti garantisco che Jim è un genio. Ha idee pazzesche"affermò con risolutezza Fred, che aveva cominciato certamente ad intuire le idee che passavano per la testa di Bill.
Quest'ultimo chinò la testa bionda e sorrise" Questo devo giudicarlo io.Non che non ti ritenga in grado di formulare un tuo giudizio, amico.Ma sono cose che un impiegato di banca non può capire."

Un fracasso seguì le parole di Bill, quasi a sottolinearne il tono volutamente caustico.
Entrambi gli uomini si voltarono verso il pianoforte e videro Lisa inginocchiata a terra cercando di raccattare qualcosa che aveva senz'altro fatto cadere.
"Lisa, tesoro, che ti prende?"domandò Fred mentre Bill saltava in piedi ; intanto la sorella cercava di rimettere insieme i pezzi dell'oggettino che le era scivolato fra le mani.
Fred era rimasto fermo,come pietrificato, bloccato contro lo schienale della poltrona incapace di alzarsi.
Bill s'era inginocchiato accato a Lisa e le aveva afferrato una mano"Toh, ti sei tagliata,sciocca...Vatti a disinfettare, ci penso io qui."
Dandole una piccola spinta la allontanò dai vetri che giacevano ai suoi piedi.
Lisa senza dire niente, ma lancinado un'occhiata spaventata al fratello si diresse fuori dalla stanza.
"Che ragazza distratta. Mi chiedo come tu possa viverci...non si dimentica mai di preparare la cena?"rise Bill afferrando i cocci e attraversando la sala per dirigersi in cucina.
Fred non rispose, non ne era ancora in grado.Stava ancora ribollendo di rabbia per non aver avuto il tempo di rispondere a modo a suo cognato.
Che Jim si sbrigasse ad arrivare o la situazione avrebbe raggiunto il punto critico!

"Ho sentito la porta,questo deve essere James" gridò Lisa balzando in piedi dal divano su cui era seduta, accanto al fratello.
Un'oretta dopo il piccolo incidente del salotto, erano tornati a sedersi tutti e tre, cercando di mantere i livelli di tensione palpabile al di sotto della soglia critica.
Lisa aveva servito da bere e Bill s'era messo a parlare in maniera affabile ed impeccabile del tempo e della siccità.
Anche Fred s'era sforzato di discutere nello stesso amabile tono e c'era abbastanza riuscito. Ma la tensione continuava ad essere palpabile.

Lisa, comunque, si precipitò verso l'ingresso.In realtà non aveva davvero sentito il campanello, ma sperava vivamente di non essersi sbagliata.
Aprì la porta, trepidante e si trovò a fissare la cravatta scura di un uomo.
Fece un passo indietro e sorrise, cercando di sembrare normale."James"
Per guardarlo in viso, data la non indifferente altezza dell'uomo, Lisa dovette tirare su la testa.
James sembrava impacciato, come spesso gli accadeva. Teneva le braccia lungo i fianchi e sembrava che lo impicciassero ad ogni movimento. Aveva il viso un po' teso e più magro dell'ultima volta che Lisa lo aveva visto ma nel complesso sembrava quello di sempre. Il brillio dello sguardo era sempre quello, così come il sorriso sghembo, mai completo.
"Buonasera Lisa. Tuo marito, Fred ,credo mi avesse detto di venire per quest'ora..."iniziò a dire chinando appena la testa e Lisa annuì facendosi da parte per farlo passare
"Sì,sì,certo,vieni"

Lo accompagnò cercando di tirar fuori qualche piccolo argomento di conversazione, fino al salotto.
Vide suo fratello alzarsi nello stesso momento in cui lo faceva Fred. Notò che suo marito aveva il viso scuro, come se avesse appena gridato, eppure non aveva sentito nulla. Sentì una vaga angoscia e terrorizzata dall'idea che i due potessero iscenare una delle loro solite azzuffate davanti a James, per poco non urtò un tavolo di vetro.
"Attenta..!" Era quasi scivolata ma per fortuna James era più attento di lei, la prese al volo evitandole una brutta caduta.
"Mia sorella oggi è particolarmente pensierosa" Disse ridendo Bill, mentre si faceva avanti. Aveva smesso di fumare e sorrideva. Ma il sorriso non si estendeva agli occhi.
Stava già calcolando l'uomo che aveva di fronte, senza neppure avergli ancora stretto la mano.
"Bill, immagino!"Disse James con un sorriso dopo aver lasciato andare le spalle di Lisa, una volta assicuratosi che non sarebbe caduta.
"Esatto. Lei deve essere James. Fred mi stava appunto parlando..."Bill afferrò la mano di Jim e la stinse saldamente fra le proprie.
Jim guardò Fred  e non comprese subito l'espressione che vide sul suo viso. Ad un primo sguardo pensò che disapprovasse qualcosa di lui. Si chiese mentalmente cosa avesse sbagliato. Non gli era sembrato di fare niente di strano!Anzi, stava anche sorridendo!
"Spero abbia parlato bene di me"disse nervosamente, ridacchiando mentre Lisa li esortava a sedersi sul divano.
"Oh si, i migliori complimenti sono quelli di un amico"Disse Bill annuendo mentre non smetteva di sorridere. "Ma ancor migliori sono quelli di un nemico"continuò mentre il sorriso a poco a poco si cristallizzava."Nemici?Non ho nemici voglio sperare"disse affabilmente James mentre si sedeva accanto a Fred.
Lisa prese posto vicino al fratello, di fronte a loro.
"Lei è uno scrittore"Disse Bill mentre poggiava le mani sulle gambe e scrutava attentamente Jim. Gli appariva esattamente come quello che aveva immaginato. Forse un po' più curato. Si era aspettato una specie di barbone folleggiamente. Invece l'uomo che aveva davanti era decisamente distinto, apparte il nervosismo.
Ora, era tutto da vedere se il gioco valeva la candela.
E Bill credeva che si sarebbe risolto, al solito, in un nulla di fatto.
Non gli era capitato spesso di leggere sceneggiati interessanti. Anzi il più delle volte gli erano capitate delle vere e proprie schifezze.
Ed era fondamentalmente per questo che s'era messo a scrivere a sua volta. Solo che non gli riusciva bene come dirigere un film. Non aveva molta fantasia, doveva ammetterlo.
"Sì ,bè...diciamo che ci provo"rispose James, stavolta sembrava ancora più nervoso. Non sorrideva più.Si sentiva evidentemente sotto esame.
Fred gli battè una spalla"Oh, non essere modesto. Sai scrivere molto bene.Sei geniale. Alcuni giornali locali pubblicano persino delle sue piccole storie, sai"disse il giovane sorridendo. Jim alzò gli occhi al cielo, aveva sperato nel silenzio di Fred e per un po' il suo desiderio era stato esaudito. Perchè adesso aveva parlato?
Bill inarcò un sopracciglio, scettico"Ah ma davvero?Bè, buono, perchè no...Ma, perchè, mi chiedo, allora non se ne rimane a scrivere per i giornaletti locali?"
Lisa posò una mano sul braccio del fratello, che neppure la notò. Era stato sgarbato, lo sapeva, ma quello era il suo modo di fare!
"Perchè non è quella la mia aspirazione" rispose candidamente, senza tentennamenti, James.
"Non è l'aspirazione di nessuno, ma se non si ha talento tanto vale rassegnarsi."

"Credo che andrò a prendere dell'altro Brandy, Jim ha già finito il suo" esclamò a voce alta e gioviale Lisa mentre saltava in piedi e quasi correndo usciva dalla stanza.

Nessuno le badò molto, apparte suo fratello che la seguì con lo sguardo, soddisfatto.
"Non credo di non avere talento. E non mi accontento di far pubblicare le mie storie ai giornali. E d'altra parte, sono interessato al mondo del cinema."Jim s'era fatto ancora più serio. I lineamenti regolari del viso s'erano tesi e la sua espressione appariva quasi statuaria.
"è un brutto mondo, signor Donovan." asserì convinto Bill e stavolta non c'era segno di sarcasmo o ironia nella sua voce.
Jim si rilassò un po',mentre guardava distrattamente Fred al suo fianco. Il viso teso dell'amico gli comunicava molto di più di quanto avrebbe fatto a parole.
"Come sa il mio nome?" domandò poi, accigliandosi .Non ricordava di aver mai incontrato quell'uomo prima di allora. Come poteva sapere il suo nome?
Bill si grattò distrattamente la guancia deturpata dalla cicatrice e sorrise, ammiccante.
"Abbiamo servito nello stesso regimento, ma lei non si ricorda.Normale, era troppo impegnato a salvare la vita al nostro eroe qui, per far amicizia con altri."
Indicò con un cenno sprezzante Fred che serrò i pugni. Jim li guardò e intuendo gli asti sotterranei che correvano frai due cercò di stemperare la situazione "Aha, ma non mi dica! Stesso reggimento, eh si che non me ne ricordo!  Ma c'erano parecche distrazioni all'epoca, per cui penso sia comprensibile" Ammiccò e Bill sorrise a sua volta mentre Lisa tornava indietro con una bottiglia e alcuni bicchieri.

Stava per disporre i bicchieri sul tavolinetto di legno quando suo marito la fermò e le tolse un  po' bruscamente la bottiglia dalle mani 
"Ci penso io"disse burbero e Lisa annuendo tornò a sedersi.
Guardò suo fratello, quindi Jim che sorrideva e l'espressione tetra di suo marito.
L'angoscia la percorse come un brivido.
Non vedeva l'ora che quella serata finisse.
"Bè, ma parliamo d'affari, di cose concrete"Bill si sfregò le mani mentre tirava fuori dal giacchino un pacchetto di sigarette e dopo averne offerta una a Jim, infilarsene a sua volta una fra le labbra."Mi ha portato qualcosa da leggere?"

In realtà lo sapeva benissimo, perchè aveva visto il fascicolo nelle mani dell'uomo e lo vedeva anche adesso, lì in bella vista sul posto vuoto accanto a Jim.
"Ma certo"rispose lui afferrando il manoscritto e passandoglielo.

Bill lo prese e lo sistemò sulle proprie ginocchia.Accarezzò distrettamente la copertina e mormorò il titolo. Non era nulla  di che, eppure era abbastanza efficace. Lanciò un'occhiata di sottecchi a Jim che lo fissava, mordicchiandosi un labbro.Chissà che l'idiota non si rivelasse una persona interessante.
Aprì il fascicolo e lesse qualche riga. Uno stile scorrevole, quanto meno. Impeccabile, non gli sembrava di vedere errori. Bè, ovviamente avrebbe dovuto giudicare con una lettura approfondita, così su due piedi poteva sbagliarsi e di molto.
"Lo porterò con me, spero non le dispiaccia"disse richiudendo il fascicolo.
Jim scosse la testa con un sorriso"Affatto,spero mi farà sapere presto."Bill avrebbe voluto ribattere con qualcosa di acido ma si limitò a ridere.
Non prendeva ordini da un bell'imbusto con l'aspirazione a fare lo scrittore.
"Ma certo"disse alla fine mentre sentiva sua sorella sospirare.
"Ora, vogliate scusarmi ma devo tornare.Mia moglie sarà in pensiero, s'è fatta una certa ora..." Si alzò e afferrando la giacca che aveva precedentemente gettato con negligenza sullo schienale della sedia, fece cenno a Lisa di stare seduta e mormorando un "So dov'è la porta"si fermò a guardarli.

Lisa,Fred e Jim lo fissavano un po' storditi. Beandosi di quelle espressioni sui loro visi, Bill sorrise e sbuffando una nuvola di fumo disse con un gesto un po' teatrale"Alla prossima,miei cari.Lisa, ci sentiamo presto"strizzato l'occhio alla sorella si diresse verso il corridoio.
La donna lo guardò, inebedita, prima di affrettarsi a raggiungerlo.

Rimasti soli Fred e Jim si guardarono per un po', senza sapere che dire. Poi Fred sbuffò e parve sgonfiarsi contro il tessuto grigio del divano."Per fortuna, credevo non se ne andasse più."
Jim lo guardò accigliato. L'intero colloquio con Bill era stata la cosa più surreale alla quale avesse partecipato. La tensione che aleggiava sulla stanza l'aveva colpito quasi come uno schiaffo in faccia. S'era aspettato una serata tranquilla, non certo quel folle del fratello di Lisa.
E Lisa, dio ,quella ragazza era terrorizzata. I suoi occhi non facevano che muoversi da Fred al fratello e sobbalzava ad ogni loro minimo movimento .E quando guardava lui sembrava implorare pietà.
"Non mi avevi detto che non eravate in buoni rapporti:"disse a Jim, sottovoce, come se temesse che qualcuno potesse udirlo.Fred, rispose stizzito"Ti ho detto che non erano in buoni rapporti, lui e Lisa.Si parlano da poco..."
Jim roteò gli occhi e abbassando ulteriormente la voce rispose"Che centra!Parlavo di te e lui!"
Fred gli si avvicinò e socchiuse gli occhi quasi volesse imitare l'atteggiamento concentrato e strafottente di Bill"Credevo lo capissi.Non si parlavano per colpa mia.Suo padre non crede che sia l'uomo adatto per Lisa.Lui voleva darla ad un ricco imprenditore della Virginia, sai...ma sì, lo sai!"Fred ebbe un altro moto stizzoso cosa che lo indusse quasi a schizzare via dalla poltrona,s otto lo sguardo mesto dell'amico.
"Non immaginavo.."iniziò Jim portandosi una mano alla testa.Si passò le dita frai capelli "Io che ne potevo sapere.Eri fuori di te, stamattina, quando mi hai detto che lui poteva aiutarmi"
"L'ho fatto perchè Lisa ha insistito.è stata lei a dirglielo .Poi, ovvio, voglio aiutarti.Bill è un idiota ma nel suo lavoro è professionale.Non farà la differenza solo perchè sei mio amico.Non mi può soffrire, ma se tu vali per quel che vuole lui, sta pur certo che diventerete amiconi"Il viso gioviale e allegro di Fred s'era fatto ancora più cupo. Sembrava intento a fissare i tasti del pianoforte, ma Jim era più che certo che non li stesse guardando realmente.La sua mente doveva essere altrove.
Jim si alzò, incerto su cosa fare.
Odiava quelle situazioni. E per di più non ci stava capendo nulla.Era ancora ferocemente stordito dal mal di testa con cui si era svegliato. E trovarsi in quella casa piena di tensione di certo non l'aveva aiutato. C'era sicuramente molto altro sotto e a lui non interessava di certo.Però Fred era il suo migliore amico, suo fratello in un certo senso e non se la sentiva di lasciarlo solo vedendolo in quello stato.
"Amico c'è qualche problema anche con Lisa, per caso?"Aveva, dunque, chiesto posando una mano sulla spalla di Fred.

"No, nessun problema, Jim,v a tutto bene.Non preoccuparti per noi"

A rispondere era stata Lisa, che era tornata indietro molto silenziosamente e ora era ferma accanto al divano.Sorrideva e sembrava più tranquilla.C'era una vaga ombra nel suo sguardo verde, ma per il resto era rilassata come non gli era apparsa mai in tutta la serata.
Jim stava per ribattere, per scusarsi o dire qualche asltra sciocchezza ma lei lo fermò scuotendo la testa, sempre sorridendo"Vuoi fermarti a cena?Ci farebbe piacere, non è vero Fred?"
Fred annuì,rivolgendosi con un sorriso ampio all'amico.La serenità della moglie parve quasi contagiarlo."Ma certo, sì resta, perchè no?"

"Ma io, veramente..."
Fred lo afferrò per un braccio ridendo"Dai, avanti rimani.Che te ne torni a fare da solo in quella casa vuota?Rimani e basta"Gli strizzò l'occhio e Jim non potendo rispondere altrimenti sorrise e annuì.

**
Molto più tardi Jim rientrava in casa. Appena aperta la porta si sentì incredibilmente sollevato. Finalmente,solo.
Era stata una giornata strana, al limite dell'assurdo. E quel mal di testa maledetto non aveva accennato ad abbandonarlo neppure per un istante.
"Deve essere una punizione divina"si disse mentre si sfilava la giacca e allentava il nodo della cravatta.
Gli aveva fatto piacere ,però, rimanere a cena a casa di Fred.Dopo che Bill se n'era andato, ml'atmosfera fra Lisa e Fred s'era fatta meno tesa.
Lisa,i n particolare, aveva perso quell'espressione spaventata. Aveva parlato molto, aveva riso e aveva ascoltato attentamente i loro discorsi.
Sembrava, inoltre, particolarmente interessata al suo lavoro ed assicurava che suo fratello avrebbe trovato il manoscritto di suo gusto.
Era un bravo regista, gli aveva assicurato, suo fratello.Un tipo con i piedi per terra.
Jim non voleva contraddirla, dicendole che non era quello che le era sembrato, quindi si limitò a sorridere ed annuire.
In realtà non era molto convinto della cosa. Non gli piaceva Bill, proprio per nulla.E non solo per il comportamento che aveva avuto anche nei suoi confronti, ma soprattutto per come si comportava con Fred.
Jim era sempre stato incredibilmente protettivo nei confronti di Fred, se ne rendeva conto.
Era un po' come se fosse il suo fratellino e ci teneva a che fosse felice e tutto andasse bene.
Solo che raramente le vite degli uomini vanno bene o sono tutte rose e fiori.
"E tu lo sai bene, vecchio mio"disse rivolto alla propria immagina mentre passava davanti ad uno specchio, dirigendosi in camera sua.
La stanza era rimasta in ombra tutto il giorno ed adesso era buia più che mai.
Solo che era anche maledettamente calda,per cui si affrettò ad aprire le imposte.
L'aria della notte, con il suo contorno di rumori stradali a poco a poco saturò la stanza, mentre Jim si lasciava cadere stancamente sul materasso, sfilandosi con un gesto nervoso la cravatta e gettandola a terra,da qualche parte,dove poco dopo fu raggiunta anche dalla camicia.
Si sistemò meglio sul cuscino e chiuse gli occhi.Per la prima volta da un bel po' di tempo riuscì ad addormentarsi prima ancora che i soliti pensieri notturni gli attanagliassero il cervello.Si addormentò con un vago sorriso sulle labbra,nonostante tutto.
  
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