Fanfic su attori > Josh Hutcherson
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Autore: Lachiaretta    03/04/2014    10 recensioni
AVVISO AI LETTORI. La storia inizia circa un anno dopo la fine di “How I meet Josh Hutcherson. Consiglio quindi chi non l’avesse letta di vederla velocemente. (Tranquilli è molto breve).
Chiara e Josh ormai sono praticamente una coppia, ma la vita insieme non è facile. Loro credevano che il problema più grande fosse la distanza. Venezia Los Angeles non sono proprio a due passi. Ma quando questa difficoltà verrà superata scopriranno altre insidie a minare il loro amore.
Nuove amicizie, gelosie e tradimenti. Questo e molto altro.
Seguitemi.
DAL CAPITOLO 9: Dentro di me però è altro quello che vorrei dirgli. Due parole mi frullano nella testa. Due parole che però rimangono solo nella mia testa. TI AMO.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'ME & JOSH'
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1.
 
Dove eravamo rimasti?
“E adesso vuoi fare?” Gli chiedo. Ci stiamo fissando ancora negli occhi. “Farti innamorare perdutamente di me.” “Credo che tu ci sia già riuscito.” E la sua bocca si unisce alla mia nel più caloroso bacio che abbia mai ricevuto. 
 
Da allora le cose sono un po’ diverse. Io ho sempre il mio lavoro e viaggio sempre molto.
Josh è ancora un attore di successo e sta per iniziare le riprese degli ultimi due film della saga di Hunger Games.
Noi però adesso siamo una coppia, o almeno ci proviamo. Non è facile data la nostra distanza, Los Angeles – Venezia non sono proprio a due passi, ma ce la stiamo mettendo tutta.
Io sono riuscita ad ottenere un, per così dire, “monopolio” delle società con sede negli USA, tanto che, dopo la Green spa, sono dovuta tornare già 7 volte in Nord America. Ed ogni volta mi prendevo la mia meritata pausa e trascorrevo qualche giorno nella casa di Los Angeles di Josh, ovviamente con lui.
Lui invece credo che stia progettando di acquistare una compagnia aerea. A settimane alterne sale su un volo e viene da me, anche per fermarsi solo uno o due giorni.
Nonostante tutto il nostro impegno non è comunque facile. Ci fidiamo cecamente l’uno dell’altra e io evito accuratamente di guardare ogni magazine per non cadere vittima di maligni pettegolezzi, anche quando si parla di noi. Adesso poi che stanno per iniziare le riprese di Mockingjay non si parla che di lui, di Jennifer Lawrence e di “Joshifer” (Chiariamo subito questa cosa. Non creerò una fusione dei nostri nomi perché suonerebbe veramente sgradevole. Josara? Chish? Per carità.) So che i paparazzi riescono ad inventare qualsiasi storia, anche le più assurde,  quindi ho deciso che rimanere ignara di tutto sia la soluzione migliore. (Sbaglio?)
Ed eccoci brevemente arrivati ad oggi. Un anno dopo, diversi aerei dopo e tanti tanti tanti baci (e non solo) dopo l’ultimo con cui vi avevo lasciato.
Vi ho raccontato come ho conosciuto Josh Hutcherson, adesso vi racconterò la mia vita con Josh Hutcherson.

Giorno 1. LA SVOLTA.

Mercoledì, ore 10.50. Sono seduta alla mia scrivania intenta a studiare i bilanci della mia ultima chiusura, gongolando per la velocità con cui l’attività sia ritornata all’attivo. Lo ripeto che non è per vantarmi, amo il mio lavoro e sono brava nel farlo, tutto qua.
Oggi c’è un po’ di tensione in ufficio. Il capo dovrebbe rientrare a momenti da un meeting alla sede centrale di Roma. Immaginatevi 8 capi, uno per ogni sede (due in Italia, una in Francia, due in Spagna, una in Belgio e due nel Regno Unito) oltre ovviamente al capo dei capi, seduti in una sala riunioni a decidere chissà che cosa per far funzionare al meglio tutte le sedi. Chissà quali saranno le novità.
***
Mezz’ora sento l’ufficio in fermento. Vedo il mio capo procedere a grandi passi verso il suo ufficio. Un paio di segretarie gli sono già addosso come avvoltoi. Una gli porge un caffè come contentino e una quarantina di fogli di telefonate ricevute nei due giorni della sua assenza. Un’altra, con agenda alla mano, chiede conferma di tutti gli appuntamenti fissati e di quelli da aggiungere. Lui afferra il caffè e gli fa cenno di lasciargli spazio “Fatemi almeno togliere la giacca!” Ringhia. Sembra nervoso. Poi si volta verso di me e mi urla “Renaldi! Nel mio ufficio tra cinque minuti.” Tutto l’ufficio mi sta fissando ammutolito. Spero di non dover avere paura. Dopo 4 minuti e 30 secondi sto bussando alla sua porta. 
“Chiara, accomodati pure.” Mi siedo sulla poltrona in pelle nera di fronte a lui.
“Grazie. Com’è andata la riunione?”
“Oh. Direi veramente molto bene. Stiamo andando alla grande.”
Gli sorrido sollevata. “Positivo allora”. Per un attimo ero veramente molto preoccupata.
Mi sorride anche lui ma con meno entusiasmo. “Dipende dai punti di vista.”
“Cos’è successo? Mi devo preoccupare?”
Lui si alza e si riempie un bicchiere di rum. Offre un bicchiere anche a me che però rifiuto (sono le 11.30 del mattino!!). Torna a sedersi e sorseggia il suo drink senza proferire parola.
“Taglia corto. Vuoi dirmi cosa succede? Quest’attesa mi fa impazzire.”
“Ti ho detto che stiamo andando alla grande. Sempre più attività si rivolgono a noi anche solo per la loro quotidiana gestione. Ormai stiamo diventando un pilastro in quest’ambito.” Sospira. “Questo direi che è un bene. Quindi?” “Quindi vogliono aprire un’altra sede per ingrandire il mercato estero. Il tuo portafoglio clienti non ha lasciato dubbi. Tu eri il loro –uomo-. Ti hanno scelta per gestire la nuova sede. Tu e un altro promettente ragazzo della sede di Roma. Saranno selezionati anche altri quattro dipendenti, due per ogni sede italiana. Il resto del personale verrà assunto il loco.”
Rimango spiazzata da queste parole. Gli occhi spalancati e credo di avere anche la bocca aperta. “Non credo di aver capito bene” balbetto “Aprite una nuova sede e volete che io la gestisca? In altre parole mi state promuovendo?” Lui annuisce con la testa. “Ma è fantastico. Sarò il capo!”
“Sarete due capi. Dovrete lavorare insieme.” Mi sta fissando e vedo che non è contento “Chiara forse dovresti rifletterci bene prima di accettare. Essere il capo comporta delle grandi responsabilità. Tu vivi per il tuo lavoro e so che saresti un ottimo capo, ma perderai la parte del tuo lavoro che ami di più. Dovrai restare in sede a coadiuvare chi lavora per te. Salvo alcuni casi particolarmente importanti non andrai più nelle aziende. E ovviamente avrai molti meno riposi. Dovrai fare il mio lavoro insomma.” Sospira ancora e prima che io potessi dire qualcosa continuò “E voglio aggiungere che io non voglio perdere il mio miglior elemento.” Rimango in silenzio a guardarmi le unghie molto poco curate e cerco di appuntarmi mentalmente che devo chiamare la manicure. In realtà sto solo cercando di non ascoltare gli altri pensieri che mi rimbombano nella testa. - Niente riposi, niente più trasferte. Niente più Josh? Però un’offerta così potrebbe non capitarmi più nella vita. Già una volta ho preferito la carriera all’amore. E adesso cosa farò? -
Guardo l’uomo davanti a me e so che si aspetta che io dica qualcosa “Ti ringrazio, per tutto. Ho tempo per rifletterci?”
“Certamente. Aspettano una risposta per lunedì.”
Gli faccio un cenno di assenso con il capo, poi mi alzo e mi dirigo verso la porta. Prima che potessi uscire dalla stanza lui mi ferma. “Non vuoi sapere dove sarà la nuova sede?” “Ah già. Dove?” Lo vedo gonfiare il petto come tutte le volte che deve dare una notizia importante. “Sai, avevano proposto la Norvegia, o la Grecia. Ma io mi sono imposto. Ho detto loro che se dovevo lasciar andare la mia miglior collaboratrice per  espandere il nostro mercato, allora bisognava farlo alla grande. Sono stati tutti d’accordo.” Ora mi sta sorridendo. “ABBIAMO SCELTO LOS ANGELES”.

 
 
   
 
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