- Svegliati Hanna! Se non fai presto, arriverai in ritardo per il primo giorno di scuola!
- Mamma! Sono solo le sette! Sono puntualissima! – gridò Hanna dalla sua camera.
Prese al volo qualcosa dall’armadio, si fece la doccia, mangiò al volo una tazza di cereali e uscì di casa.
- Ehi Hanna, non è un po’ strettina quella maglietta?! Ahahaha – le gridarono i ragazzi della squadra di football mentre passava davanti a loro per raggiungere il suo armadietto. Hanna non era la classica bellezza. Aveva qualche chilo di troppo, ma non le sembrava affatto giusto che la prendessero così tanto in giro solo perché non aveva la pancia piatta, il seno piccolo o le gambe magre. Loro non la conoscevano. Mentre camminava per strada la gente la fissava, sentiva gli insulti che le tiravano, la imbarazzava dover comprare vestiti per donne adulte. Beh, era per questo che aveva cominciato a vomitare. Glielo aveva consigliato Alison. Alison era una delle sue migliori amiche. Certo, a volte era un po’ dura con lei, ma le voleva un gran bene.
Mentre prendeva i libri dal suo armadietto, vide che una ragazza con delle ciocche di capelli fucsia aveva aperto quello accanto.
- Ciao, io sono Aria! Sono nuova di qui, e non conosco nessuno… Sei Hanna, giusto? Ho visto che sei nel mio stesso corso di letteratura. – Le disse, chiudendo l’armadietto.
- Ciao Aria! Il professor Fitz ci aveva detto che sarebbe arrivata una nuova studentessa! Ti va di andare insieme in classe? – Le rispose.
- Oh, volentieri! Non è che ti andrebbe di farmi fare un giro della scuola? Ho bisogno subito di caffeina o morirò dal sonno! Ahaha – disse Aria, incamminandosi per il corridoio.
Hanna era un po’ sorpresa. Di solito quella popolare con cui tutti volevano fare amicizia era Alison, ma era grata ad Aria per averle parlato così gentilmente, dato che quella mattina non era iniziata proprio alla grande… Prima di uscire di casa, aveva sentito i suoi genitori litigare. Un’altra volta. Iniziava sempre tutto per una sciocchezza, cose come: “dove hai messo il latte? sei sempre così disordinata!” o “eravamo d’accordo che avresti portato tu Hanna al cinema, o te ne sei dimenticato?!” e finiva sempre con uno dei due che usciva sbattendo la porta. Una volta papà non era tornato per due giorni, ma Hanna ormai era così abituata a restare sola, che quasi non se ne era accorta.
“Beh, andiamo a lezione, e speriamo che oggi sia meglio di ieri!” pensò Hanna raggiungendo Aria.