Storie originali > Generale
Segui la storia  |      
Autore: EmilyRedhead    03/04/2014    0 recensioni
Perché io ero piú forte di quel male,io ero forte potevo superare tutto,a piccoli passi ne sarei uscita,a piccoli passi tutto poteva tornare come prima,dalla famiglia unita,al rapporto con mia sorella,magari anche il primo e unico amore poteva tornare...Ma prima di tutto dovevo ritrovare me stessa!"
Genere: Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Crack Pairing
Note: Raccolta | Avvertimenti: Incompiuta
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
21 Dicembre 2006
É da qui che ha inizio il "disastro" é da qui che mi son persa,é da qui che ho iniziato ad odiare la vita,e anche me stessa,a chiedermi "perché proprio a me'?!?...Ma andiamo con ordine e partiamo dal principio.

Avete presente la classica famiglia da "Mulino Bianco"? Bene,era quella che immaginavo di avere,o meglio speravo! So che non esiste una famiglia "perfetta", ma felice si! Una unita si! Ma tutto ció nella mia non esisteva. La mia era cosí: la mia adorata Assunta mia madre,una donna eccezionale,una di quelle "forti" che sá i valori della vita,che ha sofferto tanto,ma con il sorriso sempre stampato in faccia! Mio padre uno che sta sempre per le sue,uno che la vita se la gode e prende tutto alla leggera,fin troppo direi! Ah si lui é Pietro.Terry, mia sorella maggiore che un tempo aveva un cuore e una sensibilitá (qualitá ormai andate perse) e poi c'ero io,Emily,che a quei tempi ero quella bambina giá troppo cresciuta,giá carica di problemi familiari,giá con troppa rabbia e odio in corpo,quella bambina che non avrebbe mai immaginato cosa la vita aveva riservato per lei....
Dicono che i ricordi piú belli sono quelli dell'infanzia perché cresci spensierata,tra mille sorrisi,con tanto amore,tra i mille guai,che poi ci passi su con un sorriso,tra i giochi, tra i primi amici,tra i primi affetti...insomma tutte quelle piccole cose che uno si porta dentro,che quando sará adulto potrà ricordare con gioia,quella gioia che gli farà nascere un sorriso spontaneo a pensare a quanto si era felici da piccoli,bello eh?!? 
Ma se invece una persona l'infanzia non l'ha vissuta?Se invece di sorrisi c'erano solo pianti e sofferenze? Se invece di godersi le giornate a divertirsi,si cercava solo di evitare quelle scene che ti facevano star male? Cosa si porta dentro? Beh io lo só! 
Io ogni giorno cercavo sempre un rifugio,o una scusa per "evadere" per non vedere quelle scene di odio,spesso violente,per non sentire quelle parole piene di odio e rabbia,quelle stesse parole che ben presto mi fecero capire che i miei non sarebbero mai stati come dei genitori belli uniti e compatti,no! Ma che stanchi ormai,avrebbero mollato tutto per prendere strade diverse e per mettere la parola fine! Ma io a 10 anni mica le volevo accettare queste cose? Non volevo accettare di andare a scuola e di sentirmi dire che ero quella bimba piú bruttina,piú grassottella,piú stupida...non volevo accettare di avere un padre che non era mai presente,non volevo accettare di vedere mia madre star male,ne di non aver avuto mai nessuno a distrarmi,insomma tenersi tutto dentro e andare avanti cosí,tanto le cose si sarebbero aggiustate prima o poi,pensavo....tanto non poteva andare sempre tutto storto mi dicevo.... E invece....

A settembre iniziarono le scuole medie,i prmi giorni quelli fatti per cercare di integrarti nella classe,per fare amicizie,per capire cosa ti aspetta. Quei giorni per me erano emozionanti,perché mi rendevo conto che a piccoli passi stavo crescendo e che tutto si faceva piú intenso anche lo studio e li pensai : "figo!"
Si perché in quel modo potevo avere la mente occupata,non pensare a niente in modo da distrarmi e non concentrarmi sul caos intorno. Per fortuna nella mia classe c'era Fabiana un'amica con cui avevo fatto le elementari insieme,almeno cosí entrambe avevamo meno imbarazzo visto che non conoscevamo nessun'altro. Al suono della campanella il cortile della scuola si riempiva di genitori che aspettavano tra la folla di ragazzi e ragazze i propri figli,e si leggeva in faccia l'entusiasmo che avevano di sapere com'era andato il primo giorno di scuola di raccontarsi quest'emozione...io nel cortile non avevo nessuno ad aspettarmi perché abitavo non molto distante da scuola,ma pensai ugualmente di voler raccontare anch'io com'era andata la mia giornata,ma avevo dimenticato che una volta arrivata a casa si viveva la stessa routine di tutti i giorni, le scenate non c'erano piú perché ormai mio padre non viveva piú con noi,ma nell'aria si percepiva quel filo di dolore,quella sorta di malinconia,quella rabbia assurda e quel dannato silenzio... A quel punto restavo in silenzio anch'io ma cercavo in tutti i modi di far capire a mia madre che poteva superare anche questa! Che la vita continuava anche senza un uomo che aveva tradito la sua fiducia piú volte,che era l'inizio ma che poi col tempo avrebbe capito che quella era la cosa giusta da fare! (magari l'avrei capito anch'io) e avrei voluto parlarne anche con mia sorella,ma lei per certi aspetti era uguale a mio padre,sembrava che le cose le scivolassero di dosso non lasciando alcun segno,o forse era come me,si teneva tutto dentro con la differenza che lei non voleva essere aiutata,e sinceramente non só neanche io cosa volesse,peró so cosa provava,só che in fondo anche lei sentiva quel vuoto dentro.
E i miei giorni andavano avanti tutti cosí,con questa monotonia micidiale,ogni giorno le stesse cose,gli stessi pianti,le stesse lunghe chiaccherate con mia madre. Ma da li a poco, a sapere cosa mi stava per succedere avrei di sicuro preferito quella monotonia a altro...
Io che ero una ragazzina super attiva,che nonostante tutto non si fermava mai,che amava essere occupata e fare trentamila cose al minuto,proprio io iniziai a sentirmi strana,stanca,svogliata,come se qualcosa dentro di me si stesse spegnendo.
Una mattina di metá novembre mi alzai presto come al solito per andare a scuola,ma mi sentivo stanca,stanchissima,non avevo neanche la forza di guardarmi allo specchio ma pensai che era il troppo stress di quel periodo a farmi sentire cosí quindi non diedi troppo peso alla cosa,mi preparai con quel filo di voglia e andai in contro a Fabiana che mi stava aspettando : <> mi disse perplessa, <> e all'improvviso tornai sul pianeta terra, <> Cosí ci precipitammo di corsa in classe,e ci mettemmo a sedere un minuto prima che entrasse la Professoressa di inglese. Durante la lezione mi assentai di nuovo con la mente,sentivo solo bisbigliare intorno a me,avevo un forte giramento di testa,presi le mani e le portai alla testa come per fermarla! <> disse la Prof,io feci un cenno con la testa e chiesi di poter uscire per andare in bagno,e mentre uscivo guardai Fabiana per fargli capire di seguirmi,dopo qualche minuto eravamo nel bagno e io avevo la testa che sporgeva dalla finestra per prendere un'po d'aria.
<> <> Ma dopo due minuti svenni tra le sue braccia,ero coscente,era solo il mio fisico ad aver ceduto,lei andó nel panico e stava per chiamare il bidello,ma io gli dissi di non farlo che stavo bene,di non preoccuparsi tempo 10 mimuti e mi sarei ripresa! Al suono della campanella erano giá tutti nel cortile felici di tornare a casa (tutti tranne me ovviamente!)
Nel tragitto Fabiana era silenziosa, <> Ma dannazione! Qesta domanda non mi era mai stata fatta,neanche il primo giorno, e mi viene fatta oggi che sono svenuta nel cesso della scuola?!? Wow mitico!
<> risposi con un finto sorriso. Nel pomeriggio mentre mi stavo preparando per andare da Fabiana,sul braccio sinistro notai tanti piccoli lividi,rimasi un po perplessa perché ero certa di non aver preso alcuna botta! Ma vabé mi infilai di corsa la tuta,la felpa e scesi, <> disse con un'aria scherzosa, <> Iniziammo a studiare e dopo circa due ore facemmo una pausa. <> <> risposi. E in effetti erano già diversi giorni che il mio stomaco rifiutava il cibo. Mentre lei era in cucina io come al solito rimasi incantata davanti al suo bellssimo pianoforte a coda che aveva nel salone,e ogni volta mi chiedevo che senso avesse tenerlo li per bellezza,quasi da esposizione dato che nessuno nella sua famiglia sapeva suonarlo. <> disse mentre mangiava dei crackers <>  <> dissi ad alta voce, guardandomi le mani come se non fossero le mie. Rimanemmo in silenzio per qualche secondo,quando udí un battito di mani seguito da una risata,mi girai di sbotta e BAM! Mio padre! Rimasi senza parole e guardai Fabiana. <> disse mio padre con un aria soddisfatta,io non riuscivo a dire niente,volevo solo sapere come si trovava li! <> disse Fabiana con aria quasi dispiaciuta. Ma non sapevo neanche io in quel momento se mi facesse piacere vederlo o meno,non sapevo ne comprendere e ne gestire l'emozione di quel momento,ma decisi di restarne fuori da tutto,decisi di mettere una regola,perché in fondo lui aveva fatto del "male" a mia madre,in fondo lui non andava piú d'accordo con mia madre,non con me! I figli ne restano fuori! A differenza di mia sorella io non provavo odio nei suoi confronti,ma anzi speravo che un giorno le cose si sarebbero aggiustate! Dopo poco le mie braccia erano strette a lui,e lui mi abbracció cosí forte da farmi mancare il respiro,era pur sempre mio padre! E non c'é cosa piú bella dell'amore di un padre verso la figlia! Davanti a quella scena Fabiana scoppió in lacrime e io la ringraziai abbracciandola forte. Rimasi tutto il pomeriggio a parlare con lui,poi lo salutai per tornare a casa,ringraziai ancora Fabiana e me ne andai. Arrivata a casa non dissi nulla a mia madre di essere stata con lui,anche se magari mi si leggeva in faccia di essere meno sofferente...
  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Generale / Vai alla pagina dell'autore: EmilyRedhead