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Autore: Shirokuro    03/04/2014    2 recensioni
{ tsumugu/chisaki | tsumugu's pov | one-shot di 1200 parole circa | introspettivo; sentimentale | probabile ooc | dedicata a fear }
Ingiusto che tu, che hai cambiato me, debba voler restare sempre la stessa. Scorretto come tu, che in verità non hai potuto far altro che maturare e crescere, non te ne voglia accorgere. Non posso far altro che amarti, asciugando le tue lacrime che rappresentavano i tuoi tentativi di restare la stessa di Allora andarsene silenziosamente, impedendoti di fermare tutto ciò. Ma tu che sei la Natura che mi circonda, questa Tempesta che mi avvolge nei momenti meno propizi, sei ciò che conservo gelosamente; il mio tesoro color acqua, quello che è trasparente e non mostra le sue vere emozioni, quello che si tradisce sempre in un modo o nell'altro.
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Tsumugu Kihara
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Bhe, oramai è fatta. Non posso tornare addietro in questo preciso istante. Io mi vergogno veramente tantissimissimo di questa cosa, per due ragioni: sì, ho scritto su Chisaki e Tsumugu e posto ciò lo stesso giorno in cui la serie si conclude e io - giustamentissimamente - dovrò attendere questo week end per vedere l'ultimo l'episodio (grazie mondo) e, secondo, questa cosa supera i limiti del ridicolo e i personaggi (il personaggio e colei di cui parla, invero) sono OOC. Ma quando mi sono proposta di scrivere una storia su Tsumugu basandomi su A Te di Jovanotti, mi sono ripromessa che come sarebbe venuta, l'avrei resa pubblica. Perché questa canzone rappresenta la mia vita, i miei pochi bei ricordi. Scrivere su questa droga, basandomi su un'altra ossessione. Quindi, eccovela qui, questa shot. Perché i feels fanno male ad una giovane fangirl in crisi a causa di una scissione del suo cuore.
Avrei da precisare un unico dettaglio: è tutta per te, Miku aka Fear aka Rebecca aka ti voglio bene e lo sai. Perché se ho preso quest'iniziativa è stato pensando a te, che sei tanto devota alle tue passioni, proprio come Tsumugu-kun è devoto a Chii-chan.
In definitiva, sopportate questa fan fiction scritta in un momento di totale smarrimento personale (?). Buona lettura.

 
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   Sai, Chisaki, lo sapevamo tutt’e due che sarebbe successo, che ci saremmo innamorati.
   Sono passati anni, lunghe giornate che ho sperato non finissero più, trascorse nella quotidianità più normale. La mattina ci svegliavamo di buon’ora per non far tardi a scuola – quel Liceo vicino al centro città che avevamo scelto per comodità –, tornavamo a casa nel pomeriggio e non facevamo altro che incrociarsi occasionalmente per casa, ad aiutarci nelle più banali faccende, ad infonderci coraggio durante lo studio e la preparazione per gli esami di fine trimestre. E tu sei cresciuta ogni giorno di più.
   Ti ho vista cambiare, di tanto e di poco, ti ho vista impegnarti a restare la stessa e fallire in varie occasioni. Ti ho osservata per tanto tempo e ho imparato a conoscerti sempre meglio nel tuo modo di fare, quando silenziosa cercavi di trovare la confezione delle bustine del thè o magari qualche ciotola color terra in cui versare l’acqua bollente per il ramen caldo; intanto sei andata avanti nonostante il dolore che provavi ripensando ai nostri vecchi compagni.
   Ripensandoci, grazie a te la vita è diventata molto più leggera di quanto fosse prima, perché ho avuto affianco a me il mare che tanto amo. Non sono più andato a pesca tanto spesso, tu sei stata sempre al mio fianco. In silenzio a guardare assieme un futuro incerto, ti ho amata. Ho sempre ammirato il tuo viso, rimirato le tue emozioni che si riflettevano su di esso senza darti la tregua che pregavi mentre ti accorgevi di questa attenzione, trasformando lo stupore per l’avvenimento precedente in imbarazzato poco mascherato. La paura, il coraggio e la determinazione, aggiunti alle altre espressioni che si sono dipinte tante volte sul tuo volto niveo ti hanno sempre resa speciale.
   Ogni volta che è arrivato il tuo compleanno, io non sapevo cosa donarti. Ho girato migliaia di volte lo stesso negozio e dopo un paio di locali, ho sempre rinunciato e deciso che anche quell’anno ti avrei donato le solite banalità quali bracciali color notte o collane che riflettevano giocosamente la luce dei tuoi splendidi occhi, tipici dello Shioshishio quanto esclusivamente tuoi e di nessun altro. Ogni volta, ho voluto ridere di me stesso ed uscire dal centro commerciale soddisfatto dell’acquisto. 
   Volevo renderti felice con quel poco che potevo, nel mio tacito affetto.
   Eppure non sono mai riuscito a sorprenderti. Forse eri delusa, ma hai sempre sorriso guardando con compassione il tuo dono, o se non era compassione non poteva comunque essere euforia, felicità, meraviglia. Lasciavi che le tue sopracciglia si curvassero all’insù e che le labbra facessero lo stesso, mentre i tuoi splendidi diamanti – incastonati in quella luce di perla che è la tua faccia – si facevano plasmare e prendevano la stessa aria che aveva il tuo volto. Chissà perché, ma è accaduto spesso, talmente tanto che non mi è difficile ricordare quest’espressione malinconica.
   Sei stata così fragile a modo tuo, Chisaki, rompendoti in mille pezzi come una bambola di porcellana rara e facile da frantumare; però tu sei riuscita sempre a ritrovare tutti i cocci e ricomporre quello che è parso un mosaico non ricomponibile e con un incollante ancora più forte di quello di prima, riassemblavi il tuo giocattolo perché eri anche forte e costante; le lacrime sono sparite nell’arco di pochi secondi tante volte nello stesso modo, senza che me le mostrassi. Ma le ho sempre viste. Col tempo questa tua maschera di creta cotta l’ho rimossa, ho scavato nelle tue emozioni strappandotela via dolcemente ed ho pianto dentro di me scoprendo che nonostante il mio affetto ricambiato, non volessi tradire – come hai sempre creduto – gli Addormentati del mare dimenticandoti di loro e dei sentimenti che nutrivi nei confronti di Hikari – perché non era giusto che tu andassi avanti con la tua vita, lasciandoli abbandonati al loro destino.
   Sei sicura che non me ne sia mai accorto, di questo vostro teatrino e forse non ho ancora notato cosa si cela tra le righe di questo copione scritto da voi quattro – in fondo io ho solo il mero compito di recitare la mia parte –, ma sono sicuro che nessuno mi possa impedire di interpretare questo spettacolo surreale che parla di un incontro inaspettato con te e la tua compagnia, che narra i miei sentimenti che si sono sviluppati dalle medie fino ad oggi e dei tuoi che non sono ancora stati scoperti del loro velo di paura e di insicurezza. Di questo curioso teatro, io non sono altro che una comparsa che è apparsa fin troppo spesso in questo orrendo spettacolo fatto nel cortile di casa.
   Orrendo perché non ho modo di spaventarmi di fronte alla tua forza, quella che si trasforma in timore ad ogni battuta, impedendomi di abbandonarmi alla superficie del muro ammirando la tua presa di posizione. Non importa come, in lacrime, stringendo i pugni, gridando, sussurrando, in silenzio, allontanando chi ti sta intorno; a me bastava che tirassi fuori il tuo coraggio, perché non ti è mai mancato, Chisaki. Perché come il mare, sei imprevedibile. Hai pianto per darti forza, come la tempesta intensifica la forza delle onde; hai sfruttato ogni silenzio per realizzare di star facendo la cosa giusta o sbagliata chessia, come quando il mare si placa per lasciar ragionare il marinaio malinconico. Non è allora orribile, che in questo gioco tu sia la pedina più al margine della scacchiera? Secondo me, lo è.
   Ingiusto che tu, che hai cambiato me, debba voler restare sempre la stessa. Scorretto come tu, che in verità non hai potuto far altro che maturare e crescere, non te ne voglia accorgere. Non posso far altro che amarti, asciugando le tue lacrime che rappresentavano i tuoi tentativi di restare la stessa di Allora andarsene silenziosamente, impedendoti di fermare tutto ciò. Ma tu che sei la Natura che mi circonda, questa Tempesta che mi avvolge nei momenti meno propizi, sei ciò che conservo gelosamente; il mio tesoro color acqua, quello che è trasparente e non mostra le sue vere emozioni, quello che si tradisce sempre in un modo o nell'altro.
   Hai capito tutto quello che provo per te, quindi ho solo una richiesta da farti, più di una invero, ma alla fine sono la stessa identica proposta. Non lasciare che dopo tante parole, i tuoi silenzi – che finora hanno significato più di discorsi pieni di parole futili – diventino vuoti, continua ad insegnarmi come vivere al tuo fianco. Insegnami a nuotare assieme a te, nelle profondità di questi vasti sentimenti, ed a volare sopra le tue paure sciocche, affinché possiamo continuare a ricambiare a vicenda questo nostro sentirci uniti e tenerci per mano per non cadere. Non rendere il tempo che passiamo assieme inutile, riempiamolo di momenti, di ricordi. Continua a cercare conforto tra le mie braccia, che ti stringono dolcemente per impedire che tu ti spezzi come quelle bambola fatte di creta, che devono ancora essere ultimate. E se mai dovessi arrendermi di fronte ad una qualsiasi difficoltà, ti prego, raccoglimi come fossi una conchiglia blu sulla spiaggia di questa città marittima. Non lasciarmi mai solo.
   Quindi, Chisaki, ti chiedo di continuare ad amarmi, mio unico e grande amore, perché sei la sostanza dei miei sogni e dei miei giorni che trascorrono lentamente. Nient’altro che questo.
   
 
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