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Autore: thembra    03/04/2014    3 recensioni
Gli occhi di lui non l’avevano più guardata come in precedenza, sembravano scivolare oltre la sua persona senza vedere che anche senza mutazione era rimasta la stessa identica ragazzina di sempre, sembravano vedere un’estranea distante e fuori posto in un quadro di personalità ben definite e collocate all’interno della cornice.
Genere: Sentimentale, Slice of life, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Anna Raven/Rogue, Logan/Wolverine
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Piangeva come una scolaretta, le braccia di Logan la stringevano fin quasi a soffocarla ed i suoi palmi le fasciavano i fianchi mentre la roca voce di lui, commossa e tremula le bisbigliava all’orecchio di non piangere più; parole queste che sortivano in lei l’effetto opposto perché più lui le sussurrava di smetterla più l’emozione che c’era in lei esplodeva facendola piangere come mai aveva fatto in vita sua.
 
“Ssssssssht”
 
Piangeva Marie perché lo spirito di lui l’aveva sentita e raggiunta, piangeva perché le sue mani addosso erano conforto e sicurezza e piangeva perché sentire il suo petto duro e forte sorreggerle la schiena era realtà; la ruvidità del suo mento contro la guancia per lei era la più dolce delle carezze e poteva sentire il suo cuore battere agitato e le dita delle sua mani enormi tremare contro la pelle delicata dei suoi fianchi che scottavano dove lui la sfiorava.
 
Le lacrime che le velavano gli occhi cadendo sugli avambracci di lui sembravano rintocchi di lancette, la voce gentile di Logan una melodia bassa e costante, i suoi respiri nell’orecchio brivido, la sua vicinanza era magia e quelle mani ruvide e callose stavano facendo meraviglie su di lei.
 
 
“Non piangere…”
 
Pian piano il respiro si calmò e così anche i singhiozzi e i gemiti strozzati. Tirò su col naso asciugandosi le guance irrorate di sale, lui la strinse maggiormente ed espirandole sull’orecchio le donò nuovi brividi.
Rimasero così alcuni istanti, in silenzio e vicini, senza più parlare né piangere e l’unico suono udibile era il loro respirare e il fruscio che le mani di lui provocavano contro il maglione di Marie nello spostarsi su e giù in un lento e sensuale massaggio all’altezza dell’addome e dei fianchi e…
Quando il palmo le si posò su di un seno la sua unica reazione fu un respiro un poco più acuto e netto; quando quel palmo si schiuse e i cinque polpastrelli affondarono in quella morbida rotondità le cedettero cuore e ginocchia.
 
Non aveva più rabbia in corpo né odio né ostilità, nessun emozione ribelle che la spingesse ad essere scontrosa e allontanarlo.
Logan aveva accettato e scontato la sua punizione, sopportato la sua incostanza e anche se si era ostinato a chiederle sempre di più, che fosse fiducia o perdono o attenzione non si era perso d’animo e aveva insistito….anche ora, nel momento in cui gli aveva sbattuto in faccia la solidità del legame coi suoi nuovi compagni lui non si era negato alla sconfitta e si era presentato sul suo portico sedendole vicino in attesa dell’ultimo colpo, quello che avrebbe chiuso i vecchi conti, nella speranza che lei gli concedesse la rivincita…
 
Logan era lì, non era un sogno, sentiva la sua stretta il suo abbraccio la sua presenza e… chiuse gli occhi quando le prese il lobo dolcemente fra le labbra mentre col naso le sfiorava l’angolo dove questi s’univa alla mascella.
 
Si sciolse ulteriormente annullando anche la sua ultima difesa, quella dell’attenzione, della reazione; quella della resistenza.
E lui ne approfittò immediatamente girandola con uno scatto senza perdere tempo a guardarla negli occhi, per quello avrebbe avuto tempo più tardi, si precipitò a ghermirle le labbra in un bacio aggressivo e disperato che lasciò entrambi senza fiato e allora un altro e un altro ancora finchè anche le mani di lei gli si strinsero sulle spalle, per averlo più vicino, perché lo voleva sentire anche lei e perché c’era stato un tempo in cui aveva agognato con tutta la sua anima di poter essere la donna che Wolverine desiderava.
Resistendo alla sua irruenza rispose a quel nuovo bacio inclinando il viso, spalmandosi contro il suo petto risalendo con le mani sulla sua nuca, insinuando le dita fra i suoi capelli, premendo coi polpastrelli e le unghie che seppur corte si piantarono lievemente nel suo scalpo.
 
Un gemito netto e gutturale fu il suo segno d’approvazione poi d’improvviso la mano che le premeva sul fondo schiena scese velocemente lungo la coscia piegandogliela e alzandogliela di scatto mentre con un colpo deciso di reni andava a incastrare il proprio bacino a quello ora perfettamente allineato di lei.
 
“Ngh…”
 
Anche lei gli dimostrò d’aver gradito staccandosi dalle sue labbra appena quel necessario sufficiente per respirare, poi di nuovo si concesse e lui la riprese.
Si ritrovò le spalle contro la finestra, le mani di lui sulle natiche, le cosce strette ai suoi fianchi, la sua erezione schiacciata contro l’inguine e sembrava ribollire tutto là sotto, il punto di contatto, il loro sesso, lo stomaco, persino l’aria che respirava dalla bocca di lui era rovente.
 
“…gan!”
 
Non si era mai sentita così con nessun altro, che fosse questo ciò che si provava quando finalmente l’amore tanto desiderato, sognato perso pianto e mai dimenticato finalmente arrivava?
Logan si allontanò dalle sue labbra per concentrarsi sul nervo che dall’orecchio scendeva fino all’incrocio delle clavicole, lei schiuse gli occhi al soffitto in estasi inarcandosi per essergli più vicina, non bastavano le sue mani a premerla contro di lui….voleva sentirlo di più…di più….di più.
 
 “Logan…”
 
Quante volte sdraiata sul divanetto in camera sua aveva sognato d’esser stretta da lui, d’esser baciata, stuzzicata e posseduta con passione e…. una scarica gelida le scosse la schiena e lei tremando esalò un pesante sospiro allungando il collo per dare a lui maggiore accesso.
Che dolci carezze le donavano le sottili ma forti labbra di lui, e la sua lingua… dove passava sembrava scioglierle la pelle, era qualcosa di unico e di eccitante che non faceva che aumentarle dentro piacere e desiderio.
Era la prima volta che li provava con un uomo vero e non nella fantasia o nei sogni, ma nella realtà.
Era felice.
 
E quando le mani di Logan si insinuarono sotto il maglione afferrando anche il bordo del top nero che indossava sotto per sfilarglieli lei non si oppose, né quando la sua lingua scese oltre le clavicole sulla chiara pelle ora scoperta e urlò senza nemmeno rendersene conto nel sentire la dolce ma ruvida carezza delle sua dita direttamente sul seno destro, dove la sua mano s’era intrufolata scostandole il reggiseno che era diventato di troppo, come tutto il resto dei loro vestiti.
Riappoggiò a terra i piedi perché le cominciavano a dolerle i fianchi visto che doveva far ricorso alle sue forze per rimanergli avvinghiata ora che le mani di Logan erano occupate in posti ben migliori…inspirava a denti stretti ogni volta che i suoi pollici le strofinavano i capezzoli e le sue labbra ovunque esse passassero creavano pura estasi e lei ci si stava perdendo dentro.
 
“Uhmn…”
 
In uno scatto improvviso batté la nuca contro la maniglia della finestra, l’acuto dolore servì solo ad eccitarla di più.
 
“Marie…”
“Nhm…”
“Nhg…dove?”
 
Dove cosa? Dove voleva che le mettesse le mani? Oh, dov’erano ora andava più che bene, erano strumenti divini che la stavano facendo impazzire, una su di un seno, l’altra sulla coscia su e giù che ogni tanto le lambiva l’addome scendendo sul bordo dei suoi cargo militari e poi su dove c’era l’altro seno stuzzicato da lingua denti labbra e fiato….
Nessuna obiezione va benone cos- oh!
 
Un improvviso contatto fra i loro bacini le fece capire cosa realmente intendesse lui.
 
Chiuse gli occhi mordendosi il labbro strofinando la propria guancia a quelle deliziosamente ruvida di lui, le sue mani avevano preso a vagare per conto loro sulla sua schiena, su e giù da tempo e nel ridiscendere le insinuò oltre l’orlo dei suoi jeans sfiorandogli i glutei duri e perfettamente tesi, indice e medio le finirono nelle nette fossette facendolo sussultare.
 
“Marie…do-dove!?”
 
In un attimo i suoi palmi le furono sul sedere, ad avvicinarla al proprio inguine mentre con colpi lenti e decisi frizionava la sua erezione ancora prigioniera dei jeans al sesso rovente di lei.
 
“Oooh…”
 
Velocemente si guardò intorno, camera sua era al piano superiore ed era da scartare perché per salire le scale avrebbero dovuto staccarsi e lei non aveva alcuna intenzione di staccarsi da lui, neanche per quei pochi istanti che le sarebbero valsi il paradiso e poi….no, eliminata, il divano del salotto nemmeno, non perché fosse scomodo o altro ma non era il caso… un fulmine le balenò in mente, e lo sguardo si posò sulla porta semichiusa alle loro spalle.
La camera degli ospiti, pulita fresca e il letto enorme era soffice e aveva cambiato le lenzuola da poco e…
 
“Uhnm…”
“Marie!...”
 
Cavoli quant’era duro!
 
“Dietro di…te…”
 
Lui capì immediatamente e camminando all’indietro la trascinò con sé all’interno della stanza che profumava di fresco ed era in penombra visto che l’argento della luna la rischiarava.
Venne rimessa a terra e quando le mani di lui lasciarono il suo corpo lo guardò confusa mentre lui senza smettere di fissarla diritta negli occhi si toglieva giacca camicia maglietta per scendere poi a sciogliere la fibbia della cintura.
Marie deglutì posando le sue fresche dita tremanti sul dorso delle mani roventi di lui.
Lentamente gliele allontanò prendendo a trafficare con la cintura fino a farla scivolare oltre il gancio, sciolse il bottone dall’asola e fece scendere lentamente la zip, senza mai distogliere lo sguardo dai suoi occhi che erano mistero e foreste e puro istinto animale.
Quando ebbe finito diede solamente un piccolo aiuto alla discesa dei jeans risalendo poi con tutte e dieci le dita in una carezza di unghie appena accennata fino a che i palmi incontrarono il dislivello del suo petto, li si posarono in un infuocato contatto pelle contro pelle.
 
“Marie….”
 
Esalò il suo nome sporgendosi in avanti per baciarla posandole le mani ai lati del viso, le mani di lei scivolarono oltre le sue braccia cingendogli le scapole, Logan camminò oltre i suoi jeans spingendoli via, con la coda dell’occhio inquadrò il letto e vi si diresse spingendo Marie all’indietro finchè le sue gambe non incontrarono l’ostacolo del mobile.
Ridendo la spinse guardandola cadere all’indietro e sprofondare nel copriletto di raso dentro al soffice piumone; la sua espressione di iniziale stupore si trasformò in un mezzo sorriso imbarazzato.
Aveva gli occhi liquidi di desiderio la sua Marie, velati da lacrime non ancora versate offuscati dalla passione scuri  e densi come le più torbide tonalità dello smeraldo.
Un lieve rossore le imporporava le guance e scendeva lungo il collo per infuocarle il petto che sussultava sconvolto dal suo affannoso respirare.
Aveva una linea perfetta, curve morbide e armoniose fatte apposta per affondarci le dita, pelle chiara e soda braccia lunghe ma ben messe e gambe toniche dalla forza disumana.
 
Rimase immobile ad osservala, come lei anche lui respirava a scatti erratici, e poteva sentirlo nell’aria il profumo dell’eccitazione di lei, pungente e delizioso soprattutto ora che i suoi verdi occhi avevano trovato il coraggio di scendere oltre il suo ombelico per vedere cosa l’attendeva.
 
Si sentì invincibile quando gli occhi di lei fissandogli l’inguine si schiusero roteando all’indietro, chissà che stava immaginando, chinò la testa mostrandogli la gola ancora bollata dalle sue attenzioni di poco prima, le mani stringevano il tessuto violetto che le s’increspò fra le dita.
Avanzò e piegando un ginocchio lo affondò fra le gambe i lei chinandosi verso il suo petto per poterlo assaporare nuovamente prima di….diamine stava impazzendo dal desiderio che aveva di lei…
Dal canto suo Marie provava le medesime sensazioni, sentiva lo stomaco bruciarle e le gambe vibrare e nonostante le attenzioni di Logan la facessero volare voleva di più…
Con una pesante carezza la mano di lui le scivolo poco sotto al collo e in un attimo si vide sollevare contro di lui, il bacino le andò ad appoggiarsi  sulla coscia nuda e tesa di lui e avvertì all’altezza dello stomaco il suo essere premerle contro, duro teso ed eretto e la frizione della sua gamba alla giuntura delle sue….guai a lui se smetteva.
 
“Hmn nhg…”
“Marie ”
 
La sua voce era di fuoco.
E finalmente, finalmente e finalmente si decise e lei gridò affondandogli i denti sul petto quando finalmente sentì la sua mano là sotto, ed il suo dito piegarsi e scivolare, tastare stuzzicare e penetrare.
Urlò un gemito di voce liquida quando per il piacere la schiena le si inarcò d’istinto e trovò un sorriso simile al proprio, fatto di candidi denti e labbra e umida lingua e…si, finalmente  glieli stava sfilando quei dannati pantaloni e lo poteva sentire muoversi meglio senza l’impedimento degli indumenti e adesso le dita in lei erano due e la stavano facendo letteralmente impazzire.
Singhiozzava gemiti e respiri e non sapeva più come muoversi per disperdere quelle vibrazioni d’estasi che la stavano corrodendo…ad ogni contatto il suo interno si stirava e richiudeva espandendo onde di piacere assurdo.
Teneva le dita piantate nelle sue scapole e tremava, tanto era lo sforzo di chiudere le gambe su di lui per non farlo allontanare e i respiri le morivano sul collo, forte e teso e la ruvidità del suo mento sulla pelle era il culmine delle sensazioni.
 
Ma lo stesso, voleva di più.
Voleva liberarsi dell’aspettativa che aveva di lui e provare sulla pelle cosa significava andare a letto con Logan, voleva distruggere l’immagine da fiction dei suoi sogni e incorniciare il reale, voleva sperimentare l’averlo dentro. Adesso.
 
“Logan…Logan…Lo-”
 
Fu un attimo, strattonandole i capelli la costrinse a guardarlo, i suoi occhi avevano un cenno d’ambra nelle iridi che gli incendiavano lo sguardo, aveva la fronte perlata di sudore e le narici dilatate, i capelli gli si erano spettinati ed alcuni ciuffi gli ricadevano sulla fronte, teneva le mascelle serrate e di conseguenza il collo era tirato, quasi gonfio, le spalle tese a sostenerla le braccia forti a cingerla, oltre le clavicole vedeva il proprio seno pressato al petto di lui.
Scivolò via da lei e si portò le dita alle labbra e lei avvampò inspirando il profumo dei sé stessa nelle gocce che le ricoprivano, sussultò quando lui schiuse le labbra e incominciò a succhiarle come quando lo aveva visto fare quel giorno lontano che erano usciti a mangiare insieme e si era insozzato le dita di salsa pulendole con la lingua, una scena che l’aveva sconvolta tanto che si era defilata al bagno cercando nella sua immensa fretta di non dare nell’occhio. Per intere settimane quell’immagine l’aveva perseguitata alimentando le già numerose fantasie che la mente aveva ipotizzato e ora…diavolo, ora lo stava facendo di nuovo, coi suoi umori…
 
“…sei deliziosa…”
 
Quelle parole la riportarono alla realtà, sentì sul labbro inferiore il premere di ruvidi polpastrelli, schiuse le labbra e lui entrò scivolandole lentamente sulla lingua che lei muoveva mentre succhiava il sapore di sé mista alla saliva di lui.
E cribbio se le stava piacendo.
Quando lo sentì uscire si affrettò a chiudergli i denti sulle dita premendo sotto con la punta della lingua aprendo finalmente gli occhi per sostenere il suo sguardo.
 
Un senso di vertigine le ottenebrò le membra e ritrovandosi nuovamente con la schiena sul materasso gridò quando lui, con una netta spinta le entrò dentro scivolando senza trovare alcun ostacolo a fermare la sua avanzata.
 
Da lì in poi incominciò la battaglia vera, ogni sua spinta era per lei grido di piacere, ogni singola frizione, che fosse stata netta e veloce o lenta e disperatamente piacevole era gemito e singulto, l’aria che respirava s’era fatta liquido bollore e dovette ingoiare ogni futuro respiro e imporsi di farlo perché era sicura che se si fosse lasciata andare completamente, reazione involontaria o no, i suoi polmoni avrebbero dimenticato di farlo.
Gridare invece non era un problema, sentiva la gola irritata tanto lo stava facendo e probabilmente stava rendendo sordo Logan da un orecchio che dal canto suo emetteva gemiti rochi e continui ad ogni spinta sussurrando a volte il suo nome, a quanto fosse stretta e umida a quanto la desiderasse…a quanto…
 
“…amo da morire Marie….”
 
Rimase senza parole, perché quello fu l’esatto momento in cui venne, perché anche Logan venne e perché il solletico del suo seme denso e rovente all’interno di lei la commosse, perché non era preparata a sentirsi così e perché era sicura che Logan le stesse dicendo la verità.
 
Lo abbracciò ed insieme attesero che la frenesia che li aveva colti passasse finchè tornarono ad essere Logan e Marie stretti l’uno all’altra sopra le coperte, soddisfatti e felici…finalmente in pace.
 
Passarono muti attimi, l’unico rumore al di fuori dei loro respiri era il lontano ticchettare del pendolo che aveva in salotto, nella stanza regnava il buio silenzio, la luna era passata oltre nel suo ciclo notturno ed ora tutto era sciolto nelle tenebre.
Il cuore di Logan stava battendo lentamente, il fluire del sangue nel suo sistema era rallentato e nonostante fosse ancora in lei non era più così duro anche se lo poteva sentire ancora benissimo dilatare le sue pareti interne laddove riposava.
 
Chiuse gli occhi divertita strozzandosi la risata in bocca. Era eccitante anche così. Anche se non si muoveva lei lo poteva sentire e la cosa le piaceva un sacco, la intorpidiva di euforia e le dava il desiderio di stiracchiare gambe e braccia come per allontanare quei pigri brividi che le ribollivano negli arti.
 
Si morse il labbro smorzando un ghigno perverso, era sotto di Logan, cioè, Logan le stava sopra e la ricopriva quasi completamente schiacciandola fra il suo corpo e il piumone, sentiva i seni schiacciati contro il suo costato le loro gambe avvinghiate i loro bacini uniti, il battere ritmico dei loro cuori, il fondersi del loro respirare…sperava tanto che…desiderava immensamente che anche le loro anime si fossero finalmente trovate sfiorate e infine unite.
 
“A che pensi?”
 
Umidi baci seguirono le sue parole scivolandole sul collo dove riposava la testa di lui, a volte indugiava coi denti graffiandole l’ipersensibile pelle, altre ancora premeva con la lingua nel punto in cui pulsava il cuore e le incendiava il sangue.
 
Lei sospirò felice, cercò di trovare le parole per rispondergli ma si rese conto che nella sua testa c’era il caos più totale che si alternava a silenzio assoluto al suono dei grilli d’estate allo scrosciare delle acque di una sorgente…lei sapeva come si sentiva, solo che non riusciva a spiegarlo a Logan.
 
“Marie?”
 
Fu meraviglioso trovarsi nel suo sguardo. Era buio intorno a loro ma i loro occhi potevano vedersi, in quelli di lui c’erano le sfumature chiare del quarzo, i filamenti ambrati delle sue iridi rilucevano reagendo alla pochissima luce presente, nei suoi che erano più scuri e quasi privi di riflessi Logan poté comunque trovare ciò che gli premeva vedere.
Serenità; e fu sufficiente per lui, finalmente, finalmente….
 
finalmente l’aveva raggiunta.
 
 
 
Lentamente chinò il viso scendendo a baciarla e ad accarezzarle la fronte, le guance la mascella.
 
Finalmente…
 
 
 
TH
  
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