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Autore: Raynella    04/04/2014    4 recensioni
da "la saga del male, giglia del male" riliane (rin) sogna, ciò che avrebbe voluto all'esecuzione, avrebbe salavato il suo gemello allen (len), ma era un sogno ...
Genere: Drammatico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Len Kagamine, Rin Kagamine
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L'ora del thè


«Devi scappare Riliane, scappa!»
Allen mi guardava serio, troppo serio, come non l’avevo mai visto, eppure sorrideva, semplice come sempre.
I miei occhi lucidi sul punto di piangere davanti a lui così, i capelli corti, gli abiti miei ed in mano i suoi da regalarmi.
Il palazzo vuoto, non riesco a pronunciare una sola parola mentre da fuori le urlano aumentano gridando “la figlia del male”, perché in fondo è questo che sono.
Continuo a guardarlo e piango, non riesco a credere che sia tutta colpa mia, vorrei potergli dire almeno grazie per tutto quello che ha fatto per me, tutto quello che gli ho fatto fare, per quello che gli ho fatto passare scusa, per colpa del mio egoismo lui ha sofferto più di chiunque altro, come è possibile che tu sia così forte? E perché l’hai fatto?
«Andrà tutto bene – dice sorridendo di più, ma io intravedo la muta lacrima nel suoi occhi – in fondo siamo gemelli!»
Gemelli, ecco, ora si spiega, questi anni a rendermi felice, ad accontentarmi, a starmi accanto, e questa somiglianza che non mi spiegavo.
Avvicino la mano agli abiti di lui, li prendo tutto dio un colpo e di fretta li indosso, non sono a mio agio con abiti così, non ci sono abituata.
Lo guardo di nuovo ed ha in mano una boccetta di vetro con all’interno un foglietto di carta, me lo porge ed io lo prendo, le urla fuori aumentano.
«Forza ora scappa!»
Di nuovo quello sguardo fermo, gelido e deciso, accostato a quel sorriso non si abbina affatto e vi si legge la menzogna della falsa felicità, una maschera che gli ho fatto indossare troppo spesso, aveva quella faccia anche quando l’ha uccisa?
Corro via, un ultimo sguardo ma ne vedo solo la  schiena, poi nulla, via per i corridoi, il giardino, e la città.
 
 
Sono le tre, oggi ci sarà un avvenimento in piazza, mi chiedo cosa sarà, dicono che “la figlia del male” sia stata presa ed avrà la giusta punizione.
Coperta da un semplice mantello vado al ritrovo, la piazza è inondata da svariate persone, del regno giallo ma anche verde tutti con lo sguardo di feroce soddisfazione, quasi inquietante.
In mezzo c’è una ghigliottina.
No, non può essere.
Eccolo che arriva, Allen coperto da un abito femminile semplice sotto le mie spoglie.
La vista mi si annebbia, le lacrime scendono da sole, lui viene fatto sdraiare, ha occhi persi non sulla folla hai detto la mia frase preferita
«Oh, è l’ora del thè!»
 
 
No … no … no!!
Apro gli occhi, il silenzio è calato, piango e non mi trattengo.
Alzo lo sguardo sulla lama, è ferma; a un soffio dal suo collo vi è la lama, lui mi guarda sorpreso e spaventato, la folla mi guarda interrogatoria.
L’ho gridato, non pensato, senza volerlo ho fermato l’esecuzione.
«Chi sei! Rispondi!»
Mi urlano, io non riesco a parlare, le immagini di Allen che mi serve la merenda, mi consola, mi giura fedeltà, mi sorride, e mi iuta a scappare mi passano davanti, mi danno forza, quella che lui ha sempre avuto e io no.
Allora tolgo il cappuccio ed i miei biondi capelli si liberano al vento, ormai la mia identità è svelata.
«Io – dico sicura alzando lo sguardo sulla rossa guida della rivoluzione – sono “la figlia del male”!»
Un colpo, due, presa alle braccia ma non oppongo resistenza.
«Riliane no!» mi urla lui mentre lo spostano dalla ghigliottina e lo tengono a forza.
Io sono i piedi davanti al mio regno, al mio popolo, a mio fratello, e lo guardo dicendo, sorridendo:
«Tu hai fatto tutto per me, troppo, per rendermi felice, Allen … io ho capito le mie colpe, e me le carico tutte, prendo la mia punizione, Allen io sono felice»
Mi sdraio e tutto di un colpo diventa nero.


Don, don, don,
sono le tre del pomeriggio, apro gli occhi, sono sdraiata su il mio letto, mi sono addormentata per la stanchezza dopo pranzo, la ragazza dai capelli bianchi dove sarà?
Ho sognato, sognato di nuovo, ciò che avrei voluto fare, ciò che avrei detto, ciò che non ho fatto, non ho osato fare, che vigliacca, mi sono accorta dei miei peccati quando era ormai tutto finito.
Scusami Allen.
Mi alzo e vado in cucina, preparo qualcosa per la merenda.
«Sono tornata!»
«Ciao!»
«Cosa fai dello?»
«Brioche»
Ne prendo una e gliela porgo, lei è così gentile con me anche se non sa chi sono o cosa ho fatto e per fortuna non lo saprà mai.
«E’ buonissima!»
«Grazie! Forza, è l’ora del thè!»



AA: le frasi evidenziate sono quelle, più o meno, della canzone; spero che vi sia piaciuta :)
Raynella
  
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