The
party
Elena
passeggiava tranquillamente per la strada, sorseggiando piano una
granita. Il sole
stava sparendo dietro i palazzi e lei lo osservava con un sorriso sulle
labbra.
Quella settimana tutto andava per il verso giusto. Interrogazioni,
compiti scampati,
compagni di classe invadenti evitati, ma soprattutto…
mancavano 3 giorni, 7 ore
e 37 minuti al grande giorno. No, non quello in cui si sarebbe sposata.
La
festa!!! La festa della sua migliore amica, Gin. (poiché lei
non desidera
essere chiamata così, vi preghiamo caldamente di non
dirglielo!) Non vedeva
l’ora che arrivasse. Avrebbero truzzeggiato (termine di cui non si conosce il
significato) tutta la sera,
avrebbero mangiato, bevuto, ballato…
“Dicono
che senza mare non si può comporre una
canzone….”
Ecco,
la sua suoneria. Chi osava interrompere i suoi idilliaci sogni?? Era
pronto a
morire?
“Pronto”,
rispose.
“Ciao
Elena, sono Ginevra.”, disse lei, con aria funerea.
“Ciao
Gin”, asserì allegra l’amica.
Lei
assunse un espressione contrariata e guardò il telefono con
odio.
“Prova
di nuovo a chiamarmi così e ti presento la pistola di mio
fratello!”, esclamò.
Elena
allontanò le orecchie dal telefono. L’aveva
stordita.
“Non
ci tengo a conoscerla.”, affermò lei con
convinzione.
Scoppiarono
a ridere.
“Senti,
dovrei parlarti di una cosa importante.”, disse Ginevra.
Sentendo
il suo tono serio, l’amica smise immediatamente di ridere.
“Parla
o taci per sempre”, intimò lei.
“La
mia festa non si fa più.”, dichiarò.
COSA!!!!!!
Non poteva essere vero! Ma perché? E tutte le sue speranze?
I suoi progetti?
Ginevra io ti uccido!
“Come
mai?”, chiese in tono calmo, nascondendo la sua delusione.
“Devo
partire…”, le rispose.
Ma
cosa ti salta in mente di partire ?! Non puoi aspettare dopo la festa?!
“Ma
perché, scusa? Non puoi partire il giorno dopo?”,
domandò in un ultimo anelito
di speranza.
“No,
ci sono stati un po’ di problemi…”,
rispose evasiva.
Una
pistola, un coltello, una ghigliottina!! (Per i problemi
naturalmente!!!)
“Oh,
ok… sarà per la prossima volta”, disse
mogia.
“Si, va bene”
“Ciao”
“Ciao”
Chiuse
il telefono. No, non andava affatto tutto bene!!!!!!!
***
Elena
inspirò profondamente. Ma cosa le era saltato in testa?
Doveva essere proprio
fuori di senno. Quale ragazza, con un po’ di intelligenza,
sarebbe andata a
casa del ragazzo, che ama segretamente da 6 mesi? Nessuna. La sua
intelligenza
era andata a farsi un viaggio, chissà dove. Magari a Parigi.
Come sarebbe
andato bene andare in quella città, con lui…
Basta!!. Doveva essere ridicola a
fissare la porta, con quell’aria sognante. Si decise a
suonare.
“Chi
è?”, rispose subito una voce.
La
sua voce… Mi sta venendo un infarto.
“Sono
Elena, ciao Davide”, rispose lei.
“Elena”,
disse stupito.
Sei
stupito di vedermi? O contrariato?
“Sali”,
disse aprendole il portone.
Lei
si avventurò per le scale, con il cuore a mille. Decisamente
aveva avuto una
pessima idea.
Lui
le aprì la porta e sorrise.
“Ciao”
Se
mi dici ciao così, mi fai scogliere come un gelato!
“Ciao”
Lui
la invitò ad entrare.
“Scusa
se mi presento qui all’improvviso… e senza essere
invitata.”, cominciò lei.
“Ma
che dici! Puoi venire quando vuoi! Non preoccuparti”,
ribatté subito Davide.
Quanto
sei dolce!!
“Grazie”,
rispose.
“Accomodati”,
disse, indicando il divano.
Lei
si sedette con un sorriso.
“Hai
saputo che Ginevra annullato la festa, vero?”,
domandò lei.
Lui
annuì. “Me l’ha detto ieri”
“Avevo
pensato di organizzarle una festa a sorpresa sabato
prossimo…”, dichiarò lei, a
quel punto, chiedendosi dove fosse finita la sua timidezza.
“Mi
sembra un’ottima idea.”, esclamò subito
lui.
“Quindi
sarai del numero?”, chiese.
“Certamente”
“Bene”,
rispose sorridendo.
Non
potevi darmi notizia migliore. E poi, quanto sei carino quanto
sorridi…
“Allora,
pensavo che potremmo…”
***
Seduta
sul suo banco, Elena sospirò. Com’era stato bello
parlare con Davide. Stare
insieme a lui tutto quel tempo. Avrebbe voluto baciarlo. Poi si
riscosse. La
professoressa la guardava, sicuramente per vedere se c’era o
non c’era in
classe, quindi doveva tornare alla realtà.
Quando
finalmente la campanella suonò, Elena si diresse velocemente
verso il punto
d’incontro di tutti i suoi amici. Vide Luisa e la
salutò.
“Posso
parlarti due secondi?”, chiese gentilmente.
“Dimmi”,
asserì lei.
“In
privato”
“Ok”,
disse e si lasciò guidare lontano dagli altri.
“Allora,
saprai che Gin (Di nuovo vi consigliamo caldamente di non dirglielo) ha
annullato la sua festa”, annunciò lei.
“Oh,
si, me l’ha detto Davide”, esclamò con
un sorriso.
Si,
lo so che ti viene dietro!! Non c’è bisogno che me
lo ricordi!
“Io
avrei pensato di organizzarle una festa a sorpresa”,
dichiarò Elena.
Ma
se tu non vuoi venire e vuoi lasciarmi Davide, a me non dispiace.
“Vuoi
partecipare?”, chiese.
Dimmi
di no, ti prego.
“Non
so, devo vedere se sono impegnata. Quand’è la
festa?”, domandò tutta uno zucchero.
Ma
si, sei impegnata, dai.
“Sabato
prossimo”
“Oh,
perfetto, sono libera”, disse subito lei.
Qualcuno
mi chiami un Killer, vi prego!
“Bene,
allora noi ci incontriamo….”
***
A
chi toccava ora? Ah, giusto, ad Alice. Un respiro profondo. No, Elena
non si
sentiva pronta per sopportare una conversazione con lei. Ma in che
guaio si era
messa?
“Alice,
senti…”
“Oh,
Elena hai saputo?”, chiese. “Paolo ha deciso di
lasciare Lucy. Si, mi dispiace
per lei, ma lo capisco. Ora, però posso pensare di mettermi
con lui, ma sai…”
“Alice”,
la interruppe lei.
“Si,
lo so. È un po’ egoista, ma
vedi…”
“Alice”,
disse arrabbiata.
Poi,
cercando di controllarsi, “Volevo parlarti della festa di
Ginevra”
“Ah,
giusto, anch’io sono rimasta sconvolta quando mi ha detto che
non la faceva
più, ma comunque…”
Ma
non la smetteva mai di parlare? No, a quanto pare.
“Senti”,
disse in fretta, prima che ricominciasse il profluvio delle sue parole.
“Ho
organizzato una festa a sorpresa, per sabato”
“Sei
dei nostri?”, domandò.
“Oh,
si certamente… Allora, stavo dicendo…”
Povera
me!!!
***
Aveva
lasciato il meglio per ultimo. Grazie al cielo. Le rimaneva solo la
sorella di
Ginevra, Marica.
“Ciao
Marica!”, disse lei, con un sorriso.
“Elena,
ciao!”, rispose lei.
“Senti,
volevo dirti che ho organizzato una festa a sorpresa per Gin (Terza
raccomandazione: non diteglielo, vi prego!), sabato
prossimo”, annunciò.
“Oh,
ma che bello.”, disse. “Sono invitata?”
“Che
domande!”, esclamò lei.
“Bene”,
dichiarò.
“Potrei
darti una mano ad organizzare le ultime cose, se
vuoi…”, disse.
Oh,
che angelica ragazza. Che amica meravigliosa. La voglio
anch’io una sorella
così.
“Accetto”,
rispose con gratitudine.
“Bene,
allora…”
***
“Posso
sapere dove mi stai portando, Elena?”, chiese Ginevra,
irritata.
“Assolutamente
no!”, le rispose.
“Io
protesterei…”, disse l’amica.
“Protesta
respinta.”, dichiarò, assumendo un tono
giudiziario.
“Ma
come, dove, perché…”, provò
ancora lei.
Elena
la guardò male.
“La
smetto”, disse.
“Ecco,
brava!”, disse.
“Comunque
siamo arrivati.”, affermò, spingendola dentro un
locale.
“SORPRESA!!!”,
dissero tutti all’unisono.
Ginevra
sorrise raggiante.
Elena rise.
E
dopo tante peripezie, la nostra eroina era riuscita nella sua
impresa…