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Autore: New Jersey    04/04/2014    0 recensioni
Banchetterà sul tuo corpo e berrà il tuo sangue come se fosse vino.
Genere: Horror, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Bruce si china in avanti, strizza forte gli occhi e massaggia la testa poco sopra le tempie, dove la cute prude e fa male.
L'autista che lo sta riaccompagnando in albergo dopo il concerto lo guarda preoccupato.
"Tutto bene?"
Bruce riapre di scatto gli occhi "Solo stanchezza."
Arriva nella sua camera e per prima cosa, dopo essersi spogliato, entra nella doccia, l'acqua il più fredda possibile. La sua temperatura corporea inizia ad abbassarsi, da trentanove gradi a trentotto.
La cute poco sopra le tempie smette di prudere.
Esce dalla doccia e osserva il riflesso dei suoi occhi: non sono più marroni. Sono rossi.
Scopre indenti: i canini sono più aguzzi del solito.
Involontariamente dalla sua gola sale un verso inumano, roco e basso. Sembra quasi un ruggito.
Non può più aspettare. Deve mangiare.


Kira esce dal pub con i suoi amici, tutti esaltati concerto che hanno appena visto.
Si salutano e ognuno torna alla propria casa.
Kira resta ferma sul marciapiede, l'adrenalina in circolo è ancora troppa per riuscire a dormire.
Cammina per un po' ed entra in un altro locale.


Bruce esce dall'albergo senza dire niente a nessuno.
Cammina fino a quando trova una zona della città con i locali ancora aperti, pieni di gente.
Nella calura estiva, la sua temperatura ricomincia presto a salire.
Un ragazzino lo urta e lui ringhia sommessamente. Il ragazzino scappa via affrettando il passo.
Bruce scandaglia la folla in cerca di una possibile preda.
Quando era più giovane, Dio, quando era più giovane era tutto più difficile e privo di controllo. Le braccava nei boschi o ai margini della città e chi trovava i resti dei suoi pasti diceva che doveva essere stata colpa di un lupo o un orso, pur sapendo che un animale non avrebbe mai fatto una cosa simile. La realtà era incredibile e troppo orrenda.
Invecchiando però, aveva imparato a controllarsi.
Entra in un bar e la vede. È al banco che aspetta.
La sua cena.
Si infila tra la gente e quando è il momento, le va a sbattere contro.


Kira fa uno scatto indietro per evitare il liquido uscito dal suo bicchiere a causa dell'urto.
"Ah, cazzo. Scusa."
Kira alza lo sguardo sull'uomo che le sta davanti. Spalanca gli occhi.
"Porca puttana!"
"Sono un idiota. Ti ho fatto male?"
"No. Non ci credo, ero al tuo concerto questa sera!"
"Lo vedo." Bruce indica il braccialetto con la scritta 'Bruce Springsteen & E Street Band' al polso di Kira.
"Aspetta, vado a prendertene un altro." Le toglie il bicchiere di mano e va al banco.
Kira fa come le viene detto, confusa e stordita dall'incontro. Segue Bruce ad un tavolo, si siede con lui e l'espressione di sbalordimento puro abbandona il suo viso solo dopo un paio di bicchierini.
Lui continua ad offrirle da bere e lei continua ad accettare, perché non vuole che questo momento magico finisca.
Parlano e bevono, la testa di Kira inizia a farsi più leggera. Bruce le è più vicino.
I suoi occhi non sono rossi?
Bevono ancora, Kira è ubriaca. Bruce la sta baciando.
I suoi denti non sono troppo aguzzi?
Bruce lascia dei soldi sul tavolo, una cifra superiore al dovuto. Escono dal locale.
"Abiti qui?"
Kira ondeggia e incespica, Bruce la sorregge.
"Abiti qui? Non possiamo andare nel mio albergo."
Lei dice di si, prendono un taxi e vanno al suo appartamento.
Entrano, chiudono la porta e si baciano ancora, le mani di Bruce sotto
La maglietta di lei e quelle di Kira che sbottonano la camicia di lui.
La sua pelle non è troppo calda?
Kira non ha tempo per prestare attenzione a questi pensieri nebbiosi di alcol, quello che sta succedendo va oltre le sue più disperate fantasie, perché sta succedendo davvero.
Bruce la prende in braccio e la porta in camera. Si spogliano, cadono sul letto.
Kira gli afferra le mani, chiude gli occhi e si siede sopra di lui, Bruce piega la testa all'indietro.
Non sembra un ruggito, il verso che ha fatto?
Ora è lui ad esserle sopra. Spinge dentro di lei, Kira inarca la schiena e si lascia sfuggire un urlo di piacere.
Che diventa dolore quando Bruce le infila i canini appuntiti nel collo.
Che diventa terrore quando apre gli occhi e le vede.
Bruce le tappa la bocca con una mano e lei continua ad urlare contro il palmo.
Non sono corna quelle sulla sua testa?


Quando viene, Bruce perde il controllo.
Poco sopra le tempie la pelle si lacera e due piccole corna grigie spuntano tra i suoi capelli.
Succhia il sangue dal collo della ragazza, lei cerca di liberarsi, ma lui è troppo forte e pesante. La tiene prigioniera sotto di sé.
Le urla di Kira si affievoliscono e si intensificano di nuovo quando lui solleva la testa per guardarla in faccia.
Le corna sulla testa.
Gli occhi rossi.
Il sangue che cola dai canini lungo il mento.
La ragazza si contorce ancora un po' e poi perde i sensi.
Bruce resta sopra di lei ansimante. La sua temperatura corporea raggiunge i quaranta gradi. Si alza ed entra nella doccia, l'acqua gelida evapora a contatto con la sua pelle prima di iniziare a raffreddarla.
Quando esce, le corna non ci sono più, i denti si stanno accorciando mentre gli occhi restano rossi.
Indossa i vestiti e sfiora con le punta delle dita i dischi disposti con cura su una mensola.
Si siede sul bordo del letto, copre il corpo nudo di Kira con il lenzuolo. Le scosta una ciocca di capelli sudati dalla fronte. Lei si muove, mormora nel sonno, il respiro è affannoso.
Le accarezza il viso, ruggisce sommessamente.
Tra l'alcol che le ha fatto bere e il suo veleno conserverà solo ricordi confusi e poco credibili di quella notte.
Bruce esce dall'appartamento, demone nella notte.


La suoneria del cellulare sveglia Kira.
Sbatte gli occhi, ha un mal di testa mai provato prima. Si muove e scopre che è tutto il corpo a farle male.
Prova a ricordare quello che è successo la notte prima.
Solo confusione e immagini distorte.
Il concerto. Il pub con gli amici. Il bar con Bruce. Bruce nel suo appartamento. Bruce con...
Si copre la bocca in un'ondata di rinnovato terrore.
Non può essere vero, deve essere stato solo un sogno. Un incubo orrendo dovuto all'album.
Allunga un braccio per prendere il cellulare e l'articolazione schiocca.
L'sms è della sua amica, le dice di vedersi tra un'ora davanti all'hotel di Bruce.
Kira guarda l'orologio. Sono le tre del pomeriggio.
Sempre più confusa, entra in bagno massaggiando la spalla dolorante. Vede il suo riflesso allo specchio e urla.
Sul suo collo c'è un livido violastro che si dirama in strette striature. Al centro ci sono due fori rossi.
Un ricordo le saetta nella mente: Bruce e sopra di lei, il corpo troppo caldo per essere normale e due piccole corna spuntano tra i capelli. Le sta succhiando il sangue.
No. È solo un incubo. Non è vero. Non può esistere.
Per il livido troverà una spiegazione razionale. Adesso ha solo bisogno di una cosa: vedere Bruce.
Si lava, copre il collo con un foulard e va all'hotel. La sua amica è già lì. Aspettano con il resto della gente per più di mezz'ora, poi Bruce esce e inizia a firmare autografi.
Non ci sono corna sulla sua testa.
Gli occhi sono coperti dagli occhiali da sole, ma sono sicuramente marroni.
Sorride: i denti sono normali
Solo un incubo. Niente di reale.
Bruce si avvicina a Kira e alla sua amica. Quando la vede si blocca e la osserva. Serra le labbra.
L'amica strabuzza gli occhi.
"Bruce... Sanguini!"
Una goccia di sangue gli sta scendendo sulla fronte, lascia una scia che parte da sopra la tempia destra.
"Oh, questo? Ho solo preso una botta in testa..." Sorride.
I suoi denti non sono più aguzzi, ora?
  
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