Serie TV > Squadra Speciale Cobra 11
Segui la storia  |       
Autore: Maty66    04/04/2014    4 recensioni
Cosa succede se, all'improvviso, tutta la tua vita diventa un incubo da cui non riesci a svegliarti?
Cosa puoi fare se tutti sembrano credere che tu abbia fatto l'unica cosa per te inconcepibile?
Semir si troverà ad affrontare la prova forse più difficile della sua vita... ha davvero tentato di uccidere il suo migliore amico?
Genere: Azione, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Nemesi
 
Hartmut spinse Aida ancora più indietro cercando di proteggerla con il proprio corpo.
“Aida… appena te lo dico io scappa più veloce che puoi” le sussurrò
“Ma io…” provò ad opporsi la bimba
“Devi fare come ti ho detto, appena te lo dico tu scappa verso la strada e ferma la prima auto che trovi… fatti portare dalla polizia…”
Terrorizzato Hartmut cercò di nascondersi con Aida il più possibile, guardandosi intorno in attesa di veder spuntare da un momento all’altro gli uomini di Kalvus.
Ma quello che vide spuntare  dagli alberi davanti a lui lo lasciò senza fiato
“Commissario Kruger!!” disse incredulo.


 
“Beh.. che c’è hai perso la parola??”   fece Kalvus tirando su il mento di Semir in malo modo
Semir lo guardò fiero negli occhi e poi… gli sputò in faccia.
Gli occhi di Kalvus lanciarono fiamme… si asciugò sprezzante il viso e poi gli mollò un violentissimo pugno in faccia; immediatamente  il labbro del poliziotto iniziò a sanguinare.
“Ma si può sapere che vuoi?? Questa tua vendetta insensata? Tu sei un folle…” bisbigliò Semir  scuotendo la testa per riprendere lucidità.
“Folle?? Sì sono folle e mi hai reso tu folle…” fece Kalvus mentre iniziava a tossire violentemente.
Immediatamente Elli si avvicinò con un bicchiere d’acque e delle pillole che Kalvus ingoiò.
“Sono folle, folle per aver visto metà del proprio corpo bruciare in quell’elicottero, folle per non potermi più guardare allo specchio, folle per aver preso questa malattia che mi porterà  alla morte per i fumi respirati durante l’incendio dell’elicottero. E folle perché tutto questo lo devo a te…” Kalvus aveva gli occhi spiritati.
“E’ sempre nulla a confronto di quanto hai fatto tu… sei un lurido assassino, hai ucciso Chirs e decine di altre persone… sei solo un criminale…”
“Assassino… credi di essere così diverso da me? Chiunque nelle giuste condizioni può diventare un assassino… anche tu, te l’ho dimostrato… e comunque per quanti sforzi  tu abbia  fatto  a quest’ora il tuo amico è già morto e presto lo sarà anche tua figlia…”
Semir sentì  brividi freddi lungo la schiena… era stato tutto inutile? Aveva fatto tutto per nulla? Davvero Ben era già morto?  E Aida?  Dov’era ora la sua piccina?


 
“Robert… come mi hai trovato?” chiese sorpreso Max vedendo entrare il collega nella stanza.
“Anche io ho i miei contatti qui dentro” sorrise  il radiologo guardando fisso Ben nel letto.
“Qualcosa non va? Perché sei venuto?”   Ora Max  era un po’ sospettoso.
“Ho riguardato i risultati della TAC e volevo dirti una cosa” rispose il tecnico  porgendogli la lastra. “Andiamo a parlarne fuori”
Max si allarmò, le complicazioni dopo una operazione come quella che aveva subito Ben erano sempre in agguato.
Si alzò e fece per uscire dalla stanza, ma appena diede le spalle a Robert questi con un colpo secco lo fece stramazzare al suolo.
Poi svelto si avvicinò al letto di Ben tirando fuori dalla tasca una siringa.
“Con i saluti di Sander Kalvus… la tua sarà una morte molto dolorosa” disse mentre iniettava il contenuto della siringa nella flebo.     
 


Kalvus era sempre più agitato non vedendo tornare gli uomini che aveva mandato all’inseguimento della bambina e dell’altro uomo.
Non faceva altro che guardare dalla finestra, mentre Elli e Decker si aggiravano lugubri e silenziosi nella stanza.
Semir cercò  di trovare una via di fuga, ma non gli veniva in mente nulla; il pensiero di Ben morto lo tormentava, così come lo tormentava l’idea di Hartmut ed Aida inseguiti dagli uomini di Kalvus.
Si scosse solo quando vide Kalvus agitarsi ancora di più
“Maledizione… ci hanno scoperto!!” urlò quasi isterico.
Subito dopo Semir sentì una serie di colpi di pistola e grida concitate provenire dall’esterno.
 
“Ci sono gli sbirri!!” urlò Decker guardando anche lui fuori.
“Usciamo di qui. Slegalo ci può servire come ostaggio” disse Kalvus mentre  rendeva la pistola dalla fondina e spingeva Elli per un braccio.
Fuori continuavano a sentirsi spari ed urla.
Con la coda dell’occhio, mentre veniva trascinato in piedi Semir ebbe l’impressione di vedere gli uomini della SEC entrare in casa dal portone principale.
Poi in meno di un secondo con un grande rumore di vetri Semir vide due figure nere  rompere le grandi finestre ed atterrare nella stanza, puntando i loro fucili.
“Fermi.  Polizia!!” urlarono quasi all’unisono  i due agenti della SEC.
Subito dopo nella stanza entrarono pistole in pugno la Kruger, seguita da Jenni e Dieter
 
Ma Kalvus fu più svelto.
Afferrò Semir per la gola e puntandogli la pistola alla tempia guardò con aria di sfida gli agenti. “Giù le armi e fateci uscire, altrimenti lo ammazzo!!”
 


 
Ben era intontito dai medicinali, il calmante che gli aveva dato Max non lo faceva ragionare bene.
Aveva assistito alla scena in cui un tizio in camice bianco colpiva Max mandandolo al suolo come se fosse un film, del tutto incredulo e senza neppure essere sicuro che non fosse una allucinazione.
E allo stesso modo ora stava a guardare il tizio che iniettava qualcosa nel tubo della flebo.
“Con i saluti di Sander Kalvus… la tua sarà una morte molto dolorosa” sentì come un’eco lontana.
“NO!! Ben… non lasciarglielo fare…” gli disse il suo  istinto di autoconservazione.
Debolmente cercò di strappare l’ago della flebo dal braccio,  ma l’uomo in camice bianco gli tenne ferme le mani in una morsa ferrea. Tentò disperatamente di dire alle sue gambe di muoversi, ma tranne qualche impercettibile movimento, quelle rimanevano immobili.
“No NO NO…” pensò Ben freneticamente  senza avere più neppure la forza di urlare.
 
 

“Fermi o lo ammazzo. Giù le armi!!” disse ancora Kalvus tirando la  sicura della pistola e schiacciandola contro la testa di Semir.
“Kalvus… è finita ormai.. lo lasci andare…” disse con calma Kim, facendo però segno agli agenti della SEC di stare lontani.
“Finita? Non è finita… non è finita fino a che non vedrò questo bastardo morire” urlò sempre più allucinato Kalvus.
Ed in quel momento Semir ebbe chiara la sensazione che Kalvus stava per sparare.
Gli passarono davanti le immagini della sua vita… e per un microsecondo ebbe la tentazione di arrendersi. Tutto quello che era successo, Ben era morto, Aida chissà dove era…. ma no, non poteva farlo, doveva salvare se stesso per salvare  i suoi figli, Ben compreso.
Afferrò con la forza della disperazione  il braccio di Kalvus cercando di fargli mollare la presa, ma Kalvus nonostante la malattia e l’età era un duro.
I due uomini lottarono al centro della stanza, mentre gli altri erano impossibilitati ad intervenire.
E poi si sentì un colpo risuonare secco nella stanza.  
Nessuno si rese conto di quello che era successo e di dove era finito il colpo sino a che Elli non emise un gemito, guardandosi con orrore il petto, dove si  stava allargando una macchia di sangue. Subito dopo la ragazza crollò a terra.
“NOOOOO” urlò Kalvus mollando la pistola e precipitandosi verso la nipote.
A tutti bastò una occhiata agli occhi sbarrati al cielo della giovane donna per capire che era morta all’istante, uccisa dal colpo partito dalla pistola dello zio.
“NOOOO” urlò ancora Kalvus in lacrime, prendendo il corpo esamine della ragazza fra le braccia e cullandolo come una bambina.

Nonostante tutto Semir ebbe un moto di compassione per il dolore del vecchio.
Ansimando si lasciò cadere in ginocchio mentre Kim gli si avvicinava.
“Semir… Semir… tutto bene?? Come sta?” chiese ansiosa.
“B.. bene… Aida? Dov’è Aida?”  rispose lui con il cuore in gola.
Kim sorrise “E’ già sulla strada di casa. Sia lei che Hartmut stanno bene…”
Semir sentì come se qualcuno gli avesse tolto un macigno dal cuore
“E Ben??” chiese ancora ansioso
“Ben?? Ma…” Kim era stupefatta non conoscendo la verità.
“O mio Dio, dobbiamo correre più veloce che possiamo in ospedale…” fece Semir alzandosi come una furia e correndo verso l’uscita.
Mentre scendeva di corsa le scale sentiva ancora le urla disperate di dolore di Kalvus ed ancora una volta, suo malgrado, provò pietà per lui.
 
 
 
Ben era ormai rassegnato alla sua sorte, quando vide la figura barcollante di Max comparire dietro quella del medico in camice bianco.
Max afferrò Robert per la gola e lo spinse lontano dal letto con tutta la forza che aveva, mandando l’uomo a sbattere con un gran fragore contro un tavolino.
Fulmineo e senza curarsi del sangue,  Max strappò la flebo dal braccio di Ben ed iniziò ad urlare come un matto chiedendo aiuto. Ma si rendeva conto che il reparto era quasi completamente deserto.
Non ci volle molto prima che Robert si riprendesse dalla caduta.
Afferrò Max per le spalle e lo spinse indietro, poi con un manrovescio tremendo lo mandò a gambe all’aria facendogli quasi perdere i sensi.
Ben stava a guardare la scena sempre intontito e debolissimo.
Cercò di urlare per chiamare aiuto ma  dalla bocca gli uscì solo un suono strozzato. Ancora una volta cercò di imporre alle sue gambe di muoversi, ma a parte leggerissimi movimenti la situazione non cambiava e la gambe continuavano a rimanere praticamente immobili.
Con la forza della disperazione si girò buttandosi dal letto e trascinando con sé tutti i fili ed i tubi a cui era attaccato.
Finì a terra atterrando sulla spalla che immediatamente protestò. Si sentiva allo stremo delle forze, con la testa che gli scoppiava per il dolore.
Ansimando cercò di mettersi seduto e chiamare Max o vedere come stava, ma subito vide l’uomo in camice bianco che troneggiava su di lui brandendo un bisturi.
“Maledetto stronzo, proprio non vuoi morire…” sibilò l’uomo prima di sferrare il colpo.
 

 
Semir guidò come un folle percorrendo la strada fra la villa e l’ospedale  in metà del tempo necessario. Dietro di lui, ma lontane vedeva le luci delle auto della polizia che cercavano di stargli dietro, ma li aveva seminate da tempo
Aveva mille pensieri in mente, ma cercò con ostinazione di non pensare alla possibilità che Ben fosse già morto. Non poteva essere, non dopo tutto quello che era successo, dopo tutto quello che avevano passato.
Inutilmente con una mano  compose più volte il numero del cellulare di Max  che però squillava senza risposta.
“Ti prego Signore, Allah ti prego…” pregò e ripregò mentre arrivava nel parcheggio e lasciava l’auto con la portiera aperta precipitandosi all’interno dell’ospedale.

 
 
Ben cercò con tutte le sue forse di fermare l’uomo in camice bianco, ma con la forza delle sole braccia non riuscì a fare altro che a deviare il colpo.
Sentì un dolore lancinante alla spalla sinistra. Con gli occhi appannati ed il respiro mozzato vide Robert ritirare il bisturi sanguinante e alzarlo pronto a sferrare il colpo fatale.
Chiuse gli occhi aspettando l’inevitabile, ma sentì solo le urla strozzate di un combattimento.
Riaperti gli occhi, mentre era steso in terra, impotente, cercando disperatamente di rimanere cosciente, Ben vide Max e Robert che lottavano furiosamente.


 
“Polizia… dov’è il dottor Weiss?” urlò Semir agli infermieri che gli venivano incontro
“Ha finito il suo turno…”  rispose indecisa ed incredula la caposala che aveva assistito alla fuga del giorno prima.
“No è ancora qui!!!” urlò disperato Semir. Non sapeva dove Max aveva nascosto Ben e non poteva permettersi di cercare in tutto l’ospedale.
Tutti i  presenti nel reparto di neurochirurgia erano congelati, terrorizzati dalla vista di Semir, che per loro era un assassino fuggitivo, che si agitava nel corridoio pistola in mano
“Dov’è??? E’ con Ben… dove l’ha nascosto??? Vi prego ne va della vita del mio collega!!! Vi prego ucciderà Ben!!” urlò ancora Semir sempre più disperato
Ma tutti rimanevano attoniti a guardarlo.
Fino a che una debole voce non disse “Al piano di sotto, stanza 213!”
“Grazie!!” sussurrò Semir a Maria che gli stava di fronte, mentre correva verso le scale
 
Semir corse lungo il corridoio subito dopo le scale come mai in vita sua
211, 212 213!!!
Cercò disperatamente di calmarsi per affrontare l’azione.
Uno, due, tre… e sfondò la porta con un calcio.
Non razionalizzò subito la scena… Max ed un altro uomo, che brandiva qualcosa di metallico in una mano, che lottavano… Ben non era nel letto… ma a terra!! Ed in un lago di sangue!!!
 
Sia Max che Robert vennero colti di sorpresa dal botto con cui si spalancò la porta, ma Robert fu più lesto, afferrò Max  da dietro e gli puntò il bisturi alla carotide.
 “Lascialo” intimò freddo Semir puntando la pistola contro Robert.
“No butta tu la pistola altrimenti lo ammazzo” rispose l’altro guardandolo duro.
“Ho detto lascialo” ordinò di nuovo Semir ma Robert non si mosse di un millimetro
Semir valutò velocemente la situazione.
Guardò Max ed i suoi occhi che nonostante tutto esprimevano terrore, guardò la mano tremante dell’uomo che puntava il bisturi alla gola di Max e premeva sempre più forte, al punto che già aveva rotto la pelle e provocato una piccola ferita. E soprattutto guardò Ben, steso a terra, esamine, con gli occhi chiusi ed una grossa macchia  rossa sul camice ospedaliero. La pozza di sangue sotto il corpo del ragazzo si ingrandiva a vista d’occhio. Doveva far presto.
“Lascialo”  disse Semir per l’ultima volta, ma Robert  non mollò la presa.
E Semir prese la sua decisione.
Sparò.
 
Max era spaventato come mai in vita sua. Gli sembrava di vivere una sorta di sogno orribile o di essere il protagonista di un film mentre sentiva la lama fredda del bisturi sulla gola.
“Bene Max, questo è il risultato… non sei un poliziotto tu… cosa credevi di fare?” si disse mentre assisteva impotente allo scambio di battute fra Semir e Robert.
“Lascialo!!” urlò ancora una volta Semir e a Max bastò guardare gli occhi del piccolo ispettore per capire all’istante che avrebbe sparato.
Chiuse gli occhi appena prima dello scoppio fragoroso del colpo e poi sentì che la pressione fredda del bisturi non c’era più.
Robert era a terra  e si teneva la spalla sanguinante.
 
Appena sparato Semir  si rimise l’arma nella cintola dei pantaloni e si precipitò  da Ben…
“Ehi… Ehi… Ben…” lo chiamò disperato inginocchiandosi vicino a lui.
Lo sollevò facendo attenzione alla testa fasciata.
La situazione gli sembrò disperata. Il suo amico era bianco come un cadavere… e la ferita alla spalla sanguinava in modo incredibile
“Oddio ti prego Ben… rispondimi” chiamò ancora mentre si sedeva in terra e tirava Ben in grembo come faceva con Aida o Lily dopo una brutta caduta dalla bicicletta. Con la mano cercò di spingere sulla ferita per fermare l’emorragia.
 “Max Max…”  fece terrorizzato, ma il medico era già accanto a lui.
“Ben!!” urlò sempre più  disperato Semir scuotendo il giovane  e finalmente ottenne un gemito come risposta.
“Vado a cercare una barella tu tienilo sveglio, altrimenti può andare in choc emorragico” disse Max mentre usciva di corsa.
Nel corridoio si sentiva un gran trambusto e di corsa entrarono nella stanza le guardie della vigilanza interna, seguite a ruota dalla Kruger.

Ma Semir non fece caso alla loro presenza.
“Ben dai apri gli occhi, dai parlami…” disse mentre toccava sulle guance il partner. “Bennn!!”
E finalmente fu ripagato dalla vista degli occhi castani che si aprivano lentamente
“Eh… sto bene, sto bene mi gira solo un po’ la testa…” sussurrò Ben cercando di aggrapparsi alla giacca di Semir per alzarsi un po’.
“Che fai, stai giù, ma non dormire ti prego…” lo supplicò Semir tenendolo sempre fra le braccia. Ma quanto cavolo metteva Max a tornare?? Ben era sempre più pallido.
“Semir…” chiamò piano il ragazzo, mentre gli occhi si chiudevano.
“Sì… dimmi… Ben non dormire!!” urlò l’amico vedendo le palpebre  abbassarsi.
“Semir… non… non è colpa t… tua…” sussurrò Ben accasciandosi completamente fra le braccia dell’amico.



Siamo quasi alla fine come vedete...
Ci sono ancora delle cose in sospeso... che forse non verranno chiarite in questa storia...
Grazie sempre, non mi stancherò mai di ringraziare chi mi legge e chi recensisce queste sciocchezze. Mi diverto a scriverle e se vedo che divertono anche voi... beh è il massimo!
  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Squadra Speciale Cobra 11 / Vai alla pagina dell'autore: Maty66