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Autore: With H    04/04/2014    0 recensioni
Il bisogno di colmare una mancanza nel suo aspetto più personale e divertente.
Genere: Comico, Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Si sentiva irrequieta. Lavò accuratamente i piatti mentre la lavatrice centrifugava quella massa colorata e informe di vestiti e si concesse di stenderli minuziosamente dopo aver pulito la cucina, indugiò su ogni vestito cercando di non sgualcirlo e per alcuni provò anche ad abbinarli al colore delle mollette.
Probabilmente se qualcuno l'avesse osservata dall'esterno avrebbe pensato che fosse un po' svitata, non era del tutto certa di poter confutare quella tesi. Forse lo era davvero.
Entrò nella sua camera con quell'opprimente sensazione di vuoto che si ingigantiva nel suo petto minacciando di inghiottirla in un'oscurità perenne. Si sentiva incompleta, come se le mancasse qualcosa. Qualcosa di importante, una parte di se stessa, come una gamba o una mano. 
Tamburellò impaziente le dita sul compensato color ardesia della scrivania cercando in vano una distrazione. Sapeva che nulla avrebbe potuto distrarla; l'unico modo per far sparire quella sensazione sarebbe stato soddisfarla.
Alla fine decise.
Aprì l'anta in legno chiaro del suo armadio e prese a caso un paio di jeans, dopodichè aprì un altro ripiano del mobile e scelse una maglia. In altre circostanze la scelta dei vestiti che avrebbe dovuto indossare avrebbe richiesto un tempo molto superiore, ma in quel momento non importava. Le mancava. Quella era l'unica cosa che importava. Si vestì velocemente nell'angusto bagno lasciando la porta semiaperta e, sebbene avesse fretta di colmare finalmente quell'assenza, il suo moderato narcisismo ebbe la meglio su di lei, così indugiò qualche minuto passando del mascara sugli occhi e del phard sulle sue guance pallide. Il suo riflesso allo specchio le restituì un'occhiata severa, quasi accusatoria, soffermandosi sulle ombre scure che aveva sotto agli occhi e che ne scurivano ulteriormente il colore. Sapeva che anche il migliore dei correttori non le avrebbe coperto quelle occhiaie e comunque non aveva importanza.
Tornò nella sua camera infilando a caso delle cose nella borsa mentre in equilibrio su un piede, infilava la scarpa sull'altro, poi prese un cappotto che indossò quando era già alla prima rampa di scale del palazzo in cui abitava.
Percosse rapidamente quella strada familiare, avrebbe potuto farla ad occhi chiusi e in quel momento sembrava frenetica come avrebbe potuto esserlo un cocainomane che raggiungeva lo spaccio più vicino. Ogni passò che faceva diminuiva la distanza da lui.
Ne percepiva già l'odore e la sua dolce ruvidezza al tatto, sapeva che non se ne sarebbe mai stancata.
Arrivò quasi ansimante per il passo accelerato, non era nemmeno del tutto consapevole di quanto tempo avesse impiegato, si era diretta lì come se fosse un automa. 
I suoi occhi la fissarono sorpresi tra la gente, l'avrebbe riconosciuta dovunque e non poteva essere altrimenti. 
— Signorina, già di ritorno? Ne ha preso uno solo ieri pomeriggio.
Lei sorrise un po' imbarazzata poggiando il libro sul bancone — Non avrei potuto aspettare oltre.

   
 
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